venerdì 3 settembre 2021

Julien Chorier, Ultra-runner: Penso che l’uomo sia fatto per affrontare le sfide

 Je pense que l’homme est fait pour relever des challenges
Matteo Simone
380-4337230 - 21163@tiscali.it
 

Julien Chorier (Hoka One One) prima del 2006 era un ciclista di livello nazionale, ha vinto le seguenti gare di ultratrail: 

2007 Tour des Glaciers de la Vanoise (FRA) 72km e Courmayeur-Champex-Chamonix 86,5km; Le Grand Raid de la Réunion (FRA) 148km 2009 e 2011; 2010 Andorra Ultra Trail - Ultra mític 112km; 2011 Hardrock Hundred Endurance Run (USA) 100mi; 2012 Ultra-Trail Mount Fuji (UTMF) (JPN) 156km e Zugspitz Ultratrail (GER) 100km; 2013 Andorra Ultra Trail - Ronda dels Cims 184km; 2014 Madeira Island Ultra Trail 115 km (POR) 115km; 2019 Trail Verbier St Bernard - X-Alpine (SUI) 111km e Tchimbé Raid de la Martinique (FRA) 103km.
Ha scritto una guida per l’alleanmento degli ultratrail insieme a Eric Lacroix Guide d'entraînement à l'ultra-trail : L’exemple : le Grand Raid, Edizione Francese, 23 gen. 2013.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Julien (Ultra-runner - Conférencier - Team Manager) attraverso risposte ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Come definisci gli ultramaratoneta? Si tratta di persone che corrono distanze superiori alla maratona. Nel caso dell'ultratrail un'altra dimensione è il terreno che si trova fuori strada e principalmente su sentieri.
Che cosa significa per te essere ultramaratoneta? Si tratta solo di essere in grado di affrontare un'ultramaratona. Sapere come prepararsi a gestire il ritmo, la dieta e l'idratazione durante diverse ore di gara.
 
L’ultramaratoneta oltre a correre per tanto tempo distanze superiori alle maratone deve sapere gestire anche tanti altri aspetti quali quello nutrizionale, l’attenzione nel percorso che si segue, l’attenzione nei confronti di se stesso, monitorare se stesso, i segnali del proprio corpo, fame, sete. Capire il clima e prevedere eventuali difficoltà o crisi lungo i percorsi di gara che a volte durano tantissime ore.
Qual è stato il tuo percorso nello sport?
Ho iniziato a fare sport relativamente tardi, a 20 anni. Ho praticato il ciclismo come amatore dai 20 ai 26 anni e immediatamente dopo ho iniziato a correre le ultratrail. La mia prima, il Saintélyon ​​nel 2006.
Cosa ti motiva a essere ultramaratoneta? Prima di tutto, si tratta di una sfida contro se stessi. Spesso la scoperta del paesaggio, di una nuova cultura.
 
L’ultramaratoneta è una persona che ama le sfide, vuole vedere cosa è capace di fare, preparandosi accuratamente e scegliendo gare sempre più sfidanti e difficili.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? Per il momento, mi fa molto piacere praticare questa disciplina per considerare di interromperla.
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere Ultrarunner? Non ho mai avuto un grave infortunio che mi abbia fatto pensare di fermarmi. Al termine di alcune gare ci sono voluti 1 o 2 mesi di recupero perché tutto tornasse a posto e poter prendere in considerazione una nuova gara. 

Le gare di ultramaratona sono molto impegnative e sarebbe opportuno recuperare e riposare per un congruo periodo prima di affrontare una nuova sfida impegnativa per evitare di andare incontro a infortuni che possono compromettere la salute.
Cosa ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta? Il piacere di scoprire nuove gare, paesaggi, persone in giro per il mondo ma anche la sfida sportiva.
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? Sì, ho raggiunto i miei limiti, con il sonno, il caldo o gli infortuni. Ciò a volte ha comportato un abbandono o una prestazione peggiore.
Quali meccanismi psicologici ritieni possano aiutare a partecipare a gare estreme? È fondamentale aver pianificato, immaginare il maggior numero di pericoli che possono verificarsi durante la corsa e sapere come affrontarli.
 
E’ importante per ogni gara difficile, sapersi organizzare, capire come allenarsi, di cosa si può aver bisogno per non incorrere in imprevisti durante la gara.
Qual è stata la gara più estrema o più difficile? Penso sia stata l'Hardrock in Colorado che combina un dislivello molto ripido a una distanza di 100 miglia ad altitudini molto elevate (tra 2300 e 4400 m, media a 3000 m).
 
