Matteo Simone - 21163@tiscali.it
Naturalistici
gli obiettivi da raggiungere ed i sogni realizzati da parte di un ultrarunner
nonché organizzatore di gare, Massimo Guidobaldi, ecco cosa risponde alla
domanda:
Prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine e sogni realizzati e da realizzare?
“Ultra fiord, gara
ultratrail in Patagonia Cilena, mi piacerebbe ridiscendere il fiume Tevere con
una lunga galoppata dal monte fumaiolo a Roma. I sogni
realizzati, sono tutte le gare a cui ho preso parte e anche organizzate.
Da realizzare, un bel progetto per una città Smart, con un percorso
ciclo pedonale che possa collegare in un unico corridoio biologico il Parco
Regionale dell'Appia antica e i parchi di Tor Fiscale e Acquedotti.”
Di
seguito ci parla di sé.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Non mi sono mai sentito un campione, ma ti rispondo con una frase
fatta...aver qualcuno che ti pensa, ti fa pensare di essere qualcuno.”
Come hai scelto il tuo sport? “Non potendo praticare altro sport, per causa di una pregressa flebotrombosi
ascellare - succlavia, ho iniziato a correre.”
Nel
tuo sport quali sono le difficoltà ed i rischi? A cosa devi prestare attenzione? Quali abilità bisogna allenare? “Correre fuori strada
(trail running) i rischi sono legati alle caratteristiche dei terreni. Va
allenato il core- stability.”
Cosa
mangi prima, durante e dopo una gara? “Immediatamente prima non
mangio nulla, ma durante e dopo sia proteine che carboidrati.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Sicuramente quando le condizioni meteorologiche sono avverse. Se le
condizioni fisiche non sono buone, non parto.”
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Mollare mai, corro per scaricare le tensioni accumulate.”
Cosa
e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua
performance? “Nessuna in particolare, riesco a correre
anche in solitudine.”
La gara della tua vita, dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “Tutte! In particolare la
UTMB, la MdS e Il Grand Raid Du Verdon.”
Un’esperienza che ti da la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Nessuna esperienza in particolare, ma credo che per
raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, la salute sia
determinante.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “La mia autostima cresce e aumenta dopo ogni
gara portata a termine e comunque i km percorsi fino ad oggi mi danno certezza e
garanzia per ‘vivere di rendita’.”
Esperienza comune degli
ultrarunner l’aumento dell’autoefficacia e lo sviluppare la resilienza,
partecipare a gare impegnative dove la vittoria consiste nel terminare la gara
ti fa sentire più sicuro, ed in gare impegnative e lunghissime con terreni
difficili, c’è sempre un previsto, un problema, una crisi da superare, e quando
si arriva dopo aver superato gli imprevisti ti senti felice e consideri che
qualsiasi problema può essere affrontato e c’è sempre una soluzione se si è
fiduciosi e pazienti.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo
sport? “I familiari sono preoccupati, mentre gli amici
alcuni sono increduli, altri, come gli amici corridori, sono incoraggianti e non
hanno dubbi sulla riuscita.”
Un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Ti narro quello
accadutomi proprio nella ultima gara, cioè la Tuscany Crossing 103 km, durante
il briefing, il giorno prima della partenza, pensando a che scarpe
mettere, che le avevo dimenticate a casa a Roma. Cado in una
profonda disperazione, in quanto è un errore grave per un esperto e che
per non incorrere in questi tipi di errore è sempre meglio partire con le
scarpe con cui si vuol correre, ai piedi! Sul posto c'era una azienda che
faceva testare le scarpe e nella sfortuna, ho trovato le scarpe del mio numero!
Nonostante fossero nuove e non proprio adatte alle mie caratteristiche di
stazza e tipo di corsa, sono riuscito a portare a termine la gara!”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Direi di si, sia con le corse a
tappe che con le ultra.”
Quali
sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara,
gara, post-gara)? “Cerco di allenarmi su percorsi e ambienti che in qualche modo
simulano quelli della gara in programma.”
Quali
sono i tuoi pensieri in gara? “Di non incorrere in infortuni
che possano impedire di arrivare fino in fondo alla gara.”
Quale è stata la tua gara più
difficile? “La
Diagonale dei pazzi sull'Isola de La Reunion.”
Hai dovuto scegliere di prendere
o lasciare uno sport a causa di un percorso di studi o carriera lavorativa? “No, ma dopo qualche anno di
kayak ho dovuto cambiare sport per via della flebotrombosi ascellare. Ma anche
quando dal calcio passai al kayak poiché mi ritenevo vecchio e stanco ed ho
voluto cercare nuovi stimoli.”
Hai rischiato di incorrere nel
doping nella tua carriera sportiva? Un messaggio per
sconsigliare il doping? “Mai! Che è tanto bello mangiare e assumere le giuste sostanze con una
regolare e normale alimentazione!".
Riesci
a immaginare una vita senza sport? “Molto difficilmente.”
Come hai gestito eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Con santa pazienza, caparbietà e costanza.”
Hai mai rischiato per infortuni o
altro di smettere di essere atleta? Hai mai pensato di smettere? “Non ho mai pensato di
smettere, ma ho rischiato quando ho appreso della flebotrombosi.”
Ritieni utile
lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Penso che per alcuni elementi
sia proprio fondamentale, soprattutto per chi vuole misurarsi nelle lunghe
distanze.”
Un messaggio per avvicinare i
ragazzi a questo sport? “Se intendi il trail running, è la specialità
della corsa che genera vere sensazioni, emozioni legate all'ambiente, l'evoluzione
della corsa su strada.”
Un’intervista a Massimo
è riportata nel mio libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una
sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Gestalt ed EMDR
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