Matteo Simone
Alessio Filippo Gazzo, Matteo Grassi, Tiziano
Marchesi, Benito Pasquariello, Alex Tucci, Marco Visintini, Elisa Bellagamba,
Lorena Brusamento, Francesca Canepa, Eleonora Rachele Corradini, Elena Fabiani,
Francesca Ferraro.
Inoltre, hanno fatto parte dello Staff i
tecnici Paolo Bravi e Monica Casiraghi, Hermann Achmueller e i fisioterapisti
Andrea Caspani e Francesco Destito.
La gara è stata vinta dal Lituano Aleksandr
Sorokin che ha totalizzato 319,614km stabilendo la miglior prestazione mondiale
che supera la precedente di 309.399 km ottenuta
da lui stesso il 28-29 agosto 2021.
Completano il podio il
polacco Andrzej Piotrowski 301,859 e Marco Visintini che stabilisce il record
italiano con 288,438 km, il
precedente record italiano era detenuto da Ivan Cudin 266,702km l’8 dicembre
2013 a Taipei (TPE).
Ottime
anche le prestazioni di altri due italiani Alex Tucci 245,885 km e Tiziano Marchesi 243,718 che permettono
all’Italia di classificarsi al 5° posto nella classifica di squadra maschile
vinta dalla Polonia e a seguire Lituania e Spagna.
La gara femminile è stata vinta dalla polacca
Patrycja Bereznowska 256,250 precedendo la francese Stphanie Gicquel 253,581km
e la polacca Malgorzata Pazda-Pozorska 251,806.
Le migliori tre italiane sono state: Rachele
Eleonora Corradini chew ha stabilito il record italiano con 235,677, il
precedente record di 231.390
km era detenuto da Monica Casiraghi dal 13-14
maggio 2010 (Les 24 heures de Brive) (FRA); Elisa Bellagamba 220,645km
ed Elena Fabiani 214,370. La squadra italiana femminile si classifica al 5°
posto e la squadra vincitrice è stata anche per le donne la Polonia che ha
preceduto Francia e Germania.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marco
Visintini attraverso risposte ad alcune mie domande prima dell’Europeo 24h a Verona.
Quali
sono gli ingredienti del successo? “Per il successo sono
necessarie tante ore di allenamento, sacrificio e forza di volontà”.
La
volontà smuove le montagne, fa credere nel riuscirci in qualcosa, fa impegnare
quotidianamente con il pensiero di ottenere ciò che ci si prefigge e poi avere
qualcuno che aiuta tanto meglio soprattutto se è un esperto ultrarunner e sa
cosa significa faticare per tante ore e tanti chilometri attraversando momenti
di luce e di buio.
Per ottenere record bisogna lavorare
come i professionisti, non solo corsa per tante ore, ma anche curare qualità,
forza e potenza per essere resistenti nel tempo ma senza far scadere la
velocità. Bisogna essere motivati e determinati e focalizzati per portare a
termine simili imprese, bisogna avere un fisico bestiale e una mente centrata,
focalizzata per il raggiungimento dell’obiettivo ascoltando i consigli
dell’allenatore.
Con
l'esperienza è cambiato il modo di allenarti e/o gestire la gara? “Con
l'esperienza ho imparato a gestire la fatica e ho aumentato il numero di km per
allenamento”.
I
record si raggiungono prima con la testa, credendoci, volendolo pienamente,
amando quello che si fa, con una altissima motivazione intrinseca e poi
impegnandosi giorno per giorno con l’unico pensiero di andare a centro, di
andare a prendersi il risultato ambito e sperato.
Cosa
diresti a Marco di 10 anni fa? “Se ti impegni i risultati si
vedono con il tempo. Questo richiede sacrifici, ma ne vale la pena”.
Sembra che Marco ci abbia saputo fare, ha
creduto in se stesso, si è impegnato con fiducia giorno dopo giorno in attesa
del grande risultato. Per riuscire bene in qualcosa ci vuole
tanto amore per quello che si fa, solo così si riesce a trovare il flow. Non
bisogna sottovalutare nulla, corpo, cuore e mente devono essere a posto, essere
alleati, lavorare insieme facendo squadra per lo stesso obiettivo, star bene e
ottenere la peak performance.
Come
ti vedi tra 10 anni?
“Spero di essere in forma tra 10 anni. La corsa farà
sicuramente parte della mia vita ma senza grandi pretese o progetti”.
Sembra che per Marco il meglio debba ancora
venire con tanti propositi di gare e risultati da riconfermare e consolidare. I sogni vanno rincorsi con tenacia e
determinazione, mettendosi in gioco e cercando di apprendere sempre da
qualsiasi esperienza uscendone sempre arricchiti e riuscendo a coronare il
sogno maglia azzurra, molto ambito da tanti. Indossare
una maglia azzurra è sempre un onore per gli atleti che rappresentano la
nazione Italia in gare internazionali, un sogno ci si realizza dopo tanto
impegno, passione e fatica.
Ti
senti un riferimento per altri ultrarunner? “Penso che molti atleti possano vedere in me una persona
che, se pur non professionista, può raggiungere ottimi risultati. Questo può
motivare a migliorarsi sempre più”.
