Matteo Simone
Il 17 e 18 settembre 2022, si svolgeranno a Verona i Campionati Europei 24h di corsa su strada e gli atleti italiani convocati sono i seguenti:
Alessio Filippo Gazzo, Matteo Grassi, Tiziano Marchesi, Benito Pasquariello, Alex Tucci, Marco Visintini, Elisa Bellagamba, Lorena Brusamento, Francesca Canepa, Eleonora Rachele Corradini, Elena Fabiani, Francesca Ferraro.
Fanno parte dello Staff i tecnici Paolo Bravi e Monica Casiraghi, Hermann Achmueller e i fisioterapisti Andrea Caspani e Francesco Destito.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di alcuni atleti attraverso risposte ad alcune mie domande.
Complimenti per la convocazione, te l'aspettavi? Alessio: Si.
Matteo: Ho iniziato a praticare la 24 ore nel 2019 anno in cui ho anche vestito per la prima volta la maglia azzurra ai mondiali di Albi. Da allora come noto le competizioni internazionali sono state annullate, dapprima l'europeo 2020, poi il mondiale 2021.
Benito: Me lo aspettavo perché a Cinisello avevo raggiunto il quantitativo di km per andare agli Europei. Ci avevo già provato a Biella a raggiungere i 230 km, ma lì una serie di cose mi hanno fatto rinunciare al sogno ed è stato il mio primo abbandono. Alex: La convocazione non è una cosa che ti aspetti, ma è un qualcosa su cui devi lavorare e desiderare con tutto te stesso. Quando a Venezia ho ottenuto il minimo sapevo di poter fare bene, ma comunque era la mia prima 24h dopo Biella del 2021 quando sono stato costretto al ritiro prima di metà gara.
Marco: Ciao Matteo, si sapevo di essere fin da subito nei convocati, avendo un buon PB.
Indossare una maglia della nazionale è un sogno di tanti atleti che devono impegnarsi con costanza, passione, determinazione, credendoci sempre e cercando di fare progressi non trascurando nessun dettaglio che potrebbe essere utile alla performance. Il record italiano 24 ore di corsa su strada è detenuto ancora da Ivan Cudin che vanta 266,702 e risale all’8 dicembre 2013 a Taipei (TPE), il secondo italiano di sempre è Marco Visintini con 263,284 km lo scorso 23 ottobre 2021 a Brugg (SUI). Il terzo italiano di sempre è Alessio e precisamente il 15 maggio 2022 a Cinisello Balsamo (MI), si è pienamente meritato la maglia azzurra vincendo il titolo italiano 24 ore di corsa su strada con un’eccellente prestazione di 252,042 km.
Cosa è stato determinante? Cosa cambia ora? Ti senti pronto? Che intenzioni hai?
Alessio: La volontà di eccellere. Ottimizzare quanto fatto finora. Provato dal Covid in ballo. Eccellere.
Matteo: In questi anni ho mantenuto l'interesse per la disciplina e in particolare lo scorso anno ho fatto un buon risultato al campionato italiano. Misura che mi ha permesso di essere in squadra per questo europeo. Nessuna sorpresa quindi. Ciononostante c'è una bella dose di emozione. Emozione che cresce e sta crescendo in questi ultimi giorni di preparazione. Mi presenterò a Verona sereno e come sempre darò il 110%. Benito: Di determinante è stata la testardaggine a non abbandonare il sogno e anche il mio modo di allenarmi. Ora bisogna onorare la maglia e continuare così. Direi che sono pronto a fare la mia gara cercando di non deludere me stesso e chi fa il tifo per me. Adesso mi godo la mia convocazione e non vedo l'ora che arrivi il 17 per incontrare tutti i miei compagni di squadra.
Alex: Sicuramente il fatto che ci ho sempre creduto. Negli ultimi 4 anni, ogni giorno ho sempre sognato e desiderato di andare in nazionale. Inoltre, il giorno della gara di Venezia penso che se non avessi avuto mia moglie Grazia al mio fianco, mi sarei ritirato. È stata lei a metà gara a spronarmi a ripartire quando non riuscivo più a muovermi per una lunga crisi. Ora non cambia nulla se non il fatto di onorare la maglia cercando di fare una gran gara. Sarebbe bello migliorare il mio personale di 237 km.
Marco: Determinante è stato l'impegno e costanza che non per tutti sono il cibo quotidiano. Ora cambia che avrò l'onore di indossare la maglia azzurra. Se mi sento pronto? Ormai non c'è più tempo per inventarsi nulla, comunque sono soddisfatto di questa mia stagione di gare, farò il possibile per difendere la maglia azzurra. Il pronostico non so, sarei soddisfatto di alzare l'asticella del mio PB, ma bisogna vedere come sarà il tracciato di gara.
Una lunga attesa, un lungo percorso di gare propedeutiche a questo grande appuntamento. Finalmente arriverà il grande giorno con la maglia azzurra della nazionale italiana e si cercherà di fare il massimo per se stessi e per la squadra Italia. La performance, i personal best, i successi si costruiscono con impegno quotidiano, giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, gara dopo gara con predisposizione alla fatica e apprendendo dall’esperienza, mettendosi in gioco.
