Stavo così bene che non mi è
sembrato di correre per poco più di 4 ore!
Matteo SIMONE
Alcuni anni fa, precisamente l’11 dicembre 2019, Erminia descriveva il suo sogno in risposta alla mia domanda:
Prossimi
obiettivi? Sogni da realizzare? “Prossimo obiettivo la maratona! Spero Roma 2020! Ritengo sia giunto il
momento giusto per affrontare e provare a conquistare la mia prima regina, e la
scelta non poteva essere che Roma Caput Mundi!”.
Purtroppo a causa del Covid, la maratona
è stata annullata ed Erminia ha dovuto rinunciare per il momento al suo sogno,
di seguito Erminia racconta come ha proseguito del raggiungimento del suo
obiettivo, dopo averla incontrata in una gara a Noci.
Come
stai? Come è andata la maratona di Roma? Ciao molto bene grazie! La maratona di Roma è stata la gratificazione
più grande che io mi sia data! Perseguire questo obiettivo rimandato di due
anni proprio a causa della pandemia mi ha aiutata a essere focalizzata su
qualcosa di solo mio, per me. Senza quel solito senso del dovere che di solito
mi accompagna quando faccio qualcosa più per gli altri che per me! Ho
apprezzato ogni singolo allenamento, e ognuno consolidava in me la certezza che
sarebbe stata un successo, personale s'intende! Non ho mai temuto di non
farcela, ero pronta… e quei 42 km sono stati i più veloci della mia vita! Stavo
così bene che non mi è sembrato di correre per poco più di 4 ore!
Erminia non ha perso di vista il suo
obiettivo, ha reagito accettando l’avversità contingente e congelando il suo
obiettivo ma continuando ad allenarsi per farsi trovare pronta nel momento
opportuno e così il 27 marzo 2022 ha portato a termine la sua prima maratona
felicemente e resilientemente con il crono di 4h25’31”.
Nel mio libro “Maratoneti e ultrarunner.
Aspetti psicologici di una sfida” (Edizioni Psiconline) scrivo le seguenti
parole: “La maratona, oltre a essere una
prestazione sportiva agonistica, è un’esperienza. Percorrere una maratona non
significa solamente cercare di vincere, cercare di fare la performance della
vita, cercare di fare il record personale. Percorrere una maratona significa
anche fare un’esperienza e cioè organizzarsi per partire, per andare in un
posto, mettersi d’accordo con i compagni di viaggio, con gli eventuali amici da
incontrare nel luogo della maratona. L’esperienza maratona significa
sperimentare l’alimentazione pregara, preoccuparsi del tempo atmosferico,
pensare all’abbigliamento adatto. L’esperienza maratona comprende la possibile
partecipazione agli eventi collaterali, il presentarsi alla partenza, osservare
e prestare attenzione al territorio che si attraversa, ai colori, alle
abitazioni, ai corsi d’acqua, alla gente lungo il percorso, soprattutto ai
bambini che applaudono e che aspettano che gli batti il ‘cinque’ con il palmo
della mano.”
Di seguito, approfondiamo la conoscenza
di Erminia (A.S.D. 'Correre è salute) attraverso risposte ad alcune mie domande
di qualche anno fa.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Io mi sento campionessa ogniqualvolta
durante un allenamento o gara riesco a superare il risultato precedente! Nel
senso che riesco a fare più ripetizioni nello stesso tempo, corro più veloce il
km o quando aiuto chiunque mi circondi in quel momento anche solo sorridendogli
o con una pacca, un gesto qualunque di solidarietà!”
Quale
tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?
“Non l'esperienza, ma la consapevolezza
che ho raggiunto di me stessa.”
Lo sport aiuta a fissare obiettivi
minimi da superare un po’ per volta alzando gradualmente l’asticella e
incrementando sempre più la consapevolezza di sé, delle proprie capacità e
possibilità, proprie caratteristiche e risorse personali.
La
gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Ogni gara è un bel ricordo ma la gara
del cuore devo ancora affrontarla! Ad oggi non riesco a sceglierne una!”
Quali
fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance?
“Per quanto riguarda il running non ho un
coach, seguo le direttive dei più esperti. E mi documento personalmente
seguendo pagine, canali, coach dedicati. Potrei affermare con certezza che io
sono il mio motivatore, tutto parte da me, sono in perenne competizione in
primis con me stessa!”.
Lo sport può essere considerato una
grande famiglia dove ci si confronta e si condividono allenamenti, fatiche,
gare, partenze, arrivi.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Fino alle scuole superiori io non ho mai
fatto una sola lezione di educazione fisica. Non perché non mi piacesse in
realtà ma piuttosto per altri tabù personali, sono piccola di statura e non
sono mai andata a scuola con scarpe basse quali appunto quelle sportive e con
la tuta. Non mi accettavo, quindi ero convinta fosse qualcosa di impraticabile
per me, poi mi sono iscritta all'università, ero pendolare e farlo con scarpe
scomode era faticosissimo, così ho iniziato ad usare gli anfibi e ho visto che
nessuno mi scherniva, anzi ricevevo anche apprezzamenti, quindi decisi che
dovevo migliorarmi, così mi sono iscritta in palestra. La mia prima attività è
stata lo spinning, ho corso per la prima volta in un pomeriggio primaverile del
2012, avevo bisogno di una scusa, l'esame di diritto amministrativo proprio non
avevo voglia di ripeterlo! Così mi armai di cuffiette e provai qualcosa che non
aveva mai sfiorato, neanche lontanamente, la mia mente. (Ancora ricordo
l'espressione incredula di mia madre!) Percorsi, così, i miei primi 7 km tra le
vie del paese. Da quel giorno,
entusiasta dell'esperienza, non mi sono più fermata seppure per anni non sia
stata costante. Ho provato altre discipline: walking, super jump, qui la
svolta! La mia istruttrice di super jump ‘Sonia’ mi motivava alla grande,
andammo a Roma ad un meeting e provai una lezione di cardio e functional training, fu passione a prima vista! (Tutto
ciò in concomitanza al running, mio primo amore assoluto.) Così adesso mi
divido tra allenamento funzionale/spartano e running, trial running. Non
riuscirei più a farne a meno, nei giorni di allenamento tutto il resto è cadenzato
in base a quello, la mia scala delle priorità è nettamente cambiata!”
Lo sport aiuta a cambiare fisico e
mente, ci si trasforma con allenamenti e con tanta fiducia in sé stessi e si
cerca di migliorare sempre di più dal punto di vista atletico e relazionale.
La
tua gara più difficile? “La gara più difficile è stata la mezza maratona di Trani. Indossavo per
la prima volta le calze a compressione (lo so, pessima idea fare esperimenti in
gara, l'ho imparato a mia spese), dall'11° km le mie gambe diventarono
pesantissime, sentivo pulsare forte all'altezza del ginocchio, rallentai
drasticamente il passo, lo alternavo al walking ed intanto la testa mi
lasciava... ero furiosa, dolorante, esasperata, ma dovevo arrivare al
traguardo, neanche per un secondo ho pensato di mollare. Arrivai. Ma triste.
Quella gara l'avevo preparata.”
Lo sport aiuta a darsi priorità, mete e
obiettivi; insegna a crederci nonostante imprevisti e criticità lungo il
percorso.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara, post gara?
“Quando corro io sono Libera. E' questa
la sensazione… perché nella vita di tutti i gg realmente non lo siamo al 100%...
c'è sempre qualcosa e/o qualcuno che ci condiziona… invece quando corro sono
solo Io, dipende tutto da me! Questo sport ‘colma’ le mie lacune, ‘cura’ le mie
ferite ed ‘esalta’ i miei momenti di gioia e serenità.”
Quali
sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? A cosa devi prestare attenzione?
