Farcela nello sport coincide con il farcela nella vita
Matteo SIMONE
A volte lo sport diventa un orto importante da coltivare, una forte passione che dà benefici fino a creare una dipendenza considerata positiva.
Di seguito Elena
racconta la sua esperienza sportiva di ritorno dal Runnning Stage in Iten la
città di campioni in Kenya con il progetto The Heart Kenya Running.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Il giorno che ricordo come il più bello (fino ad
ora…) della mia vita sportiva: nel 2013, quando sono arrivata 3.a assoluta
alla maratona di Torino, facendo il personale di più di 4'. E' stato un
obiettivo sognato per 4 mesi e mezzo e voluto con tutta me stessa, e quel
giorno è stato tutto perfetto, tutto ha girato come doveva girare e viverlo è
stato pura magia oltre che sorpresa.”
Lo sport fa faticare, fa impegnare giornalmente con costanza e determinazione per migliorare nei risultati e raggiungere risultati sfidanti ed è gratificante ottenere risultati come un podio a una maratona importante o un miglioramento del proprio personale.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Ho incominciato a gareggiare con i Giochi della Gioventù, nelle campestri. E' stato amore a prima vista e da allora (1985) non ho più smesso, a parte i periodi di infortunio e durante la gravidanza. Quando ero più piccola non ero forte, anzi! Ma dentro di me ho sempre avuto la voglia di allenarmi, di migliorare, e non ho mai smesso di provare quella felicità immensa che provo quando corro e che rende la corsa la mia ragione di vita. Non è stato per niente facile, perché i miei genitori non volevano assolutamente che io corressi, per cui è stata una lunga battaglia che, forse, solo in questi ultimi anni non ha più ragione di esistere, perché si sono arresi all'evidenza.”
A
volte lo sport, e in questo caso la corsa, diventa come una potente ed efficace
terapia naturale meglio di tanti farmaci.
Quali fattori e persone hanno contribuito al benessere e performance nello sport?
“Ho avuto diverse persone che mi hanno allenato in
tutti questi anni. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa, mi hanno regalato la
loro esperienza, i loro consigli ed il loro supporto, che per me è sempre molto
importante. E poi ci sono sempre state le persone che mi conoscono e mi
vogliono bene, e che sanno che niente e nessuno deve togliere la corsa nella
mia vita... Crescendo ho anche imparato da sola quanto sia importante lo stile
di vita e l'alimentazione per rendere al meglio, per cui ho fatto sempre in
modo di mettermi nelle condizioni migliori per potermi allenare al meglio. Per
quanto riguarda l'alimentazione ho studiato, e studio tutt'ora, l'argomento
perché mi piace molto e perché credo nella sua grande importanza nello sport.
Sotto questo aspetto, quindi, mi seguo… da sola sperimentando su di me, provando
e riprovando finché non trovo quello che cerco e che desidero ottenere.”
Se
veramente piace una cosa ci si impegna, ci si documenta per comprendere come
fare nel migliore dei modi, come ottenere i migliori risultati curando i vari
aspetti e la passione per qualcosa come lo sport e la corsa in particolare fa
venire la voglia di fare un mestiere correlato come diventare atleta, o
tecnico, o nutrizionista.
Quale esperienza ti da la convinzione che ce la puoi fare nello sport e nella vita?
“Sono appena tornata dal training camp in Kenya e
devo dire che lì è successo quello che sapevo già sarebbe potuto succedere
ancora prima di partire. Allenandomi lì ho trovato la mia anima, non che prima
non avessi mai sentito e provato queste sensazioni, ma lì è stato diverso. Lì
ho capito che dovevo dare una svolta alla mia vita e provare a realizzare un
sogno che per 4 lunghi anni è stato puntualmente spezzato. Ho il sogno di
correre la maratona sotto le 2h40' ed è quello che intendo provare a realizzare
e penso che non esista posto al mondo migliore di quello che ho appena
conosciuto. Lì ho pianto lacrime di gioia e l'ultimo giorno di tristezza per
dover partire, e quando sono tornata in Italia mi sono licenziata ed ho deciso
di tornare in Kenya per circa 2 mesi per preparare un sogno. Lo so che agli
occhi di molti sembrerò pazza, ma devo rendere conto alla mia anima… e a me
stessa, non posso continuare a vivere senza provarci, non posso morire con
questo rimpianto, perché per me significherebbe non aver onorato la vita.
