Matteo Simone
Il 17 e 18 settembre 2022, si sono volti a Verona i Campionati Europei 24h di corsa su strada e l’Italia ha messo in campo i seguenti 12 atleti:
Alessio Filippo Gazzo, Matteo Grassi, Tiziano
Marchesi, Benito Pasquariello, Alex Tucci, Marco Visintini, Elisa Bellagamba,
Lorena Brusamento, Francesca Canepa, Eleonora Rachele Corradini, Elena Fabiani,
Francesca Ferraro.
Inoltre, hanno fatto parte dello Staff i
tecnici Paolo Bravi e Monica Casiraghi, Hermann Achmueller e i fisioterapisti
Andrea Caspani e Francesco Destito.
La gara è stata vinta dal Lituano Aleksandr
Sorokin che ha totalizzato 319,614km stabilendo la miglior prestazione mondiale
che supera la precedente di 309.399 km ottenuta
da lui stesso il 28-29 agosto 2021. Completano il podio il
polacco Andrzej Piotrowski 301,859 e Marco Visintini che stabilisce il record
italiano con 288,438 km, il
precedente record italiano era detenuto da Ivan Cudin 266,702km l’8 dicembre
2013 a Taipei (TPE).
Ottime
anche le prestazioni di altri due italiani Alex Tucci 245,885 km e Tiziano Marchesi 243,718 che permettono
all’Italia di classificarsi al 5° posto nella classifica di squadra maschile
vinta dalla Polonia e a seguire Lituania e Spagna.
La gara femminile è stata vinta dalla polacca
Patrycja Bereznowska 256,250 precedendo la francese Stphanie Gicquel 253,581km
e la polacca Malgorzata Pazda-Pozorska 251,806.
Le migliori tre italiane sono state: Rachele
Eleonora Corradini che ha stabilito il record italiano con 235,677, il
precedente record di 231.390
km era detenuto da Monica Casiraghi dal 13-14
maggio 2010 (Les 24 heures de Brive) (FRA); Elisa Bellagamba 220,645km
ed Elena Fabiani 214,370.
La squadra italiana femminile si classifica
al 5° posto e la squadra vincitrice è stata anche per le donne la Polonia che
ha preceduto Francia e Germania.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Aleksandr
Sorokin attraverso risposte ad alcune mie domande a seguito del suo precedente
record del mondo 24 ore.
Cosa
e chi ha contribuito al tuo record? Ci
sono poche cose: ho un allenatore dal 2019 è un ragazzo polacco Sebastian
Białobrzeski, che lavora con me gratuitamente. La pandemia mi aiuta, perché il
mio lavoro al casinò è stato chiuso e tutto il tempo libero mi concentro sulla
corsa, come un professionista.
Come
sono cambiati gli allenamenti nel corso degli anni?
Faccio allenamenti più veloci una volta
alla settimana. Più lavoro in palestra.
Quali
qualità, risorse, caratteristiche ti hanno permesso di ottenere il record?
Cosa ti spinge a correre le
ultramaratone? Prima di tutto la
motivazione, l'amore per la corsa, voglio vedere quali sono i miei limiti o i
limiti sono solo nelle nostre teste.
A
cosa dovevi prestare attenzione nella pratica del tuo sport?
Tutte le cose sono importanti: soluzioni
di allenamento-riposo, cibo, salute mentale.
Cosa
hai scoperto di te stesso in situazioni difficili?
Possiamo di più.
Hai
un riferimento? Ti sei ispirato a qualcuno? Non ci sono persone che mi ispirano. Cerco
solo di prendere il meglio da tutti.
Quali
sono gli allenamenti più importanti? Tutto è importante. I miei migliori allenamenti sono la corsa lunga
solo tu e la pista, la musica…
Una
parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili?
Pensa questo: il dolore se ne andrà, ma
cosa posso fare se ne andrà per sempre.
Cosa
dicono di te parenti, amici, colleghi, avversari?
Ragazzo pazzo, che corre. Sto scherzando.
Sento solo amore e rispetto da parte loro.
Qualche
consiglio per chi vuole correre le ultramaratone?
I limiti sono solo nelle nostre teste.
Vai per il tuo sogno!
Per ottenere record del mondo bisogna
lavorare come i professionisti, non solo corsa per tante ore, ma anche curare
qualità, forza e potenza per essere resistenti nel tempo ma senza far scadere
la velocità. Bisogna essere motivati e determinati e focalizzati per portare a
termine simili imprese, bisogna avere un fisico bestiale e una mente centrata,
focalizzata per il raggiungimento dell’obiettivo ascoltando i consigli
dell’allenatore.
I record si raggiungono prima con la
testa, credendoci, volendolo pienamente, amando quello che si fa, con una
altissima motivazione intrinseca e poi impegnandosi giorno per giorno con
l’unico pensiero di andare a centro, di andare a prendersi il risultato ambito
e sperato, e come dice Aleksandr parte tutto dalla testa, se in testa non
abbiamo limiti, il corpo nemmeno li ha, va avanti a seguire l’obiettivo.
Per riuscire bene in qualcosa ci vuole
tanto amore per quello che si fa, solo così si riesce a trovare il flow, una
sensazione di trance che ti fa volare correndo. Non bisogna sottovalutare
nulla, corpo, cuore e mente devono essere a posto, essere alleati, lavorare
insieme facendo squadra per lo stesso obiettivo, star bene e ottenere la peak
performance.
Gli ultramaratoneti sono considerati
sempre dei pazzi, folli, bizzarri, ma poi tutti sono curiosi e chiedono come
fanno, come si fa, cosa spinge, dove trovano tanta forza, energie, coraggio.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di alcuni
atleti italiani attraverso risposte ad alcune mie domande prima della gara.
