Una
donna vince il titolo di Uomo d'acciaio, Guajardo Brenda (USA) impiega 20h 20'
15'' per percorrere 202,4 km ed arrivando al traguardo 20' prima di Borlenghi
Federico 20h 41' 08'', il terzo atleta Fatton Christian (Svizzero) arriva quasi
2 ore dopo 22h 35' 05'', 4° Zambon Andrea 23h 17' 08'', 5° Fatton Julia (Svizzera)
23h 33' 12'' che impiega quasi 1 ora più di suo marito Fatton Christian.
Terza
donna e 12^ assoluta l’atleta di Caglliari Addari Paola 24h 41' 10'', ho avuto modo di
conoscerla, molto modesta, si allena solamente tre volte a settimana, due
allenamenti da 13km ed un lunghissimo il fine settimana oppure una gara. Il
lunghissimo per preparare la nove colli non aveva superato i 50km, che dire un
fenomeno, la passione per la corsa le fa fare cose straordinarie con
semplicità.
Brenda
è fortissima, è una specialista, al terzo anno ce l’ha fatta ad arrivare prima,
leggerissima, minuta, resistente, corre sempre ma ha anche tanta assistenza, in
bici, in macchina, complimentissimi a lei.
Dei
162 partenti, 72 arrivao al traguardo, gli altri si fermano lungo il percorso o
sono fermati ai cancelli per aver superaro il tempo stabilito.
I
primi a ritirarsi sono quattro atleti che si fermano a Fratta Terme al km 34,3
Km appena 4 ore circa di corsa.
Altri due
ritiri sono avvenuti in località Laghetto dopo 43,8 Km, un atleta si è fermato
dopo 04h 10', forse è andato troppo veloce ed un altro atleta dopo 06h 40'.
Già
al cancello del 57°km dovevo passare entro le 19.45 ed all’inizio dell’ultima
salita per arrivare al cancello ho chiesto ad una atleta: “che ora è?” Erano le
19.45 e la ragazza mi dice: “io mi fermo al cancello, ma tu vai che sono
tolleranti”, ho aumentato la velocità in salita e sono riuscito a superare il
cancello, il successivo era il Barbotto all’84°km. Ho ripreso la lenta corsa
incontrando per strada una atleta di Rovereto con assistenza, ho fatto un
tratto con lei ed ho aspettato anche lei che ad un certo punto aveva dei
crampi, ma poi sono andato accelerando anche troppo per cercare di recuperare,
chiedo quanti km e quanto tempo mancavano al Barbotto, e mi dicono: “7km ed hai
45’”, ho dovuto accelerare, una corsa contro il tempo, recupero un po, richiedo
km e ora e mi dicono: “oramai non ce la fai mancano 3km ed hai 5’”, accelero in
salita andando più veloce dei ciclisti, supero atleti ed una mi dice: “oramai
siamo fuori”, ed invece no sono tolleranti anche al Barbotto e vado avanti ma
al successivo 101km arrivo 25 minuti più tardi e finisce la mia corsa, ma
contentissimo, divertitissimo, tanta esperienza. Mi dico il mio limite sono
100km, ma dopo qualche ora la voglia di provare a rifarla l’anno successivo
senza pretese.
A Pian di
Spino dopo 51 Km si ritirano altri 6 atleti dopo aver corso per 6-7 ore circa,
una gara molto dura, molto lunga, con tanto caldo.
Il primo
cancello era dopo 57,6 km a Pieve di Rivoschio dove si doveva passare entro
7h45’ e cioè prima delle 19.45 essendo partiti alle 12, e qui si ritirano ben 13
persone tra i quali Bagnoli Paolo con il quale avevo condiviso un bel tratto di
percorso. un
atleta già finisher due volte alla Nove Colli ma anche finisher alla
Spartathlon. Ci siamo conosciuti e raccontati, divertiti nella fatica,
lentissimi, lui non era in forma ed aveva deciso di terminare la sua gara al
Barbotto, io avevo deciso di andare lentissimo per durare di più. Ma poi
l’amico Paolo Bagnoli, medico ultrarunner nonché autore di “Psicodieta” e “Costretti ad essere eroi, non aver paura”. Ce la siamo
presa con comodo raccontandoci aneddoti strani e curiosi e passioni in comune,
mi ha raccontato le sue difficoltà in gara, i suoi allenamenti, il suo lavoro.
Questa è la bellezza dell’ultramaratona, tanto tempo a disposizione per
conoscere se stessi e gli altri. L’ho aspettato mentre raccoglieva le ciliegie
da un albero, ci fermavamo alle fontane ed ai ristori, avevo deciso di
prendermela il più comodo possibile, ero senza orologio e senza tempi, una pura
avventura. Ad un certo punto ci siamo accorti che eravamo in ritardo e Paolo
Bagnoli aveva dolori così mi ha detto: “vai che io rallento ho dolore, ed
allora sono andato più veloce.
Altri 6 ritiri
ci sono stati in località Ciola al Km 70,2 dopo circa 8-10 ore di corsa.
Il primo
traguardo e 2° cancello era in cima al Barbotto Km 84,4 dove si fermano ben 23
persone dopo aver corso dalle 9 alle 12 ore, ma la strada era ancora lunga per
tutta la notte.