Farcela nello sport coincide con il farcela nella vita, dopo sarà quel che sarà,
ma di sicuro, comunque vada, so che sarò felice e fiera di averci almeno
provato.”
Che
dire! Now is the moment (ora è il momento)! Auguro il meglio per Elena posso
capire come si senta, posso capire quello che ha potuto attraversare, posso
capire che non si sia sentita libera di esprimersi atleticamente sentendosi
legata, ora può volare in Iten in Kenya (fly to Iten) alla ricerca dei suoi
sogni da trasformare in realtà e come lei dice se riesce nel raggiungere il suo
sogno riuscirà nella sua vita con un incremento di autoefficacia e resilienza.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“Mia sorella è la mia tifosa più grande, ora anche i
miei genitori si sono arresi all'evidenza e sono i miei tifosi più grandi. Le
persone che mi vogliono bene sanno quanto è importante per me questa cosa e mi
sostengono. Per quanto riguarda i fidanzati, dopo le ultime esperienze ho
deciso che al momento sia meglio rimanere single.”
Listen
your body (ascolta il tuo corpo), questo bisognerebbe mettere in pratica e
questo suggeriscono di fare anche in Kenya a Iten, essere in ascolto del
proprio corpo e capire quanto spingere e come, cercare di dare il massimo in
allenamento e in gara sapendo recuperare con il riposo e un’alimentazione pulita
e corretta come l’ugali, piatto tipico del Kenya Running.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del
tuo sport? “Nella pratica del mio
sport penso che siano molte le qualità e capacità indispensabili per ottenere
ciò per cui ci si allena. Io sono molto meticolosa ed attenta anche ai minimi
dettagli. Cerco di mangiare bene, di dare grande importanza al riposo, di
rispettare le tabelle che mi vengono proposte ma, allo stesso tempo, con il
tempo ho imparato anche quanto sia importante conoscersi, ascoltarsi e decidere
il da farsi anche in base alle proprie sensazioni. Poi cerco di non trascurare
tutti quegli aspetti dell'allenamento che servono per supportare i tanti km,
come lo stretching, la mobilità, il potenziamento, la tecnica di corsa, etc. In
prossimità delle gare o di appuntamenti importanti cerco di mettermi nelle
migliori condizioni possibili psicologicamente ed emotivamente, perché so che
questo ha una grandissima importanza in me. Per gareggiare bene devo essere
serena, libera con la mente, perché solo così riesco ad entrare nella
competizione e riuscire ad ascoltare tutte le sensazioni e le intuizioni che
vengono da dentro me. Sono di sicuro una maratoneta resistente, che non se la
cava male neanche nelle gare di corsa in montagna, e questi sono i due contesti
nei quali riesco ad esprimermi al 100%, nei quali viene fuori tutto di me.”
Elena
sembra aver maturato attraverso anche l’esperienza un’elevata consapevolezza
delle proprie caratteristiche, capacità, risorse, qualità e quindi si tratta
solo di pianificare e programmare i suoi obiettivi come lo sta dimostrando e
perseguire ii suoi intenti prendendo direzioni giuste con persone giuste.
Che significa per te praticare attività fisica? “Praticare attività fisica per me significa vivere. Non potrei mai
pensare di farne a meno. Quando corro io sono viva, mi sento viva, a volte così
tanto… che riesco a sentire di essere in contatto con qualcosa di superiore.
Sono sensazioni difficili da descrivere, ma è un dono impagabile poterle
provare.”
Quali sensazioni
sperimenti facendo sport? “La sensazione più bella
che provo è la felicità assoluta. E' quel tipo di felicità che mi fa capire che
per me quello è il tutto, che non ho bisogno di altro, che la vita così ha un
senso.”
