giovedì 22 settembre 2022

Gianluca Allioli La 100 km del Passatore mi ha dato emozioni indescrivibili

 Vivo di Sogni e sono abituato a cercarmeli di nuovi 
Matteo SIMONE 
 

La 100km del Passatore è una gara faticosa e considerata estrema ma anche un grande obiettivo e una sfida di tanti runner e maratoneti che spesso la scia sensazioni ed emozioni uniche e altre volte lascia il segno se non la si affronta con rispetto e preparazione senza improvvisare e senza superficialità. 

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Gianluca (Calcaterra Sport ASD) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Il mio percorso nasce da mio padre anche lui podista per 40 anni, mio totale totem nella vita sportiva e non. Faccio sport dall’età di 8 anni facendo calcio fino ai 18 anni. Poi nel 1996 nell’Esercito inizio con alterna fortuna nell’atletica in pista che dopo soli 2 anni per 2 infortuni al ginocchio decido di lasciare per dedicarmi alla palestra fino all’età di 29 anni. Da lì ad adesso ho ripreso a correre con sempre enormi aspettative personali ma anche esterne… dove però non sono mai coincisi grandi risultati. Sono ultramaratoneta da 5 anni, ho allenatore (Alessandro Rastello che è una leggenda), fisioterapista e nutrizionista che comunque ho quasi sempre avuto. Pratico a cicli più o meno saltuari anche nuoto, bike e palestra. Sui social mi chiamo Gianlu Run, soprannome che mi ha dato una cara amica dopo una gara in pista che feci nel 2013 e da lì non ho più tolto. Piccoli e grandi infortuni… impegni lavorativi e famigliari… sono sempre da tenere conto per tutti in un percorso che cmq vuol dire enormi sacrifici di ogni tipo.  


La pratica di uno sport non significa rincorrere solamente risultati ottimali ma anche applicarsi notando quello che succede e cercando di sperimentare benessere psicofisico, emotivo e relazionale seguendo uno stile di vita sano ed equilibrato.
 
Come sei cambiato attraverso lo sport? Lo sport ti cambia in meglio, ti tempra, ti migliora e ti aiuta in tutte le fasi della vita, quindi penso mi abbia cambiato in meglio. 
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport? Una grande forza mentale e un'ottima resistenza fisica. 

In effetti lo sport è una buona abitudine nella vita di una persona, un’opportunità per farsi del bene frequentando brava gente e seguendo stili corretti di vita lontani da vizi e tentazioni negative. 
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più̀ belle? Sicuramente la 100 km del Passatore mi ha dato emozioni indescrivibili che sicuramente ripeterò. 

Se la prima volta al Passatore se ne esce non dico bene ma soddisfatti allora si vuol riprovare con più consapevolezza di quello a cui s va incontro e non si vede l’ora di rimettersi in gioco più preparati e con più esperienza.
 
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? Si, ho fatto diverse massacranti gare in Montagna con dislivelli importanti e mi sono più volte scontrato contro il mio limite per portarle a termine nel migliore modo possibile. 
La tua gara più̀ estrema o più̀ difficile? La gara in montagna su per arrivare ai 3000 metri e oltre dello Chaberton, ma in generale in tutte le gare in montagna con dislivelli importanti. 

La corsa su sentieri di montagna è molto faticosa ma affascina tantissimo, bisogna are attenzione a non perdersi, a non o cascare, al clima che potrebbe cambiare da un momento all’altro, ma i paesaggi che si attraversano sono stupendi ed eccezionali, ne vale proprio la pena di faticare anche se si tratta di salite impervie e lunghissime. 
Cosa ti ha fatto mollare e/o cosa ti fa continuare a fare sport? Non posso pensare di non fare sport. Ho sempre fatto sport. Sono stato più volte fermo per infortuni sia da ragazzino che da adulto e sono stato anche operato (al menisco) ma non ho mai pensato di mollare nemmeno davanti a problemi ben più importanti che capitano a tutte le persone nella vita. Non fa parte di me non affrontare i problemi. 

Per tanti lo sport è vitale, non se ne può fare a meno, diventa un bisogno indispensabile e necessario come respirare, bere, mangiare, dormire.
 
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? A mio figlio che ha 15 anni ripeto sempre la stessa cosa: lo Sport sano, vero, senza scorciatoie, senza aiuti ti fa essere una persona migliore sotto tutti i punti di vista. La disciplina che insegna lo Sport è un patrimonio. Ragazzi lo Sport è vita. Divertitevi e crescete insieme allo Sport! 

Concordo, tutto vero, un’ottima educazione di sana pratica sportiva che si può tramandare di padre in figlio, contagiando e coinvolgendo altri bambini e altri padri a fare sport insieme faticando ma anche divertendosi e notando progressi ed eventuali risultati che con il tempo e l’impegno e credendoci possono arrivare. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Può essere importante in tante situazioni sicuramente serve. 
Sogni realizzati? Prossimi obiettivi?
Vivo di Sogni e sono abituato a cercarmeli di nuovi in continuazione quindi i prossimi non li dico mentre quelli realizzati sono appunto realizzati e li porto nel cuore. Guardo poco dietro di me, nella vita sono abituato a guardare avanti. 

La vita è fatta di progetti, stimoli, sfide da raggiungere con passione, motivazione, determinazione, impegno con la consapevolezza di apprezzare tutto ciò di buono che si riesce a fare portandolo sempre nel cuore e nella mente. 
Per approfondimento del mondo degli ultramaratoneti segnalo i seguenti mei libri: 
"Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida", Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019. 
La 100km del passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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