lunedì 11 febbraio 2019

Intervista doppia alla coppia di atleti Valeria Roffino e Michele Fontana

Matteo SIMONE 

Valeria Roffino è un’atleta delle Fiamme Azzurre. Ha vinto due titoli italiani assoluti sui 3000 m siepi (2014, 2015). 

Nel 2015 ottenne la medaglia di bronzo in Coppa Europa con la Nazionale assoluta nella classifica a squadre 10000 m. Di seguito alcuni suoi Personal Best: 3000 m 05/07/2018 in 9:21.05; 5000 m 18/07/2018 in 15:57.42; km 10 corsa strada 31/12/2016 in 33:58.
Michele Fontana è un atleta del Centro Sportivo Aeronautica Militare, nel 2011 vinse il titolo di Campione Italiano Promesse m 1.500 indoor e all’aperto. Nel 2012 vinse il titolo di Campione Italiano Under 23 di Cross. Di seguito i suoi Personal Best: 21/05/2011 Gavardo 1.500 in 3:43.14; 03/07/2013 Nembro 3.000 in 8:01.84; 16/07/2017 Ninove 13:58.82.
Di seguito Valeria e Michele raccontano la loro esperienza sportiva rispondendo ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport? La gara della vita? Un’esperienza che ti dà la sicurezza che ce la puoi fare?
Valeria: Mi è capitato di sentirmi una campionessa, pochissime volte, ma è successo ed è stato bellissimo! Non saprei indicarne una in particolare. Forse quando ho vinto il mio primo italiano, da cadetta, sui 2000 mt. Direi quello perché il più inaspettato. E poi a Rovereto quando ho vinto il campionato italiano assoluto sui 3000 siepi. Lì ho capito quanto la testa sia importante in uno sport come questo e quanto possa fare per correre forte. Forse quest'ultima è l'esperienza che mi dice che ce la posso fare. È una frase fatta ma credo che davvero che se ci credi fermamente in qualcosa, tutto è possibile!
Michele: “Si, mi sono sentito forte in alcune gare, ma non mi sono mai definito un campione, perché credo che la strada che porti ad essere dei veri campioni è ancora lunga. Devo dire la verità non ne ho una in particolare, ricordo con emozione la coppa Italia e i titoli italiani sui 1500 nel mio primo anno in A.M. e poi l'ottavo posto ai Campionati Europei di Cross a Belgrado e le gare successive: il Campaccio e la 5 Mulini dove sono sempre stato il primo italiano, per me erano delle gare di casa e il calore della gente non lo dimenticherò mai! Gli ultimi anni per il dolore ai tendini ho provato di tutto fino a dover andare sotto i ferri e non poter correre per un anno quasi, in questi anni ci sono stati dei momenti bui e di sconforto, ma ho sempre guardato avanti e ho sempre continuato a sognare, come mi piace dire: ho tenuto la fiamma accesa dentro di me e sono pronto a ritirarla fuori. Questo è una cosa che mi ha insegnato quanto si è fortunati quando si sta bene fisicamente, che se c'è la salute i risultati con pazienza arriveranno basta crederci sempre e costantemente perché i periodi negativi arrivano per tutti ma è molto importante come se vivono.

E’ lunga la strada per diventare campioni, si devono attraversare periodi di allenamenti, di crisi, di infortuni, di rinascita, che fanno riflettere su ste stessi, fanno incrementare la consapevolezza delle proprie capacità, caratteristiche, risorse e fanno sviluppare sempre più resilienza.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Hai mai pensato di smettere di essere atleta?
Valeria:Ho iniziato da piccola con la ginnastica ritmica, il nuoto e lo sci; poi però tutta la mia famiglia correva e quindi ho deciso che anche per me doveva essere quella la mia strada. Ho iniziato a correre a 11 anni e mezzo! Si ho pensato di smettere ma solo per attimi, perché non posso pensarmi senza correre senza questi obbiettivi. La vita di atleta non dura per sempre, ma prima di smettere vorrei riuscire a raggiungere i miei limiti, ora so di non esserci riuscito quindi non sono pronto a dire basta perché il futuro so che mi regalerà ancora tante soddisfazioni.”
Michele: “Da piccolo mia sorella correva e grazie ai giochi sportivi studenteschi ho visto che avevo delle qualità e mi piaceva correre, e fare uno sport singolo mi dava tanto. Si ho pensato di smettere ma solo per attimi, perché non posso pensarmi senza correre senza questi obbiettivi. La vita di atleta non dura per sempre, ma prima di smettere vorrei riuscire a raggiungere i miei limiti, ora so di non esserci riuscito quindi non sono pronto a dire basta perché il futuro so che mi regalerà ancora tante soddisfazioni.”

