Discipline is one of my strongest characteristics
Dott. Matteo Simone
Soprattutto se si tratta di allenamenti impegnativi e di lunga durata, soprattutto se si tratta di simulare tratti di gara con allenamenti notturni e anche in gara è opportuno essere disciplinati nel rispettare il ritmo di gara che non sia troppo veloce fin dall’inizio soprattutto se si tratta di gare di qualche centinaio di chilometri, disciplina anche nell’organizzarsi nel vestiario e nell’alimentazione.
Cosa dicono familiari e amici della tua attività sportiva? La mia famiglia e i miei amici mi sostengono molto quando corro. Sanno che occupa buona parte del mio tempo e che a volte i miei programmi sono programmati in base ai miei allenamenti e alle mie gare. Si prendono il tempo di chiedere come vanno le cose e si congratulano per i miei sforzi e i miei successi.
Quali competenze, risorse e caratteristiche possiedi nel tuo sport? La disciplina è una delle mie caratteristiche più forti. La disciplina necessaria per costruire e seguire un piano di allenamento. Anche la forza mentale/psicologica è stata molto preziosa, soprattutto perché mi concentro su gare di corsa di oltre 200 miglia. Il successo in queste gare si basa in gran parte sulla capacità di usare la mente per spingere il corpo in avanti, ripetutamente, anche quando si è esausti o assonnati.
Negli sport di endurance, oltre alla parte fisica bisogna allenare moltissimo la parte mentale per continuare ad andare avanti nonostante eventuali crisi o difficoltà durante il lunghissimo percorso, con la consapevolezza che si è investito tempo e soldi per prepararsi e partecipare a tali gare e che si può fare se si vuole e si utilizzano metodi di concentrazione, focalizzazione.
L’obiettivo è andare sempre avanti, avanzare sempre, aver fiducia di potercela fare, con la consapevolezza che si è arrivati alquanto preparati alla partenza, di propria volontà.
Consideri utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Non ho mai utilizzato uno psicologo nello sport. Tuttavia, potrebbe essere utile per aiutarmi a superare la mia occasionale ansia pre-gara, che a volte influisce sulla mia capacità di dormire bene la notte prima di una gara. Questo sonno è fondamentale quando si affronta una gara che dura 60 o più ore.
Si tratta di gare impegnative di lunghissima durata dove sarebbe opportuno avere tutto sotto controllo e ciò a volte porta a essere tesi e insicuri con dispendio di energie inutili e che bisognerebbe riservare durante la lunghissima gara, pertanto sarebbe opportuno metodi di rilassamento, attenzione, visualizzazione, meditazione che proteggono l'atleta soprattutto prima della gara, in modo da presentarsi alla partenza alquanto riposato, attivato, consapevole, determinato, fiducioso e resiliente.
Qualche consiglio per chi vuole vincere un'ultramaratona di 200 miglia? Una pianificazione e una preparazione dettagliate per la gara sono un enorme vantaggio. Come un uomo che non è lontano dal compiere 60 anni, non otterrei le prestazioni che ottengo senza una pianificazione del genere. Certo, bisogna essere in grado di eseguire bene il piano, altrimenti perde molto valore. I corridori con un talento naturale straordinario potrebbero essere in grado di correre bene (e vincere) senza una pianificazione dettagliata, ma chi di noi non ha un talento da campione può recuperare molto terreno con una pianificazione e realizzazione del genere.
Qual è stato l'evento sportivo in cui hai provato le emozioni più belle? Ci sono state molte gare di oltre 200 miglia in cui ho provato emozioni incredibili. In alcuni casi, le emozioni sono state così forti che mi sono commosso fino alle lacrime di gioia mentre correvo. Uno di questi momenti bellissimi è stato il secondo giorno della Tahoe 200-Mile nel 2016. Avevo corso tutta la notte precedente senza dormire e avevo difficoltà a consumare calorie. Mi sentivo debole e lento mentre affrontavo una lunga salita, inseguendo un altro corridore che sembrava avere più energia di me.
