Matteo SIMONE
Interessarsi al mondo degli ultrarunner fa incontrare e scoprire persone, culture e mondi.
Persone straordinarie al di là dell’ordinario praticano discipline di sport di
endurance che prevedono tante ore di sport nelle condizioni più assurde e più
estreme, ma riescono in diversi modi a superare ogni difficoltà ed imprevisto
ed a trovare una modalità di continuare, di andare avanti.
Bogdan
ci racconta la sua particolare passione, i suoi aneddoti curiosi ma
interessanti, le sue gare estreme da partecipante e da organizzatore.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho cominciato quando avevo 12
anni, ha scoperto il professore di sport che sono molto bravo a resistenza nella
fatica, quando avevo 15 anni ho fatto la prima ultra maratona e quando ho
compiuto 28 anni avevo già più di 185 ultra finite.”
Molto
precoce Bogdan nello sport di resistenza, dall’età di 12 anni ha fatto
tantissima strada e non ha intenzione di fermarsi, il suo è uno stile di vita,
è per lui l’essenza della vita, una sorta di cura.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? “Impegno,
serietà, dignità, puntualità, fatica.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? “Questo
fa parte della vittoria, nessun atleta bravo te lo dirà.”
Bogdan
conosce gli ingredienti per raggiungere la performance e come un bravo cuoco li
tiene per se.
Nello
sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Il mio
coach, i miei medici, il massaggiatore, il nutrizionista".
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te e/o hai
sperimentato le emozioni più belle? “Ultra Marathon Trans Italia 266 km senza
tappe, una ultra che attraversa Italia da est a ovest dal mar Adriatico al mar Ligure,
la più faticosa e la più lunga gara che esiste in Europa.”
Aumentano
le gare di lunga distanza e sono proprio gli atleti che hanno sperimentato
queste e gare che cercano di organizzare le più dure, le più invitanti.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare? “Ero
al km 178 della Ultra Marathon Trans Italia e non riuscivo più a fare due
passi, ero cosi stanco che non vedevo più, ho cominciato a gridare e subito a
piangere, ho continuato con dolori inimmaginabili alle gambe e ho finito la gara
in 41 ore e mezzo.”
L’ultracorsa
o comunque le competizioni estreme di endurance formano le persone, diventano
scuola di vita, quando pensi che è finita, che ti devi arrendere, è proprio lì
che viene fuori la vera essenza della persona resiliente, valutare la propria
condizione, le proprie capacità, ed attuare le strategie che ti permettano cdi
continuare per la tua strada ad andare avanti.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? ”I pareri sono
diversi, la famiglia si è abituata abbastanza difficilmente perché esco da casa
8-9 ore al giorno per lo sport, gli amici sono tutti sportivi quindi mi
capiscono benissimo.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Sono
andato a Barcellona in Spagna ad un matrimonio, ho bevuto tanto e non volevo
salire alla guida della mia macchina abbastanza ubriaco, ero a 47 chilometri dall’albergo
dove avevo la stanza, per fortuna in macchina avevo la mia borsa con roba da
correre, le scarpe, tutto, mi sono cambiato da corsa e ho cominciato a correre,
dopo 30 minuti avevo già vomitato 7 volte e alle 10 di mattina (dopo 6 ore) sono
arrivato in Barcellona all’hotel senza salire alla guida della macchina sano e
già molto sveglio.“
Questi
aneddoti mi fanno sempre sorridere, sono tanti gli atleti che sperimentano
situazioni di questo genere, l’atleta di endurance ha sempre una marcia in più,
un piano B, una soluzione a tutto.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Tanta disciplina, troppa
disciplina, molto preciso e ogni cosa mi sono messo a fare sono riuscito.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere? “Sono molto resistente alla fatica, non mi stanco se mentre faccio
fatica mangio, posso fare fatica (endurance) per giorni, il mio corpo non
secreta acido lattico e secreta molto ossigeno, quindi posso fare fatica all’infinito.”
Che
significa per te partecipare a una gara? “Significa tutto, quando
sono in gara io vivo la gara, sono parte della gara, rispetto le regole, rispetto
molto gli organizzatori e gli atleti, sto cercando sempre di aumentare la
strategia.”
Hai
sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? “Io il limite non ce l’ho,
l’ho dimostrato tante volte detengo 3 record mondiali. Sono stato squalificato
a 3 gare perché non sono arrivato in tempo ad un posto (tempo limite) però
sempre alle gare più dure del mondo.”
La
partecipazione a gare estreme per la lunghezza, durata, dislivelli, ti porta ad
alzare sempre più l’asticella ed a considerare la possibilità di poter far
tutto, di sperimentare tutto, ma sempre con attenzione.
La gara più estrema
o più difficile? “Ultra Marathon Trans Italia, 266 km non stop senza tappe.”
Quali sono le difficoltà e i
rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Le difficoltà sono enormi,
il maggior rischio di fermarsi di fare sport è una malattia polmonare, una
malattia al cuore, ecc.”
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ho 29 anni e ancora
non ho mollato nemmeno una volta, sto continuando perché è un modo di vivere, fa
parte di me.”
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “In un incidente, quando mi son
alzato sanguinavo e poi all’ospedale sono stato in coma 8 ore, in ospedale 6 mesi, dopo altri 6 mesi sono ritornato a fare le gare.”
E' successo che ti abbiano
consigliato di ridurre l'attività sportiva? “Certo, ero molto malato, mi hanno
detto ‘No allo sport’ però mi allenavo 5 ore al giorno, mi sono recuperato
facendo sport perché è la psiche, è la testa che comanda non il fisico!”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Non mollate
mai, se stai per mollare una volta sola lo farai per sempre, se cadi ti alzi e
vai avanti, nulla e nessuno ti può impedire di fare cosa ti piace, se non metti 100% di passione non cominciare nemmeno, lo sport = sofferenza!”
Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping? “Stai fregando te
stesso, se non sei capace di fare una cosa senza e inutile che fai una cosa con
il doping, prima o puoi si scopre e fai una figura troppo brutta, ti devi
creare un’immagine anche se non sei tra i primi 3, se tu sei tra i primi 3 e
sei scoperto con doping da quel momento diventi nessuno.”
Ritieni utile lo psicologo
dello sport? “Non
trovo utile ma nemmeno inutile, sono indifferente, non ho mai avuto quindi non
lo so.”
Se potessi tornare indietro cosa
faresti o non faresti? “Farei tutto uguale, anche se non ho avuto una gioventù
farei tutto uguale.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Il sogno che ho realizzato è di avere
la mia propria ultra maratona, la più difficile in Europa e il sogno da realizzare
è quello di avere allo start più di 50 persone”.
Quasi quasi ci faccio anch’io un
pensierino per la prossima edizione.
Un’intervista a Bogdan è riportata nel libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019.
https://www.edizioni-psiconline.it/catalogo/punti-di-vista/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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