giovedì 26 maggio 2016

Pasqualino Onofrillo: Mia figlia mi ha fatto trovare uno striscione con la scritta 'Sei il mio Campione'


L’Avvocato Onofrillo ha scoperto nel suo tempo libero la passione per la corsa ed attraverso la corsa tanto star bene, che significa chili in meno ma anche performance con la vittoria anche di una gara aziendale, di seguito si racconta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Campione è sicuramente una parola grossa che vista la mia attitudine ed i miei risultati sicuramente non mi si addice. Anche se devo confessare che l'anno scorso, dopo una mezza maratona in Toscana, dove ho vinto una specie di gara aziendale (tra i vari amministratori di banche) mia figlia mi ha fatto trovare, al mio ritorno, uno striscione bianco con la scritta nera 'Sei il mio campione', vale questo? La mia è stata una sensazione piacevolissima...condivisa con la mia ‘piccola Ilaria’.”

Certo che vale, bisogna sentirsi campione per se stessi e per chi si vuole bene, è la cosa più importante, un forte motore che ti permette di andare avanti negli allenamenti con passione e determinazione.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali fattori hanno contribuito alla tua performance? “Ha contribuito in una maniera considerevole: riduzione del peso, del girovita, aumento spasmodico di ‘voglia di fare’ (in una giornata di sole preferisco, quando è possibile, saltare il pranzo per un'ora di corsa), produzione smisurata di endorfine, voglia di andare a correre in tutte le parti possibili (in considerazione dell'alto numero di amici ‘contagiati’ dalla stessa passione), in una parola sola si può sicuramente riassumere: stare bene. La performance è molto ma molto relativa, in quanto, sempre nei limiti, occorre tanto tempo (che purtroppo manca) per poter affinare la preparazione in vista di una gara obiettivo.”
Come hai scelto il tuo sport? “Non è stato poi così difficile: è lo sport più semplice da praticare, non c'è un mezzo meccanico da usare, quindi molto pratico e non fa perdere molto tempo; puoi praticarlo non necessariamente in compagnia ma anche da solo e, soprattutto, lo puoi praticare in qualsiasi posto in cui ti trovi.. sono indispensabili solo un paio di scarpe da runner, più pratico di così!”.
Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Per allenarsi dignitosamente per una maratona occorrono parecchie sedute settimanali, quindi spesso ridursi a correre solo nel week end è dura ma serve per continuare a dare costanza all'esercizio fisico in attesa di tempi migliori. In definitiva la difficoltà maggiore è sicuramente trovare il tempo per allenarsi, ‘rubandolo’ alla famiglia, al lavoro ed alle altre attività sociali.”
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “È sicuramente il mio tallone di Achille .....se riuscissi a contenere un po' di più le mie ‘scorribande’ alimentari avrei decisamente più soddisfazioni con il cronometro. Ultimamente seguo un po' i consigli alimentari di mia moglie (che sicuramente si alimenta molto meglio di me) ma è molto difficile rinunciare ai cibi buoni e saporiti delle mie parti. Almeno prima di una maratona, per avere sotto controllo il peso, evito di mangiare molti dolci (solo a colazione) ed evito i cibi fritti, cercando di aumentare il consumo di frutta e bere molta acqua. Durante la gara cerco di alimentarmi con quello che trovo sui tavoli dell'organizzazione e solo intorno al 30^ km prendo il classico integratore, che mi da, o meglio dovrebbe dare la "spinta" finale (più psicologica che fisica) per affrontare al meglio la parte finale della competizione.

Per Onofrillo la grande fatica non sono ore e ore di allenamenti ma il rinunciare a tante prelibatezze locali.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Beh sicuramente la ‘cattiva’ preparazione non aiuta certo a fare una ottima prestazione, in quanto è notorio che in maratona non si inventa niente né si improvvisa. Le condizioni ambientali possono incidere relativamente, specie il caldo torrido che a volte fa un po' paura. Però devo anche dire che con l'esperienza tutto si riesce a gestire, tant'è che ho sempre concluso tutte le gare alle quali ho partecipato, seppur qualcuna camminando invece che correre.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “La continuità è l'arma vincente per chi ha una sana e seria passione sportiva. Solo l'infortunio può alterare la costanza della prestazione atletica dopodiché si può discutere se ci si allena più o meno intensamente, più o meno qualitativamente per raggiungere una certa tipologia di risultati.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Credo soltanto la costanza nell'esercizio fisico. Pur avendo poco tempo a disposizione, praticamente soltanto i week end, non ho mai mollato. Ho sempre cercato di sfruttare ogni momento libero da impegni familiari/lavorativi per poter andare a fare una ‘corsetta’.