Ero a terra e mi sentivo a pezzi. Quasi in cima alla salita, sono riuscito a costringermi a mangiare un piccolo sacchetto di frutta che portavo con me. Qualche minuto dopo, con l'aumento delle calorie, ho iniziato una lenta corsa. Il mio umore si è rinvigorito e ho gradualmente accelerato. Presto stavo correndo veloce lungo un sentiero di montagna verso un punto di ristoro a pochi chilometri di distanza. Il mio umore era completamente cambiato. Mi sentivo vittorioso, anche se sapevo che mi aspettavano ancora molti chilometri e molte sfide nella gara. Sentivo che nulla poteva fermarmi. Il paesaggio intorno a me era bellissimo e lo attraversavo come se ne fossi parte. Ho superato il corridore che stavo seguendo e ho mantenuto lo slancio per quasi tutti i restanti 130 chilometri della gara. Oltre a quei momenti gloriosi nella discesa da quella montagna, l'esperienza mi ha colpito così tanto che è stata questa gara a cambiare idea nella mia mente, convincendomi che 200 miglia erano la distanza che amavo.
Per ottenere successo bisogna avere chiaro l’obiettivo da raggiungere con elevata motivazione e stabilire un programma pianificato di allenamento per arrivare pronti il giorno della gara ritenuta importante. Nelle situazioni più disperate riusciamo a trovare risorse dentro di noi che ci aiutano ad affrontare, gestire, superare ogni imprevisto, criticità, difficolta, grazie alla nostra mente allenata sempre più attraverso precedenti gare altrettanto difficili ma non impossibili.
Tra il 9 e il 13 settembre 2016 Wes ha corso la “3rd Tahoe 200 Mile Endurance Run (USA) 202mi trail, classificandosi al quarto posto in 2 giorni 14h08’21”, preceduto dal connazionale statunitense Paul Romaro 2 giorni 13h49’47”, dall’ecuadoregno Andres Villagran 2 giorni 11h35’23” e dal vincitore canadese Jason Kinsella 2 giorni 11h03’30”.
Wes ha corso anche cinque volte la “Bigfoot 200 Endurance Run” ottenendo una vittoria, un secondo posto e un terzo posto: 10-14.08.2018 ha vinto in due giorni 11h54’01”, precedendo Todd Thomas 2 giorni 15h15’06” e Jordan Chang 2 giorni 15h49’52”; 13-14.08.2021 terzo in 2 giorni 21h38’28”, preceduto da Nathan Williams 2 giorni 14h59’58” e dal vincitore Michael McKnight 2 giorni 9h58’22”; 12-13.08.2022 secondo in 2 giorni 17h45’55”, preceduto dal serbo Jovica Spajic 2 giorni 08h52’03”, Terzo Chris Price 2 giorni 19h10’32”.
Qual è stata la tua situazione sportiva più difficile? Stavo correndo una gara di 240 miglia nel deserto ed ero molto disidratato, con un equilibrio elettrolitico sbilanciato, non avevo dormito bene la notte prima della gara e la mia mente era davvero a terra. Sentivo che se avessi permesso alla mia gara di continuare così, probabilmente mi sarei ritirato al successivo punto di ristoro. Quindi, per rimettermi in sesto, ho fisicamente smesso di correre, mi sono sdraiato vicino al sentiero e mi sono ricordato perché correvo gare come questa. Mi sono riconcentrato sui miei obiettivi e sul mio scopo, mi sono rialzato e ho ricominciato a correre. Non ho abbandonato la gara e ho comunque ottenuto buoni risultati.