La
vita è fatta di cose semplici che possono bastare che fanno sentire felici e
soddisfatti, in pace con se stessi.
Quali sono le difficoltà e
i rischi? A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? “Nella pratica del mio sport non ci sono rischi particolari. Le
difficoltà possono essere invece le più svariate, a partire dal trovare tutto
il tempo necessario per allenarsi, le condizioni migliori, la logistica
migliore. Ma sono tutte cose che la passione fa superare senza problemi.
Qualsiasi cosa si può superare se si è determinati a raggiungere un obiettivo,
e quando io decido che voglio raggiungere qualcosa, l'ultima cosa che mi manca
è la determinazione.”
Quali condizioni fisiche o
ambientali ti ostacolano nella pratica dell'attività fisica? “Da quando abito in montagna, l'inverno è un problema per la corsa, per
cui faccio sci di fondo per mantenere una buona condizione che mi permetta di
ripartire abbastanza velocemente quando è di nuovo possibile correre, al
disgelo dei ghiacci). A tal proposito, ritengo che lo sci, e lo sci di fondo in
particolare, sia un'ottima alternativa alla scorsa, anche dal punto di vista
mentale, perché mi permette di staccare un attimo la testa dalla stagione e di
rigenerarmi sotto tutti i punti di vista.”
Quando
c’è forte passione non ci sono ostacoli che tengano ferma una persona motivata,
è sempre il momento di mettersi in moto, non esistono condizioni climatiche
avverse, c’è sempre un’ora disponibile.
Cosa ti fa continuare a
fare attività fisica, hai rischiato di mollare? “Non posso negare che durante questi anni ci siano stati anche momenti
difficili, specie in corrispondenza degli infortuni, ma la corsa mi ha sempre
"salvato" in situazioni di vita in cui sono stata in difficoltà, per
cui le sarò grata per sempre per questo… Se non ci fosse stata lei non so a
che cosa mi sarei potuta aggrappare. Poi è vero, a volte ci litigo anche, ma tra
noi torna sempre il sereno.”
A
volte lo sport e in particolare la corsa in questo casa diventa la compagna
della vita, per alcuni periodi può bastare solamente la corsa, a volte è meglio
di un farmaco, una sorta di terapia naturale, una modalità per elaborare
pensieri, conflitti, situazioni.
Ritieni utile la figura
dello psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Ritengo che la figura dello psicologo sportivo sia molto importante per
coloro che fanno sport ad alto livello, perché a volte determinate situazioni
ti possono schiacciare. Per quanto mi riguarda, non sono ancora riuscita a risolvere
un "problemino" che mi attanaglia nel pre-gara quando si tratta di
competizioni importanti. Sono così nervosa ed agitata, che a volte mi costa
fatica fare anche la corsetta pre-gara del giorno prima. Non avendo una figura
del genere accanto, e non sapendo come gestire quei momenti, ho adottato una
strategia che tutto sommato mi permette di bypassare quel momento: dormo! Così
non penso, non sento più niente e nessuno, di sicuro… sono fortunata nel
riuscire a dormire!”
Per
ogni problema c’è almeno una soluzione, si riesce a trovare una propria modalità
per gestire qualsiasi cosa, ma la strada verso il benessere e possibilmente
verso il successo è lunghissima e tanti sono i fattori chiave che portano
all'eccellenza, un passo alla volta si possono attivare tutte le risorse
migliori occorrenti per una prestazione formidabile.
