Un Team misto veramente forte e competitivo
Matteo SIMONE
Ha avuto luogo la staffetta Resia – Rosolina che prevedeva la percorrenza di 433km lungo il fiume Adige con partenza il 10 settembre 2021 ore 04.00.
La squadra “Team Senza Paura Roma”, organizzata dal presidente dell’Atletica La Sbarra, Andrea Di Somma ha partecipato per la seconda volta consecutiva, puntando a fare prima di tutto una bellissima esperienza di sport di gruppo e poi cercare di essere competitivi.
Il Team Senza Paura Roma ha vinto su tutti in 32h08’30” precedendo Vicenza Marathon 32h17’40” e Lauf Club Pfeffersberg 33h12’40”.
Di seguito l’esperienza di Raffaele (ASD Atletica La Sbarra), uno staffettista del gruppo, attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti aspettavi di vincere la staffetta Resia Rosolina? Sinceramente? Sì, ero sicuro che avremmo vinto. Avevo questa sensazione di vittoria già da molto tempo prima che partissimo per Resia. Perché? Perché nonostante numerosi problemi e accese discussioni, piuttosto normali tuttavia durante le delicate fasi organizzative, avevamo nel complesso lavorato veramente bene, calcolando tutti gli imprevisti possibili, tenendo conto anche del dettaglio più insignificante ma soprattutto allestendo un Team misto veramente forte e competitivo, sicuramente molto più attrezzato ed esperto soprattutto vista la partecipazione di 7 atleti su 10 all’edizione precedente.
Già l’anno scorso c’era le ambizioni e i presupposti per fare bene e cercare di lottare per la vittoria ma non è stato possibile per diversi inconvenienti e imprevisti. Quest'anno l’esperienza precedente è stata fondamentale per gli atleti che c’erano e per i nuovi attraverso i racconti e i consigli degli esperti. Un bel gruppo di atleti di diverse squadre, la maggior parte dell’Atletica La Sbarra, che hanno deciso di fare insieme questa avventura sportiva e competitiva confrontandosi e condividendo viaggi, fatiche, disavventure, gioia e vittoria.
Criticità, difficoltà, rischi? Il rischio maggiore di cui molti si preoccupavano consisteva nel timore che le discussioni e le problematiche sorte in fase organizzativa si ripresentassero anche una volta giunti a Resia e iniziata la gara. A chi mi manifestava questa paura io però ho sempre detto che invece sarebbe andato tutto per il verso giusto e che anzi sarebbe successo l’esatto opposto. Non sono un veggente e non ho nemmeno la sfera di cristallo ma è andata proprio così: da quando lo sparo ha sancito l’inizio della gara, tutti gli atleti e gli accompagnatori si sono messi a completa disposizione del gruppo con il solo obiettivo di fare quello per cui eravamo partiti: Vincere!
Discussioni, confronti e attriti si mettono in conto in fase organizzativa con persone-atleti molto competitivi nello sport e nella vita che vogliono mostrare il proprio, valore, coraggio ed essere considerati, tutelati, coccolati. A volte l’ansia pre-gara da prestazione rende gli atleti nervosi e suscettibili, ma una volta messo il pettorale ci si focalizza per la gara, per il gesto atletico, per l’obiettivo di cercare di vincere considerato che c’erano le carte in regola, c’erano i valori di ogni singolo atleta, c’era un gruppo consapevole che si poteva fare.
Cosa e chi ha contribuito alla vittoria? Per me la vittoria non è mai qualcosa di casuale e fortuito ma è piuttosto un evento frutto della collaborazione di più persone riunite allo scopo di centrare un determinato obiettivo sportivo. Qui a Resia c’erano infatti 14 persone pronte ad aiutarsi a vicenda e a dare tutto pur di portare a casa il risultato. La vittoria è merito dei 10 atleti che hanno corso da protagonisti indiscussi, e con ritmi molto più forti di quelli ipotizzati alla vigilia, i 433 km che separano Resia da Rosolina. La vittoria è merito delle nostre due bikers che hanno accompagnato gli atleti, sia di giorno che di notte, tenendoli lontani da tutti gli imprevisti e le insidie del percorso.