Prima o poi si trova uno sport che appassiona, è importante avere dei modelli di riferimento, è sufficiente una bella prestazione di un familiare, un amico, un conoscente un personaggio pubblico per contagiare, se si ha talento prima o poi viene fuori e si tratta di coltivarlo con cura e attenzione.
Cosa e quali persone contribuiscono al tuo benessere o alla tua performance?
Valeria:La mia allenatrice innanzitutto, il mio Gruppo Sportivo, le Fiamme Azzurre e poi tutti coloro che mi stanno vicino e mi seguono. Penso di aver trovato nello sport una passione prima che un lavoro, quindi mi piace correre e questo di per sé crea già benessere e la cosa che mi aiuta di più è condividere questa passione con la mia famiglia, gli amici, il mio fidanzato. Sono molto più motivata grazie alla compagnia e alle amicizie che ho trovato all'interno di questo campo.”
Michele: “In primis la mia famiglia, che non smetterò mai di ringraziare, la mia fidanzata che anche lei è un atleta, ringrazio il mio primo allenatore per avermi portato nell'atletica che conta e il mio allenatore attuale per farmi apprezzare ogni risultato e soprattutto per farmi crescere in ogni aspetto, ma per ultimo ringrazio me stesso perché sono sempre rimasto un instancabile sognatore, e poi tutti i compagni di allenamento che ho incontrato in questi anni che sono per me dei veri amici. Per concludere mi piacerebbe ringraziare il mio Gruppo Sportivo formato da uomini e donne che oltre ai risultati sportivi guardano ai valori umani delle persone, cosa che non ritengo mai scontata.”

Il vero campione è colui che sa stare non solo nella performance ma anche nell’attesa della risoluzione della crisi o dell’infortunio, le vere risorse non sono solo potenza, resistenza, elasticità ma anche attesa, pazienza, elaborazione, convinzione e soprattutto tanta resilienza.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta?
Valeria:Mi sono accorta di essere molto testarda e determinata, e se voglio fermamente qualcosa, sono in grado di raggiungerlo!”
Michele:Il mio sport mi ha fatto capire che quando ci tengo a una cosa faccio di tutto per ottenerla, non mi piace mollare, sono istintivo e testardo, con il tempo sono riuscito a diventare paziente e credere in ciò che faccio.”

Valeria e Michele sembrano essere molto sicuri e determinati, appaiono convinti di poter far bene e sempre meglio, si tratta solo di decidere quali devono essere i loro propositi e progetti e poi impegnarsi duramente e serenamente per portarli avanti e trasformare sogni in realtà.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
Valeria:I miei genitori e amici sono molto felici per l'attività che pratico. Soprattutto sono stata fortunata perché questa è diventata anche il mio lavoro!”
Michele: “Devo ringraziare tanto la mia famiglia, i miei genitori e le mie sorelle mi hanno sempre sostenuto e seguito, per me è stato fondamentale e ogni successo lo dedico un po’ a loro. La mia fidanzata fa il mio stesso sport al mio stesso livello, questa la considero una fortuna perché con semplici sguardi mi capisce e non ho bisogno di spiegargli i miei stati d'animo e le mie sensazioni perché lei sa come starmi vicina. I miei amici mi hanno sempre capito, i sacrifici che ho fatto non sono mai stati un peso per me neanche da più piccolo perché i miei amici li hanno sempre capiti e non mi hanno mai fatto pesare le mie assenza.”

