mercoledì 29 settembre 2021

Luigi Pecora, personal best alla 100km di Winschoten 2021 in 7h46’02”

 Cerco di prendere il massimo esempio dal mio coach Paolo Bravi 
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it  


Sabato 11 settembre 2021 ha avuto luogo la 100 km di Winschoten in Olanda e l’Italia ha ben figurato con la vittoria di Marco Menegardi in 6h37’09” che ha preceduto Iulian Filipov (6h41’07”) e Piet Wiersma (6h49’47”). 

A seguire Massimo Giacopuzzi (6h57’48”), Silvano Beatrici (7h06’58”), Filippo Bovanini (7h21’17”), Gabriele Turroni (7h21’56”), Martino Angelo Marzari (7h35’11”) e Giorgio Calcaterra 7h42'46". Luigi Pecora ha chiuso la 100km di Winschoten in 7h46’02” 
Notevole le prestazioni delle donne italiane con il poker femminile formato da Francesca Bravi (7h43’45”), Federica Moroni (7h47’53”), Denise Tappatà (7h54’08”) e Lorena Brusamento (8h12’19”), a seguire Hinke Schokker (8h13’21”), Lian Stadhouders (8h14’16”), Francesca Rimonda (8h15’50”).   
Di seguito le impressioni di Luigi Pecora (Pol. Dil. Santa Lucia) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Ti aspettavi la prestazione di poco al di sotto le 8 ore? Grazie infinite Matteo, preso da lavoro, coaching, preparazione e allenamenti, casa e famiglia, ma onorato di rispondere alle tue domande. Beh, non vorrei passare da presuntuoso ma, si, anzi in realtà era stata studiata per stare ampiamente sotto le 8 ore, ma purtroppo nelle gare di Endurance si sa che qualche imprevisto può presentarsi e… il mio (dal 75ºkm) si chiamava Periostite. 
Cosa hai deciso di mettere da parte per focalizzarti? Quest’anno è stato particolarmente difficile, con cambio lavoro e mille impegni, con cambio radicale di orari, ma ho cercato di non togliere troppo alla mia vita. Sicuramente i sacrifici per un ultramaratoneta sono all’ordine del giorno, anche solo per ritagliarsi i tempi per gli allenamenti. Infatti, ho modificato tutto per non rubare tempi alla famiglia, andando anche a correre all’alba, cosa per me difficilissima. 

Gli ultrarunner sono sempre in cerca di tempo, spazio e opportunità per allenarsi cercando di togliere il meno tempo possibile al lavoro, alla famiglia e ringrazio Luigi per aver sacrificato un po’ di tempo per permetterci di approfondire la sua conoscenza. La periostite è una brutta bestia e a volte è dovuta proprio a un carico di allenamenti con un recupero non adeguato, comunque Luigi saprà correre ai ripari grazie anche a chi lo segue e lo consiglia. 
Da quando ci stai lavorando? La distanza ormai la preparo da 6 anni, e questa è stata la mia sesta 100 km. Questa in terra olandese è stata pensata subito dopo il campionato italiano di 100km a Imola, quando Paolo e Monica ci hanno contattato per la trasferta e l’idea di iniziare a creare un team (Italia). 
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? Beh, in assoluto la gara con le emozioni più belle sono per ora legate al primo arrivo alla 100km del Passatore nel 2016, gara che da Faentino ha un sapore speciale, e poi la prima è sempre la prima. 

