Bisogna sempre crederci fino in fondo
Matteo SIMONE
La 25^ edizione degli Europei di Atletica Leggera avranno luogo a Monaco di Baviera, presso l’Olympiastadion, dal 15 al 21 agosto 2022.
Tra i 101 atleti convocati
i seguenti maratoneti: Iliass Aouani, René Cunéaz, Daniele D’Onofrio, Stefano
La Rosa, Daniele Meucci..
Di seguito, approfondiamo la conoscenza
di René Cunéaz attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport? “A mio parere i campioni sono quelli che
partecipano a manifestazioni importanti (Olimpiadi, mondiali, ecc.) o che
comunque corrono forte (per capirci, correre una maratona sotto le 2h10). Io mi
sento un dilettante abbastanza forte.”
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere
e/o performance? “Con
la testa che ho, per cercare di migliorare, in questi anni ho speso parecchio
tempo in tanti piccoli dettagli. Dai video durante la corsa per migliorare
l’efficienza tecnica all’alimentazione per eliminare i dolori alla pancia e al
fegato durante le corse prolungate. Questi sono i fattori che ho curato
maggiormente.”
Per arrivare ai massimi livelli non bisogna
trascurare nessun aspetto che può incidere nella performance e nel benessere
dell’atleta e bisogna fare attenzione al minimo dettaglio.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I
miei familiari mi assecondano, mi aiutano e mi spronano quando le cose non
vanno bene. Gli amici della corsa mi aiutano alcune volte negli allenamenti e
gli amici che non fanno parte dell’ambito sportivo, visti anche i risultati che
sto ottenendo, sono contenti di quello che sto facendo.”
Un episodio curioso e/o divertente della tua
attività sportiva? “Un
episodio simpatico è successo alla maratona di Milano al mio esordio sulla
distanza. Dal km 13 mi si è affiancato il mio allenatore Rondelli in bicicletta
spronandomi ed incitandomi verso il traguardo. Continuava a dirmi di puntare
quelli davanti a me e quando io li passavo lui iniziava con quello davanti.
Quando si è accorto che davanti c’era il buco e non potevamo più prendere
nessuno dei fuggitivi, mi ha urlato di puntare la Madonna e di non mollare.”
Se hai qualcuno che crede in te, riesci a
fare l’impossibile, ad andare più forte di quanto immagini, ti affidi alle
parole del tuo allenatore che ti conosce meglio di te grazie alla tanta
esperienza con il lavoro di tanti atleti.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
praticare sport? “Sono
sempre stato molto introverso e lo sport mi ha e mi aiuta ancora oggi a essere
meno chiuso. Quando corro le mie insicurezze svaniscono.”
Lo sport aiuta ad essere più sicuri di se
stessi, ad avere più fiducia, ad essere consapevoli di essere speciali in
qualcosa, di avere delle doti particolari.
Che significa per te partecipare a una gara? “Al momento, per me, lo sport vale molto.
Però, per come lo sto vivendo, le gare sono l’aspetto fondamentale. Nel senso
che per come mi sto allenando ho bisogno di gareggiare e confrontarmi con gli
altri. Altrimenti non avrebbe senso e potrei continuare a fare sport per stare
bene, facendo molteplici attività con gli amici o solo (corsa senza lo stress
delle ripetute, bici, nuoto, tennis, sci, ecc.).”
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “Io ho
una sensibilità incredibile del mio limite. Sento se sto correndo più piano o
più forte della mia soglia. In maratona è un pregio. Quando provo ad andare
oltre faccio talmente tanta fatica che rischio di pagare lo sforzo calando
notevolmente il ritmo. Per questo molte volte, in gare anche più corte, mi
stacco dal gruppo e continuo col mio passo. Molti atleti, solitamente, li
riprendo nel finale di gara.”
Importante essere presenti a se stessi,
esercitare tanta attenzione nei confronti di se stessi, approfondire la
conoscenza personale, tutto questo lo sport permette di essere e fare, di
conoscersi per conoscere proprie risorse, caratteristiche e qualità ma anche
per conoscere i propri limiti.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport:
pre-gara, in gara, post-gara? “Nel pre-gara, solitamente sono teso e nervoso ma poi lo scarico in
gara. Durante la competizione sono concentrato sul ritmo e sulle sensazione.
Nel post-gara escono le emozioni sia positive sia negative in base al
risultato.”
La gara più estrema o più difficile? “La gara più difficile è stata la Maratona di
Zurigo ad Aprile 2016. Dopo una buona preparazione le cose non sono andate come
speravo. Alla partenza mi sono trovato con grandine, pioggia e freddo. In gara
ha iniziato a scendere una neve bagnata e cosi, al km 10 ero già bagnato. Col
freddo che vi era ed essendo in pantaloncini e canottiera ho dovuto fermarmi a
metà gara. Ci siamo fermati in tanti dei top runner e siamo finiti all’ospedale
per principio di ipotermia. Da dimenticare.”
Dimenticare per ricordare, dimenticare per
non tornare all’evento spiacevole ma ricordare per comprendere cosa e come fare
in casi analoghi, si apprende sempre dall’esperienza.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i
rischi? A cosa devi fare attenzione? “I rischi maggiori nell’atletica sono gli infortuni. Bisogna ascoltarsi
e non forzare quando si hanno dei sintomi strani.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Quello che non mi fa mollare è la
determinazione nel voler ottenere un risultato prefissato e il calore e la
fiducia della gente nei miei confronti e dalla mia famiglia.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “Le sconfitte le
ho sempre superate grazie alla passione che ho per lo sport. Dopo una pessima
prestazione la voglia di correre è maggiore al risultato non ottimale. Poi
nell’arco della stagione ci sono anche le buone prestazioni che mi fanno
dimenticare le sconfitte.”
Importante focalizzarsi sul bicchiere mezzo
pieno, non fissarsi sulle sconfitte o crisi ma pensare a quello di buono che si
è fatto.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping
nella tua carriera sportiva? “Sinceramente
non saprei neanche da che parte iniziare per doparmi. Ho letto alcuni libri di
ciclisti e sono rimasto sconvolto. Per me lo sport è vita, il
doping è morte.”
Vero, lo sport è vita, è sensazioni, fatica,
emozioni, il doping è falsità, droga, malattia, vergogna, morte, anche no al
doping.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del
doping? “Non saprei cosa
dire. Le controindicazioni le conoscono tutti e nonostante ciò molti atleti non
ci pensano. Un po’ come chi fuma e compra i pacchetti con le scritte che il
Fumo Uccide ma ci ridono sopra. Evidentemente per questa gente è meglio vivere
da leoni un giorno…. Nel ciclismo, a differenza, lo fanno perché rischiano di
rimanere senza il loro lavoro e devono trovare una soluzione.”
A volte per alcuni diventa un percorso
obbligato per sentirsi disperati se non guadagnano o vincono attraverso lo
sport, per alcuni lo sport è vita a tutti i costi, non hanno un piano B.
Sogni realizzati e da realizzare? “I miei sogni sono ancora tutti nel cassetto.
Non sono molti ma spero tra qualche anno di poterli realizzare. La vita non si
sa mai cosa ci può riservare ma bisogna sempre crederci fino in fondo. Chissà
che questi sogni non escano da questo piccolo cassetto.”
Lo sport aiuta a prendere direzioni per
seguire sogni, obiettivi e mete. A volte ci sono imprevisti durante questi
lunghi percorsi che portano alla performance come gli infortuni e il vero
campione è colui che sa trarre lezioni importanti, sa essere resiliente nel
capire di dover riorganizzare la sua vita mettendo da parte una fetta
importante che è lo sport.
Come
fare il salto di qualità? Un paio di mesi in Kenya?
“Per fare il salto di qualità
bisognerebbe avere solo il tempo di allenarsi in modo da andare magari in Kenya
o in quota per alcuni mesi dedicandosi solo alla corsa. Lavorando non è così
semplice poter partire per il Kenya, nel senso che per vedere miglioramenti
notevoli bisognerebbe stare due o tre mesi. Probabilmente ci andrò per vedere
una realtà diversa dalla nostra.”
Tornare a vincere gare importanti e
soprattutto vincere un titolo italiano, anche se il crono non è importante, fa
venir voglia di riprovarci sempre a fare il grande salto per provare ad avvicinarsi
a tempi cronometrici che possano far sperare in una convocazione in nazionale.
Un
messaggio ai ragazzi per avvicinarli allo sport?
“I ragazzi che si avvicinano allo sport
devono sapere che non si ottiene nulla senza sacrificio ma bisogna farlo con
passione. Le sofferenze ci saranno sempre ma saranno di insegnamento per la
vita di tutti i giorni.”
Un titolo italiano è sempre una cosa
prestigiosa ma tutto passa, tutto si dimentica e si ritorna alla quotidianità
di atleta lavoratore con responsabilità quotidiane da affrontare e gestire per
vivere una vita fatta non solo di fatica fisica e mentale ma anche di svago e
relazioni.