Valeria e Michele sembrano essere in una botte di ferro, sereni e consapevole di poter condividere la loro passione e con la comprensione e il supporto delle persone che gli stanno vicino:
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pregara, gara, post gara)? Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara?
Valeria:In pregara mi sento spesso agitata, piena di adrenalina ed emozionata; alcune volte molto motivata, grintosa e concentrata; in gara sono molto concentrata sull'obiettivo; nel dopo gara infine mi sento sempre ancora molto piena di adrenalina che con le ore lascia il posto alla stanchezza. E poi ovviamente c'è la gioia e l'euforia per i successi e la rabbia e la delusione per quando invece le cose non sono andate come desideravo. In allenamento sono una che ha molto bisogno di un supporto esterno, del tifo, in poche parole. Anche in gara, ma lì entrano in circolo altre componenti mentali che alle volte non mi fanno neanche sentire cosa accade fuori. Sono molto concentrata sull'obiettivo e su ciò che devo fare in quel momento.
Michele: Nello sport esistono tantissime emozioni e sensazione, anche molto contrastanti fra di loro, perché nella vita di un atleta ci sono periodi positivi e periodi meno, quindi nei diversi periodi si hanno diverse sensazioni che possono essere: soddisfazione, emozione, sconforto, tensione, rilassamento, agitazione, frenesia, ansia, positività, concentrazione, carica, tranquillità e molte altre; la cosa bella dello sport è che regala un altalena di emozioni. Mi concentro molto su me stesso, penso che ce la posso fare, che mi sono impegnato e posso ottenere ciò che voglio

Valeria e Michele sanno come focalizzarsi nel momento presente per l’obiettivo da raggiungere, sanno che quando si tratta di fare qualcosa di importane bisogna reclutare tutte le energie fisiche e mentali occorrenti per esprimersi al massimo.
Quale è stata la tua gara più difficile?
Valeria:Una gara molto difficile e che mi viene in mente in questo momento è stata ad un Campionato Italiano Assoluto sui 3000 siepi, quando mentalmente ero molto carica di pressioni sia esterne che da me stessa e quando pensavo fosse finita ed ero convinta di aver vinto, ecco che a pochi metri dal traguardo sono stata superata dalla mia avversaria che alla fine mi ha soffiato il titolo. E' stata una gara molto dura da gestire mentalmente, sia durante che dopo in quanto la delusione e la sofferenza di non aver corso fino alla fine e di non aver fatto tutto il possibile sono state enormi.”
Michele:Una con un enorme dolore ai tendini, avevo provato a curarmi ma le cose non sono andate bene, correvo senza riuscire a spingere, pensavo che era una grande umiliazione perché non riuscivo a correre forte, è stata una dura esperienza.

Nello sport non c’è solo forza, resistenza e muscoli ma è importante anche costruire la forza e la resistenza mentale che permettono di andare oltre, di consolidare lo stato di forma, di proteggerlo in modo da non essere scalfito da pressioni interne o esterne. Importane è portare a casa comunque un’esperienza da cui apprendere anche se all’inizio può essere dolorosa.
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare?
Valeria:La prestazione non ottimale nel mio caso mi capita quando fa molto molto freddo ed io non ho fatto abbastanza riscaldamento, o non ho usato la crema riscaldante o tutte le precauzioni del caso. Poi nella mia specialità in particolare, i 3000 siepi, bisogna essere molto concentrati su ciò che si fa e sugli ostacoli.”
Michele: “Ci sono diversi rischi, prima di tutto gli infortuni (nel momento migliore della mia carriera mi sono fatto male ai tendini e ho subito due interventi). Bisogna essere in grado di sopportare la pressione e la tensione, che fa parte del nostro essere atleti agonisti, e come abilità direi la pazienza e la perseveranza.”

