Nello sport si sperimenta tanto ed ognuno fa la sua individuale esperienza che lo aiuta a conoscere se stesso, a confrontarsi con gli altri, ad affacciarsi alla vita quotidiana, lo sport diventa una palestra di vita, un’occasione per uscire fuori dalla zona di comfort ed imparare a vivere, a cadere e rialzarsi, a superare ostacoli, infortuni o sconfitte, apprendere dalle situazioni, dagli errori, a condividere esperienze.
Di seguito l’esperienza di Federico Carbone.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si, è stata
una bellissima sensazione.”
In
che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “La pratica
di arti marziali (nello specifico) rappresenta per me un momento molto intimo,
l'equivalente di una preghiera per un credente. Quando sei sul ring/tatami
tutti i tuoi pensieri svaniscono all'istante quasi per lasciare spazio a questo
momento di poesia. La mente pensa esclusivamente al raggiungimento
dell'obbiettivo odierno e il tempo sembra sfuggire. Credo sia fondamentale lo
sport per il completamento di una persona sia per il benessere psico-.fisico,
ma soprattutto per i valori etici che insegna. Per me è ed è stato una palestra
di vita.”
Sagge le parole di Federico, e molto
esplicative, a volte l’apparenza inganna, si potrebbe pensare che coloro che
fanno arti marziali sono aggressivi, ma dietro il nome di una disciplina
sportiva c’è tanto, ad iniziare dalla storia, dalla filosofia, dai valori che
trasmette, dall’etica, a volte lo sport diventa un’arte meditativa, uno
scoprire sensazioni ed emozioni nuove e diverse, sperimentare sicurezza ed
autoefficacia, sviluppare resilienza e sentirsi anche far parte di un gruppo
che condivide una passione.
Come hai scelto il tuo sport? “Io faccio
più sport, ultimamente mi sto dedicando nello specifico nel pugilato, kick boxe
(per amore verso le arti marziali) e atletica, nuoto.”
Nel
tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare? “Nelle arti marziali, a livello
amatoriale/dilettantistico, i rischi non sono elevati come sembra. Nel pugilato
e nella kick boxing bisogna avere molto rispetto per il partner di allenamento
e non considerarlo invece come un capro espiatorio su cui sfogare la nostra ‘rabbia’
- in fondo lui non sta facendo altro che aiutarci. I rischi maggiori possono
essere la rottura del setto nasale, la frattura di tibie ecc. Comunque
allenandosi con la testa sulle spalle, evitando il più possibile palestre o
allenatori che gettano precocemente ragazzini sul ring a fare risse, è molto
difficile incombere in grossi rischi se non i soliti crampi e affaticamenti.”
Quando si esce fuori dalla zona di
confort si corrono comunque dei rischi, ma per vivere bisogna mettersi in gioco, sperimentarsi, sentire anche fatica, sofferenza, dolore, si apprende
confrontandosi con l’altro ma anche rispettando l’altro.
Cosa
mangi prima, durante e dopo una gara? “Prima di una gara mangio
generalmente un piatto di pasta in bianco o in alternativa patate lessa.”
Quali
scondizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Pioggia e
forte vento, per quanto riguarda il canottaggio che ho praticato
agonisticamente dai 14 ai 17 anni.”
Nello sport quali persone hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? “I miei allenatori.”
Importante la figura
dell’allenatore, che devono fare attenzione essendo figure di riferimento
educative ma anche preparatori per la performance con attenzione, sempre
aggiornati e presenti, pronti a valorizzare le risorse e le doti dell’atleta ed
a sostenerlo nei suoi impegni agonistici.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “L'emozione più bella in assoluto l'ho provata a
Milano, durante un torneo internazionale di judo (l'ho praticato dai 4 ai 13
anni), quando in maniera del tutto inaspettata riuscii a salire sul gradino più
alto del podio, vincendo una finale molto sofferta. Questa esperienza mi ha
insegnato che bisogna lottare sino alla fine, perché niente è impossibile.”
Le precedenti esperienze di successo
costituiscono una delle quattro fonte dell’autoefficacia e le sensazioni
sperimentate costituiscono un’altra delle quattro fonti di autoefficacia,
Federico fa bene a tenere sempre impresse nella mente il suo posto sul podio,
la gara sofferta ma vinta e le sensazioni sperimentate.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “La passione
e l'amore per le discipline praticate.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Determinazione, continuità e soprattutto amore per ciò
che praticavo/pratico.”
Se c’è passione per quel che fai non
ti ferma niente e nessuno, si va avanti verso l’obiettivo prefissato con
impegno e determinazione per trasformare i sogni in realtà.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo
sport? “Inizialmente i miei familiari non hanno ben accettato le arti marziali
ritenendole uno sport per violenti che si vogliono sfogare, poi si sono
ricreduti.”
Un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Ricordo la primissima volta che
salii su una barca da canottaggio cascai in acqua ben 3 volte, era febbraio,
faceva molto freddo e non avevo i ricambi... Insomma il buon giorno si vede dal
mattino.”
Nella vita si impara cascando tante
volte, ma rialzandosi sempre.
Cosa hai scoperto di te stesso
nel praticare attività fisica? “Sono riuscito a completarmi.”
Quali
sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara,
gara, post-gara)? “Tensione
pre -gara e immensa soddisfazione indipendentemente dal risultato ottenuto dopo
la gara.”
Quali
sono i tuoi pensieri in allenamento e/o gara? “Sinceramente niente, cerco di concentrarmi il
più possibile evitando che i miei pensieri possano fare attrito.”
Hai rischiato di incorrere nel
doping? Un messaggio per
sconsigliarne l'uso? “Assolutamente
no! Lo sport è l'essenza dell'etica morale. Anche il solo pensiero di voler far
uso di sostanze che facilitano la prestazione è una bestemmia da condannare.”
Come hai gestito eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Con la
calma e la voglia di voler ricominciare.”
Hai mai rischiato, per infortuni o
altri motivi, di smettere di essere atleta? “Smesso del tutto no, per un lungo periodo si
purtroppo a causa dello studio.”
Potrebbe essere utile
lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Credo che lo psicologo dello sport sia
fondamentale soprattutto in prossimità di un raggiungimento di un obbiettivo
enorme ed inatteso: basti pensare il recentissimo caso del Leicster City
(squadra di premier league inglese, fino a qualche anno fa in campionati
minori), credo che se in quella situazione un bravissimo psicologo non avesse
sostenuto e motivato la squadra i singoli calciatori non avrebbero sostenuto
l'enorme pressione.”
Quale messaggio vuoi rivolgere ai
ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Fate uno sport perché vi piace e non perché lo fa anche un vostro amico!”
Prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? Ssogni realizzati e da realizzare? “Non appena riesco a trovare una
valida palestra di brazilian jujitzu o grappling/submission westling e
soprattutto tempo, per arricchire il mio bagaglio culturale da artista
marziale, in modo da abbozzare un profilo da MMA (Mixed Martial Arts)".
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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