Tante
mogli iniziano a correre per seguire ed imitare i mariti e poi vengono
catturati dalla corsa, sempre più gare e più lunghe, la mezza maratona, la
maratona, come ciliegie, una tira l’altra. Manuela Capomaggi si racconta
attraverso la sua passione per la corsa trasmessa da suo marito.
Ti sei
sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune
sportivo? “Mi sono sentita una campionessa il 22 novembre 2015, la mia prima
maratona. Desideravo tanto farmi questo regalo per i miei 50 anni e dedicarla a
mio fratello che era un grande sportivo. Ci ho lavorato intensamente mettendoci
tutto il cuore e al traguardo mi sono sentita veramente una campionessa.”
50 anni
un’età importante, definita la mezza età c’è chi si diletta a percorrere una
maratona come Manuela, per dedicarla a se stessa ama anche a qualcun altro,
bell’impresa.
Come ha
contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Come prima cosa ha fatto
crescere la stima in me stessa e mi ha donato più consapevolezza, ho capito che
se si è disposti a faticare e a lottare si possono abbracciare i sogni.”
Come hai scelto il tuo sport? “Dopo aver avuto un gravissimo
problema di salute, che mi ha tenuta lontana da ogni sforzo per 4 anni, arrivò
il giorno in cui i medici mi dissero che potevo ricominciare a vivere senza
alcuna paura, ormai ero guarita. Perciò tornai a casa felicissima, mio marito
che dal Kosovo si era portato l'abitudine di una corsetta breve, ma
giornaliera, era pronto per uscire e gli ho detto: ‘aspettami, voglio venire
con te. Sono passati 4 anni e non ho più smesso di correre’.”
Provare per credere, a volte la corsa chiama e si viene
rapiti.
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? Cosa
conta, quali qualità bisogna allenare? “Ciò che mi
mette più in difficoltà è il vento, è davvero l'unica cosa che mi fa decidere
di non uscire. Faccio molta attenzione a non affaticarmi troppo, a non
raggiungere mai il limite di stanchezza che mi fa accelerare troppo il cuore.
Anche se sono guarita alcune paure restano dentro, perciò io non do quasi mai
il massimo. Ma sono consapevole di aver allenato questo aspetto più dei
muscoli, ho dovuto imparare a gestire l'ansia a superarla e a fare sempre un
passetto in più. Per questo devo dire grazie ad Ivano Caronti che ha messo a
mia disposizione cuore ed esperienza.”
Bisogna
conoscersi bene e sapere cosa si può e cosa non si può fare, e poi è importante
affidarsi a persone ed amici di fiducia che ti possono dare consigli.
Quali sono
le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Finora non mi è mai
capitato di non concludere una gara, ovviamente se c'è vento sono molto
svantaggiata.”
Cosa ti ha
fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Per il momento non penso
di mollare, lo sport accresce la mia gioia interna, mi fa stare bene, mi fa
sorridere anche quando dovrei essere triste.”
Cosa e
quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua
performance? “Sono tante le persone che si incontrano in questo sport, ma
quando incontri qualcuno che ancora sa cos'è l'umiltà, ecco costui
inconsapevolmente ti lascia senza dubbio qualcosa di prezioso. Ovviamente
nessuno di noi è nulla da solo e perciò non posso che ringraziare Ivano Caronti
che da due anni si dedica a me con una dolcezza commovente, mettendo da parte
le regole e lavorando sulle mie insicurezze mi ha aiutato a superare ostacoli
che nemmeno io credevo di riuscire a sconfiggere e poi la mia ‘socia’ Giovanna,
compagna di kilometri e kilometri. Con lei vediamo albe, tramonti giorni belli
e giorni brutti è la mia compagna di corsa ed insieme ci divertiamo sempre.”
La
compagnia giusta ti da una marcia in più, insieme si gusta di più la corsa.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “La prima Roma-Ostia nel 2014. Quando uscii con mio marito quel
pomeriggio famoso dissi a lui e ad un nostro amico che correva con noi che il
mio sogno era poter fare un giorno quella gara e ci riuscii un anno dopo. Fu
un'emozione che porterò sempre nel cuore e che un giorno racconterò ai miei
nipotini.”