Una grande crescita quantitativa e qualitativa del team Italia dell’ultramaratona grazie ai due grandi atleti Monica e Paolo che si mettono a disposizione del movimento e di ogni componente per cercare di migliorare dando consigli e invogliandoli a mettersi in gioco in gare nazionali e trasferte all’estero. 
Luigi ha esordito il 28 maggio 2016 alla 100 km del Passatore, Firenze-Faenza con il crono di 10h49’33” e migliorando ogni anno, il 27 maggio 2017 in 9h41’18”, il 26 maggio 2018 in 9h32’37”, il 25 maggio 2019 fa un bel salto di qualità con il crono di 8h19’18” che gli vale il gradino più basso del podio Cat. M35 e il 22 maggio 2021 è vicecampione italiano Cat. M35 100 km su strada (100 km del Passatore Special Edition) con il crono di 8h29’53”. 
A tal proposito segnalo il mio libro “La 100km del passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizioni Psiconline. 
Continuerai a limare il personal best? Come?
Assolutamente sì o almeno è quello che spero e per cui continuerò ad allenarmi con determinazione. Sicuramente per fare un salto di qualità, bisogna trovare dentro di sé ambizione, desiderio, e come detto prima tanta determinazione e senso di sacrificio, stringere i denti, superare le difficoltà, per cercare di ottenere il massimo dei risultati possibili. 

In effetti l’appetito vien mangiando, si cerca di fare sempre meglio soprattutto se si è stimolati da amici e tecnici che sfidano, coinvolgono, stimolano. 
Andresti in Puglia in occasione della 50km del Gargano? Mi sarebbe piaciuto tantissimo andarci, però dopo la trasferta olandese volevo dare più spazio a un periodo di stacco dalle ultra per dedicarmi a un periodo di qualità, con qualche gara veloce e qualche maratona. 
Prossimi obiettivi individuali e di squadra? Nei prossimi obiettivi personali c’è sicuramente quello di abbassare il PB su mezza e Maratona, gare che negli ultimi anni ho poco allenato dedicandomi di più alle ultra, ma so che per abbassare i tempi sulle ultramaratone (in particolare la 100km) è necessario abbassare anche i tempi sulle distanze corte. 

Per chi vuole ottenere risultati di prestigio è importante valutare ogni gara e ogni obiettivo, prendere decisioni oculate che non compromettano lo stato fisico di forma e tanti altri atleti come Luigi decidono di curare la qualità con gare di distanza inferiore come la maratona. In effetti 5-6’ sulla mezza e 10-15 minuti sulla maratona è possibile abbassare per poi puntare ad abbattere il muro delle 8 ore. 
Cosa ti rimane della gara: odori, suoni, immagini, storie, parole, frasi? La cosa che più mi è rimasta di questa avventura è il senso di appartenenza. Essere parte di quel gruppo, persone che come me condividono il sogno di quella maglia azzurra, ragazzi e ragazze speciali, ognuno con la divisa della propria società, ma che in gara e fuori gara, sembravano portare i miei stessi colori, eravamo unitissimi, come fossimo già parte del team Italia. Loro sono stati il regalo più bello di questa trasferta e mi hanno ispirato tantissimo facendomi uscire ancora più determinato. Poi essere al fianco di grandi campioni come Zambelli, Menegardi, Calcaterra, Monica e Paolo, Trevisan, e tanti altri che con la loro esperienza stanno aiutando a creare qualcosa di magnifico per il panorama dell’ultramaratona italiana. 

Bellissima testimonianza, il senso di appartenenza è un bel concetto che di questi tempi è carente in molti contesti, far parte di un gruppo che fatica, che sogna allo stesso modo e cercare di apprendere dagli altri insegnamenti utili per migliorare, per far bene, per tentare, per crederci, per osare, un grande gruppo costituito grazie a persone che ci credono.
 
Qual è stato il tuo percorso sportivo? Da piccolo ho sperimentato un po’ di tutto, basket, calcio, ho fatto anche l’arbitro di calcio…ma la bici mi ha fatto capire che da solo potevo, con sacrificio personale e determinazione, superare i miei limiti (alcuni anche solo mentali) e raggiungere importanti traguardi per poi passare alla corsa in cui eliminando anche il mezzo meccanico (bici) sei solo con te tue capacità. 
Come sei cambiato attraverso lo sport? Lo sport mi ha insegnato a incrementare la determinazione, superare le difficoltà, essere positivo nelle difficoltà e credere sempre che con il giusto impegno si possono ottenere grandi risultati. 

Lo sport di fatica offre tanti insegnamenti grazie all’esperienza fatta sulla propria persona, cercando modalità, tempi, spazi per allenarsi e uno stile di vita che possa permettere di puntare a vincere, andare a podio e sognare la maglia azzurra. 
Chi e cosa contribuisce al tuo benessere e performance? Sicuramente attorno a una performance ci sono non solo duro lavoro e resilienza ma anche persone, perché quando nell’ultramaratona sperimenti i tuoi limiti, serve anche qualcuno che ti aiuti: un allenatore, un coach presente, la famiglia che ti supporti e sopporti, nutrizionista, osteopata o fisioterapista… insomma se di performance si tratta, tante sono le cose da controllare e un aiuto esterno è indispensabile. 

In effetti man mano che si migliora ci si accorge che ci sono sempre altri dettagli da curare, e quindi ci si informa, documenta, si cercano modalità e strategie, professionisti che possano aiutare, consigliare, dare una mano, un punto di vista utile. 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? In realtà non ho mai chiesto cosa realmente pensino, ma da come partecipano alle mie avventure, a da come mi festeggiano, direi che ne sono quantomeno contenti. Una frase che ricordo di mio padre dopo una vittoria in gara fu: a saperlo prima ti portavo ad atletica da bambino”, quindi direi che è contento di me! 
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? Nelle difficoltà penso a mia moglie, al traguardo (anche quando non c’è) mi dà la forza, e mi ripeto come un mantra che la devo rendere orgogliosa e che quindi non posso mollare, e che finalmente al traguardo potrò rivederla. 

Avere un papà o una moglie o meglio ancora entrambi che aspettano all’arrivo di una gara è una grande gioia e da una grande forza e coraggio nel cercare di fare il meglio possibile per gratitudine nei loro confronti e per farli emozionare e renderli orgogliosi. 
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport? La cosa che maggiormente ho capito è che la forza di volontà è più forte di qualsiasi allenamento e che nello sport che pratico, nel running di lunga distanza, la mente è un buon 70% dell’allenamento, e mi sono riscoperto più forte di quanto credessi in questo (anche se ancora migliorabile). 
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? Credo che per ora il mio limite lo abbia sperimentato proprio quest’anno al campionato italiano di 100km di Imola, dove sono stato malissimo con lo stomaco già al 60º km, arrivando al termine con alle spalle 40km di pura sofferenza fisica e mentale. 

In effetti senza testa non si va da nessuna parte, nello sport di endurance bisogna avere sempre alta la motivazione sia in allenamento che in gara, allontanare i pensieri negativi e far emergere positività, ottimismo, fiducia in sé per continuare e non mollare fino alla fine. 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post gara)? Oramai l’allenamento è il miglior modo per liberarmi dai pensieri, dalla quotidianità e rimanere solo nei miei pensieri. Quando invece arrivo al periodo gara, inizio a essere super concentrato e a focalizzare l’obiettivo con quel misto di ansia, determinazione, adrenalina…poi parte la gara e… onestamente credo che io smetta di pensare, se non alla gara.  

Un buon allenamento non è solo quello dove si fatica tanto e si sopportano carichi di lavoro ma anche quello in cui ci si permette di scaricare, elaborare, pensare a quello che è successo nella giornata al lavoro e in famiglia a quello che si farà dopo l’allenamento, il giorno dopo, nei prossimi giorni. Ed è importante poi centrarsi e focalizzarsi per la gara, c’è solo quella di importante e bisogna essere presenti a se stessi, consapevoli delle proprie forze, capacità possibilità a seguito di un congruo periodo allenamento pianificato e mirato. 
La tua gara più estrema o più difficile?
Arriverà, qualcosa di nuovo arriverà, ma per ora sicuramente la più estrema è la 100km. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Crisi, infortuni o sconfitte le supero con la stessa determinazione e forza d’animo che ho in gara o allenamento. Bisogna sempre mantenere la calma e superare le difficoltà, con positività. Per dirla con una metafora ciclistica: “anche dopo la più dura delle salite, ci sarà sempre una discesa”. 

L’esperienza la fa da padrone, quando si affrontano, gestiscono, superano situazioni critiche e difficili come durissime e ripide salite si può mettere in conto che bisogna starci, essere pazienti e fiduciosi che il meglio arriverà impegnandosi e credendoci. 
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Fare sport è qualcosa di estremamente bello che ti fa capire chi sei e cosa puoi fare, ti fa vivere emozioni straordinarie e incontrare persone che come te hanno passione per quello che fanno. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?
Credo che sia utile, se capisci te stesso, capirai ancora meglio il tuo valore e dove puoi arrivare senza barriere e pregiudizi personali che alcune volte ci auto infliggiamo. 

In effetti lo sport fa capire come si era e da dove si è partiti, come si è ora e a che punto si è e dove si vuole arrivare e come sempre impegnandosi, credendoci e avvalendosi di persone esperte che sappiano guidare, sostenere, supportare, indirizzare. 

Sogni realizzati e da realizzare? Sicuramente per me che vivo nel mondo delle ultramaratone, aver l’occasione di poter correre con i propri idoli, è una emozione inspiegabile e, in Olanda, correre i primi 20km con Zambelli… beh momento magico, e vederlo chiamare il mio nome a ogni passaggio e incitarmi… beh non ha prezzo. Sicuramente poi poterne seguire le gesta difendendo, un giorno, i colori Italiani in una competizione internazionale, sarebbe il sogno da realizzare. 
 
Belle sensazioni ed emozioni, bella storia di persone che faticano insieme, Andrea Zambelli una persona che piano piano è riuscito anche a vincere la 100km del passatore oltre che a indossare più volte la maglia azzurra, e diverse volte ho pubblicato sue interviste:
Andrea Zambelli vince la prestigiosa 100km del Passatore da Firenze a Faenza.
Andrea Zambelli: Dopo la vittoria al Passatore, mi aspettavo la convocazione.
Come ti vedi a 50 anni? A ora sempre qui a correre e fare ciò che amo 
Ti ispiri a qualcuno? In un’altra intervista avevo detto che iniziai a correre seguendo Calcaterra durante una 100km e ne rimasi incantato a tal punto da lasciare la bici per la corsa. Ora però cerco di prendere il massimo esempio dal mio coach Paolo Bravi, non solo per curriculum ma per umanità, esperienza e amicizia, mi regala sempre stimoli nuovi e nuovi obiettivi, e so che posso sempre contare su di lui. Credo sia fondamentale avere punti di riferimento come lui nella mai attività sportiva e per questo posso solo dirgli 'Grazie di tutto!', e grazie lo dico anche a te carissimo Matteo, sempre carinissimo, con le tue domande riesci a farmi rivivere momenti fantastici vissuti grazie a questa magnifica disciplina 
 
Giorgio Calcaterra e Paolo Bravi due persone di grande riferimento del panorama attuale delle ultramaratone italiane per le loro imprese di valore atletiche e umano. Entrambi più volte disposti a parlare di sé rispondendo ad alcune mie domande per approfondire la loro conoscenza utile a tanti runner e ultrarunner:
Campionati mondiali 100km 2016: Giorgio Calcaterra settimo in 6h41’16 
https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/2016/11/campionati-mondiali-100km-giorgio.html 
Paolo Bravi: Per la terza volta consecutiva capitano di una grande Squadra 
Tanta gratitudine nei confronti di Luigi Pecora per la sua disponibilità a raccontare di sé e per le sue gentili parole. 
Un’intervista a Luigi è riportata nel libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline. 
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso. 

Ringrazio il celebre fotografo Sandro Marconi “Scrotofoto” per alcune sue foto. 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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