Un
bell’esempio di atleta che sa il fatto suo impegnandosi e credendoci che riesce
a trasformare sogni in realtà. Indossare una maglia della nazionale è un sogno
di tanti atleti che devono impegnarsi con costanza, passione, determinazione,
credendoci sempre e cercando di fare progressi non trascurando nessun dettaglio
che potrebbe essere utile alla performance.
Un
messaggio per avvicinare persone allo sport? “Non lo so. Posso solo dire che per me la corsa
rappresenta uno sfogo e mi fa star bene (forse è diventata una dipendenza, non
posso farne a meno). Ma è anche occasione per stare in compagnia e conoscere
nuove persone, con cui si condivide una passione comune”.
Nelle
24 ore di corsa di gara c’è tempo per pensare, riflettere, elaborare, aiutarsi
con risorse interne, collegandosi intimamente con cuore e mente con persone
care che in qualche modo possono dare un contributo da casa anche solo
pensandole. È importante essere consapevoli delle proprie potenzialità,
capacità, caratteristiche e limite e cercare di non strafare per non
compromettere la prestazione individuale e di squadra, osare sì ma senza
strafare.
Complimenti per la convocazione, te l'aspettavi? Ciao Matteo, si
sapevo di essere fin da subito nei convocati, avendo un buon PB.
Una
lunga attesa, un lungo percorso di gare propedeutiche a questo grande
appuntamento. La performance, i personal best, i
successi si costruiscono con impegno quotidiano, giorno dopo giorno,
allenamento dopo allenamento, gara dopo gara con predisposizione alla fatica e
apprendendo dall’esperienza, mettendosi in gioco.
Che intenzioni hai? Il pronostico non so, sarei soddisfatto di
alzare l'asticella del mio PB, ma bisogna vedere come sarà il tracciato di gara. Avrò l'onore di indossare la
maglia azzurra.
Indossare una maglia azzurra è sempre un onore per gli atleti
che rappresentano la nazione Italia in gare internazionali, un sogno ci si
realizza dopo tanto impegno, passione e fatica.
La
maglia azzurra è una grande soddisfazione, un grande onore ma anche una grande
responsabilità, ci sono gli occhi puntati da parte di tanti e l'atleta potrebbe
sentire la pressione e il dovere di non deludere le aspettative. Bisogna
cercare di essere sereni, tranquilli, attivati al punto giusto e centrati nel
proprio obiettivo di fare del proprio meglio a livello individuale e di squadra
con la consapevolezza che si è lavorato bene e si tratta di mettersi in gioco
tirando fuori ogni minima risorsa nascosta.
Ti senti pronto? Se mi sento pronto? Ormai non c'è più tempo
per inventarsi nulla, comunque sono soddisfatto di questa mia stagione di gare,
farò il possibile per difendere la maglia azzurra.
Un ottimo anno 2022 per Marco, iniziando con l’ottimo crono di
7h22’09” il 19 febbraio alla 100km del Conero - 1° Memorial Mimmo Strazzullo e
proseguendo con quattro vittorie in gare di ultramaratona: 30 aprile e 1°
maggio, Ultramarathon Festival Venice 24h con 255,693 km; 14 maggio, Cinisello
Balsamo Running Festival 12h con 141,646 km; 2 luglio, Asolo 100 km in
8h27’17”; 31 luglio, Ultramaratona del Gran Sasso 50km in 3h22’17”.
Cosa ne pensano le persone che ti circondano? Le persone vicino mi danno forza, sono sicuri che saprò gestire al meglio questa gara.
Cosa c'è dietro una convocazione in Nazionale? Dietro ad una
convocazione ci sono anni e anni di allenamenti costanti e la speranza di fare
un ottimo risultato in vista dei mondiali a Taipei.
Ogni gara è un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza,
si scopre quanto si vale, si prova a fare sempre meglio e si punta a quella
successiva con un bagaglio di esperienza appresa. Negli sport di endurance come la 24
ore di corsa a piedi, bisogna avere sempre fiducia, bisogna recuperare
possibilmente ma cercare di non mollare arrivando al traguardo senza
compromettere la salute psicofisica. Le crisi si mettono in conto, bisogna accettarle, accoglierle,
addomesticarle e mettersele dietro per andare avanti a guadagnarsi quanto
voluto, sognato, meritato, con sudore, fatica, allenamento, prove ed errori.
Senza il duro lavoro non si arriva da nessuna parte, un grande sogno
riuscito a trasformare in realtà.
È
bello quando la fatica viene ripagata da successi, convocazioni, emozioni e
sensazioni intense che alimentano la voglia di impegnarsi e fare sempre meglio.
Per far parte della nazionale, bisogna crederci fino alla fine, impegnarsi con
costanza, passione, determinazione e fare anche i salti mortali per trasformare
sogni sfidanti ma non impossibili in realtà.
Un’intervista a Marco è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport)” di Matteo Simone.
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.
Matteo
SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta
380-4337230
- 21163@tiscali.it
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