A seguito di eventi critici, disturbanti, traumatici; oltre alle cure mediche, ai consigli da parte della comunità scientifica, ai provvedimenti delle istituzioni; l’aiuto psicologico è importante e fondamentale per la persona che ha bisogno di sentirsi tutelato, compreso, ricevere un rinforzo sulle proprie capacità di affrontare la situazione.
L’aiuto psicologico può avere l’obiettivo
di sviluppare la resilienza nelle persone, aiutare a ricostruire fiducia e
relazioni, ricostruire sé stessi, la propria attività. L’aiuto psicologico può
avere l’obiettivo di incrementare fiducia e pazienza in attesa di ritornare
gradualmente alla quotidianità, di riprendere le cose lasciate in sospeso, di
prendersi cura di sé.
Interessante il
consiglio dello scrittore peruviano Hernán Huarache Mamani, a pag. 255 del suo
libro La profezia della curandera:
"... per
tranquillizzarsi e per farsi coraggio, congiunse premendo con tutte le sue
forze il pollice contro il dito medio di entrambe le mani, tecnica che, secondo
Mama Maru, infondeva serenità e proteggeva da ogni pericolo" (, Hernán Huarache Mamani).
A volte qualcosa di più grande di noi ci
mette in ginocchio, ci fa cascare, ci abbatte, mette alla prova noi stessi e si
ha bisogno di accettare da una parte e reagire dall’altra attraverso diversi
processi che comprendono prima di tutto la consapevolezza della propria
situazione e poi con l’aiuto di qualcuno che sostiene e supporta e con l’aiuto
di se stessi bisogna continuare ad avanzare nel tempo con le risorse residue
del momento per cercare di rimodulare propri obiettivi e proprie direzioni,
cercando il meglio per sé e i propri cari.
Bisogna andare avanti con coraggio,
fiducia, speranza e resilienza. Abbiamo tanti progetti, sogni, mete, da portare
a compimento. Attraverso la meditazione la persona riesce a comprendere che
tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi
spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del
goal setting, un piano degli obiettivi graduali con una giusta scansione
temporale.
La
velocità di respirazione influenza la mente, interessante quello che scrive
Hirai T. nel suo libro “Curarsi con la meditazione zen”, Red Edizioni Milano,
2007:
“Una
respirazione lenta, tranquilla, porta compostezza e un naturale sollievo dalle
alterazioni emotive. Controllando e regolando la respirazione, si ottiene un
controllo completo su sé stessi, riuscendo a rimanere mentalmente tranquilli
anche di fronte alle emozioni. Per questo in Giappone si crede tradizionalmente
che lo Zen, in cui il controllo della respirazione occupa un posto importante,
sia una via all’autocontrollo. La mancanza di autocontrollo fa sì che persone,
altrimenti capaci, sotto stress non siano in grado di fare quello che in
condizioni normali sanno fare benissimo. Quando c’è in gioco qualche cosa di
importante, chi ha problemi emozionali di questo tipo si sente i muscoli e la
mente tesi, il che impedisce di agire in modo appropriato”.
A volte le
esperienze possono essere traumatiche, ma certe volte da esperienze forti si
esce cambiati anche in positivo, si sviluppa una sorta di maggiore
autoconsapevolezza, una crescita post- traumatica, si esce più forti da
situazioni difficili.
I giorni passano e le cose cambiano di
giorno in giorno ma la vita va avanti, perché la vita è resiliente, sa come
svincolarsi dai mille problemi, nonostante tutto. Tocca a noi prendere in mano
le redini, decidere momento per momento cosa è meglio per noi.
Si può uscire da ogni tunnel con fiducia
e gradualità, con piccoli movimenti un passo alla volta, con le risorse residue
cavalcando l’onda del cambiamento, continuando ad approfondire la conoscenza
del proprio corpo e della propria mente.
Interessante e utile il racconto della scrittrice
russa Elena Mikhalkova nel suo libro La stanza delle chiavi antiche:
“Una volta la nonna mi aveva dato un
consiglio: – Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi. Fai ciò che
devi fare, ma poco alla volta. Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe
accadere domani. Lava i piatti. Togli la
polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra. Vedi? Stai andando avanti passo
dopo passo. Fai un passo e fermati. Riposati. Fatti i complimenti. Fai un altro
passo. Poi un altro. Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre
più grandi. E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”
Tenacia, determinazione, resilienza
accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo
prefissato, per superare eventuali crisi lungo il percorso. La persona
resiliente ricerca strategie creative di fronte alle difficoltà, possiede
autostima, attitudine ad apprendere dall'esperienza, importanti relazioni
familiari e amicali.
Interessante la testimonianza di
Ramadhan Bashir a 44 anni, diventato cieco all'età di 26 anni, diventa il primo
boxeur non vedente nel Paese dell'Africa Orientale:
"Da quando sono stato costretto
a vivere nel buio ho sviluppato gli altri sensi, in particolar modo l'udito:
ascolto con attenzione i passi e il respiro dell'avversario. Ho imparato a
captare ogni piccolo gesto. Sento muoversi l'aria, il sibilo che mi avverte del
colpo in arrivo. Con gli anni sono diventato molto ricettivo: è come se avessi
una sorta di 'sesto senso Voglio promuovere il pugilato per ciechi e guadagnare
abbastanza per assicurare ai miei figli una buona istruzione. Il mio motto è
disability is not inability."