La vittoria è merito dei nostri due impeccabili drivers nonché geniali menti della spedizione trentina, i quali hanno coordinato e gestito in modo efficace l’intera ciurma portandola alla vittoria. Pertanto tutti sono stati indispensabili per il compimento di quest’impresa sportiva in quanto parte di un gruppo affiatato, coeso e assolutamente indistruttibile.
Una vittoria di ogni componente del gruppo che si è organizzato e preparato per presentarsi in ottima forma fisica e mentale per portare a termine il suo compito fino alla fine del fiume Adige, fino al mare di Rosolina, atleti, biker, accompagnatori, autisti, organizzatori. Ognuno ha voluto questa vittoria per sé e per la squadra, tanti momenti insieme e situazioni da ricordare che hanno insegnato a stare con glia altri, a relazionarsi con gli altri, a portare a termine una missione sfidante.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi di questa vittoria? Partendo dal fatto che tuttora la maggior parte di loro continui a domandarsi come io riesca ogni giorno ad allenarmi per circa 1h ad alta intensità, e per giunta di primo mattino, devo ammettere che sono rimasti tutti increduli e positivamente colpiti dall’impresa sportiva affascinante ed estenuante che abbiamo compiuto per giunta a centinaia di km da casa. Tanti, infatti, sono stati i complimenti e le manifestazioni di stima verso di me e verso tutti gli altri componenti di questo gruppo eccezionale.
Veramente una bella sfida portata a compimento di ognuno e del Team intero, ognuno si è impegnato al massimo per essere al top il giorno e mezzo della gara, trovando spazi e, tempi e modalità per allenarsi e prepararsi per questa motivazione dimostrando che se si decide di fare qualcosa di importante bisogna farlo sul serio.
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro in questa staffetta? L’episodio che ho trovato più divertente è stato quello che si è verificato più o meno nei pressi di Verona alle prime luci dell’alba. Io avevo appena corso in notturna la mia terza frazione e avevo circa un paio d’ore per recuperare lo sforzo e rimettermi le scarpette ai piedi. Purtroppo la tanta stanchezza accumulata mi ha giocato un brutto scherzo perché mi sono addormentato e avrei continuato a dormire per ore se non fosse intervenuta Ludovica con i suoi modi gentili.
Ma c’era comunque da raggiungere e in fretta la successiva zona di cambio dove intanto stava per arrivare la mia compagna di squadra. Quindi tra sogni e realtà mi metto alla guida del camper e inizio una corsa contro il tempo degna del miglior Vin Diesel. Tutto questo per far cosa? Per raggiungere la zona di cambio sbagliata! Come è andata a finire? Beh bene abbiamo vinto, ma qualcuno alle 5 del mattino ha dovuto fare qualcosa di piuttosto insolito per rimediare al mio pisolino. To be continue…
Vince non solo chi non sbaglia mai, chi è impeccabile, chi non si distrare, ma anche chi è resiliente, chi riesce subito a individuare un piano B, perché si può sbagliare una volta, ci può essere un imprevisto, ma bisogna avere qualcuno altro che compensi alla grande, che è più sveglio, scaltro. E comunque vincere avendo aneddoti bizzarri da raccontare è sempre più vantaggioso per far sì che lo sport non sia solo fatica, importante è poi riuscire a compensare con strategie comunque vincenti.
Quali tue capacità, risorse, caratteristiche sono state determinanti? Io non sono un atleta propriamente fatto per le lunghe distanze (al contrario di chi mi sta intervistando) e pertanto ho dovuto cimentarmi in allenamenti più lunghi del solito per presentarmi ai nastri di partenza al top della forma. La verità? Pensavo nonostante tutti i sacrifici estivi fatti che non sarei comunque riuscito a finire le mie 4 frazioni e invece ne ho corse addirittura 5 e tutte a ritmi più veloci di quelli preventivati. Sì, a questo punto posso dirlo: ancora non riesco a credere di essere stato così concentrato, lucido e determinato durante la mia corsa, oltre che bravo a gestire i momenti di maggior fatica e sforzo. Non per vantarmi ma stavolta sono veramente fiero di me e anche se sono quasi sempre pessimista quando valuto le mie gare adesso non posso che darmi un bell’8 pieno!
