Alla mia performance contribuiscono
in gran parte la mia allenatrice e mia mamma
Sabato 04 Settembre
2021 ha avuto luogo la 4^ edizione dell’incontro internazionale di corsa su
strada U20 presso Oderzo (TV) - Trofeo Opitergium - European Road Race Under 20
dedicato alle Nazionali giovanili europee.
Organizzato dalla
Nuova Atletica Tre Comuni, prevedeva una gara di 10 km per gli
uomini e 5 km per le donne. Di seguito i convocati della
rappresentativa della nazionale italiana:
Uomini: Cesare Caiani (Atl. Brugnera PN
Friulintagli), Nicolò Gallo (Atletica Alba), Riccardo Ghinassi (Imola Sacmi
Avis), Moad Razgani (Atl. Bergamo
1959 Oriocenter), Marco Zanzottera (U.S. Sangiorgese);
Donne: Aurora Bado (Free-Zone), Emma
Casati (Atl. Piacenza), Silvia Gradizzi (Cus Pro Patria Milano), Arianna
Reniero (Atl. Stronese-Nuova Nordaffari), Greta Settino (Toscana Atl. Empoli
Nissan). La 5 km femminile è stata vinta da Aurora Bado in 16’59”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza
di Arianna Reniero attraverso risposte ad alcune mie domande.
Quando
ti sei sentita campionessa nello sport? Mi sono sentita campionessa quando ho vinto il titolo italiano di
categoria l'anno scorso nei 5000m anche se sono stata più soddisfatta quando ho
vinto l'argento l'anno precedente (del tutto inaspettato e soprattutto perché
era una cosa nuova).
Un
messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
Ai ragazzi direi semplicemente che solo
lo sport può dare determinate soddisfazioni. Soprattutto dopo mesi e mesi di
allenamenti e fatiche non c'è niente di più bello che ottenere quel tanto
bramato risultato.
Arianna Reniero vince l’oro di nei 5000
Junior in 17’33”94, precedendo Aurora Bado e Sara Nestola. Ci si abitua a
essere campioni ma quando si riesce a fare delle prestazioni eccellenti
inaspettatamente allora ci si sorprende di quello che si è riusciti a fare e si
decide di fare le cose seriamente, allenandosi con criterio e metodo, cercando
di strabiliare se stessi e altri puntando sempre a nuove prestazioni, record,
trofei, coppe, medaglie, titoli che ripagano la fatica sempre amica.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? Io non corro da molto, questo è il quarto anno quindi sono ancora
abbastanza inesperta e in alcune gare di quest'anno si è visto. Ho iniziato
grazie alla mia professoressa del liceo che mi aveva convinto a partecipare
alla campestre scolastica. Da lì, anche se ero intenzionata a smettere, non ho
più mollato.
Il vero lavoro degli insegnanti oltre a
trasmettere insegnamenti ed educare, è di intravedere negli studenti delle
risorse e potenzialità che possono esprimere da subito o nel corso degli anni,
un grande e sensibile e delicato lavoro di presenza e vicinanza.
Nello
sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
Alla mia performance contribuiscono in
gran parte la mia allenatrice e mia mamma, le gare dove ci sono anche loro sono
gare diverse, migliori. Da quest'anno inizierò a seguire una dieta quindi
contribuirà anche quello mentre a livello psicologico ogni tanto mi aiuta una
mia compagna di allenamento anche se la maggior parte del lavoro viene da me,
mia mamma e la mia allenatrice.
Quando lo sport piace e ci si accorge
che si riesce a fare bene, si sperimenta passione e motivazione e si vuole
sempre più migliorare per competere con se stessi ed eventuali avversari
curando sempre più aspetti che contribuiscono alla performance possibilmente
facendosi aiutare da persone care e/o esperte come possono essere familiari,
allenatori, amici, nutrizionisti, psicologi.
L'evento
sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Emozioni più belle sicuramente quando ho
vinto il titolo italiano e quando ho indossato la prima maglia azzurra
all'international road race U20 ad Oderzo.
Un'esperienza
che ti da la convinzione di potercela fare? Qualche giorno fa ho avuto il mio esordio in
nazionale. La gara non ha rispecchiato la mia forma fisica, potevo fare molto
meglio e gli allenamenti lo dimostrano quindi credo di poter fare molto meglio
e di poter dimostrare ancora molto.
Ci vuole tempo e occasioni per
dimostrare quanto si vale cercando di fare sempre meglio, il percorso
dell’atleta è lungo e faticoso, è importante fare bene, farsi notare,
possibilmente essere convocati e indossare la maglia della nazionale
partecipando a gare internazionali e poi impegnarsi sempre con costanza e
determinazione.