Trattasi di gare lunghissime e in condizioni definite estreme dove bisogna fare attenzione, osando ma senza strafare, lavorando su se stessi, senza forzare ma con un lavoro introspettivo mirato a rispolverare la propria motivazione senza fretta e presunzione ma con accortezza e rispettando il proprio fisico. La chiave del benessere e del successo sono le decisioni non affrettate, capire, riflettere, studiare, fermarsi, comprendere e soprattutto riposare se il fisico lo richiede per poter riprendere ad andare avanti se si può, un po’ per volta.
Wes è l’unico che ha corso tutte le 8 edizioni della “Moab 240 Endurance Run (USA)” 238mi trail, dal 2017 al 2024, pertanto è diventato specialista di questa gara e in genere delle gare di ultramaratone.
La sua miglior prestazione il 12-16 ottobre 2018 arrivando secondo a pari merito con il serbo Jovica Spajic in 2 giorni 14h40’49”, preceduti dal vincitore polacco Piotr Hercog 2 giorni 12h14’47”. L’ultima edizione, 11-15 ottobre 2024, a 56 anni, si è classificato quarto in 3 giorni 3h19’26”, preceduto da tre trentenni: Max Jolliffe 2 giorni 21h22’17”, Haroldas Subertas 3 giorni 01h22’08” e Kevin Carson 3 giorni 02h24’31”.
Quali sono gli ingredienti del successo? Disciplina, forza mentale, impegno per un obiettivo. Impegno in questo senso significa scegliere di impegnarsi per un obiettivo e poi agire per raggiungerlo. È strettamente correlato alla disciplina.
Un grande lavoro mentale decidere l’obiettivo in base alle proprie consapevoli caratteristiche e volontà e poi un'elevata motivazione intrinseca soprattutto, per prepararsi con impegno, fatica, costanza fiducia e resilienza fino alla fine.
Gli allenamenti più importanti? È la combinazione di allenamenti che conta di più. Senza una sequenza particolare, gli allenamenti cruciali includono intervalli che aumenteranno il ritmo alla soglia aerobica, corse lunghe, corse con dislivelli ripidi, corse con salite ‘percorribili’ ma meno ripide, corse di recupero facili.
Tutto va allenato, dalla parte fisica a quella mentale, dalla forza alla resistenza, dall’esplosività all’elasticità, dal fondo alla velocità, non trascurando le importanti salite.
Chi ti ispira? Courtney Dauwalter, Kilian Journet.
Courtney Dauwalter (1985), nel 2017 ha vinto la Moab 240 in 2 giorni 9h59’ classificandosi al primo posto assoluto. Nominata “Ultra Runner of the Year” nel 2018 da ‘Ultrarunning Magazine’ dopo aver vinto 9 delle 12 gare a cui ha partecipato, incluse due in cui è arrivata prima assoluta. Nel 2020 ha vinto la Big's Backyard Ultra, correndo 68 giri per 283,3 miglia per un tempo finale di 56h52’29”. Nel 2023, Dauwalter ha vinto la Western States Endurance Run 100 stabilendo il nuovo record del percorso in 15h29’33”. Un mese dopo, alla Hardrock Hundred Mile Endurance Run 100 ha stabilito un nuovo record concludendo la gara in 26h14’8” (quarto posto assoluto) e nello stesso anno ha vinto per la terza volta l'UTMB in 23h29'15".
Kílian Jornet Burgada (27 ottobre 1987) è un trail runner professionista spagnolo di lunga distanza e scialpinista. Jornet ha vinto alcune delle ultramaratone più prestigiose, tra cui l'Ultra-Trail du Mont-Blanc più volte, Grand Raid, Western States e Hardrock . Jornet detiene il record di velocità per la salita e la discesa di grandi montagne, tra cui il Cervino (cresta del Leone) e il Monte Bianco.
