Dal 23 al 29 maggio 2016, settimana di
mobilitazione dedicata alla promozione dello sport per tutti e di stili di vita
attivi. Il FlashMove di inaugurazione, quest’anno si svolgerà nella data di
apertura della campagna, lunedì 23 maggio, in una versione tutta italiana. La
versione europea del FlashMove si svolgerà invece a settembre, ad inaugurare la
EWOS, neo istituita Settimana europea del movimento (EWOS).
Come ogni anno, anche nel 2016 verrà
proposta l’iniziativa “Una scala al giorno”, nata da un’idea Uisp e ANCI.
L’iniziativa prevede la chiusura degli ascensori negli uffici pubblici,
rispettando l’accessibilità per i disabili, invitando tutti i dipendenti e gli
utenti ad “attivarsi” per almeno un giorno, ricordando che anche un semplice
gesto quotidiano come salire le scale a piedi può contribuire al raggiungimento
del benessere fisico. Quest’anno “Una scala al giorno” è prevista per giovedì
26 maggio.
Per diventare MOVE Agent registrati sul
sito italy.moveweek.eu e contatta il coordinamento italiano all’indirizzo moveweekitalia@uisp.it Lasciando i
tuoi dati, potrai ricevere i materiali di visibilità (fino ad esaurimento
scorte) per realizzare il tuo evento per la Move Week 2016: magliette per lo
staff, striscioni, gadget per i partecipanti.
Ecco
alcuni degli eventi a Roma:
Giovedì mattina 12 maggio dalle ore
10.00 presso SSML San Domenico Via Casilina, 233 00176 Roma web: www.ssmlsandomenico.it è avvenuta la
presentazione della Move Week e di alcuni eventi, agli studenti del 1° e 3°
anno. Sono stati presentati alcuni libri di psicologia dello sport quali
“O.R.A.: Obiettivi, Risorse, Autoefficacia, “Psicologia dello sport e non solo”
e “Ultramaratoneta: un’analisi interminabile”.
Mercoledì
25 maggio dalle ore 20.00 alle 21.30 Lezione gratuita di Capoeira
con Cordão de Ouro Professor Thiago presso il Laboratorio Permanente di Arte
Circonvallazione Casilina 119a, Roma 00176. L’obiettivo dell’evento è proporre
una lezione gratuita di Capoeira che è primariamente attività fisica, esercizio
fisico, sport, benessere, prevenzione.
La capoeira nacque in Brasile da schiavi
di origine Bantu provenienti dall’Angola che si esercitavano tra di loro a
combattere mentre erano reclusi in celle molto basse.
La posizione “GINGA”
Senza ginga non esiste la capoeira, dalla ginga nascono tutti i movimenti
della capoeira, sia i movimenti di attacco che di difesa, la ginga è tutto
nella capoeira, serve per studiare l’avversario, identificare la miglior
opportunità per attaccare,.
Nella capoeira, come dice Thiago, che
tiene corsi a Roma, non c’è vincente o perdente ma c’è un gioco che consiste
nello schivare, nell’evitare, nell’uscire dalle situazioni che appaiono
difficili, così come succede nella vita reale dove c’è sempre una soluzione.
La Capoeira valorizza l’impegno/sforzo
che ogni persona intraprende per apprendere quest’arte; valorizza più il
processo che il risultato, poiché non si cerca la vittoria nel gioco della
capoeira; è un incontro tra persone di diverse culture, ceto sociale; è un
momento di narrazione attraverso la musica, i canti, e i battiti delle mani.
Gli strumenti della Capoeira
Capoeira non è solo giocare ma è anche suonare, cantare, conoscere la
storia, educazione, insomma è un mondo che accomuna, sostiene, contiene, accudisce,
per alcuni può essere considerato un posto sicuro, un rifugio.
Gli strumenti sono il berimbau (arco
musicale) che è uno strumento che comanda il gioco, nel berimbau c’è l’anima,
lo spirito della capoeira, inoltre possono essere presenti altri strumenti
quali il l’atabaque (un tipo di tamburo), il pandeiro (tamburello a sonagli),
l’agogo (campane di legno o metallo), il reco-reco (una sorta di
"raspa" di legno), il Caxixi
(strumento idiofono di origine africana). Con il berimbau, tramite un ritmo
specifico, si può formare la roda, iniziare il gioco, far uscire dalla roda,
interrompere il gioco e terminare la roda. Per questa ragione si dice che il
berimbau comanda la roda.
Ci si dispone in un cerchio, due persone
decidono di giocare disponendosi accovacciati davanti al berimbau e si parte
per il gioco, che comprende l’osservazione dell’altro, l’ascolto del ritmo del
berimbau, l’ascolto delle sensazioni del proprio corpo e dell’energia
dell’intero gruppo. Non si tratta di un’arte marziale aggressiva, ma più che
altro dimostrativa: si cerca di evitare di colpire con forza, potenza e
aggressività.
L’osservazione è importante nella capoeira per tutti i componenti della
Roda. I due che giocano devono osservarsi a vicenda per conoscersi e capire
come giocare, come domandare, come rispondere, devono seguire il rito, le
eventuali indicazioni del berimbau.
Il Batizado
L’allievo di capoeira dopo circa 6 mesi/1 anno di apprendimento può
partecipare al “Batizado” dove fa un esame su quello che ha appreso, gli viene
dato l’appellido, cioè un soprannome, questa usanza deriva dal fatto che
essendo proibita per tanto tempo, i capoeristi si riconoscevano attraverso
soprannomi per non essere identificati.
Il Batizado comprende il gioco nella
Roda dell’allievo con un graduato che gli fa da padrino che, come vuole la
tradizione, cercherà di farlo cascare ini modo che possa apprendere che
l’importante è potersi rialzare sempre e che non si finisce mai di imparare,
questo è un concetto simile alla resilienza, cioè si può uscire dalle
situazioni difficili più forti di prima.
Il batizado è un occasione per accogliere altri, per fare comunità, per
confrontarsi con gli altri, per stare bene, per legarsi agli altri, per
condividere, per apprendere altre modalità di stare al mondo in un clima di
accoglienza e condivisione.
L'abbigliamento della capoeira è
caratterizzato da dei pantaloni chiamati abadà (favoriscono i movimenti del
capoeirista); nella Capoeira Angola i colori predominanti sono bianco (tradizionale), il nero e il giallo, nella Capoeira Regional, invece, il colore predominante è il bianco, in ricordo
degli abiti da festa della domenica.
La capoeira non si fa solo nella propria scuola ma anche durante gli eventi
e negli spazi aperti. Come dice Thiago: “La capoeira non è dentro la palestra
ma è fuori”.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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