Julien ha corso tre volte la Hardrock Hundred Endurance Run (USA) 100mi trail, l’ha vinta nel 2011 in 25h17’00”, nel 2014 è arrivato 2° in 25h07’00” dopo Kilian Jornet Burgada e nel 2021 è arrivato 4° in 25h56’57”, i primi tre sono stati: Francois Dhaene 21h45’50”, Dylan Bowman 22’45’50” e Ryan Smith 23h24’29”.
Quale gara estrema pensi di non riuscire a portare a termine? Penso che tutto dovrebbe essere affrontato con grande umiltà. Anche quella che sembra la più semplice può trasformarsi in calvario dopo un avvio troppo veloce, problemi di cibo, idratazione o condizioni meteorologiche particolarmente avverse.
 
In gare estreme come gli ultratrail non bisogna sottovalutare niente, è importante essere focalizzati e non distrarsi troppo, seguire il percorso con attenzione.
C'è una gara estrema che non faresti mai? Mai dire mai. Ma ce ne sono così tante che voglio fare, alcune verranno dopo.
Cosa ti motiva a spostare sempre di più i tuoi limiti fisici? Penso che l’uomo sia fatto per affrontare le sfide e questo ci spinge sempre un po' oltre.
Famiglia e amici cosa dicono della tua partecipazione a gare estreme? La mia famiglia ha seguito con passione il mio sviluppo in questo sport. All'inizio c'erano alcune preoccupazioni sul rischio di infortunio ma nel tempo ho dimostrato che non è così. In seguito, sono sempre stato sostenuto e supportato dalla mia famiglia, questo è fondamentale per avere successo in uno sport così impegnativo.
 
E’ importante avere una famiglia che comprende la passione e la motivazione e sostiene e supporta anche se si mette in contro u po’ di apprensione dovuta all’estrema fatica e ai pericoli che ci possono essere in gare ad alta quota con clima avverso.
Cosa significa per te partecipare a una gara estrema?
Si tratta di una gara in cui si trascorrono una ventina d’ore di fatica in un ambiente molto vario.
Vuoi raccontare un aneddoto? Non c'è spazio qui. Ne parlo molto sul mio sito.
 
E’ possibile approfondire la conoscenza di Julien attraverso il suo sito web: https://julienchorier.com/
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa? Devi cercare costantemente di destreggiarti tra i 3, questa è davvero la chiave del successo. Coinvolgo molto la mia famiglia nei miei progetti quindi cerco di condividere i viaggi con loro di tanto in tanto. Per lavoro sono un ingegnere e ho creato la mia società di consulenza, lavoro con diversi brand per aiutarli nel loro sviluppo e comunicazione.
 
Se la passione e la motivazione sono alte ci si può organizzare per fare le cose bene cercando di trovare un sano equilibrio tra passione, lavoro e famiglia.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? Stessa cosa, faccio della mia vita quello che voglio che sia. Non voglio voltarmi un giorno e dire a me stesso se avrei potuto... lo faccio e quindi non ho rimpianti.
Usi farmaci, integratori? Perché? Gli unici integratori che uso sono vitamine e ferro perché lo sport ad alte dosi consuma molto e mi sono trovato più volte in carenza.
Hai un sogno? Sì, continuare a fare quello che faccio per altri 50 anni per poter continuare la mia esplorazione del nostro bellissimo pianeta. 

L’ultratrail è una bella disciplina sportiva che permette di girare il mondo soprattutto i posti più naturali ed esclusivi, faticando ma apprezzando anche ciò che si attraversa.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

Julien Chorier, trail: Je pense que l’homme est fait pour relever des challenges
Penso che l’uomo sia fatto per affrontare le sfide
Matteo Simone
380-4337230 - 21163@tiscali.it
 
