Il sogno di bissare una medaglia era lì nel cassetto
Dott. Matteo Simone
Il 29 marzo 2025 si sono svolti a Gainesville in Florida (Stati Uniti) i Campionati mondiali Master 10 km ed Emiliano Carloni ha conquistato l’oro a squadra e il bronzo M45.
Il vincitore assoluto è stato lo statunitense Joseph Gray M40 in 31’06”, precedendo Umberto Persi M35 31’22” e lo spagnolo Ignacio García Ramon M35 32’23”. A seguire l’algerino Abderrahmane Chikhaoui M35 32’29” e Mattia Franchini M35 32’37”.
Emiliano Carloni si classifica decimo in 34’44” conquistando il bronzo M45, preceduto dallo statunitense David Angell 33’31” e il tunisino Hilel Ayachi 34’13”.
Quindi l’Italia vince l’oro grazie a Umberto Persi, Mattia Franchini ed Emiliano Carloni con il crono totale di 1h38’43”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Emiliano Carloni (Atletica La Sbarra) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ciao Emiliano, complimenti per le medaglie mondiali master, te l'aspettavi? Ciao Matteo bentrovato. Beh, devo dire che questa volta, venendo da un infortunio molto serio a meno di venti giorni dalla partenza, non avevo idea di come potesse andare. Certo che il sogno di bissare una medaglia era lì nel cassetto.
Meno di un anno fa Emiliano aveva conquistato una medaglia d’argento a squadra. Il 20 agosto 2024, al parco Slottsskogen di Göteborg, si è svolta la prova Cross Country 8km, categoria M45, valida per i Campionati Mondiali Master di Atletica Leggera. La squadra M45 vincitrice è stata la Svezia con un totale crono di 1h21’14” (Adhanom Abraha 25’58”, Fredrik Uhrbom 26’37”, Niklas Berglund 28’39”), precedendo l'Italia di meno di due minuti 1h23’06” (Gabriele Frescucci 27’20”, Luigi Del Buono 27’26”, Emiliano Carloni 28’20”).
Come mai questa trasferta americana? È stata una scelta tanto improvvisata quanto condivisa con i miei compagni. Stavolta rispetto a Gotheborg sono stato più spettatore che promotore; infatti, chi ha messo in piedi tutto è stato Gigi Del Buono.
A volte gli amici coinvolgono, stimolano a salire su un treno dello sport di fatica ma anche di amicizia, soddisfazioni, risultati. Luigi Del buono è stato un grande protagonista per la conquista dell’argento ai Mondiali di cross 2024.
Criticità? Problemi? Difficoltà? Beh, rispetto ai precedenti mondiali in Svezia, la parte logistica è stata molto complessa e oserei dire faticosissima. Per arrivare a Gainsville abbiamo dovuto prendere 3 diversi aerei per un totale di viaggio e scali di quasi 23 ore consecutive (senza mai dormire), assorbire il fuso orario di circa 5 ore in meno di due giorni, adattarci come sempre accade all’estero al clima e alla alimentazione.
Ultimo ma in realtà al primo posto, la distanza dalla mia famiglia e dalla mia compagna. Federica è per me ragione di tutto e la mia musa ispiratrice nella vita e nello sport, starle così lontano e per così tanto tempo è stato provante.
Ogni obiettivo, progetto, sogno, risultato prevede un investimento di tempo, fatica, soldi e anche rinunce ma si tratta di un periodo di tempo concordato con i propri cari per provare a fare qualcosa considerato importante e che passa forse una sola volta come un treno.
Quali allenamenti sono stati importanti per questa performance? Questa volta devo dire che i venti giorni precedenti il mondiale li ho passati principalmente sul lettino del fisioterapista (che non smetterò mai di ringraziare) o sull’ellittica in palestra. Di correre si parlava al massimo di 20 minuti al giorno fino a che non si riacutizzasse il dolore. L’infortunio alla coscia non mi dava la possibilità di allenarmi bene e la paura della ricaduta mi ha indotto alla scelta di essere conservativo.
Quali sensazioni hai sperimentato prima, durante e dopo la gara? Devo dire che questa volta l’emozione è stata molto più controllata. Sapevo di non poter correre al massimo e che il rischio di farmi nuovamente male era dietro l’angolo, per cui stavolta ho lasciato che guidasse la testa e che lo stomaco di adattasse rimanendo calmo e orientato al risultato massimo per il momento.
Bisogna conoscersi bene, sapersi gestire, osare ma non strafare, fare del proprio meglio senza stress e tensione, godendosi ogni cosa e apprendendo da qualsiasi esperienza.
Cosa pensano familiari e amici di queste medaglie mondiali? Devo dire che la gioia nella loro voce e nei loro occhi è la vittoria più grande. Non corro mai solo per me stesso, anzi, corro per chi mi ama, mi sostiene e mi accompagna in queste che a volte sono avventure ‘folli’. Mi hanno dato una carica e una forza immensa e soprattutto mi hanno fatto sentire amato a prescindere dai risultati, che è la cosa più importante per me.
Cosa hai scoperto di te stesso in questa esperienza? Che non mollo mai davvero, anche di fronte a un’impresa impensabile come questa o contro l’opinione del mondo esterno (soprattutto dopo i risultati clinici che mi davano per spacciato). E che sono davvero un buon tattico in gara 😉.
Molto bello essere compresi e sostenuti nella gioia e nel dolore, con una presenza costante reale o a distanza, sentendo il tifo che aiuta a tirare fuori le energie e risorse residue più nascoste nel nostro corpo, mente, cuore.
Un episodio curioso o divertente prima, durante e dopo la gara? Direi più di uno. Con i miei ‘fratelli’ di avventura abbiamo riso tantissimo durante le lunghe giornate insieme. A partire dalle abitudini di vita fino ad arrivare ai “modi di dire” tipici delle nostre città d’origine. Sicuramente uno degli episodi più divertenti è stato quello di correre in un parco bellissimo nei pressi della nostra abitazione e trovarci a tu per tu con un alligatore in una pozza d’acqua qualunque. Soprattutto considerando che in quel parco camminavano serenamente persone senza neanche considerarlo.
Lo sport davvero avvicina persone, culture e mondi, nella condivisione di esperienze più bizzarre, strane, curiose, divertenti e a volte anche pericolose in luoghi, parchi, città anche sconosciuti e distanti dal proprio luogo d’origine.
Che significa per te questa performance ai mondiali? Significa davvero tante cose. Significa resilienza, adattabilità, sofferenza, paura, istinto, testa…tanta tanta testa. Significa altresì coraggio e fortuna, incoscienza e cuore ben oltre l’ostacolo.
Trattasi di decisioni ed esperienze che fanno crescere e maturare dal punto di vista della conoscenza di se stessi e degli altri, della capacità di adattamento alle condizioni e situazioni più diverse e a volte considerate estreme.
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? È, sicuramente tanto metallo pregiato 😊. A parte gli scherzi è stata una delle esperienze sportive e umane più incredibili della mia vita. Il nostro gruppo è stato coeso dall’inizio alla fine. Animato dal reciproco rispetto e da un intento comune, sostenersi e vincere. 5 atleti, 12 medaglie non so se sia un record ma poco ci manca. Un gruppo di persone vere che non antepongono mai il fine personale al bene comune. Amo definirci ‘Atleti fenomenali’ con ‘Doti umane’ fuori dal comune, i ‘supereroi del mezzo fondo’. È stato incredibile aver lottato, sudato, urlato ed esultato con un cuore unico e unica testa. Dieci giorni insieme senza mai una parola fuori posto, un gesto fuori dalle righe.
Ci siamo divertiti a non finire e abbiamo portato a casa tanti momenti di condivisione che mi hanno fatto crescere come Uomo prima e come Atleta poi. Poi due episodi fondamentali. Le urla di incitamento di Franci (Nadalutti, atleta fenomenale e uomo dal cuore immenso) che sono stati una scarica di adrenalina pure alla 10k e l’abbraccio con Umberto (Persi, un campione nello sport e nella vita) a fine gara. Io e uno delle persone che amo di più, insieme sul gradino più alto del podio a un mondiale. Un sogno.
Bellissima testimonianza che fa venir voglia di iniziare a praticare sport, scegliere amici e una squadra per decidere obiettivi e sogni per poter viaggiare insieme e cercare di ottenere risultati insieme con tanta fatica ma anche con tanta gioia e amicizie da tener strette.
Quali abilità, fisiche e mentali, bisogna allenare per tali podi? Ormai dopo tanto tempo ho capito una cosa, il solo talento non basta. Bisogna cominciare a curare il dettaglio e non lasciare nulla al caso. Quando si arriva a certi livelli ci si scontra con atleti incredibili e perdersi qualche particolare fa la differenza tra l’essere sopra o giù dal podio.
Un messaggio per avvicinare persone al tuo sport? Quello che dico a tutte le persone che mi chiedono consiglio. Divertiti, non strafare, impara a conoscerti e tara i tuoi obiettivi consapevolmente ma soprattutto non improvvisarti, affidati a professionisti che ti diano giusti consigli e indicazioni sul da farsi. Ultimo ma non ultimo, ricordarsi che ogni risultato ha la sua ragion d’essere e che non siamo professionisti per cui, prendersi sul serio sì ma non eccedere.
In effetti, finché si fa sport per divertirsi e cercare di ottenere buoni o ottimi risultati, si può aver talento e seguire un piano di allenamento mirato. Quando si vuole eccellere, soprattutto fuori dei confini nazionali e soprattutto in un mondiale, bisogna puntare al minimo dettaglio che può essere un abbigliamento tecnico più adatto, una scarpa migliore, ma soprattutto affidarsi a professionisti che curano i vari aspetti dalla preparazione fisica a quella mentale, dalla nutrizione, alla gestione dello stress prima e durante la gara.
Cosa ti motiva ad allenarti e partecipare a tali gare? La verità? Il divertimento. Corro per divertirmi e perché mi diverte da morire. Farò atletica finché rimarrà un ‘gioco’ che faccio con serietà, il giorno in cui starò ‘male’ per non poter correre o perché non raggiungerò i miei obiettivi, allora appenderò le scarpette lasciando spazio a chi ha motivazioni più forti delle mie.
Rimane che adoro l’emozione che mi provocano determinati gesti atletici (e parlo principalmente di quelli degli avversari o dei miei amici). Non sono una persona che, se battuto, colpevolizza se stesso o trova scuse, anzi mi piace esaltare le imprese e le vittorie degli altri, perché in quel momento sono stati più bravi di me.
Importantissima la motivazione intrinseca, il piacere di fare qualcosa che spinge persone a impegnarsi per un progetto, duramente e costantemente fino a raggiungere il risultato sperato, apprendendo sempre dall’esperienza, divertendosi con qualsiasi risultato.
Una parola o frase che ti ha aiutato a crederci fino al termine della gara? È il tuo giorno, non mollare è questo il momento che aspettavi, butta il cuore oltre l’ostacolo, non perdere un centimetro. Me lo sono ripetuto decine di volte per tutti gli ultimi 2000metri della 10k, quelli in cui ho staccato di 10 secondi il mio rivale diretto per il podio fino a quel momento sempre in scia.
In effetti Emiliano al quinto km è transitato in 17’04” e si è classificato al quattordicesimo posto assoluto e terzo categoria M45 in 34’44”, anticipando di 8” il suo diretto inseguitore della sua stessa categoria, lo statunitense David Ferruggia che ha chiuso in 34’52” e che al quinto km era solamente a 2” dietro Emiliano transitando in quinto km era solamente a 2” dietro Emiliano transitando in 17’06”. Emiliano ha saputo gestire bene la gara considerando che era un’occasione ghiotta.
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare? Per il momento il recupero completo a livello fisico e tanto tanto tempo da dedicare alla mia splendida famiglia.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR










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