“L'infortunio è sempre dietro l’angolo… presto attenzione alla postura, alla corretta esecuzione e provo ad ascoltare
le esigenze del mio corpo.”
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Mi sono infortunata lievemente solo 1
volta per fortuna.”
Nello sport non sono tutto rose e fuori
m si incontrano difficoltà e imprevisti da accettare, gestire, superare con
pazienza e fiducia rimodulando piani e programmi.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
“Più che con le parole i ragazzi vanno
motivati con l’esempio… dovrebbero andare nei centri sportivi e vedere con i
propri occhi come ci si allena, la familiarità che si crea nel pre e post allenamento… l'esultanza di chi riesce a far bene dopo mille tentativi… penso che il
sorriso soddisfatto o la tenacia nel vedere un atleta provarci e riprovarci
siano messaggi molto più motivanti.”
C’è tanto bisogno di sposare ragazzi e
adulti da zone di troppo confort e indirizzarli verso l’aria aperta o campi e
luoghi dove si pratica sport al coperto o all’aperto apprendendo
dall’esperienza.
C’è
stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?
“Per quanto mi riguarda è un rischio che
non corro, ho timore degli effetti collaterali che possono provocare e poi sono
contraria per principio. Io mi nutro di endorfine… più mi alleno più ne
produco e più ho voglia di farlo!”.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?
“Ritengo utile questa figura
professionale in ogni settore… quindi anche nello sport… soprattutto perché
è molto facile che la passione si trasformi in ossessione con tutte le
conseguenze che ne derivano tra cui appunto il doping… l'eccesso di attività
fisica inevitabilmente porta a traumi psicofisici… bisogna poter prevenire
questo effetto deleterio.”
E’ sempre bene coltivare una motivazione
interna, una passione che porta a fare sport senza barare e senza scorciatoie
sperimentando gioia e felicità nonostante la fatica senza per forza vincere o
andare a premi.
Familiari
e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Mia mamma dice che non dovrei praticare il funzionale perché mi sta
rendendo troppo massiccia, in realtà ha paura e si scandalizza quando le faccio
vedere orgogliosa i calli che scoppiano come fossero trofei! Nella corsa invece
ho l'appoggio di tutti perché non possono negare la felicità che mi pervade
ogni volta al ritorno da un uscita! L'asd 'Correre è salute' è da circa 3 anni
il mio team e da quando ne faccio parte ho iniziato a gareggiare, senza pretese
di tempi ma per il solo scopo di divertirmi, conoscere gente che condivide la
mia stessa passione e tornare a casa con un ricordo in più da custodire."
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?
“Ho scoperto che sono forte… più di
quanto abbia mai creduto… anzi ho il rammarico di non aver iniziato prima, di
non essere stata spinta nel farlo… anzi potessi fare di questa passione il
mio lavoro lo farei!”
Attraverso lo sport si fanno scoperte
illuminanti, ma bisogna valutare sempre quello è bene per gli atleti senza
strafare e senza troppe pretese per non essere troppo dipendenti e
ossessionati.
Un
messaggio per le ragazze del mondo? “Alle ragazze direi di imparare a riconoscersi da subito, a fare un
lavoro su di sé per raggiungere la consapevolezza di quel che valgono e
vogliono per realizzarlo il prima possibile, senza alcun condizionamento
esterno. Io ci sono arrivata tardi, ho sprecato un decennio, forse più, a
rimuginare, a non considerarmi come avrei dovuto... ora non è tardi perché
l'età media è aumentata, ma quel tempo l'ho perso, è nessuno può ridarmelo.”
Erminia ha maturato tanta consapevolezza
attraverso lo sport e credo che per lei il meglio debba ancora venire con tanti
obiettivi e sogni da trasformare in realtà.
Come
ti vedi a 50 anni? “Mi
vedo così come sono ora! Magari mamma! Con sogni realizzati e nuovi da
realizzarne!”
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta
Nessun commento:
Posta un commento