C’è
un’esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi
fare nello sport o nella vita? “L'amore per la vita in generale mi fa essere
positiva donandomi la consapevolezza che si vuole qualcosa bisogna agire, non
aspettare che accada. Il desiderio e la tenacia sono un grande binomio.”
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello
sport? “Io non faccio sport solo per me, ma anche per onorare mio fratello che
non c'è più ma che era un ragazzo sportivissimo. Il solo pensare a lui mi aiuta
infinitamente.”
Cosa pensano i tuoi famigliari
ed amici della tua attività sportiva? “Quando sono nervosa mi dicono: ‘vai a
correre’ penso abbiamo capito il benessere che ne ricevo. Per molti amici sono
un esempio che vorrebbero seguire, ma dicono che è troppo sacrificio quello che
chiede questo sport.”
Ti va di descrivere un episodio
curioso o divertente della tua attività sportiva? “Fu la mia prima tre comuni
nel 2014, con i pacemaker ci siamo divertiti tantissimo, erano due signori di
mezza età ma molto esperti, abbiamo fatto il gruppo dei lenti e ce la siamo
corsa anche cantando in alcuni tratti. Non la dimenticherò mai quella gara.
Quando arrivai al traguardo e raccontai la mia gara ai compagni di squadra, che
ovviamente avevano fatto una gara faticosa, mi dissero: ma tu sei sicura di
aver fatto la stessa gara nostra?”
Cosa hai scoperto del tuo
carattere nel praticare attività fisica? “Che sono una falsa Fragile.”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si mi capita quasi sempre
in una gara ripetuta, quando decido di voler fare meglio dell'anno precedente.”
Quali
sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport: pregara, in gara,
post gara? “Nel pre gara ansia, in gara desiderio di fare bene, nel post gara
sempre immensa felicità, anche se non ho fatto proprio bene.”
Quali
sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, a quello che si è investito in
termini di allenamenti, di preparazione atletica, mentale? “Penso
principalmente a divertirmi, in luoghi dove si è circondati dalla natura a
godere delle bellezze che attraverso, ma quando mi si chiede di dare il massimo
ci metto tutto il cuore per non deludere le aspettative di chi mi aiuta a
raggiungere gli obiettivi, non sempre ci riesco ma certamente mi impegno per
farlo.”
Quale è stata la tua gara più
difficile? “La maratona, c'era un forte vento e avevo una lesione alla cornea
che mi dava dolore.”
Hai dovuto scegliere di prendere
o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si,
qualche anno fa insegnavo Fitness e facevo gare di hip hop, ma avversità della
vita mi hanno costretto a cercare un lavoro più tranquillo e quindi ad
abbandonare.”
C’è stato il rischio di
incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti
dare per sconsigliarne l’uso? “Non ho mai corso questo rischio. L'unico
messaggio che mi sento di dare è che la vita vale più di un personale.”
Riesci ad immaginare una vita
senza lo sport? “Che tristezza.”
Come hai gestito eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Non sono competitiva, perciò tutto quello che accade
è un dono, non mi sento mai sconfitta.”
Hai mai rischiato per infortuni
o altro di smettere di essere atleta, hai mai pensato di smettere? “Fortunatamente
ancora mai, ma se non si potesse più correre si può sempre camminare no?”
Ritieni utile la figura dello
psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Credo
che la figura dello psicologo possa essere utile in varie circostanze nella
vita, perciò anche nello sport. Ognuno ha le sue debolezze e parlarne,
sopratutto con chi è predisposto all'ascolto, può portare giovamento.”
Quale
può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport?
“Correre insegna a gestire le proprie paure, i propri limiti la fatica, lo
sforzo e in più libera la mente, rendendoci più consapevoli di noi stessi e
delle nostre possibilità.”
Prossimi
obiettivi lungo, medio, breve termine? Quali sono i sogni realizzati e da
realizzare? “Prossimo obiettivo migliorare sui 10.000. Il sogno realizzato la
maratona, quello da realizzare la maratona di Vienna.”
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