Lo sport, per me, è stato la chiave per aprire le porte ad una seconda vita
Si fa sempre in tempo a prender in mano le redini della propria vita, a cambiare rotta, cambiare stile di vita, aver cura di sé, iniziare a praticare attività fisica anche solo camminando o correndo.
Di seguito Anna (LBM Sport Team) racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? È difficile e tanto introspettivo rispondere a queste domande poiché per me significa scavare nel corso di questi mesi e toccare con mano le motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere questa strada. Però, se c'è una cosa che ho imparato negli anni è fare ciò che desidero, quindi oggi mi sento pronta per raccontarle un piccolo tratto di strada che ho attraversato, sperando di essere chiara il più possibile e arrivare al cuore di chi legge. Nell'arco dei miei 28 anni sono sempre stata una persona abbastanza pigra e sedentaria. Cullata dalla comodità del divano e, soprattutto, dalla mancata relazione con me stessa, con il mio "essere". Non mi sono mai posta tante domande su cosa fosse opportuno o meno fare per trascorrere le giornate in modo diverso, in modo produttivo. Preferivo riempire il tempo che avevo a disposizione, fuori dal lavoro, seguendo la scia delle mie amiche, delle persone che facevano parte della mia quotidianità. Non mi sono mai vista in un contesto sportivo, perché lo vedevo troppo lontano da me.
Con il tempo e grazie anche a questa pandemia, che in me ha rimescolato le carte, ho iniziato ad avere delle crisi "esistenziali". Sempre più domande affollavano la mia testa e i pensieri non riuscivano a trovare pace. Finché un giorno, le parlo di circa marzo/aprile di questo anno, iniziai ad uscire, fuori dal lavoro, con la mia "responsabile" in cooperativa. Sono un'assistente sociale e lavoro per una cooperativa qui a Roma, nel paese in cui vivo e fino a pochi mesi fa seguiva i miei progetti domiciliari una psicologa, appunto questa ragazza. Fu proprio lei che mi diede una scheda per iniziare a correre. Lei corre da anni, una runner dalla quale poter prendere esempio, con alle spalle maratone, mezze maratone, trail running. Così, tra me e me, pensai che avrei potuto investire in una nuova strada. Potevo darmi una possibilità.
La strada della corsa. Se ripenso ai primi giorni. Un minuto di corsa, uno di camminata ripetuta per dieci volte mi torna alla mente il sudore, il fiato corto che avevo dopo solo i primi passi. Le gambe traballanti che chiedevano aiuto. Non era più la mia anima che chiedeva un supporto, bensì loro. Le mie gambe. In tutto ciò io sentivo di avere le risorse per aiutarle, ossia allenarmi. L'allenamento costante, avrebbe placato quel grido disperato. Per la prima volta riuscivo a mettere da parte i pensieri, che come anime vaganti, risiedevano nella mia testa e, davo ascolto al mio corpo. Andavo incontro a ciò di cui lui aveva bisogno.
Ringrazio Anna per questa ricca testimonianza che può far capire come a volte si può accorgersi di quello che si fa consapevolmente e cercare di provvedere a cambiare qualcosa, anche un mio cambiamento grazie a qualcuno che ci coinvolge, ci indirizza, ci fa notare qualcos’altro di diverso dal solito ordinario.
Si fa sempre in tempo a cambiare atteggiamento, approccio, modalità di essere e di fare, di vivere consapevolmente per esempio con la pratica di un’attività fisica che fa sentire lo sforzo, la fatica, fa decidere di mettersi in gioco, di scegliere mete e obiettivi da raggiungere con fiducia, pazienza, resilienza.
Quando ti sei sentita campionessa nello sport? Sono trascorsi pochi mesi, davvero pochi dall'inizio di questo capitolo, ho fatto la scorsa domenica la mia prima gara, i miei primi 10 km, chiusi discretamente. Ho preso tra le mani la mia prima medaglia, quella di partecipazione ovviamente😅, però è in quel preciso istante che mi sono sentita una campionessa.
Campionessa per aver permesso alla mia esistenza di scrollarsi di dosso le lacrime e vivere. Aver permesso a me stessa di svegliarmi alle 5 di mattina, allacciare le scarpe e rincorrere il sole che si affretta a far nascere una nuova giornata.
Campionessa per portare a casa nuovi obiettivi, come quello del cammino che ho concluso proprio oggi. Perché si, oggi posso gridarlo, ho concluso 91 km in quattro tappe. Per la prima volta nella mia vita sono fiera di me stessa, della donna che sono e guardandomi allo specchio non mi importa dei chili di troppo, io sono dannatamente felice perché ho trovato uno scopo nella vita. Corre e camminare. Utilizzare il più possibile queste due gambe. Farlo anche per chi, purtroppo per svariati motivi, non ha l'opportunità che invece io ho.