Hai
mai pensato di passare alla 100km? “Per adesso penso solo alle distanze fino alla maratona ma in futuro chi
lo sa se non proverò una 100km a fine carriera. Ma fine carriera non vuol dire
50 anni. Ogni età ha la sua storia. E io credo che fare sacrifici simili non
possa prolungarsi a lungo. Quindi cerco di divertirmi ancora alcuni anni
correndo le maratone più belle e poi chiuderò carriera. Lo sport rimarrà
comunque sempre presente nella mia vita.”
La vita è veloce ed è importante
focalizzarsi sui propri bisogni e le proprie energie cercando sfide e sogni che
possano far uscire dalla zona di confort e mettersi in gioco per provare a fare
del proprio meglio.
Stai
pensando a un gruppo sportivo militare? “Ho sempre sognato di poter fare il professionista per poter raggiungere
i miei limiti. Purtroppo, già con lo sci di fondo, ero stato escluso dal centro
sportivo Esercito. Per poter entrare in un centro sportivo devono uscire bandi
di concorso mirati ed avere titoli che danno punteggio. So che dovrò continuare
a correre così, come ho sempre fatto, cercando di ottenere il massimo con i mezzi
che ho. Dovrebbero cambiare il sistema in Italia, in modo da agevolare gli
atleti ritenuti di interesse nazionale. Dovrebbero cercare, magari permettendo
loro di lavorare con un part time (e non 40/48 ore a settimana), di farli
crescere e migliorare con un rischio minore di infortuni. Il centro sportivo è
l'unica possibilità (in Italia) per fare i professionisti, ma ci sarebbero
molti modi per portare un atleta ad ottenere prestazioni migliori. In altre
nazioni lo stanno facendo. In Italia invece è più facile criticare se le cose
non vanno bene piuttosto che rivoluzionare.”
Ti
consigli con un team? Famiglia, amici, figure professionali?
“Se ho bisogno di consigli sul piano
sportivo ho come riferimento il mio allenatore Rondelli per le cose più
importanti, altrimenti con i compagni di allenamento o in famiglia per
eventuali problemi. In caso di problemi fisici ho sempre figure pronte ad
aiutarmi. Il successo si costruisce anche con un buon team.”
Vero, si costruisce carattere,
personalità, benessere e successo con proprie capacità e competenze e
affidandosi a persone di riferimento esperte e competenti.
E’
cambiato nel tempo il tuo modo di preparati a gare importanti?
“Ogni preparazione ha la sua storia e i
suoi allenamenti. Cambiare tipologia di seduta può aiutare sul piano mentale ma
lo schema generale rimane sempre lo stesso.”
Importante sono gli stimoli soprattutto
negli allenamenti, il muscolo va allenato sempre più allo sforzo e alla
resistenza, ma nutrirlo con sedute di allenamento diversificate significa
nutrire anche la mente che diventa un valore aggiungo per il fisico, riesce a
spingerti oltre, più velocemente e resistentemente.
Hai
un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?
“I miei esempi sono quelli che ottengono
risultati con sacrifici e dedizione conciliando sport e lavoro come Catherine
Bertone che nonostante il lavoro, da pediatra ha partecipato alle Olimpiadi di
Rio.”
Vero, un bell’esempio, gente che è
motivata dalla passione, dove parte tutto dal cuore che chiede alla mente di
mobilitare corpo ed energie per ottenere quello che si vuole raggiungendo
risultati inaspettati e sorprendendo se stessi e gli altri.
C’è
qualcuno che contribuisce al benessere e performance nello sport?
“La mia famiglia in primis mi supporta in
tutto quello che faccio. Poi dietro ci sono molte persone che contribuiscono al
raggiungimento dei miei obiettivi, dal mio allenatore ai miei compagni di
squadra e di allenamento.”
Quali
capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano in gare importanti? “Ho grandi caratteristiche di resistenza che
in maratona sono molto importanti. Mentalmente riesco a gestire la fatica nel
modo migliore per gestire i tanti km.”
Un
messaggio rivolto agli organizzatori della prossima gara? “Ogni organizzatore ci mette il massimo per
dare a ogni atleta il miglior supporto possibile. Ma avere delle lepri giuste
che ti lanciano la gara col ritmo giusto fa sempre molto piacere per chi cerca
i propri limiti, soprattutto per determinate prestazioni.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport prima di una gara importante? “Se un
atleta ha bisogno di un aiuto mentale deve assolutamente essere aiutato dallo
psicologo.”
Un’intervista a René è riportata nel mio
ultimo libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”,
edito da Edizioni Psiconline.
Matteo SIMONE
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