Sempre attento Onofrillo a non togliere minuti preziosi a disposizione della famiglia e del lavoro, ma le scarpette ed un completino sempre a seguito in qualsiasi circostanza, arriva sempre il momento propizio per un sano allenamento.
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “Beh, visti i miei risultati dovrei dire nessuna, ma misurando in tutto dal punto di vista emozionale posso dire sicuramente un'emozione grande lo ho provato in occasione della partenza e dell'arrivo della mia prima maratona a Roma 2005. Quel Colosseo che avevo già visto in precedenza decine e decine di volte (avendo vissuto nella città eterna per cinque anni) quel giorno aveva un fascino tutto particolare. Poi devo confessare che un'altra bella emozione, di carattere diverso, l'ho vissuto all'arrivo della Maratona di Rimini nel 2014, nella Maratona di Milano del 2015 ed in quella di Verona sempre nel 2015 nelle quali ho tagliato il traguardo insieme rispettivamente a mio figlio, mia figlia e mia moglie, i quali hanno percorso gli ultimi metri con me delle citate maratone.
Una tua esperienza che ti da la sicurezza che ce la puoi fare nello sport o nella vita? La Sicurezza non l'acquisisci mai, nemmeno con tanta esperienza, in quanto proprio l'esperienza ti insegna che durante una gara lunga o corta che sia possono succedere tante cose: dalle condizioni ambientali, a quelle psico fisiche possono condizionare/alterare la prestazione. L'unica cosa che può dare un po' di tranquillità e l'essersi preparato al meglio, perché nello sport, come nella vita la preparazione è indispensabile per poter ottenere i risultati programmati.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Non moltissime, per la verità. Posso riconoscere di avere una grande tenacia ed una buona resistenza nelle lunghe distanze, dove vedo che molti amici ‘si perdono’ ovvero si disuniscono e non riescono a chiudere la gara rinunciando di fatto a sacrificarsi fino alla fine.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport per il tuo benessere e/o performance? “Penso che l'unica spinta psicologica che possa dare qualcosa di concreto all'esercizio atletico è il risultato. Mi spiego meglio: sentirsi bene al mattino al risveglio, sentire da amici e colleghi frasi tipo ‘ti trovo bene in forma’, poter fare qualsiasi cosa che un figlio ti chiede di fare con lui, avere la sensazione di non essere mai stanco nel corso di una giornata lavorativa tipo, sono solo alcune situazioni che concretamente sono da ricondurre allo sport che pratico ed allo stile di vita connesso.” 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva tesa al benessere e/o performance? “È' difficile rispondere a questa domanda in quanto a fronte di situazioni positive così come descritte anche nella precedente risposta ci sono rovesci della medaglia in quanto non tutti sia in famiglia che tra i miei amici condividono degli aspetti legati all'attività fisica come ad esempio: sveglia la mattina presto per gli allenamenti, andare periodicamente in qualche trasferta per delle manifestazioni, far coincidere impegni di lavoro con attività sportiva, e altro ancora. Però "lavorandoci" su si possono ottenere buoni risultati. Un esempio? Sto cercando di organizzare un week end a Roma insieme a mio figlio: ovviamente a lui della mia maratona non interessa nulla ma verrà con me in quanto ci saranno due manifestazioni alle quali è interessato. In ogni caso sarà un week end padre-figlio, speriamo bene!”.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Ne avrei tanti da raccontare ma quello al quale sono più legato è l'aneddoto capitatomi al 35^ km della Miami Marathon che ho disputato nel Gennaio 2009. Disputai quella maratona con una canotta tricolore (ero uno dei pochissimi italiani in gara su oltre 8000 partecipanti) allorché vidi da lontano un signore anziano (over 70 anni) che mi fissava: più mi avvicinavo e lui più lui mi guardava; giunto in prossimità mi gridò con un forte accento meridionale ‘Italia’ , ‘Italia’, ‘Italia’. Io sorrisi e lo salutai con un bel ‘Ciao’.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? La capacità di sopportare ...sopportare tutto, non solo la fatica della gara....ma sopportare tante cose del mio quotidiano, in particolare del mio lavoro. Inoltre, credo di aver affinato la capacità di arrivare ad un obiettivo senza mollarlo, in quanto prima che iniziassi a correre ero più fatalista invece adesso mi impegno molto, intensamente (soprattutto mentalmente) a perseguire il risultato prefissato, ovviamente tenendo conto dei miei limiti.