Qual è stata
la gara della tua vita, dove sperimentato le emozioni più belle? “Le emozioni più belle le ho sperimentate senza dubbio durante la
maratona di Torino del 2013. E' stata una giornata meravigliosa, talmente
meravigliosa da sembrare surreale. Ho veramente vissuto un sogno, e sono
riuscita a raggiungere quello che avevo visualizzato per quel giorno. Poco
prima di arrivare ero così felice che ho pensato di regalare al pubblico un po'
di quella immensa felicità, per cui sono arrivata al traguardo facendo
l'aeroplanino! (La mia allenatrice pensava di più al cronometro!). In quel
momento si è chiuso un cerchio, la vita mi ha donato quello per cui avevo
lavorato così tanto, superando le mie paure, i miei limiti, andando oltre ogni
cosa per realizzare quello in cui credevo. In quella gara ho corso come un
cronometro, senza guardare mai l'orologio, solo ascoltandomi e vivendo quel
momento, attimo per attimo, godendo di ogni cosa che mi succedeva intorno,
anche se la concentrazione era tutta rivolta dentro di me. E' come se avessi
pilotato un Boeing fino a quel giorno e quel giorno non dovevo fare altro che
farlo atterrare, per cui mi sono detta: ok, ora devi solo farlo atterrare!”
Sembra
che Elena abbia sperimentato proprio uno stato di grazia che prende il nome di
“flow” dove fila tutto liscio, in automatico, tutto diventa facile. A volte lo
psicologo dello sport non lavora solo sugli, infortuni, sconfitte, ansia ma
anche sulle prestazioni eccellenti per incrementare l’autoefficacia, la fiducia
in sé, facendo un lavoro di ancoraggio con le fonti dell’autoefficacia, facendo
ricordare e memorizzare nel miglior modo possibile le situazioni di successo e
le sensazioni ed emozioni sperimentate in modo da poter replicare nel futuro
quanto successo.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “Le crisi, le sconfitte e
gli infortuni che ci sono stati li ho sempre superati in un unico modo: con la
passione. All'inizio non è per niente facile, come ora che, appena tornata da
un ottimo lavoro fatto in Kenya, speravo di vedere quali erano le mie
sensazioni dalla discesa da un'altura che così alta non avevo mai sperimentato.
E invece sono qui al caldo, che scrivo, visto che altro non posso fare al
momento: mi sono beccata la broncopolmonite! (Ma cerco sempre di guardare il
bicchiere mezzo pieno… e di essere positiva).”
E’
una questione di metodo e di approccio, bisogna essere sereni dentro, avere un
approccio meditativo, da una parte accettare l’evidenza, quello che succede, e
dall’altra parte mobilitare le energie per rimettersi in moto al meglio
possibile con una forte motivazione si va lontani senza fretta.
Quale è stata la tua gara più difficile? “Di gare difficili ce ne sono state tante, ma forse quella più difficile
psicologicamente è stata la mezza di Cremona che ho fatto prima della maratona
di Torino. Quella mezza doveva essere un test, per me e per la mia allenatrice,
per verificare la condizione ad 1 mese dalla maratona, ed invece è andata male.
Quel giorno non girava niente, forse a causa della sindrome pre mestruale di
cui soffro parecchio. Per cui, in quel mese, è stato difficile continuare a
credere di poter correre una buona maratona, dopo quel riscontro cronometrico.
Ma era, appunto, "solo" un riscontro cronometrico: sapevo di aver
lavorato bene fino a quel momento, per cui ho cercato di non dare troppo peso a
quell'incidente di percorso, in modo da non farmi condizionare troppo dai
numeri, ed ho rivolto la mia attenzione esclusivamente a quel mese di
preparazione che mancava, continuando a pensare solo ed esclusivamente al mio
obiettivo ed ho avuto ragione.”
E’
importante considerare la ciclicità dell’esperienza, non c’è sempre la luce o
sempre il buio, così come nella vita non c’è sempre il successo o sempre la
sconfitta. E’ importante accettare quello che viene ma allo stesso tempo
apprendere dall’esperienza che siano vittorie o errori, si va sempre avanti e
insieme è molto meglio, la grande alleanza atleta e allenatore porta sempre
ricchi frutti.
Un messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarli allo sport? “I ragazzi
sono un bene prezioso, sono il nostro futuro, e penso che il messaggio più importante da trasferire loro sia che, a prescindere da quello che vorranno
fare da grandi, lo sport è un maestro di vita importantissimo, lo sport deve
fare parte di ognuno di loro, perché in esso sono racchiusi tutti i valori che
gli permetteranno di vivere una vita degna di loro.”
Concordo
con quello che dice Elena, ognuno di noi sperimenta una vita fatta di scuola,
sport e lavoro e si può notare come c’è bisogno di tante componenti per star
bene, per cavarsela nella vita, quindi non si può solamente studiare fino alla
vecchiaia, così come non si può fare solamente sport senza cultura, è
importante abbinare teoria e pratica, scuola e sport per diventare persone
migliori in modo che a fine qualsiasi carriera, l’atleta può dare un suo
contributo agli altri.
C'è stato il rischio di
incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Il doping è una parola che non vorrei mai né veder né sentire. E' una
macchia indelebile che con lo sport non ha nulla a che fare. Non ho mai corso
il rischio di incorrere nel doping, perché io e il doping percorriamo strade
diametralmente opposte.”
Un
messaggio per sconsigliare l'uso del doping? “Il doping
mina la salute, l'anima e la coscienza di chi ne fa uso.”
Purtroppo
il doping è una piaga, è una droga, è un cancro che gira e si intrufola tra
atleti e squadra, bisogna fare tanta prevenzione e tanta educazione così come
bisogna fare tanta riabilitazione per apprendere sempre dagli errori da chi ci
casca.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare
attività fisica? “La corsa mi ha insegnato
tanto, mi ha permesso di conoscere i miei limiti, e di superarli. Mi ha
insegnato a non mollare mai, ho scoperto il piacere della fatica e della
vittoria, ho scoperto quanto sono determinata, ho imparato a credere di più in
me stessa, ho scoperto quanto sia grande il mio amore per essa.”
Lo
sport e in questo caso la corsa diventa una modalità di approfondimento della
conoscenza di se stessi, si apprende a conoscere la fatica, l’impegno, la
determinazione che sempre non tutto è perpetuo, ci si può sempre rialzare, si
possono rimodulare obiettivi, si possono cambiare strade per andare dove
vogliamo.
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a
qualcuno? “Il mio modello di
riferimento più grande, per il modo in cui corre, per il modo in cui fa
sembrare così facile correre forte, per la corsa naturale che ha, è Mary
Keithany.... io mi ispiro a lei.”
Mary Jepkosgei Keitany, maratoneta keniota, detentrice del record mondiale di maratona 2h17'01" (Londra, 23 aprile 2017), ottenuto in una gara esclusivamente femminile. Campionessa mondiale di mezza maratona nel 2009 a Birmingham 1h06'36", Ha vincendo 4 volte la Maratona di New York (2014 - 2h25'07", 2015 - 2h24'25", 2016 - 2h24'26", 2018 - 2h22'48") e 3 volte quella di Londra (2011 - 2h19'19", 2012 - 2h18'37", 2017 - 2h17'01"). Nel 2012 ai Giochi olimpici di Londra, alla Maratona si è classificata 4^ - 2h23'56". La sua miglior prestazione sulla mezza maratona l’ha ottenuta il 9 febbraio 2018 alla “Ras Al Khaimah International Half Marathon (UAE) - 1h04’55”.
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “C'è una frase che mi da sempre tanto
coraggio e forza, quella del grande Pietro Mennea: 'Soffri, ma sogni'.”
Obiettivi e sogni da
realizzare? “Il mio prossimo, e forse
ultimo sogno, è appunto quello di correre la maratona sotto le 2h40'. So che ci
sono i margini per farlo, so che se faccio tutto nel modo giusto e se sono
nella condizione mentale e psicologica giusta, posso farcela. Questo ha dettato
le mie azioni da quando sono tornata… e so di stare facendo la cosa giusta,
perché quando si rende felice la propria anima… non può essere sbagliato.”
Un’intervista a Elena è riportata nel mio libro “Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”. Progetto Cultura, 2022
+393804337230 Psicologo,
Psicoterapeuta
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