Se sbaglia l’atleta lo stomaco che si contorce è
quello dell’allenatore
Matteo Simone Psicologo,
Psicoterapeuta
Lo sport contempla una grande varietà di discipline individuali, di coppia o di squadra, con o senza attrezzi, strumenti, infrastrutture.
Si impara da ogni sport e da ogni situazione facendo
esperienze uniche e intense.
Di seguito Maria racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? “Sin da piccola ho sempre praticato sport: ginnastica artistica, danza
moderna, equitazione, pallavolo, nuoto e pattinaggio artistico a rotelle.
Quest’ultimo dall’età di 8 fino ai 17 anni e a livello agonistico”.
L'evento
sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“La preparazione per i campionati
nazionali e le gare stesse. Possiedo molti bei ricordi sia a livello sportivo
sia per le amicizie. Sono momenti in cui si rafforza il legame con i compagni
di squadra e in cui si dà il massimo per la propria preparazione”.
Sogni
realizzati? “Sono
stata molto felice di aver vinto un campionato regionale e di essermi
classificata seconda ad un campionato nazionale”.
Dal 19 al 22 novembre 2015 si sono
svolti a Roma i Campionati Nazionali Libertas di Pattinaggio. Maria Sabatti (Libertas
Pilastro) ha conquistato la medaglia d'argento.
Quali
sono stati i tuoi allenamenti più importanti e decisivi?
Sono convinta che per ogni atleta gli
allenamenti più importanti e decisivi siano quelli prima delle competizioni. Si
iniziano a provare sensazioni molto simili a quelle che si avranno il giorno
della gara e bisogna innanzitutto capire come poterle gestire al meglio per
poter poi riuscire a dare il massimo. Alcuni riescono a gestire le emozioni, le
ansie e le insicurezze dopo anni e anni di esperienza e di lavoro, altri invece
preferiscono avere un punto di riferimento in questi momenti “critici” come uno
psicologo. Ogni gara è differente, e così sarà anche il modo di affrontarla,
sia fisicamente che mentalmente.
Ti
definisci ancora competitiva? Ora quali sono i tuoi obiettivi?
Assolutamente sì. Avendo smesso da pochi
anni di praticare il mio sport mi sento ancora molto competitiva, ma posso
assicurare che da allenatore ogni sensazione ed emozione è fortemente
amplificata. Ogni gesto, consiglio, correzione, pianto e risata che ha fatto
parte dell’allenamento potrebbe essere determinante a far sì che l’atleta possa
riuscire a dare il meglio.
C’è una frase che secondo me descrive esattamente
cosa si prova: “Se sbaglia l’atleta lo stomaco che si contorce è quello
dell’allenatore, sempre”. Però anche i momenti migliori come le vittorie sono doppiamente
gratificanti, perché oltre ad aver sicuramente raggiunto l’obiettivo significa
che sia l’atleta che l’allenatore sono riusciti a trovare la giusta
combinazione per affrontare la competizione al massimo delle loro potenzialità.
Lo sport permette di fare esperienze
ricche, dense e intense, tutto passa, cambia, evolve, restano ricordi che hanno
contribuito a formare la persona come forte e integrata in un gruppo.
Cosa
toglie e cosa dà lo sport? Credo che non possa esistere domanda migliore di questa. Toglie ore e
ore di gioco quando si è più piccoli, momenti con gli amici, con la famiglia,
talvolta anche allo studio quando si è più grandi. Ma quello che poi si ha
indietro conta più di ogni sacrificio. Valori che accompagneranno la persona
per tutta la vita, emozioni e sensazioni che difficilmente si dimenticheranno,
un’ottima educazione, dedizione al lavoro e al sacrificio per raggiungere ogni
obiettivo prefissato.
Per non parlare delle amicizie con i compagni di squadra
o di allenamento, che un domani potrebbero rivelarsi tra le più durature, ma
soprattutto felicità e divertimento. Sono dell’idea che valga assolutamente la
pena rinunciare ad alcune cose per averne indietro altre che saranno
indispensabili nella quotidianità di ognuno.
Riesci
a sentirti ancora positiva nonostante il covid?
Ogni atleta sa che non bisogna abbattersi
di fronte alle difficoltà. L’allenatore sa che non deve permettere a nessun
atleta di farsi intimorire, ma deve aiutare tutti a superare nel migliore dei
modi ogni situazione. Mi sento positiva perché sono sicura che potremo tornare
alla normalità e ogni cosa, che abbiamo sempre dato per scontata, sarà ancora
più bella e renderà ognuno di noi più felice che mai.
Le esperienze nello sport, come nella
vita, sono cicliche e diversificate, si sperimenta gioia e sofferenza, fatica e
soddisfazione, prestanza fisica e infortuni, vittorie e sconfitte.
Cosa
consigli ad atleti e istruttrici per affrontare le competizioni serenamente?
Consiglierei di valutare e poi scegliere
insieme un obiettivo. E’ importante per l’atleta avere un punto di riferimento
e raggiungere un traguardo, mentre per l’allenatore è importante valutare i
propri atleti sotto ogni punto di vista, per poi aiutarli a migliorare. In
questo modo si potranno notare sia gli aspetti positivi che negativi della
strada che insieme hanno deciso di intraprendere, senza dimenticare di dare
importanza all’organizzazione degli allenamenti e alle rispettive modalità, lavorare
sulla parte fisica senza trascurare quella mentale, ascoltarsi a vicenda e
sostenersi reciprocamente. Atleta e allenatore insieme sono una grande squadra,
se poi sono in grado di affrontare ogni difficoltà e superare qualsiasi
ostacolo, c’è la possibilità che insieme possano diventare imbattibili.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport? “Una moltitudine di sensazioni. In primis la determinazione, quella che
ti spinge ogni volta a continuare per raggiungere degli obiettivi.
L’adrenalina, la fatica, la stanchezza, lo spirito del sacrificio, la
soddisfazione, la felicità e soprattutto l’autocontrollo, sia delle emozioni
che delle energie fisiche”.
E’ importante capire cosa si può fare,
quale sport è più opportuno praticare, quali infrastrutture sono presenti nella
propria zona di residenza in modo da dedicarsi con passione, impegno,
determinazione cercando di ottenere grandi risultati.
A
cosa devi fare attenzione nel tuo sport? Quali sono le difficoltà e i rischi?
“Nel pattinaggio ci sono molti rischi,
derivati soprattutto da una caduta sbagliata. Per questo la prima cosa che si
insegna ad un aspirante pattinatore è la caduta. Questa potrebbe essere la
conseguenza di una difficoltà eseguita in modo errato ma anche causata da
fattori esterni, come la presenza in pista di un sassolino o di uno strass
staccatosi da un body”.
Quale
esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?
“Nello sport, come nella vita, ci sono
sia momenti belli che momenti brutti. Crescendo mi sono resa conto che nel
pattinaggio si ha in ogni momento una metafora della vita. Si può sbagliare,
magari non rendendo una difficoltà perfetta e quindi ‘sporcandola’, come si
dice, oppure si può cadere. Ogni volta che si cade, bisogna sempre rialzarsi,
sia letteralmente, poiché si ostacolerebbe il lavoro dei compagni di
allenamento, sia metaforicamente, perché dopo ogni errore bisogna sempre
trovare la giusta forza e determinazione per correggersi, riprovarci e
migliorare”.
Interessante quanto afferma Maria, è
vero che quando si cade in una performance sportiva bisogna non solo rialzarsi
fisicamente ma anche mentalmente, non bisogna far in modo di accusare il colpo
ma reagire accettando la situazione e cercando di recuperare il più possibile
in quello stesso momento e poi successivamente apprendendo dalla caduta.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“I miei familiari sono sempre stati molto
contenti della mia attività sportiva e mi hanno sempre incoraggiata, credo che
questo abbia contribuito molto a forgiare la persona che sono ora. Mentre per
quanto riguarda gli amici, da piccola molti sembravano non capire i concetti di
impegno e sacrificio che il mio impegno con lo sport comportava, poi, crescendo
e capendo dopo loro personali esperienze, tutto si è trasformato in sostegno
reciproco”.
In effetti, l’impegno e il sacrificio
nello sport diventa un investimento redditizio nel forgiare una persona forte,
resistente, fiduciosa, resiliente.
Che
significa per te praticare sport? “E’ il modo migliore per star bene con se stessi. Può dare molte
soddisfazioni, ma prima, per ottenerle, bisogna lavorare e non poco. Ci si può
spingere fino a superare i propri limiti o può aiutare a riconoscerli. Fare
sport per molti versi potrebbe essere paragonato ad un ‘do ut des’, si dà
molto, si fanno sacrifici, ma alla fine si riceve altrettanto indietro,
ritrovandoti in un certo senso anche arricchito”.
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Una volta durante l’allenamento stavo
provando un salto e sono caduta. Non vedendo le mie compagne provare nulla
nella mia direzione sono rimasta a terra a pancia in sotto. Dopo pochi secondi
mi sono ritrovata sopra la schiena tutte le mie compagne di allenamento che
ridevano a crepapelle”.
Nello sport di squadra c’è possibilità
di sperimentare lo spirito di gruppo che sostiene e supporta anche nei momenti
critici, bui, difficili.
Cosa
diresti ad atleti e allenatori per non mollare e continuare a crederci?
Ad atleti ed allenatori posso solamente
dire che questa è solamente un’ulteriore dimostrazione di quanto lo sport sia
imbattibile. Per quanto sia difficile e tutto questo sembri non finire mai,
arriverà sicuramente il momento in cui tutti noi potremo tornare alla normalità
e riprendere ad allenarci e ad insegnare come abbiamo sempre fatto. Bisogna
solamente rimanere uniti ed aspettare che quel momento arrivi, perché arriverà,
ne sono sicura.
Quali
capacità, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport?
“Sono sempre stata molto sciolta
fisicamente e questo ha contribuito a mettere in pratica nel migliore dei modi
e anche con una certa facilità gli insegnamenti. A livello caratteriale sono
sempre stata determinata e sicura, in seguito ho imparato a ricevere ed
apprezzare le critiche in maniera positiva affinché potessi migliorare e questo
ha contribuito a far sì che potessi correggermi più velocemente (come ad
esempio la velocità di chiusura delle braccia durante un salto)”.
Si può tendere alla perfezione
conoscendosi sempre meglio e accogliendo qualsiasi feedback da parte di altri
che a volte diventano regali preziosi.
Cosa
consigli alle bambine e alle istruttrici in questo periodo di pandemia?
Consiglio a tutti di non arrendersi e non
abbattersi, ma soprattutto di non abbandonare mai la speranza che presto si
potrà tornare alla normalità e che tutto questo diventerà soltanto un brutto
capitolo da archiviare. Nel frattempo però bisogna ottimizzare al meglio questo
periodo e mantenere l’allenamento, anche se con metodi alternativi, magari
cercando di curare aspetti che solitamente si mantengono secondari.
Quali
condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dello sport?
“Le condizioni fisiche che spesso
ostacolano gli atleti che praticano pattinaggio sono il sovraccarico dovuto ai
troppi allenamenti, problemi alle ginocchia o alla schiena (molto sollecitate
dai salti). Molti non hanno la possibilità di avere un impianto che fornisca
loro una pista al chiuso, perciò la pioggia o addirittura la neve spesso non
consentono lo svolgimento degli allenamenti con regolarità”.
Se c’è passione, motivazione,
determinazione si supera tutto, si riesce a comprendere come far meglio per non
infortunarsi, come ottenere la performance con un programma di allenamento
mirato senza strafare ma impegnandosi costantemente.
Come
stai affrontando, gestendo, superando il periodo covid?
E’ un periodo molto difficile per tutti
gli atleti e/o sportivi in generale, la maggior parte delle competizioni sono
sospese e molti non hanno nemmeno la possibilità di potersi allenare. A volte
sembra inutile dover effettuare delle sessioni di allenamento alternative o che
siano propedeutiche sotto alcuni punti di vista per il proprio sport, anche se
rappresentano solo una parte di quello che è l’allenamento specifico, ma la
voglia di continuare a coltivare la propria passione sembra in grado di poter
superare qualsiasi ostacolo, e di certo non si fermerà di fronte ad una
pandemia.