Lo sport aiuta a superare e sopportare la fatica sia negli allenamenti e nelle gare sia per qualsiasi problema della vita quotidiana.
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante e impegnativa? “In famiglia occorre essere degli equilibristi, mi spiego meglio. Avendo una famiglia che tendenzialmente non ama correre è sempre difficile spostarla con me in occasione di manifestazioni sportive. Allora il segreto è fare scegliere a loro (moglie + figli) dove il papà dovrà svolgere la prossima maratona....tanto per me saranno sempre 42 km di corsa, mentre per loro ci sarà una nuova città da visitare! Dal punto di vista lavorativo è cambiato poco, in quanto il tempo che dedico alla corsa è marginale (week end in particolare), mentre in settimana, a fine giornata lavorativa, svolgo qualche seduta nella mia personale palestra.
Quali sono le tue sensazioni pre.gara, in gara, post-gara? “Le sensazioni pre e post gara variano con il passare degli anni ma posso dire dall'alto delle mie circa quaranta maratone che la frase che mi ripeto sempre mentalmente qualche secondo prima della partenza, guardandomi intorno ed incrociando gli sguardi di atleti sconosciuti (spesso di nazionalità diversa), è che sono fortunato ad essere in quel posto con tutta quella gente ad affrontare un'altra maratona che mi permetterà di arricchire il mio palmares di esperienze.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Beh sicuramente quando si ha poco tempo a disposizione certe scelte sono praticamente obbligate. Praticare uno sport di squadra o uno sport con un mezzo meccanico è decisamente più impegnativo sotto l'aspetto dell'economia del tempo. Andare a correre, invece ti impegna relativamente poco, ed il 90 % del tempo libero a disposizione è tutto dedicato all'esercizio di questo sport.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Assolutamente no. Corro per stare bene fisicamente e gareggiare con me stesso. Che senso avrebbe doparmi?
Un messaggio che vorresti dare per sconsigliare il doping e per uno sport teso al benessere e/o performance? È proprio quello di correre per stare bene fisicamente, soprattutto nelle categorie master. La performance è sicuramente un obiettivo secondario rispetto allo stare bene.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “È molto difficile in quanto oramai fa parte della mia vita, anzi direi è una parte molto importante della mia settimana. Spesso mi aiuta ad affrontare meglio le situazioni lavorative e mi aiuta molto a concentrarmi. È bello poter dire ‘oggi vado a correre con la mia mente’.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ricominciando a correre e a non pensare alle cose negative che, purtroppo, possono accadere nel nostro quotidiano.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi dell’attività sportiva?
 “Nel mondo professionistico indubbiamente. Quando al risultato si deve arrivare seguendo tanti percorsi, anche quello psicologico non deve essere assolutamente sottovalutato. Nel nostro piccolo ovviamente le cose sono diverse, ma per esempio nel mondo delle ultra credo che l'approccio psicologico vada molto curato, in quanto a volte è determinante per la riuscita della competizione.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno? “Mah è molto difficile convincere un ragazzo ad avvicinarsi a questo sport di fatica. Lo vedo quotidianamente con i miei figli che continuano a chiedere alla mamma ‘ma perché papi va a correre?'”.

Riporto un'intervista a Pasqualino nei miei libri: 
“Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta" edito da Prospettiva Editrice. 
“La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione 
Psiconline.
 

Pasqualino è menzionato nei seguenti miei libri: 
“L’ultramaratoneta di Corato. Esperienze, sensazioni, emozioni e aspetti psicologici di un atleta di corsa delle lunghe distanze” di Matteo Simone, Giuseppe Mangione.  

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