La chiave del benessere e del successo è
nell'acronimo C.A.R.: Consapevolezza, Autoefficacia, Resilienza. Una chiave per
il benessere e il successo che racchiude tre aspetti: Consapevolezza di sé
stessi, proprie risorse, capacità e limiti; Autoefficacia, fiducia in sé
stessi, ancorarsi a precedenti esperienze di competenza e successo; Resilienza per
gestire e superare momenti e periodi difficili.
Consapevolezza di sé stessi, proprie
risorse, capacità e limiti; si può sempre sviluppare consapevolezza con l'arte
della meditazione, focalizzandosi con attenzione per comprendere cosa vogliamo
e dove vogliamo arrivare. È necessario attingere alle risorse interne per
perseguire le mete desiderate e cavalcare l’onda del cambiamento per seguire la
direzione che porta a trasformare sogni in realtà e raggiungere obiettivi
sfidanti ma non impossibili.
Autoefficacia, fiducia in sé stessi e
negli altri, ancorarsi a precedenti esperienze di benessere, competenze,
successo. Le persone con un alto senso di autoefficacia percepiscono le
difficoltà come sfide. L’esperienza diretta di successo in compiti di crescente
difficoltà è la fonte principale delle convinzioni di autoefficacia.
Resilienza per gestire e superare
momenti e periodi difficili, muri e barriere, ripartendo con più convinzione ed
energie rinnovate, riprovando in modo diverso con sorriso e positività. L’essere
resilienti permette di ricominciare con più entusiasmo, coraggio, esperienza,
sicurezza. Da quando impariamo a camminare ci capita di cadere e rialzarci
sempre, sperimentando fallimenti e riuscita. Dopo tanti tentativi riusciamo a
restare in piedi inizialmente e poi a correre o fare sport, sperimentando
sempre più fiducia in noi stessi.
Interessante le parole di Eugenio Borgna
nel suo libro “L’attesa e la speranza”, Feltrinelli, 2018, pagg. 77-78:
“Gli scenari cambiano quando il
dolore diminuisce e nel dolore rinascono le dimensioni del passato e del
futuro: rinasce la speranza ma rinasce soprattutto l’attesa. L’attesa che il
dolore si esaurisca e scompaia, e l’attesa che il dolore non si ripeta:
l’attesa che i farmaci completino la loro azione terapeutica e che gli
orizzonti della vita si riaprano: l’attesa che rinascano le relazioni
interpersonali bruciate dal dolore; e l’attesa che rinascano le emozioni
divorate dal deserto del dolore: l’attesa di conoscere fino in fondo le cause
della malattia che ha trascinato con sé il dilagare del dolore: l’angoscia
dell’attesa quando non si abbiano risposte alle domande sulle cause e sulla
durata della malattia, e sulla riemergenza possibile del dolore: con i fantasmi
del passato che si fanno allora vicini e strazianti nel ricordo delle ore e
delle giornate trascorse nella solitudine e nella disperazione.”.
Passa tutto se siamo fiduciosi,
collaborativi, pazienti, se siamo comunque in contatto a distanza, se siamo
sensibili, tolleranti. Passa tutto e si affronta tutto come i muri di tante
maratone, possiamo e dobbiamo farcela sviluppando resilienza per cercare di
uscire più forti e determinati per ritornare anche con il sorriso.
Bisogna comunque andare avanti
fiduciosi, speranzosi con forza e coraggio mettendo da parte altro e
focalizzandosi per la risoluzione del problema contingente non facile ma
neanche impossibile, insieme si può, anzi si deve soprattutto per i più piccoli
che hanno ancora tanta strada ma anche per i più grandi che si sono sempre
adoperati per noi.
Passerà tutto se andiamo avanti anche
con un po' di ansia, panico, paura, disperazione, sconforto. Rallentando o
fermandoci, si può approfittare per riprendere vecchie e sane abitudini messe
da parte come scrivere, leggere, meditare, fare qualche telefonata.
“La vita è un infinito insieme di
possibilità, di percorsi che si incrociano. A volte è inevitabile fermarsi,
respirare e riposare, per volontà propria o per imposizione di circostanze
altrui. Ma ciò che conta veramente non è quando o dove si è fermati, ma la
ripresa del cammino. Per quanto tu abbia sofferto, per quanto possa sembrare
difficile riprendere la vita in cui l'hai lasciata, questo nuovo inizio è non
solo possibile ma fondamentale. Si può sentire paura, le gambe possono tremare,
ma la voglia di combattere deve prevalere sempre. Non importa in quale momento
della vita ti sei fermato, ciò che conta davvero è quello che farai da lì.
Tutte le difficoltà sono opportunità per ricominciare, per rinnovare, e finché
c'è vita, speranza e capacità di combattere, tutto ciò che desideri sognare,
puoi raggiungere, il segreto sta nel non mollare mai!”.
Gli psicologi possono intervenire dove
c’è trauma e tragedia per contenere ed elaborare dolore, sofferenza, panico,
disperazione, per accompagnare vittime e familiari per indirizzarli ad
accettare e affrontare l’onda del cambiamento imposta della routine giornaliera
in attesa di poter gradualmente ritornare alla quotidianità quando sarà
possibile.
Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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