In
località Vignola 97,0
km un altro atelta ritirato dopo aver corso per 13h 32'.
Esattamente
a metà gara 101,2 Km in località Ponte Uso c’era il terzo cancello dove
bisognava passare entro le 14h15’ e lì hanno concluso la gara altri 19 persone
tra i quali io stesso per essere arrivato 25’ pi’ tardi, fin dall’inizio me l’ero
presa con comodo cecando di durare il più al lungo possibile. avevo deciso di partire tra gli ultimi
ed ho fatto incontri con persone speciali e particolari. Ho conosciuto Enzo
Tidona proveniente da Ragusa, un atleta della squadra “Meglio ultimi che
dopati”.
Già
al cancello del 57°km dovevo passare entro le 19.45 ed all’inizio dell’ultima
salita per arrivare al cancello ho chiesto ad una atleta: “che ora è?” Erano le
19.45 e la ragazza mi dice: “io mi fermo al cancello, ma tu vai che sono
tolleranti”, ho aumentato la velocità in salita e sono riuscito a superare il
cancello, il successivo era il Barbotto all’84°km. Ho ripreso la lenta corsa
incontrando per strada una atleta di Rovereto con assistenza, ho fatto un
tratto con lei ed ho aspettato anche lei che ad un certo punto aveva dei
crampi, ma poi sono andato accelerando anche troppo per cercare di recuperare,
chiedo quanti km e quanto tempo mancavano al Barbotto, e mi dicono: “7km ed hai
45’”, ho dovuto accelerare, una corsa contro il tempo, recupero un po, richiedo
km e ora e mi dicono: “oramai non ce la fai mancano 3km ed hai 5’”, accelero in
salita andando più veloce dei ciclisti, supero atleti ed una mi dice: “oramai
siamo fuori”, ed invece no sono tolleranti anche al Barbotto e vado avanti ma
al successivo 101km arrivo 25 minuti più tardi e finisce la mia corsa, ma
contentissimo, divertitissimo, tanta esperienza. Mi dico il mio limite sono
100km, ma dopo qualche ora la voglia di provare a rifarla l’anno successivo
senza pretese.
Dopo metà
gara, altri ritiri sono dopo la lunga salita per arrivare a Perticara 116,2 Km dove
il tempo massimo era di 17 ore, si fermano 6 atleti dopo 15-17 ore di corsa.
Altri due
ritirati in località Ponte Baffoni 128 Km dopo 17-18 ore di corsa.
Dopo
circa tre quarti di gara si fermano alttri due atleti in località Secchiano Km. 147,2 dopo circa 21-24 ore di corsa.
In località Gorolo
172,4 Km finisce la sua gara una atleta dopo 24h 55' di corsa.
A Savignano
189,8 Km, circa 12-13 km dall’arrivo, si ritirano altri due atleti, Morstabilini
Luca dopo 22h 17'' di corsa e Gradaschi Federico dopo 27h 46'.
Tra i 72
arrivai l’ultimo è Ruocco Roberto che con il tempo di 30h 28' 10" si
classifica fuori tempo massimo.
La nove colli mi piace, mi piacciono le
salite, le difficoltà le corse accelerate per cercare di superare i cancelli,
non si arriva mai.
Soddisfattissimo, la nove colli era e
rimane un mio obiettivo, volevo preparala facendo gradualmente gare lunghe, mi
ero iscritto alla Firenze Viareggio e l’hanno annullata, mi hanno ridato i
soldi dell’iscrizione 45 euro che ho deciso di devolverli a Vincenza Sicari.
Poi mi sono iscritto all’ultratrail di 103km ma mi sono influenzato due giorni
prima e così ci ho rimesso 80 euro di iscrizione. Niente da recriminare,
contentissimo, tanti incontri anche dopo la gara, storie strane e divertenti,
storie di visioni e film in gara. Per la nove colli cercherò di fare gare più
lunghe di 50km, comunque il mio approccio è di esperienza e conoscenza, la
rifarei ogni anno senza problemi di ritiro o di essere fermato ai cancelli,
sono sereno ed attento.
Sono vegano e in gara per me c’era tanta
roba, tanta frutta fresca, fragole e ciliegie, arance, mais tostato, pasta in
bianco ed al pomodoro, cioccolata fondente, acqua, birra, coca cola, caffè,
vino rosso frizante.
Ai ristori erano molto solari e
disponibili, si scherzava, ogni tanto passava un furgone dell’organizzazione
per accertarsi che era tutto a posto e ti offrivano acqua e fragole, il
pubblico poco, i ciclisti notturni ripetevano: “Grande, grande”.
Bellissimo la luna piena, una grande
emozione, le colline ed i vasti prati, ville lunghe il percorso le vedute
illuminate di San Marino.
Conservo di questa gara le conoscenze ed
i racconti di nuovi amici, l’immagine di Porto Canale, il luogo di partenza a
Cesenatico, un luogo bellissimo, un museo all’aperto, ma porto via anche la
consapevolezza di porre tanta attenzione a questo tipo di gare, tante persone
si sono sentiti male, importante usare tanta accortezza in queste gare, non andare
avanti a tutti i costi, non aspettare l’inevitabile, come ha detto Corrado
Buzzolan che ha tanta espereinza in queste gare: “la prima volta che sbagli la
paghi, la seconda è troppo tardi”.
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