mercoledì 17 marzo 2021

Barbara Dore: La corsa mi ha salvato la vita

 Grazie alla corsa ho vinto la mia battaglia 
Matteo SIMONE

3804337230- 21163@tiscali.it

Tante volte lo sport tira fuori dai guai le persone, li rende consapevoli e attenti a se stessi cercando di ritrovare un senso alla propria vita e cercando di seguire uno stile di vita più adeguato

Di seguito Barbara, G.S. Lammari, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 

Quando ti sei sentita campionessa nello sport? “Non mi sono mai sentita campionessa nello sport perché lo sport è una metafora di vita e così come nella vita non si finisce mai di crescere e di migliorare”. 


Per tanti lo sport risulta essere un’ottima alleata e compagna di vita che ricorda che ci dobbiamo voler bene, dobbiamo occuparci di noi stessi per vivere nel miglior modo possibile.

Qual è stato il tuo percorso nello sport?Ho iniziato a correre a 18 anni per combattere una malattia e grazie alla corsa ho vinto la mia battaglia”.
 

Si può fare in tempo ad accorgersi di quello che si sta sperimentando, di ciò che si sta attraversando e porre rimedio con qualche modalità come la pratica di uno sport che tante volte rimette le persone sulla giusta via.

Nello sport chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? “Contribuisce alla performance una serie di professionisti, a partire dall'allenatore”. 


In ogni campo è opportuno seguire regole ed esperienze altrui, fidarsi e affidarsi a professionisti che possano dare consigli molto utili per far meglio e star meglio. 

Un'esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare? “L'esperienza che mi dà la sicurezza di farcela è che dopo aver vinto una brutta nemica come l'anoressia credo che qualunque battaglia sia superabile”. 


L’anoressia è davvero una brutta bestia, una cattiva nemica per alcuni che non hanno abbastanza consapevolezza di quello che stanno vivendo e attraversando restandone vittime e prigionieri ma si può uscirne con sensibilità e attenzione senza essere troppo giudicanti e senza troppo pressioni. 

Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I miei genitori e i miei amici hanno una grande stima di me perché sono una combattente”. 


È importante e utile la presenza dei genitori non oppressiva e giudicante ma accettante e fiduciosa anche se è difficile non preoccuparsi e non essere apprensivi in situazioni di grave malessere.

A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? “Nel mio sport bisogna fare attenzione a non perdere mai la motivazione e la concentrazione perché è uno sport individuale e sei solo a lottare contro ogni difficoltà”. 

Quando si fatica bisogna starci e considerare che avrà una fine, così come ha avuto fine una malattia pericolosa. 

Un messaggio per avvicinare ragazzi e adulti allo sport? “Il messaggio che vorrei dare è di provare a fare sport anche se iniziare è faticoso perché poi ti cambierà la vita”.  

Hai rischiato di mollare? “Non ho mai pensato di mollare perché la corsa mi ha salvato la vita ed è diventata la mia ancora di salvezza”. 


Ben venga la fatica se poi cambia le persone in migliori e più sicure di se stesse. 

Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Ritengo molto utile lo psicologo nel mio sport per focalizzare l'attenzione sui propri obiettivi e per avere un sostegno nei momenti più duri”. 

La tua situazione sportiva più difficile? “La situazione più difficile è stata superare un infortunio e dover accettare di stare lontana dalla corsa”. 


Bisogna cercare ti tenere sempre alta la passione e la motivazione e rialzarsi sempre nei momenti critici e difficili e a volte c’è bisogno di qualcuno che aiuta a ritrovare risorse personali interne o di rete per continuare a cercare di inseguire propri sogni.

Cosa hai scoperto di te stessa nello sport? “Ho scoperto che ogni gara è un'esperienza che lascia insegnamenti indelebili da cui imparare”.

La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Indubbiamente la maratona”. 


La maratona fa soffrire ma regala soddisfazioni e gioie immense all’arrivo trasformando le persone in fiduciose di poter costruire qualcosa di importante con impegno, fatica, e determinazione. 

Come hai superato il COVID? “Ho superato il covid allenandomi in giardino e in casa con rulli e circuiti”. 


Quando si scopre di essere combattenti e si riesce a sconfiggere malattie e superare anche i muri delle maratone allora si riesce a gestire e superare anche altri problemi trovando piani e programmi alternativi per continuare a sperimentare benessere. 

Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “Non mollare mai anche quando tutto sembra insuperabile, ogni salita è percorribile anche a passo lento”.  


Interessante questa testimonianza, infatti bisogna sempre andare avanti e crederci, se si è in crisi si può rallentare o fermarsi un momento ma ripartire sempre e crederci sempre avanzando.

Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Il prossimo obiettivo è tornare a gareggiare dopo il covid”. 


È importante avere sempre una progettualità futura, avere in mente scenari diversi possibili anche se ci sono avversità e difficoltà che al momento ostacolano e ritardano i nostri propositi ma mai smettere di crederci. 

Come ti vedi a 50 anni? “Spero ancora per le mie strade a correre felice e motivata”. 


Lo sport rende felici e quindi bisogna sempre avere una motivazione ben alta per non mollare ma continuare anche se con diverse modalità. 

Come hai scelto la tua squadra e che intenzioni hai? “Ho scelto una squadra a livello femminile molto affiatata e forte perché sono un tipo ambizioso”. 


È importante far parte di un gruppo con obiettivi comuni e condivisi così come è condivisibile la gioia e la fatica. 

Cosa diresti a Barbara di 10 anni fa? “Direi che ha fatto bene a seguire la strada della sua passione”. 


Brava Barbara, continua così, nota a che punto ti trovi, da dove sei partita, quali miglioramenti hai ottenuto e dove vuoi arrivare.

Chi tifa per te e chi o cosa ti ostacola? “Mio padre è il mio più grande tifosoMi hanno ostacolata in tanti e hanno provato a farmi mollare”. 

Quale evento passato ti aiuta ad aver fiducia in te? “Indubbiamente la malattia che ho superato”. 


Si può superare tutto se lo si vuole nonostante tanti ostacoli, bisogna focalizzarsi su se stessi, accorgersi di sé e poi guardarsi intorno cercando il meglio per se stessi. 


Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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