I sogni vanno rincorsi con tenacia e determinazione, mettendosi in gioco e cercando di apprendere sempre da qualsiasi esperienza uscendone sempre arricchiti e riuscendo a coronare il sogno maglia azzurra, molto ambito da tanti. Indossare una maglia azzurra è sempre un onore per gli atleti che rappresentano la nazione Italia in gare internazionali, un sogno ci si realizza dopo tanto impegno, passione e fatica.
Cosa ne pensano le persone che ti circondano?
Alessio: Gran entusiasmo.
Matteo: Ho tenuto sotto traccia il mio impegno con l'europeo fino a pochi giorni fa quando ho ricevuto a casa la divisa della nazionale. In quel momento ho fatto outing.
Benito: La mia famiglia è entusiasta del risultato ottenuto e i miei bambini quando hanno visto la canotta dell'Italia erano più emozionati di me.
Alex: Sono circondato da una famiglia meravigliosa che crede in me. Mi spronano e fare sempre meglio e a non mollare. Sono fortunato.
Marco: Le persone vicino, mi danno forza sono sicuri che saprò gestire al meglio questa gara.
Importante essere sostenuto soprattutto nei momenti più difficili o nelle gare importanti dove bisogna essere sereni e concentrati per l’obiettivo sfidante. La maglia azzurra è una grande soddisfazione, un grande onore ma anche una grande responsabilità, ci sono gli occhi puntati da parte di tanti e l'atleta potrebbe sentire la pressione e il dovere di non deludere le aspettative. Bisogna cercare di essere sereni, tranquilli, attivati al punto giusto e centrati nel proprio obiettivo di fare del proprio meglio a livello individuale e di squadra con la consapevolezza che si è lavorato bene e si tratta di mettersi in gioco tirando fuori ogni minima risorsa nascosta.
Una parola o una frase che porterai agli Europei?
Alessio: Quanto dannatamente lo vuoi. Non è finita finché non è finita.
Benito: Non sono scaramantico ma una cosa che mi sono promesso è quella di non mollare e affrontare la gara con umiltà come ho sempre fatto.
Alex: La mia frase è sicuramente la stessa utilizzata a Venezia. “Fermati quando hai finito e non quando sei finito”. Me lo ripeterò come un mantra. L’altra volta ha funzionato. Un’altra cosa che funziona molto nei momenti di crisi è pensare a tutte quelle persone che vorrebbero stare al posto mio anche solo per correre un singolo km e non possono farlo.
Marco: Una frase: È duro fallire, ma è ancora peggio non aver mai provato ad avere successo.
Nelle 24 ore di corsa di gara c’è tempo per pensare, riflettere, elaborare, aiutarsi con risorse interne, collegandosi intimamente con cuore e mente con persone care che in qualche modo possono dare un contributo da casa anche solo pensandole. È importante essere consapevoli delle proprie potenzialità, capacità, caratteristiche e limite e cercare di non strafare per non compromettere la prestazione individuale e di squadra, osare sì ma senza strafare.
Negli sport di endurance come la 24 ore di corsa a piedi, bisogna avere sempre fiducia, bisogna recuperare possibilmente ma cercare di non mollare arrivando al traguardo senza compromettere la salute psicofisica. Le crisi si mettono in conto, bisogna accettarle, accoglierle, addomesticarle e mettersele dietro per andare avanti a guadagnarsi quanto voluto, sognato, meritato, con sudore, fatica, allenamento, prove ed errori.
Ora che si è in ballo, che si è riusciti a coronare un grande sogno maglia azzurra, bisogna ballare nel miglior modo possibile per onorare questa preziosa maglia.
Cosa c'è dietro una convocazione in Nazionale?
Alessio: Fare il possibile e l'impossibile.
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Foto di Luca Bonanni |
Benito: Dietro una convocazione in nazionale c'è tanto sacrificio e tanto duro allenamento. Ma essere ultra vuol dire anche quello e se devo essere sincero se le cose non te le guadagni non c'è nemmeno la soddisfazione di raggiungere certi obbiettivi. Grazie mille e sempre un piacere rispondere alle tue domande.
Alex: Tanti sacrifici, allenamenti da incastrare con il lavoro, la famiglia e gli impegni quotidiani. Ma anche tanta volontà e determinazione. La maglia azzurra la devi desiderare tanto e non sempre è detto che si arrivi a indossarla. So di essermi meritato questo traguardo, ma allo stesso tempo mi sento anche tanto fortunato e privilegiato.
Marco: Dietro ad una convocazione ci sono anni e anni di allenamenti costanti e la speranza di fare un ottimo risultato in vista dei mondiali a Taipei.
Ogni gara è un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza, si scopre quanto si vale, si prova a fare sempre meglio e si punta a quella successiva con un bagaglio di esperienza appresa. Senza il duro lavoro non si arriva da nessuna parte, un grande sogno riuscito a trasformare in realtà.
È bello quando la fatica viene ripagata da successi, convocazioni, emozioni e sensazioni intense che alimentano la voglia di impegnarsi e fare sempre meglio. Per far parte della nazionale, bisogna crederci fino alla fine, impegnarsi con costanza, passione, determinazione e fare anche i salti mortali per trasformare sogni sfidanti ma non impossibili in realtà.
Psicologo, Psicoterapeuta
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