Venerdì 8 marzo 2019 presso il Bar Caffè (Via Olevano Romano 35 – Roma), presentato il libro "Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti" di Matteo Simone.
Moderatrice: Alessandra Penna, ingegnere e atleta; relatori: Francesca
Boldrini (Podistica Solidarietà e Spiragli di
Luce), Anna Giunchi (Psicologa, Preparatore atletico, Blogger http://annalamaratoneta.blogspot.com/).
Cecilia
Polci (nel 2015 campionessa italiana trail under 30) non è potuta intervenire.
Un
libro che descrive donne che scoprono lo sport e che grazie allo sport diventano
sempre più determinate e resilienti fino a sfidare uomini; alcune vincono gare classificandosi
prima degli uomini. Ringrazio tutte le donne che hanno collaborato alla stesura
del libro con loro testimonianze e racconti.
Nel testo è riportata un’intervista ad Alessandra Penna di cui riporto una significativa testimonianza.
“Lo sport mi fa sentire sempre bene, dopo una giornata stressante, un
allenamento mi rende sempre felice e mi dà una bellissima sensazione di
benessere.
Lo stesso quando gareggio, la stessa preparazione della gara mi
rende entusiasta e tutte le emozioni che ogni volta provo e il divertimento con
gli amici mi spingono a voler raggiungere sempre nuovi piccoli traguardi
personali.”
Alessandra
descrive tanti concetti importanti, tra i quali: stabilire obiettivi da
raggiungere e allenarsi bene e seriamente, la passione nel fare le cose, se una
cosa piace veramente il tempo si trova.
Quello
che affiora da tante interviste è che lo sport influisce positivamente
sull’umore e sulla salute fisica e mentale.
Interessanti
le parole di Francesca Boldrini.
Ti sei sentita campionessa nello
sport almeno un giorno della tua vita?
“Mi approccio sempre con
grande umiltà al podismo, tuttavia mi è capitato di vivere esperienze talmente
gratificanti da farmi sentire una vera e propria campionessa, almeno ai miei
occhi!”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere?
“Intanto ha migliorato la fiducia in me
stessa, donandomi sicurezza anche nella vita in generale e nel sociale. Per
correre ho smesso di fumare ed oggi mi sembra uno dei regali più belli mai
ricevuti.
Si
apprende dalle esperienze, superare momenti difficili aiuta ad andare avanti,
se ce l’hai fatta una volta, ce la farai anche una seconda volta.
Interessante la testimonianza di Elisa Tempestini.
Quali
meccanismi psicologici ti aiutano nello sport?
“Lo sport è
lo strumento per il benessere sia fisico e mentale, e che ti aiuta a superare
ogni ostacolo!”
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva?
“I miei familiari mi hanno
sempre sostenuto a raggiungere i miei traguardi.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Sono tanti gli episodi, specie quando si corre in gruppo, si sviluppano
molte idee, una di queste, è stata la nascita del Trofeo città di Nettuno, la
corsa che io organizzo ormai da 10 anni, e ne sono orgogliosa, perché
autofinanzio la mia associazione sportiva per disabili Spiragli di luce!”
Lo
sport diventa una sorta di autoterapia, si contatta se stessi, si riesce a
conoscersi meglio, il proprio corpo, le proprie sensazioni, lo sport aiuta a
gestire lo stress, a elaborare i traumi.
Interessante è la
testimonianza di Anna Giunchi.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance?
“Il benessere è nato con un
lungo lavoro mentale da parte di me stessa. Devo i miei migliori risultati
agonistici ad un giovane allenatore: Marco Testero.”
Qual è stata la
gara della tua vita?
“Maratona di Bari 2009:
personale di 3h02.19, terza assoluta.”
“Sport è
filosofia di vita, educazione. La fatica ripaga sempre anche se, al momento, è
difficile da sopportare. Se ci si abitua a questo genere di ‘sofferenza’, tutto
il resto appare come solo un gioco, e riesce con estrema facilità.”
Per
la performance non bisogna sottovalutare nulla, l’alimentazione diventa importante,
l’affidarsi ad un bravo allenatore, competente e formato ma anche sensibile che
ti segua, che ti veda, che parli con te. Conosco bene Marco Testero, ho anche
gareggiato con lui, è un bravo allenatore.
Raggiungere
traguardi importanti diventa il coronamento di un sogno, il raggiungimento di
un obiettivo ambito, la ricompensa di tanti sforzi e tanta fatica per ottenere
qualcosa che si desidera.
E’ interessante
l’intervista doppia a Maria Chiara Parigi e Cecilia Polci.
Hai un
sogno nel cassetto?
Maria Chiara:
“Il mio sogno è di vedere
più possibile il mondo con tutti i suoi angoli, anche i più remoti, camminando
e correndo!”
Cecilia: “Beh, credo che ognuno di
noi ce lo abbia, diciamo che mi piacerebbe moltissimo fare il Tor de Géants, ma
se devo dire veramente quale sia il mio sogno, eh, sarebbe poter indossare la
maglia della nazionale con lei, Maria Chiara Parigi. Maria Chiara non è solo
un’amica, direi più una sorella del trail, è lei che mi ha insegnato tutto, che
mi ha fatto tornare la voglia di correre, nei momenti bui, compagna di mille
avventure ma soprattutto disavventure. La sua telefonata di quel famoso venerdì
rimarrà nel mio cuore sempre, così come la gara della Maddalena in cui lei mi
ha regalato una gara fianco a fianco e un podio assieme. Credo che vestire i
colori dell’Italia sia il sogno di tutti, ecco io come sempre ci metto il carico
da novanta, come si dice dalle mie parti, e vorrei poterla indossare fianco a
fianco a lei e magari arrivare anche lì mano nella mano. Sono esagerata eh? Ma
in fondo un sogno è un sogno e mi piace viverlo così, sulla scia dei momenti magici
che questo sport in sua compagnia mi regala!”
In
gare durissime è importante anche l’intesa della coppia per riuscire a
rispettare il passo dell’altro, non strafare ma nemmeno andare troppo lenti, un
compromesso che si può trovare se ci si conosce bene e da tempo.
E’ interessante l’esperienza raccontata dalla coppia Palas Policroniades
e Vito Rubino, dal Canada al Messico in mountain bike tandem per 30
giorni.
C’è stata un’alternanza nelle fasi organizzative giornaliere: alimentazione,
sveglia, manutenzione?
“I nostri giorni erano da
18-20 ore. In genere ci svegliavamo tra le 6 e le 8 del mattino, pedalavamo
fino alle 2-4 di notte, poi accampavamo, mangiavamo qualcosa, e dormivamo da un
minimo di 2 ore a un massimo di 5 ore (con l’eccezione di un paio di notti che
abbiamo dormito di più e le ultime due notti che non abbiamo dormito). Il
giorno dopo, facevamo colazione, disfacevamo la tenda e poi in marcia.
Mangiavamo in parte in sella e in parte durante delle piccole soste. Ci
rifornivamo in paesini di passaggio. Altre volte invece, per far fronte a delle
condizioni metereologiche, ci siamo dovuti fermare al tramonto e siamo
ripartiti prima dell’alba. La manutenzione basica della bicicletta la facevamo
circa ogni due giorni, oppure quando si rompeva qualcosa.”
Lo
sport a volte può essere usurante, quindi bisogna fare molta attenzione, capire
fino a dove ci si può spingere.
Interessante anche il
parere di Valeria Straneo che detiene il record italiano di Maratona
2h23’44”:
Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano?
“La maratona è una disciplina molto logorante per le articolazioni, è
difficile trovare un compromesso tra la ricerca della performance con
allenamenti molto duri e la salvaguardia della salute fisica.”
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica?
“Ho scoperto di essere più paziente di quanto non pensassi. Quando per
esempio si ha a che fare con un infortunio o durante la preparazione di una
gara lunga come la maratona, non bisogna avere fretta ed è fondamentale
aspettare ed avere pazienza.”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni?
“Con la pazienza.
Affidandomi a persone fidate che mi hanno saputo consigliare ed indirizzare
sulla strada giusta. Lavorando sul problema giorno dopo giorno, a piccoli passi.”
Dietro
ogni persona c’è un mondo, c’è chi ti sostiene, chi ti incoraggia, chi ti
allena, chi ti segue, chi tifa per te, a maggior ragione quando si diventa
campioni e non bisogna trascurare nessun aiuto volto al benessere ed alla
performance, lo sportivo non è solo. Per ogni problema ci può essere almeno una
soluzione, bisogna affidarsi a persone competenti esperte e di fiducia e
progredire un passo alla volta con fiducia e positività.
Sempre
più le donne stanno dimostrando di essere fortissime atlete e nelle gare di
endurance competono anche con gli uomini con tanta grinta e forza.
La fortissima atleta della Nazionale Italiana Francesca
Canepa, sempre pronta a gareggiare e a rappresentare l’Italia in
gare considerate estreme per lunghezza chilometrica e difficoltà di percorso.
Hai
ancora sogni o progetti?
“I miei progetti in verità prendono forma in maniera del tutto casuale,
in base alle situazioni in cui mi imbatto e alle opportunità che di volta in
volta vedo dischiudersi. Non ho un piano preciso. Non ho gare iconiche che
voglio fare per forza. Decido più o meno giorno per giorno. Quello che so per
certo è che sarò un’atleta per sempre.”
Lo
sport permette di sperimentare la resilienza, non mollare mai, andare avanti e
continuare per portare a termine la propria impresa, la propria sfida
personale; per alzare gradualmente l’asticella e affrontare gradualmente
situazioni sportive o della vita quotidiana sempre più difficili.
Atlete della Nazionale Italiana come Antonella Confortola hanno ancora
tanti obiettivi.
Prossimi obiettivi a breve, medio
e lungo termine? Sogni realizzati e da realizzare?
“Sportivi, il mondiale lunghe distanze in Slovenia a giugno…a lungo
termine trovare un lavoro che mi emozioni (almeno qualche volta) come lo sport.
Per i sogni penso che siano una cosa personale, non ne parlo mai con nessuno…
però sono importanti, ci fanno andare avanti.”
Pochi
giorni dopo questa intervista, Antonella vinse la medaglia d’argento ai
mondiali di corsa in montagna di lunga distanza e con le altre atlete ha
conquistato il titolo Mondiale a squadra.
Alcune
atlete parlano di esperienze al limite anche con deprivazione di sonno per
alcuni giorni, ne è un esempio l’atleta della Nazionale Italiana Ultratrail
Lisa Borzani:
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare?
“Sì credo di sì. Al Tor Des
Geants nel 2014 sono arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della
gestione della fatica bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre
notti di gara ho gestito la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima
notte (la quarta) è stata dura e credo di essere arrivata proprio al limite
delle mie possibilità in tal senso.”
Per
molte donne lo sport diventa una grande prova da superare che fortifica corpo e
mente, ne è un esempio Angela Gargano.
“La corsa mi ha aiutato a superare tante difficoltà,
è riuscita a farmi sentire più forte, più sicura. Nel 1999 ho portato a termine
la Marathon de Sables, 224 km in cinque giorni in autosufficienza idrica ed
alimentare; pensavo che non sarei stata in grado di arrivare in fondo, e invece
ce l’ho fatta. Questa gara mi ha forgiato il carattere e ha contribuito a
rafforzare la fiducia nei miei mezzi.”
Le
donne si dimostrano molto resilienti e determinate, ci riprovano fino a
raggiungere il proprio obiettivo, grande esempio è Aurelia Rocchi.
“Vorrei provare tutte le
gare. Se ci sarà una dura che non potrò finirla per qualche motivo, riproverò
fino a che ci riuscirò perché non c’è niente più forte del mio cervello, avrò
tanta pazienza per riprovare.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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