Chi ti aiuta a migliorare il tuo benessere e le tue prestazioni? Il supporto di mia moglie è la cosa più importante per me. Mi sostiene emotivamente, capisce e supporta il mio allenamento e durante la gara mi supporta ai punti di ristoro.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Wes Ritner, ultrarunner: Discipline is one of my strongest characteristics
La disciplina è una delle mie caratteristiche più forti
Dott. Matteo Simone
What do family and friends say about your sporting activity? My family and friends are very supportive of my running. They understand it occupies a good portion of my time, and that sometimes plans will be scheduled around my training and my races. They take the time to ask how things are going, and they are congratulatory of my efforts and successes.
What skills, resources, characteristics do you have in your sport? Discipline is one of my strongest characteristics. The discipline to build a training plan and follow a training plan. Mental / psychological strength has been very valuable as well, particularly since I focus on 200+ mile running races. Success in these races relies heavily on one’s ability to use one’s mind to push the body forward again and again whether one is exhausted or sleepy.
Do you consider the psychologist useful in your sport? For what aspects and phases? I have never used a psychologist in sport. However, one could be useful in helping me to overcome my occasional pre-race anxiety which sometimes impacts my ability to sleep well the night before a race. This sleep is critical when one is doing a race that is going to take 60 or more hours.
The sporting event in which you experienced the most beautiful emotions? There have been many 200+ mile races where I have experienced amazing emotional highs. In some instances, the emotions have been so strong that I have been moved to tears of joy as I ran. One such beautiful moment was on the second day of the Tahoe 200-Mile race in 2016. I had run through the previous night without sleep, and I was having difficulty consuming calories.
I felt weak and slow as I ascended a long climb, trailing another runner who seemed to have more energy than me. My mind was in a very low place, and I felt miserable. Near the top of the climb, I managed to force myself to eat a small bag of fruit I was carrying. Some minutes later, as the calories hit me, I started a slow jog. My spirits grew stronger, and I gradually sped up. Soon I was running fast down a mountainside trail toward an aid station a few miles away. My mood had turned completely around. I felt victorious even though I knew there were many miles and many challenges still ahead of me in the race. I felt nothing could stop me. The landscape around me was beautiful and I was flowing through it as if I were a part of it. I passed the runner I had been following, and I kept my momentum throughout most of the remaining 80 miles of the race. Beyond those glorious moments descending that mountain, the experience impacted me so much that it was this race that turned a switch in my mind, convincing me that 200 miles was the distance I loved.
What was your most difficult sporting situation? I was running a 240-mile race in the desert, and was very dehydrated, electrolytes out of balance, I hadn’t slept well the night before the race, and my mind was in a very low place. I felt that if I allowed my race to continue as it was, I would likely drop out of the race at the next aid station. So, to get my mind in the right place,
I physically stopped running, laid down near the trail, and reminded myself why I ran races such as this. I re-focused on my goals and purpose, and I stood up and started running again. I did not drop out of the race, and still performed reasonably well.
How did you overcome crises, defeats, injuries? I remain focused on my goals.
What are the ingredients for success? Discipline, mental strength, commitment to a goal. Commitment in this sense means choosing to commit oneself to a goal and then taking action to work toward the goal. It is closely related to discipline.
The most important workouts? It is the combination of workouts which is most important. In no particular sequence, the critical workouts include intervals which will increase the pace at aerobic threshold, the long runs, runs with steep elevation gain, runs with ‘runnable’ hills which are less steep, easy recovery runs.
Any advice for those who want to win a ultramarathon 202mi? Detailed planning and preparation for the race is a huge advantage. As a man who is not far from being 60-years old, I would not perform as well as I do without such planning. Of course, one must be able to execute the plan well or the plan loses much value. Runners with tremendous natural talent might be able to execute well (and win) without detailed planning, but for those of us without world-beating talent, we can make-up a lot of ground with such planning and execution.
Who inspires you? Courtney Dauwalter, Kilian Journet.
What and who helps you with well-being and performance? My wife’s support is the most important to me. She supports me emotionally, she understands and supports my training, and during the race she provides support to me at the aid stations.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR












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