I racconti di Anna illustrano come lo sport può rendere felici, come si può intraprendere un percorso per costruire fiducia e cambiamento, per scrollarsi di dosso dubbi e preoccupazioni, per ritornare a vivere felici e in armonia con l’universo, solamente faticando, sentendo il corpo in movimento che raggiunger luoghi e traguardi per concludere viaggi e gare assaporando arrivi e medaglie.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport? "Correre e camminare" mi fanno venire i brividi sulla pelle, mi fanno emozionare, mi fanno sentire il vento. Il vento cosa c'entra? Potrà domandarsi lei. Il vento per me è sinonimo di mutamento. Sposta, rimescola, introduce, cambia le direzioni. Cambia tutto nella frazione di un secondo. Ed è ciò che è successo a me. È cambiato tutto attorno a me, come se fosse passato il vento e avesse spazzato via il superfluo. Non fumo più. Bevo un calice di vino solo in rare occasioni. Piango, ma consapevolmente. E, soprattutto, cerco nuovi obiettivi, nuovi traguardi, nuovi orizzonti da accarezzare.
Comprendo le parole di Anna, è quello che può succedere quando si prende il timone della propria vita, si decidono percorsi, piani e programmi per raggiungere luoghi e performance grazie a impegno e allenamenti da soli e in compagnia.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Le difficoltà sono tante nello sport che pratico ma faccio riferimento a una citazione letta su qualche articolo "La discesa devi meritarla". Questo significa che nello sport, qualsiasi esso sia le difficoltà, i momenti di sconforto, di cedimento, sono all'ordine del giorno. Bisogna saper dosare la propria forza di volontà.
Si mettono in conto difficoltà, crisi, salite perché si sa che dopo la vita spiana, la strada spiana e a volte ci si può anche rilassare e godere del panorama, di quello che si è riusciti a fare, di dove si è arrivati, di cosa si è costruito.
Quali sono gli ingredienti del successo? Le gambe corrono insieme al cuore e alla testa, quindi se riusciamo ad incastrare questi tre elementi riusciamo a raggiungere tutti i traguardi che ci prefissiamo.
Per sperimentare successo e raggiungere mete e traguardi bisogna che il corpo funzioni bene, ma anche bisogna avere passione e motivazione che spingono ad andare avanti, a crederci, trovare anche tempo, spazi e luoghi per allenarsi.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Tra i miei ora c'è la "Roma Appia Run", una gara di 13 km che, se tutto va bene, si svolgerà ad ottobre. Spero di riuscire a fare un buon tempo. Spero di riuscire a esserci. Spero che al mio fianco ci sia Noemi, la ragazza di cui parlavo prima che mi ha aperto questa finestra. Che nel corso dei mesi è diventata un'amica, un supporto, una grande confidente. Mentre a marzo farò il Cammino di Santiago. E poi, chi lo sa se l'anno prossimo sarò tra le strade dell'Italia, della mia patria, per una Maratona. Questi sono i miei desideri, gli obiettivi che mi sono prefissata da raggiungere. Questa è la mia nuova vita.
Insieme è sempre molto meglio nell’affrontare la fatica, nell’organizzarsi per partire, per presentarsi alla partenza, nel condividere percorsi di allenamenti e are, ma anche per guardarsi all’arrivo e sorridere per quello che si è riusciti a fare.
Ti ispiri a qualcuno? Non mi ispiro a nessuno se non alle sensazioni che porto a casa dopo ogni allenamento. Ai sorrisi, quelli di coloro che condividono con me i miei traguardi.
Bello vedere altri che condividono la stessa passione, che riescono a trovare tempi e luoghi per allenarsi, di mattina all’alba, all’ora di pranzo, al tramonto nei posti più diversi, piazze, parchi, strade, piste, sentieri, montagne.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? Se c'è una cosa che posso dire ai giovani è di non perdere il tempo, poiché prezioso. Lo sport ti fa chiedere "cosa ci faccio io qui?" e ti dà anche le risposte che, a volte purtroppo, non cerchiamo o abbiamo paura di sentire. Lo sport, per me, è stato la chiave per aprire le porte ad una seconda vita. Questo è, in modo molto riassuntivo, ciò che ho vissuto io.
Ringrazio davvero Anna per aver raccontato di una chiave per cambiare modalità di essere al mondo, grazie allo sport che procura benessere.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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