Vous pouvez définir ultramarathonien ?
Il s’agit de personnes qui vont courir des distances supérieures au Marathon. Dans le cas de l’ultratrail une autre dimension est le terrain qui se situe en dehors des routes et principalement sur des chemins.
Qu'est-ce que cela signifie pour vous d'être ultramarathonien ? Il s’agit tout simplement d’être capable d’aborder un ultramarathon. Savoir se préparer à gérer son allure, son alimentation et son hydratation sur plusieurs heures de course.
Quelle a été votre chemin pour devenir un ultra-marathonien? Je suis venu au sport assez tard, à 20 ans. J’ai pratiqué le cyclisme comme amateur de 20 à 26 ans t me suis tout de suite mis à courir des ultratrails. Mon premier, la Saintélyon en 2006.
Qu'est-ce qui vous motive à être ultramarathonien? Il s’agit premièrement à chaque fois d’un défi contre sois même. Souvent de la découverte de paysage d’une culture nouvelle.
Avez-vous déjà pensé à cesser d'être ultramarathonien? Pour l’instant, je prends trop de plaisir dans cette discipline pour envisager la stopper.                                                                 
Avez-vous déjà risqué pour les blessures ou autres problèmes cesser d'être ultramarathonien?
Je n’ai jamais eu de grosses blessures qui m’ont fait envisager un arrêt. A la sortie de certaines courses, il a fallu 1 ou 2 mois de récupération pour que tout se remette en place et que je puisse envisager une nouvelle course.
Qu'est-ce qui vous pousse à continuer à être ultramarathonien? Le plaisir de découvrir de nouvelles courses, paysages, personnes à travers le monde mais aussi le défi sportif.
Avez-vous vécu l'expérience de la limite dans vos courses? Oui, il m’est arrivé d’atteindre des limites, avec le sommeil, la chaleur ou des blessures. Cela s’est des fois traduit par un abandon de la cours ou une performance moindre.
Quels sont les mécanismes psychologiques vous vous sentez aidera à participer à des courses extrêmes?
Il est primordial d’avoir prévu, imaginer le plus grand nombre d’aléas qui peuvent arriver pendant la cours e et savoir comment y faire face.
Quelle a été votre race plus extrême ou plus difficile? Il s’agit je pense de la Hardrock dans le Colorado qui allie un très fort dénivelé à une distance de 100 miles le tout à de très hautes altitudes (entre 2300 et 4400 m, moyenne à 3000m).
Quelle est une course extrême que vous pensez que nous ne pouvons pas toujours être en mesure de la terminer? Je pense que toute doivent être abordées avec beaucoup d’humilité. Même celle qui paraît la plus simple peut se transformer en calcaire suite à départ trop rapide, des problèmes d’alimentation, d’hydratation ou une météo particulièrement capricieuse.
Il ya une course extrême que vous ne feriez jamais? Il ne faut jamais dire jamais. Mais il y en a tellement que j’ai envi de faire, que certaines arriveront plus tard.
Qu'est-ce qui vous motive à déplacer de plus en plus de ses limites physiques? Je pense que l’homme est fait pour relever des challenges et cela nous pousse toujours un peu pus loin.
Qu'est-ce que votre famille et vos amis de votre participation à une course extrême? Ma famille a suivi mon évolution dans ce sport avec passion. Au début il y a eu quelques interrogations sur les risques de blessures mais avec le temps j’ai démontré que cela n’était pas le cas. Ensuite, j’ai toujours était soutenu et supporté par ma famille, cela est indispensable pour la réussite dans un sport si exigeant.
Qu'est-ce que cela signifie pour vous de participer à une course extrême? Il s’agit d’une course sur laquelle on va passer une vingtaine d’heure d’effort dans un environnement très varié.
Vous voulez raconter une histoire? Il n’y a pas la place ici. J’en ai raconté plein sur mon site web.
Comment votre vie de famille, travailler? Il faut essayer en permanence de jongler avec les 3, il s’agit vraiment de la clef de la réussite. J’implique énormément ma famille dans mes projets et j’essaie donc de leur faire partager des voyages de temps en temps. Pour le travail, je suis ingénieur et j’ai créé ma société de conseil, je travaille avec différentes marques pour les aider dans leur développement, communication.
Si vous pouviez revenir en arrière que feriez-vous où souhaitez-vous faire?
La même chose, je fais de ma vie ce que je veux qu’elle soit. Je ne veux pas me retourner un jour et me dire si j’avais pu… Je fais et je n’ai donc aucun regret.
Est-ce que vous utilisez des médicaments, des suppléments? Pourquoi? Les seuls compléments que j’utilise sont des vitamines et du fer car le sport à haute dose consomme énormément et je me suis retrouvé plusieurs fois en carences.
Avez-vous un rêve? Oui, continuer à faire ce que je fais pendant encore 50 ans pour pourvoir poursuivre mon exploration de notre belle planète.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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