La Resia Rosolina sembra essere una gara più indicata per ultramaratoneti in quanto si tratta di correre circa una maratona frazionata in quattro tappe a velocità intensa e con poche ore di recupero, ma ci si può preparare a questo tipo di gara. E anche se Raffaele è più mezzofondista che maratoneta, comunque ha fatto un bel lavoro nei pochi mesi a disposizione. Beh direi più che un’8 pieno, ci starebbe anche un 10.
La rifaresti l’anno prossimo? Guarda, per come sono fatto io, al momento ti direi di no ma semplicemente perché preferirei tentare di vincere con lo stesso gruppo una gara completamente nuova. Detto questo però, va da sé che se c è da difendere un titolo, io la gamba ce la metto sempre perché non mi tiro mai indietro!
Cosa hai scoperto di te stesso nello sport di squadra? Per quanto mi riguarda ho avuto più che altro delle conferme in tal senso. Provenendo dal calcio, credo di aver acquisito già da tempo la mentalità giusta per competere negli sport collettivi o nelle competizioni podistiche di questo tipo. Io adoro far parte di un qualcosa, di un gruppo che fa dei sacrifici per raggiungere un determinato obiettivo. So di trovarmi particolarmente a mio agio nelle vesti di uomo squadra e supporter dei miei compagni di avventura. Io amo dare tutto me stesso, tutte le mie energie, pur di portare il mio Team alla vittoria. Io non mi risparmio mai, io non mollo mai!
Una parola o una frase che ti rimane dopo questa impresa? Tra le mille parole e frasi dette prima, durante e dopo questa impresa, ne cito due: “quattro occhi, due cervelli, c****” del mio amico Vincenzo e “Daje Roma” del mio amico Carlo. Secondo me racchiudono quasi tutte le emozioni e le sensazioni provate durante questo bellissimo viaggio fatto insieme a persone veramente speciali.
Il gruppo è una bella realtà, riesce a tirare fuori da ogni componente risorse e potenzialità nascoste, ognuno vorrebbe dare più di quello che può, ci si compensa a vicenda un momento di crisi viene risollevato dall’intervento di un altro, bisogna saperci stare con serenità e passione per quello che si fa.
Prossimi obiettivi? Questo tipo di gara mi ha fatto raggiungere uno stato di forma veramente buono e funzionale persino per la distanza regina. Pertanto il mio prossimo obiettivo sarà quello di chiudere entro l’anno una maratona sotto le 3h. Al momento ne sto valutando diverse ma in fin dei conti credo che opterò per una capatina in Spagna a dicembre. Vamos!
A tal proposito segnalo alcuni libri:
Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. Il termine Resilienza deriva dalla metallurgia; indica la proprietà di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni e urti, riprendendo la sua forma o posizione iniziale, così come le persone resilienti possono affrontare efficacemente momenti o periodi di stress o disagio. Così come avviene negli sport di endurance, resistere e andare avanti, lottare con il tempo cronologico e atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni; a volte sei combattuto e indeciso, tentato a fermarti, a rinunciare.
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
Per leggere un estratto del libro, clicca qui:
Cosa spinge le persone a fare sport?
Il libro riporta alcune interviste fatte ad atleti di diverse discipline sportive e indaga sulle motivazioni che spingono le persone a fare sport. Non solo la performance, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, di rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a non mollare e per migliorarsi.
O.R.A. Obiettivi Risorse e Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport
Il libro illustra argomenti riguardanti il raggiungimento di obiettivi nella vita e nello sport, con tecniche della psicoterapia della Gestalt, approccio E.M.D.R. e Ipnosi Ericksoniano. Il modello di intervento ideato dall’autore, denominato “O.R.A.”, acronimo di “Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia” viene integrato ad aspetti della Psicologia dello Sport, quali il goal setting e la motivazione, evidenziando come la convinzione delle proprie possibilità, senza deliri di onnipotenza, sia il primo passo verso il raggiungimento dei propri traguardi.
Il testo si rivolge a educatori, studenti di psicologia, psicologi, psicoterapeuti, professionisti che gravitano attorno al mondo dell’atleta.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento