Matteo SIMONE
L’Avvocato Onofrillo ha scoperto nel suo tempo libero la passione per la corsa ed attraverso la corsa tanto star bene, che significa chili in meno ma anche performance con la vittoria anche di una gara aziendale, di seguito si racconta.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione è sicuramente una parola grossa che vista la mia attitudine ed i miei risultati sicuramente non mi si addice. Anche se devo confessare che l'anno scorso, dopo una mezza maratona in Toscana, dove ho vinto una specie di gara aziendale (tra i vari amministratori di banche) mia figlia mi ha fatto trovare, al mio ritorno, uno striscione bianco con la scritta nera 'Sei il mio campione', vale questo? La mia è stata una sensazione piacevolissima...condivisa con la mia ‘piccola Ilaria’.”
Certo che vale, bisogna
sentirsi campione per se stessi e per chi si vuole bene, è la cosa più
importante, un forte motore che ti permette di andare avanti negli allenamenti
con passione e determinazione.
Come ha contribuito lo
sport al tuo benessere? “Ha contribuito in una maniera
considerevole: riduzione del peso, del girovita, aumento spasmodico di ‘voglia di
fare’ (in una giornata di sole preferisco, quando è possibile, saltare il
pranzo per un'ora di corsa), produzione smisurata di endorfine, voglia di
andare a correre in tutte le parti possibili (in considerazione dell'alto
numero di amici ‘contagiati’ dalla stessa passione), in una parola
sola si può sicuramente riassumere: stare bene.
Quali fattori hanno contribuito alla tua performance? La performance è molto ma
molto relativa, in quanto, sempre nei limiti, occorre tanto tempo (che
purtroppo manca) per poter affinare la preparazione in vista di una gara obiettivo.”
Come hai scelto il tuo
sport? “Non è stato poi così difficile: è lo sport più semplice da
praticare, non c'è un mezzo meccanico da usare, quindi molto pratico e non fa
perdere molto tempo; puoi praticarlo non necessariamente in compagnia ma anche
da solo e, soprattutto, lo puoi praticare in qualsiasi posto in cui ti
trovi….. sono indispensabili solo un paio di scarpe da runner, più
pratico di così!”.
Nella tua disciplina
quali difficoltà si incontrano? “Per allenarsi dignitosamente per una
maratona occorrono parecchie sedute settimanali, quindi spesso ridursi a
correre solo nel week end è dura ma serve per continuare a dare costanza
all'esercizio fisico in attesa di tempi migliori. In definitiva la
difficoltà maggiore è sicuramente trovare il tempo per allenarsi,
‘rubandolo’ alla famiglia, al lavoro ed alle altre attività sociali.”
Quale alimentazione
segui prima, durante e dopo una gara? “È sicuramente il mio tallone di
Achille .....se riuscissi a contenere un po' di più le mie
‘scorribande’ alimentari avrei decisamente più soddisfazioni con il
cronometro. Ultimamente seguo un po' i consigli alimentari di mia moglie (che
sicuramente si alimenta molto meglio di me) ma è molto difficile rinunciare ai
cibi buoni e saporiti delle mie parti. Almeno prima di una
maratona, per avere sotto controllo il peso, evito di mangiare molti dolci
(solo a colazione) ed evito i cibi fritti, cercando di aumentare il consumo di
frutta e bere molta acqua. Durante la gara cerco di alimentarmi con quello
che trovo sui tavoli dell'organizzazione e solo intorno al 30^ km prendo il
classico integratore, che mi da, o meglio dovrebbe dare la "spinta"
finale (più psicologica che fisica) per affrontare al meglio la parte finale
della competizione.”
Per Onofrillo la grande
fatica non sono ore e ore di allenamenti ma il rinunciare a tante prelibatezze
locali.
Quali condizioni
fisiche o ambientali ti hanno indotto a non concludere la gara o
a fare una prestazione non ottimale? “Beh sicuramente la
‘cattiva’ preparazione non aiuta certo a fare una ottima prestazione, in
quanto è notorio che in maratona non si inventa niente né si
improvvisa. Le condizioni ambientali possono incidere relativamente,
specie il caldo torrido che a volte fa un po' paura. Però devo anche dire che
con l'esperienza tutto si riesce a gestire, tant'è che ho sempre concluso
tutte le gare alle quali ho partecipato, seppur qualcuna camminando invece
che correre.”
Cosa ti ha fatto mollare
o cosa ti fa continuare a fare sport? “La continuità è l'arma vincente per
chi ha una sana e seria passione sportiva. Solo l'infortunio può alterare
la costanza della prestazione atletica dopodiché si può discutere se ci si
allena più o meno intensamente, più o meno qualitativamente per raggiungere una
certa tipologia di risultati.”
Nello sport chi ha contribuito al
tuo benessere e/o performance? “Credo soltanto la
costanza nell'esercizio fisico. Pur avendo poco tempo a disposizione,
praticamente soltanto i week end, non ho mai mollato. Ho sempre cercato di
sfruttare ogni momento libero da impegni familiari/lavorativi per poter andare
a fare una ‘corsetta’.”
Sempre attento Onofrillo
a non togliere minuti preziosi a disposizione della famiglia e del lavoro, ma
le scarpette ed un completino sempre a seguito in qualsiasi circostanza, arriva
sempre il momento propizio per un sano allenamento.
La gara
della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le
emozioni più belle? “Beh, visti i miei risultati dovrei dire nessuna, ma
misurando in tutto dal punto di vista emozionale posso dire sicuramente
un'emozione grande lo ho provato in occasione della partenza e dell'arrivo
della mia prima maratona a Roma 2005. Quel Colosseo che avevo già visto in
precedenza decine e decine di volte (avendo vissuto nella città eterna per
cinque anni) quel giorno aveva un fascino tutto particolare. Poi devo
confessare che un'altra bella emozione, di carattere diverso, l'ho vissuto
all'arrivo della Maratona di Rimini nel 2014, nella Maratona di Milano del 2015
ed in quella di Verona sempre nel 2015 nelle quali ho tagliato il traguardo
insieme rispettivamente a mio figlio, mia figlia e mia moglie, i quali hanno
percorso gli ultimi metri con me delle citate maratone.”
Una tua
esperienza che ti da la sicurezza che ce la puoi fare
nello sport o nella vita? “La Sicurezza non l'acquisisci mai, nemmeno con
tanta esperienza, in quanto proprio l'esperienza ti insegna che durante una
gara lunga o corta che sia possono succedere tante cose: dalle condizioni
ambientali, a quelle psicofisiche possono condizionare/alterare la
prestazione. L'unica cosa che può dare un po' di tranquillità e l'essersi
preparato al meglio, perché nello sport, come nella vita la preparazione è
indispensabile per poter ottenere i risultati programmati.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere? “Non moltissime, per la verità. Posso riconoscere di avere una
grande tenacia ed una buona resistenza nelle lunghe distanze, dove vedo che
molti amici ‘si perdono’ ovvero si disuniscono e non riescono a chiudere
la gara rinunciando di fatto a sacrificarsi fino alla fine.”
Quali meccanismi
psicologici ti aiutano nello sport per il tuo benessere e/o performance? “Penso che l'unica spinta psicologica che possa dare
qualcosa di concreto all'esercizio atletico è il risultato. Mi spiego meglio:
sentirsi bene al mattino al risveglio, sentire da amici e colleghi frasi
tipo ‘ti trovo bene in forma’, poter fare qualsiasi cosa che un
figlio ti chiede di fare con lui, avere la sensazione di non essere mai stanco
nel corso di una giornata lavorativa tipo, sono solo alcune situazioni che
concretamente sono da ricondurre allo sport che pratico ed allo stile di vita connesso.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva tesa al benessere e/o performance? “È' difficile rispondere a questa domanda in quanto a fronte
di situazioni positive così come descritte anche nella precedente risposta ci sono
rovesci della medaglia in quanto non tutti sia in famiglia che tra i miei amici
condividono degli aspetti legati all'attività fisica come ad esempio: sveglia
la mattina presto per gli allenamenti, andare periodicamente in qualche
trasferta per delle manifestazioni, far coincidere impegni di lavoro con
attività sportiva, e altro ancora. Però "lavorandoci" su si possono
ottenere buoni risultati. Un esempio? Sto cercando di organizzare un week end a
Roma insieme a mio figlio: ovviamente a lui della mia maratona non interessa
nulla ma verrà con me in quanto ci saranno due manifestazioni alle quali è
interessato. In ogni caso sarà un week end padre-figlio, speriamo bene!”.
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Ne avrei tanti
da raccontare ma quello al quale sono più legato è l'aneddoto capitatomi al 35^
km della Miami Marathon che ho disputato nel Gennaio 2009. Disputai quella
maratona con una canotta tricolore (ero uno dei pochissimi italiani in gara su
oltre 8000 partecipanti) allorché vidi da lontano un signore anziano (over 70
anni) che mi fissava: più mi avvicinavo e lui più lui mi guardava; giunto in
prossimità mi gridò con un forte accento meridionale
‘Italia’ , ‘Italia’, ‘Italia’. Io sorrisi e lo salutai con un
bel ‘Ciao’.”
Cosa hai scoperto del
tuo carattere nel praticare attività fisica? “La capacità di sopportare
...sopportare tutto, non solo la fatica della gara....ma sopportare tante cose
del mio quotidiano, in particolare del mio lavoro. Inoltre, credo di aver
affinato la capacità di arrivare ad un obiettivo senza mollarlo, in quanto
prima che iniziassi a correre ero più fatalista invece adesso mi impegno
molto, intensamente (soprattutto mentalmente) a perseguire il risultato
prefissato, ovviamente tenendo conto dei miei limiti.”
Lo sport aiuta a
superare e sopportare la fatica sia negli allenamenti e nelle gare sia per
qualsiasi problema della vita quotidiana.
Come è cambiata la tua
vita familiare e lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante
e impegnativa? “In famiglia occorre essere degli equilibristi, mi spiego
meglio. Avendo una famiglia che tendenzialmente non ama correre è sempre
difficile spostarla con me in occasione di manifestazioni sportive. Allora il
segreto è fare scegliere a loro (moglie + figli) dove il papà dovrà svolgere la
prossima maratona....tanto per me saranno sempre 42 km di corsa, mentre per
loro ci sarà una nuova città da visitare! Dal punto di vista lavorativo è
cambiato poco, in quanto il tempo che dedico alla corsa è marginale (week end
in particolare), mentre in settimana, a fine giornata lavorativa, svolgo
qualche seduta nella mia personale palestra.”
Quali sono le tue sensazioni pre-gara, in gara, post-gara? “Le
sensazioni pre e post gara variano con il passare degli anni ma posso dire
dall'alto delle mie circa quaranta maratone che la frase che mi ripeto sempre
mentalmente qualche secondo prima della partenza, guardandomi intorno ed
incrociando gli sguardi di atleti sconosciuti (spesso di nazionalità diversa),
è che sono fortunato ad essere in quel posto con tutta quella gente ad
affrontare un'altra maratona che mi permetterà di arricchire il mio palmares di
esperienze.”
Hai dovuto scegliere
nella tua vita di scegliere o lasciare uno sport a causa di una carriera
scolastica o lavorativa? “Beh sicuramente quando si ha poco tempo a
disposizione certe scelte sono praticamente obbligate. Praticare uno sport di
squadra o uno sport con un mezzo meccanico è decisamente più impegnativo sotto
l'aspetto dell'economia del tempo. Andare a correre, invece ti impegna
relativamente poco, e il 90 % del tempo libero a disposizione è tutto dedicato
all'esercizio di questo sport.”
C’è stato il rischio di
incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Assolutamente no. Corro
per stare bene fisicamente e gareggiare con me stesso. Che senso avrebbe
doparmi?”
Un messaggio per sconsigliare il doping? “È proprio quello di correre per stare bene
fisicamente, soprattutto nelle categorie master. La performance è sicuramente
un obiettivo secondario rispetto allo stare bene.”
Riesci a immaginare una
vita senza sport? “È molto difficile in quanto oramai fa parte della
mia vita, anzi direi è una parte molto importante della mia
settimana. Spesso mi aiuta ad affrontare meglio le situazioni lavorative e
mi aiuta molto a concentrarmi. È bello poter dire ‘oggi vado a correre con
la mia mente’.”
Come hai superato
eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ricominciando a correre e a non
pensare alle cose negative che, purtroppo, possono accadere nel nostro
quotidiano.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi
dell’attività sportiva? “Nel mondo professionistico indubbiamente. Quando
al risultato si deve arrivare seguendo tanti percorsi, anche quello psicologico
non deve essere assolutamente sottovalutato. Nel nostro piccolo ovviamente
le cose sono diverse, ma per esempio nel mondo delle ultra credo che
l'approccio psicologico vada molto curato, in quanto a volte è determinante per
la riuscita della competizione.”
Un tuo
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno? “Mah è molto difficile convincere un ragazzo
ad avvicinarsi a questo sport di fatica. Lo vedo quotidianamente con i miei
figli che continuano a chiedere alla mamma ‘ma perché papi va a correre?'”.
Riporto un'intervista a Pasqualino nei miei libri:
“Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta" edito da Prospettiva Editrice.
“La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
Pasqualino è menzionato nel libro “Cosa spinge le persone a fare sport?”, Aracne Editrice.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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