Ti
senti pronto?
Che intenzioni hai?
Alessio: Ottimizzare quanto fatto finora. Eccellere.
Benito: Direi che sono pronto a fare la mia
gara cercando di non deludere me stesso e chi fa il tifo per me.
Alex: Onorare la maglia cercando di fare
una gran gara. Sarebbe bello migliorare il mio personale di 237 km.
Marco: Avrò l'onore di indossare la maglia azzurra. Se mi sento
pronto? Ormai non c'è più tempo per inventarsi nulla, comunque sono soddisfatto
di questa mia stagione di gare, farò il possibile per difendere la maglia
azzurra. Il pronostico non so, sarei soddisfatto di alzare l'asticella del mio
PB, ma bisogna vedere come sarà il tracciato di gara.
Una
lunga attesa, un lungo percorso di gare propedeutiche a questo grande
appuntamento. La performance, i personal best, i
successi si costruiscono con impegno quotidiano, giorno dopo giorno,
allenamento dopo allenamento, gara dopo gara con predisposizione alla fatica e
apprendendo dall’esperienza, mettendosi in gioco.
I
sogni vanno rincorsi con tenacia e determinazione, mettendosi in gioco e
cercando di apprendere sempre da qualsiasi esperienza uscendone sempre
arricchiti e riuscendo a coronare il sogno maglia azzurra, molto ambito da
tanti. Indossare una maglia azzurra è sempre un
onore per gli atleti che rappresentano la nazione Italia in gare
internazionali, un sogno ci si realizza dopo tanto impegno, passione e fatica.
Indossare
una maglia della nazionale è un sogno di tanti atleti che devono impegnarsi con
costanza, passione, determinazione, credendoci sempre e cercando di fare
progressi non trascurando nessun dettaglio che potrebbe essere utile alla
performance.
La
maglia azzurra è una grande soddisfazione, un grande onore ma anche una grande
responsabilità, ci sono gli occhi puntati da parte di tanti e l'atleta potrebbe
sentire la pressione e il dovere di non deludere le aspettative. Bisogna
cercare di essere sereni, tranquilli, attivati al punto giusto e centrati nel
proprio obiettivo di fare del proprio meglio a livello individuale e di squadra
con la consapevolezza che si è lavorato bene e si tratta di mettersi in gioco
tirando fuori ogni minima risorsa nascosta.
Una
parola o una frase che porterai agli Europei?
Alessio: Quanto dannatamente lo vuoi. Non
è finita finché non è finita.
Benito: Non sono scaramantico ma una cosa
che mi sono promesso è quella di non mollare e affrontare la gara con umiltà
come ho sempre fatto.
Alex: La mia frase è sicuramente la stessa
utilizzata a Venezia. “Fermati quando hai finito e non quando sei finito”. Me
lo ripeterò come un mantra. L’altra volta ha funzionato. Un’altra cosa che
funziona molto nei momenti di crisi è pensare a tutte quelle persone che
vorrebbero stare al posto mio anche solo per correre un singolo km e non
possono farlo.
Nelle
24 ore di corsa di gara c’è tempo per pensare, riflettere, elaborare, aiutarsi
con risorse interne, collegandosi intimamente con cuore e mente con persone
care che in qualche modo possono dare un contributo da casa anche solo
pensandole. È importante essere consapevoli delle proprie potenzialità,
capacità, caratteristiche e limite e cercare di non strafare per non
compromettere la prestazione individuale e di squadra, osare sì ma senza
strafare.
Negli
sport di endurance come la 24 ore di corsa a piedi, bisogna avere sempre
fiducia, bisogna recuperare possibilmente ma cercare di non mollare arrivando
al traguardo senza compromettere la salute psicofisica. Le crisi si mettono in conto, bisogna accettarle,
accoglierle, addomesticarle e mettersele dietro per andare avanti a guadagnarsi
quanto voluto, sognato, meritato, con sudore, fatica, allenamento, prove ed
errori.
Alessio: Fare il possibile e
l'impossibile.
Benito: Dietro una convocazione in nazionale
c'è tanto sacrificio e tanto duro allenamento. Ma essere ultra vuol dire anche
quello e se devo essere sincero se le cose non te le guadagni non c'è nemmeno
la soddisfazione di raggiungere certi obbiettivi. Grazie mille e sempre un
piacere rispondere alle tue domande.
Alex: Tanti sacrifici, allenamenti da
incastrare con il lavoro, la famiglia e gli impegni quotidiani. Ma anche tanta
volontà e determinazione. La maglia azzurra la devi desiderare tanto e non
sempre è detto che si arrivi a indossarla. So di essermi meritato questo
traguardo, ma allo stesso tempo mi sento anche tanto fortunato e privilegiato.
Marco: Dietro
ad una convocazione ci sono anni e anni di allenamenti costanti e la speranza
di fare un ottimo risultato in vista dei mondiali a Taipei.
Ogni gara è un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza,
si scopre quanto si vale, si prova a fare sempre meglio e si punta a quella
successiva con un bagaglio di esperienza appresa. Senza il duro lavoro non si arriva
da nessuna parte, un grande sogno riuscito a trasformare in realtà.
È
bello quando la fatica viene ripagata da successi, convocazioni, emozioni e
sensazioni intense che alimentano la voglia di impegnarsi e fare sempre meglio.
Per far parte della nazionale, bisogna crederci fino alla fine, impegnarsi con
costanza, passione, determinazione e fare anche i salti mortali per trasformare
sogni sfidanti ma non impossibili in realtà.
Matteo
SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta
380-4337230
- 21163@tiscali.it
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