Cosa
pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva?
La mia famiglia è molto fiera di me e dei
miei risultati. Mia mamma mi segue e ci tiene davvero molto quindi lei è la
prima che mi sprona a fare sempre meglio.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport?
Parlando di capacità specifiche penso di
avere una buona resistenza mentre pecco nella forza. Determinazione e costanza
mi caratterizzano anche se, come tutti, ho avuto brutti momenti. Inoltre,
secondo alcuni, ho anche dei buoni piedi e un pizzico di talento (che non
guasta).
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare sport?
Sono più tenace e determinata di quanto
pensassi e ho capito che faticare non mi spaventa.
Lo sport non può essere l’unico orto da
coltivare nella vita della persona ma è una scuola di vita da intraprendere
possibilmente il più presto possibile per crescere e maturare, scoprire se
stessi, proprie risorse, capacità, criticità da migliorare per essere persone
migliori negli altri ambiti e contesti quali quello scolare, familiare,
lavorativo, affettivo.
Nella
pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi?
Le difficoltà che ho affrontato sono
state sia fisiche ( un paio di infortuni) che mentali (post infortunio/post
gare andate male). Quest'anno ho avuto un paio di infortuni di cui uno legato a
una caduta durante un cross, sicuramente hanno influito sulle mia prestazioni
successive ma sto cercando di riprendermi del tutto e il mese in altura dove mi
sono allenata bene mi ha restituito una parte di quella fiducia in me che avevo
perso.
La
tua situazione sportiva più difficile? Situazione difficile sicuramente quando sono caduta ai Campionati
Italiani, li mi sono sentita malissimo poiché mi sono incolpata di tutto per
molto tempo dopo quando in realtà poteva capitare a tutte.
Ritieni
utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi?
Uno psicologo potrebbe essere utile per
capire come affrontare al meglio e gestire l'ansia pre gara e come affrontare
nel modo giusto il brutto risultato così da sapere come dare il meglio la
competizione successiva e come avere più fiducia nelle proprie qualità quando,
com'è normale che sia a volte, quest'ultima manca.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, COVID?
La prima quarantena l'ho
"superata" con 4kg in più e 1mese e mezzo di allenamento in meno
quindi diciamo che la ripresa è stata molto difficile. Durante i vari infortuni
ho sempre cercato di seguire i consigli di medici/fisioterapisti e della mia
allenatrice per cercare di rientrare sempre al più presto.
Lo sport insegna che la vita è fatta di
ciclicità, ci sono momenti dove si vola, si sperimenta leggerezza, competenza,
successo e momenti dove si casca giù, crolla tutto, ma bisogna prima di tutto
accettare tutto e poi riorganizzarsi, rialzarsi, rimodulare obiettivi, mete,
piani e programmi per andare a meta, per centrare obiettivi e sogni difficili e
sfidanti ma non irraggiungibili, credendoci sempre, lavorando sempre
fisicamente e mentalmente, cercando di affrontare, gestire e superare tutto da
soli o facendosi aiutare.
Ti
ispiri a qualcuno? Ci
sono molte atlete che ammiro davvero molto, alcune per il talento e la costanza
altre per la determinazione e la competitività, altre per l'aggressività in
gara, cosa che a volte mi manca.
Si fa sempre in tempo a cambiare, a
migliorare, a potenziare gli aspetti critici, è importante per esempio lavorare
sull’autoefficacia, la fiducia in sé, lavorando sulle 4 fonti dell’autoefficacia,
focalizzandosi su precedenti esperienze di successo e competenza, sulle
sensazioni piacevoli sperimentate sulle persuasioni verbali da parte di
allenatori, amici, familiari; su modelli di riferimento, persone da ispirarsi,
da imitare, da copiare.
Una
parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili?
Non ne ho una in particolare ma dopo
l'ultima gara ne ho trovata una che mi ricordo tutti i giorni: ‘Pensa, credi,
sogna e osa’.
Sembra essere un mantra molto utile
derivante da un’analisi personale derivante dalla pratica e dall’esperienza
personale. In effetti bisogna sviluppare consapevolezza in se stessi per poter
sognare capendo cosa si può fare e come inseguendo sogni e cercando di
trasformarli in realtà osando sempre e apprendendo dall’esperienza pensando ed
elaborando ciò che succede sempre.
Prossimi
obiettivi? Gli italiani
su strada di ottobre e le selezioni per i campionati europei di cross e poi (si
spera) gli europei di dicembre di cross.
Sembra che il meglio debba ancora venire
per Arianna molto centrata su se stessa e su ciò che vuole ottenere a breve,
medio e lungo termine.
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento