domenica 12 settembre 2021

Marco Menegardi vince la 100km di Winschoten 2021 in 6h37’09”

 L’anno prossimo voglio provare a scendere sotto le 6h30
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it
 

Sabato 11 settembre 2021 ha avuto luogo la 100 km di Winschoten in Olanda e l’Italia ha ben figurato con la vittoria di Marco Menegardi in 6h37’09” e il poker femminile formato da Francesca Bravi (7h43’45”), Federica Moroni (7h47’53”), Denise Tappatà (7h54’08”) e Lorena Brusamento (8h12’19”), arrivate al traguardo prima di tutte le altre avversarie. 

Settima donna Francesca Rimonda (8h15’50”) preceduta da Hinke Schokker (8h13’21”) e Lian Stadhouders (8h14’16”).

Marco Menegardi, già tre volte campione italiano (2017, 2019 e 2021), con crono eccezionale di 6h37’09”, ben al di sotto le 7 ore, ha preceduto Iulian Filipov (6h41’07”) e  Piet Wiersma (6h49’47”), a seguire Massimo Giacopuzzi (6h57’48”), Silvano Beatrici (7h06’58”), Filippo Bovanini (7h21’17”), Gabriele Turroni (7h21’56”), Martino Angelo Marzari (7h35’11”) e Giorgio Calcaterra 7h42'46".
Di seguito le impressioni di Marco attraverso risposte ad alcune mie domande.
Non era Campionato Mondiale e/o Europeo? No, però è una delle 100 km storiche a livello internazionale e l’organizzazione e il parterre è di alto livello per il tipo di gara.

La 100km di Winschoten spesso è stata valida quale Campionato Mondiale e/o Europeo e in passato pochissimi atleti italiani (3 uomini e 1 donna) hanno vinto questa gara: 14 settembre 2019 Matteo Lucchese 6h53’02”;  10 settembre 2011 Giorgio Calcaterra 06h27’32”; 10 settembre 2005 Monica Casiraghi 07h53’25”; 11 settembre 2004 Mario Ardemagni 06h18’24”.
Ti aspettavi la vittoria e soprattutto il crono ben al di sotto le 7 ore? Si, sapevo che potevo correre sotto i 4’ al km. Poi, come dico sempre, le gare bisogna correrle e sbagliare qualcosa e perdere minuti è veramente un attimo.

In effetti, una gara di 100km prevede tante incognite che si devono incastrare e a volte, basta uno stop, un imprevisto, una svista, un calo di forma in una fase della gara che potrebbe compromettere la prestazione.
Ci stai lavorando dal 2017? Ho cominciato a lavorarci dall' inizio di quest' anno. Il percorso terminerà tra 12 mesi.
Hai deciso di mettere da parte gli ultratrail? Se vuoi preparare una cosa bene devo fare delle scelte. Adesso voglio provare a essere il più competitivo su questa distanza. Alla fine dell'anno prossimo vedrò poi come continuare.
 
Nella vita ci sono fasi e cicli e bisogna fare delle scelte importanti portando avanti piani e progetti ambiziosi e sfidanti e tralasciando qualcos’altro di importante da poter riprendere in seguito, con serenità.
Che effetto ti fa indossare la maglia azzurra della nazionale? Non ho ancora indossato la maglia della nazionale però arrivare primo con la bandiera dell’Italia e sentire l’inno italiano sul podio dà ulteriori stimoli oltre a farti venire la pelle d’oca.
 
Non è facile indossare la maglia azzurra, nemmeno nelle ultramaratone, dove una volta erano in poche che si avvicinavano a questo tipo di competizioni, ora c’è più movimento, sempre più persone vogliono sperimentarsi nelle ultramaratone e ci sono anche più tecnici a disposizioni che possono seguire gli atleti, al contrario di alcuni anni fa che tecnici e allenatori sconsigliavano di preparare gare superiori alle maratone.
Comunque Marco ha dimostrato di ben valere la maglia azzurra conquistando per ben tre volte il titolo italiano, e con un crono ben al disotto di quello stabilito di solito come criterio di convocazione di 7h15’.
Come ti trovi nella squadra azzurra? È un progetto che è iniziato da poco. Le premesse sono ottime. Bisogna continuare a programmare e darsi occasioni di confronto come questa.
 

Per fare le cose fatte bene ed eccellere anche nello sport, c’è bisogno di progettualità, di persone che si dedicano alla disciplina sportiva con passione e competenza e da un po’ di anni la IUTA promuove l’ultramaratone sostenendo atleti, organizzatori di gare, tecnici.
Continuerai a limare il personal best? L’anno prossimo voglio provare a scendere sotto le 6h30.

Quando si è in ballo, si continua a ballare e a vedere cosa si riesce a ottenere continuando a focalizzarsi sui propri obiettivi derivanti da un’elevata autoconsapevolezza e autoefficacia, credendoci di poter continuare a esprimersi tirando fuori il massimo delle proprie risorse e potenzialità.
Verresti in Puglia in occasione della 50km del Gargano del 26 settembre? Mi sarebbe piaciuto molto ma gli impegni di lavoro non me lo permettono.
 
L’ultramaratona resta comunque uno sport non per professionisti ma per amatori e quindi, bisogna continuare a stare con i piedi per terra e portare avanti anche progetti lavorativi per sostenere se stesso e la propria famiglia, continuando a dedicare tempo anche alla passione sportiva che nel caso delle ultramaratone richiede tanto tempo.
Prossimi obiettivi individuali, di squadra, con la nazionale? Adesso devo aumentare la potenza del motore focalizzando meglio sulla maratona per essere poi più competitivo sulla 100 km.

Questo sembra essere un bel messaggio per gli ultramaratoneti, non solo e sempre ultramaratone ma curare anche la qualità con gare di distanza minore.
Cosa ti rimane della gara: odori, suoni, immagini, storie, parole, frasi? L’atmosfera di Winschoten dove tutto il Paese è fuori dalle case a incitarti mentre passi. I ragazzi italiani che mi incitavano e facevano assistenza. L’arrivo con la bandiera italiana e poi 100 km corsi tutti a più di 15 km /h.

Sembra essersi incastrate tante cose che hanno permesso a Marco di esprimere questa eccellente prestazione, e sembra pure che il meglio debba ancora venire cercando di puntare un obiettivo per volta.
Un’intervista a Marco è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: 
Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? 
La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
 
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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