Quale
è stata la situazione sportiva più difficile? “Non andare d’accordo con l’allenatore”.
Ritieni
utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi?
“Credo che sia una figura quasi
essenziale nel pattinaggio. E’ d’aiuto sia per l’allenamento che nella
preparazione di una gara. Prima di una gara gli atleti si trovano in una
condizione di stress molto elevata. Ore e ore di allenamento che si risolvono
in una performance di pochi minuti. Penso che la figura dello psicologo sia
utile per l’atleta proprio per aiutarlo a gestire questi momenti, ad affrontare
poi una vittoria ma soprattutto una sconfitta”.
A volte l’atleta può aver bisogno di una
figura professionale come lo psicologo che lo aiuta a centrarsi, a focalizzarsi
per un compito o allenamento specifico, per affrontare la gara con
determinazione, serenità e sicurezza, per gestire periodi o momenti difficili
quali carichi di lavoro elevati, sconfitte, cadute, infortuni, pressioni,
giudizi.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Ho sempre cercato di trarne tutto ciò
che di positivo potesse esserci e di imparare poi in seguito a affrontare
eventuali crisi, sconfitte e infortuni nel modo migliore”.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per farli avvicinare allo sport? “Lo
sport è la migliore palestra di vita che possa esistere. Provare per credere!”.
Lo sport è una palestra di vita,
un’opportunità per conoscere e farsi conoscere.
Nello
sport cosa e/o chi ha contribuito al benessere e/o performance?
“Sicuramente l’attrezzatura e l’ottimo
impianto sportivo, per quanto riguarda chi, i miei genitori, gli allenatori e
la presidente della società”.
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare sport?
“Ho scoperto che posso essere davvero me
stessa, esprimermi al meglio, non preoccupandomi di nascondere sia pregi che
difetti”.
Praticando sport si scopre, si conosce,
si apprezza sempre più se stesso accettando e migliorando pregi e difetti.
Cosa
consigli a chi predilige ancora il divano? Sicuramente consiglio in primis di alzarsi,
fare delle esperienze sportive, poi scegliere quello sport che ha lasciato qualcosa
di speciale in loro, inizialmente senza badare ai risultati, poiché quelli
arriveranno solo in seguito, con tanto impegno, sacrificio, determinazione e
passione. Dopo aver provato tutto questo, il divano sarà solo e soltanto un
lontano ricordo.
Cosa
ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare? “Ci sono sensazioni o emozioni che solo con
lo sport si possono provare. Ci sono momenti no in cui vorresti solo
abbandonare tutto e rinunciare, ma non bisogna mai dimenticare il motivo per cui
si ha iniziato e continuare a ricordare gli obiettivi per cui ogni giorno si
continua a lavorare”.
Una
parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?
“Perdere insegna a vincere”.
Quanto
credi in te stessa? “Abbastanza
da sapere quali traguardi sono in grado di raggiungere”.
Ogni sconfitta è un punto di partenza
per cercare di far meglio con più entusiasmo, grinta, determinazione. Ogni
successo contribuisce a incrementare autoefficacia e autostima.
Quali
sensazioni ti mancano del pattinaggio artistico?
Mi manca ogni singola sensazione.
Dall’adrenalina che si scatenava negli ultimi allenamenti prima delle
competizioni fino a raggiungere il culmine pochi attimi prima di entrare in
gara, la felicità che provavo semplicemente indossando i pattini, i momenti di
divertimento con le mie compagne di allenamento, la soddisfazione nell’imparare
nuove difficoltà sempre più difficili, ma anche i momenti di sconforto durante
le giornate no, la tristezza e il dispiacere per una gara non andata come avrei
desiderato, perché proprio questi momenti mi hanno insegnato ad affrontare le
difficoltà e a superarle. Rifarei ogni singolo sacrificio senza cambiare nulla.
Come
hai scelto la tua squadra e che intenzioni hai?
“Ho scelto la mia società con l’aiuto dei
miei genitori sapendo che avrebbero dato importanza alla mia persona sia a
livello sportivo che educativo. La ringrazio per l'opportunità, è stato un bel
modo per rivivere e ricordare la mia carriera sportiva”.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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