Lo sport non solo dà ma anche toglie, a volte gli infortuni tolgono l’atleta dagli allenamenti e dalle gare, a volte non si sa quanto tempo bisogna star fermi e restare a guardare, è importante stare nel momento presente con quello che c’è, con le risorse residue pronti a rimodulare obiettivi e saper aspettare da una parte accettando e dall’altra prendendo in mano le redini della propria vita facendosi aiutare, sostenere, supportare
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport?
Valeria:Lo sport è fatica, sacrificio, sudore. Ma se lo sport ti toglie tante energie da questo punto di vista, ti dà molto di più. Lo sport regala dei valori, ti dà una seconda famiglia, su cui puoi sempre contare e con cui gioire e festeggiare sempre e poi, ‘soffri ma sogni...’.”
Michele:Non c'è cosa più bella che correre, farlo da soli o in compagnia farlo ti rende un po più libero. Faticare in compagnia crea dei legami unici e veri. Apprezzare la fatica tempra la mente e il fisico per affrontare qualsiasi cosa nella vita.”

La pratica di uno sport diventa onerosa dal punto di vista dell’impegno fisico e mentale ma in cambio si ricevono tante soddisfazioni, si forma il carattere, si aderisce a dei valori unici e si fa parte di un gruppo di persone con cui condividere sensazioni ed emozioni.
Hai rischiato di incorrere nel doping? C’è un tuo messaggio per sconsigliare il doping?
Valeria:Nel mio caso questo rischio non c'è stato. Penso che sia meglio arrivare secondi con la coscienza pulita che primi ma con la consapevolezza di aver barato. Lo sport è prima di tutto divertimento e tutela della salute. E' ovvio che l'uso di doping non permette di raggiungere il benessere e di avere una buona salute, soprattutto a lungo termine; io quando gioco con gli amici mi diverto perché c'è un rispetto reciproco e se vinco perché sono stata brava o ho semplicemente avuto fortuna, me lo godo molto di più che se avessi vinto perché sono stata sleale.”
Michele:No, per me è una cosa veramente lontana. Ho sempre vissuto in un ambiente sano dove non si è mai parlato di scorciatoie. Il doping è per me sinonimo di grande ignoranza, lo sport ha dei valori limpidi e sinceri e non c'è spazio per persone che vogliono fare i furbi. Purtroppo è una grossa piaga nel nostro sport, ma le soddisfazioni più grandi si ottengono solo con le proprie forze.”

Il doping è una forte tentazione e a volte diventa un cancro dello sport, bisogna avere solidità ed essere circondati da persone con valori e ideali che non istigano ma che sostengono e supportano anche nei momenti dove non si è in piena forma.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? In quali fasi?
Valeria: “Io ultimamente sono stata da uno psicologo sportivo in quanto mi sembrava utile per fare quel passo in avanti in più. Mi ha aiutato molto a conoscere di più me stessa e i miei punti di forza.”
Michele:Credo proprio di sì, in qualsiasi momento, perché anche nei momenti positivi in cui si è probabilmente più razionali si possono capire diverse cose dei momenti in cui le cose non vanno.”

A volte si riesce nei propri intenti nella vita impegnandosi e portando avanti passioni redditizie che diventano un lavoro quotidiano nel fare l’atleta e bisogna andare sempre avanti e non mollare nel perseguire obiettivi, mete e sogni da raggiungere individualmente e con la squadra.
Sogni da realizzare?
Valeria:Mi sento soddisfatta, in generale, della mia vita. Dal punto di vista sportivo spero di migliorarmi ancora e, chissà, magari un giorno poter anche raggiungere il mio grande sogno che è quello di andare alle Olimpiadi!”
Michele:Purtroppo le Olimpiadi sono un sogno che avevo fin da ragazzino ma ora il mio sogno è quello di sentirmi realizzato una volta che appenderò le scarpette al chiodo. Sogno di continuare a vedere mia madre e mio padre con le lacrime agli occhi orgogliosi che io sia il loro figlio, sogno di rendere felice le persone a me più care in primis Valeria nella vita quotidiana.”

Interviste a Valeria Roffino sono riportate nei libri:  
“Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti” di Matteo Simone. 
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere. Data di Pubblicazione: 2018. 
Sogni olimpici. Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà
 

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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