Per Giuseppe gli obiettivi sono correre il più non posso: “L’
obbiettivo che ho sempre pensato dal primo momento che ho cominciato a correre
è quello di riuscirci a farlo finchè resto su questa terra, continuando a fare
maratone in giro per il mondo. Raggiungere 100 maratone potrebbe essere la mia
prossima tappa visto che ad oggi ne ho fatte 59.” Di seguito si racconta.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Mi
sono sempre sentito un comune sportivo, quando ho fatto dei risultati buoni mi
sono sentito meglio, quasi un piccolo campione.”
In
che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Sicuramente
lo sport è stato il motivo per cui ho trovato il benessere fisico e mentale
senza mai preoccuparmi delle performance.”
Come hai scelto il tuo sport? “Ho
scelto la corsa come sport per la semplicità nel praticarla.”
Infatti
è vero, basta poco per correre, solo un paio di scarpe da ginnastica, può
essere una pillola di esercizio fisico che tutti i medici dovrebbero
prescrivere ai loro assistiti, per star meglio.
Nel
tuo sport quali sono le difficoltà ed i rischi, a cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare? “La difficoltà
maggiore è nella forza di volontà, i rischi sono di natura fisica
(infiammazioni, contratture ecc.) dovuti o a un eccessivo carico di lavoro o a
una mancanza di continuità. Conta sicuramente la costanza e le cose più
importanti da allenare sono le mente e poi il fisico.”
Cosa
mangi prima, durante e dopo una gara? “Non faccio caso
particolarmente a quali cibi mangiare, sicuramente non bado alle quantità. La
cosa più importante dopo la gara è la reidratazione, quindi mi preoccupo di
assumere molti liquidi.”
Quali
sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Quando
faccio una gara mi preoccupo sempre di prepararmi in modo adeguato, quindi le
condizioni fisiche sono sempre ottimali, l’unica variabile sono le condizioni
ambientali come ad esempio il troppo caldo, conseguenza spesso di pessimi
risultati.”
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “La
cosa che sicuramente mi fa continuare è la consapevolezza di sentirsi bene.”
La condivisione con
altri amici di uno sport o comunque di un’attività, passione, hobby è
importante, gli amici coinvolgono, e diventa più facile allenarsi duramente o
partecipare a gare impegnative, come dico spesso Togheter is better, assieme è
meglio. Ed anche dico spesso: lo sport rende felici ed avvicina persone,
popoli, culture.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “Emozioni ne ho avute
tantissime ma in particolare nella maratona di New York ho vissuto una
bellissima esperienza, non dovuta al risultato ma al contesto stesso.”
La classica delle
maratone è New York, tutti chiedono ai maratoneti se hanno fatto la maratona di
New York.
C’è un’esperienza che ti possa dare
la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Si,
l’esperienza della 100 km del passatore mi ha dato la sicurezza e la
convinzione che posso fare con successo molte cose sia nello sport che nella
vita.”
E’ vero l’esperienza
del Passatore, gara podistica di 100km, è un’impresa, se riesci ti senti
soddisfatto, hai fatto qualcosa di grande che farà parte del tuo curriculum, le
sensazioni sperimentate le porti addosso per tutta la vita, e ritieni di poter
fare qualsiasi cosa, la difficoltà diventa relativa, si supera tutto.
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano
aiutano nello sport? “Il fatto di essere convinti che la
corsa mi far star bene e quindi non poterne farne a meno.”
I tuoi famigliari ed amici cosa dicono circa il tuo
sport? “I miei amici mi dimostrano stima soprattutto
confrontandosi con me, in famiglia inizialmente è stato difficile accettare i
momenti che andavo a correre fuori poi l’ho hanno compreso restituendomi tanta
ammirazione.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Nella maratona
di Firenze mentre facevo il pacemaker, a pochi metri dall’arrivo ho raccolto un
atleta da terra che non riusciva neanche a camminare e l’ho trascinato con il
braccio sulle spalle fino al traguardo.”
Giuseppe si diletta a
fare il pacemaker durante tante maratone in giro per l’Italia, e questo lo
rende ancora più felice, essere d’aiuto agli altri nel portare a termine proprie
imprese, gratifica.
Cosa hai scoperto di te stesso
nel praticare attività fisica? “Il mio carattere è stato sempre determinato, ho
sicuramente acquisito più autostima.”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Assolutamente sì, è stato lo
scopo di praticamente tutti gli allenamenti. Raggiungere il mio limite ogni
volta per rafforzare sia il fisico che la mente.”
Quali
sensazioni sperimenti o hai sperimentato nello sport: allenamento, pregara,
gara, post gara? “Sono sempre rimasto con i piedi per terra, la mia umiltà mi ha permesso
di resistere sia all’ ansia pre-gara sia al fatto di rimanere consapevole che
ogni risultato positivo è soltanto un piccolo gradino superato, ma il vero
traguardo è ancora molto lontano.”
Quali
sono i tuoi pensieri? Pensare al traguardo, a quello che si è investito in
termini di allenamenti, di preparazione atletica? “Lontano dalle gare penso che gli
obbiettivi che uno si prefissa devono essere rispettati e quindi mantenere gli
allenamenti e impegnarsi per raggiungerli, ma durante la corsa sono immerso nei
pensieri esclusivamente che riguardano la mia vita oltre la corsa, la mia
famiglia, la casa gli altri hobby i divertimenti ed impegni quotidiani.”
Quale è stata la tua gara più
difficile? “Sicuramente la 100 km del passatore, ma non solo per la quantità di
km e del percorso impegnativo, ma soprattutto per lo sforzo mentale che ho
dovuto sopportare e riuscire a non mollare senza ritirarmi.”
Hai dovuto scegliere di prendere
o lasciare uno sport a causa di un percorso di studi o carriera lavorativa? “E’
la prima volta che esercito uno sport a questo livello, quando ho cominciato la
mia vita aveva già preso la strada che mi ero prefissato della famiglia e del
lavoro.”
Hai rischiato di incorrere nel
doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti dare per
sconsigliare il doping? “Non ho mai pensato ad usare medicinali per migliorarmi,
con i miei compagni di corsa usiamo sempre un detto ‘pe’ magnarci de più’, cioè
corriamo sempre per permetterci di mangiare quello che vogliano. Essere puliti
come persona senza ricorrere ad artifizi ti fa essere sportivo, cioè proprio
quello che la parola vuole dire.”
Riesci ad immaginare una vita
senza lo sport? “Assolutamente no, lo sport viene subito dopo la famiglia ed il
lavoro. Se non fosse la corsa potrebbe essere qualsiasi altro sport, perché è
il cibo per la mente.
Come hai gestito eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Sono stato sempre consapevole che crisi ed infortuni
sono sempre dietro l’angolo, per questo non ne ho avuto mai timore, e quando
sono arrivati sono sempre stato determinato rispettando il corpo dandogli la
giusta importanza che meritava, sapendo che poi sarebbe tornato tutto come
prima per continuare a correre.”
Hai mai rischiato per infortuni o
altro di smettere di essere atleta, hai mai pensato di smettere? “A volte ho
rischiato, senza mai arrivare al punto di non ritorno. La corsa è un beneficio
per il corpo bisogna sfruttarlo a nostro vantaggio.”
Pensi che potrebbe essere utile
lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Uno psicologo esperto
nello sport potrebbe sicuramente aiutarci a scoprire i motivi per cui noi
facciamo alcune cose, a volte eccessive e spinti da quale forza oscura, per
mettere alla prova il nostro corpo.”
Quale messaggio vuoi rivolgere ai
ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Ho notato che i maratoneti hanno
un’età che va dai 35 ai 55 anni, e a volte mi dò come spiegazione che per
affrontare lotte a volte così dure c’è bisogno di caparbietà e volontà tipico
di questo periodo della vita, soprattutto per chi ha già un matrimonio con
figli sulle spalle. I giovani amano giocare non soffrire, quindi è difficile
trovare motivazioni valide, vorrei sicuramente dirgli di provare a scoprire
qualche sensazione nuova.”
Quali
sono i tuoi prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? Quali sono i sogni
realizzati e da realizzare? “L’ obbiettivo che ho sempre pensato dal
primo momento che ho cominciato a correre è quello di riuscirci a farlo finchè
resto su questa terra, continuando a fare maratone in giro per il mondo.
Raggiungere 100 maratone potrebbe essere la mia prossima tappa visto che ad
oggi ne ho fatte 59.”
Psicologo,
Psicoterapeuta
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