Dott. Matteo Simone
L’arrampicata risulta essere un
viaggio dentro se stessi, si tratta di provare a lasciare il suolo per salire
arrampicandosi in sicurezza su rocce che possono essere anche con appigli
difficili e lì bisogna capire come muoversi verso l’alto, avanzando sempre in
sicurezza.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Agnese
attraverso risposte ad alcune mie domande.
Cosa
hai scoperto di te praticando sport? Lo
sport mi ha portato a conoscere una parte di me super ‘autogiudicante’, sono
sempre molto dura con me stessa durante le mie prestazioni. E questo mi ha
stimolato a lavorare su questo aspetto.
Cosa
e chi ti aiuta nello sport? L’arrampicata
per me è ‘Lo sport’. Per la prima volta ho trovato un’attività che mi ha
letteralmente drogata, mi porta lontano dai problemi e mi ricollega al momento
presente come nessun altra attività riesce a fare.
In questo sport il compagno
di arrampicata è una figura fondamentale, che segue il processo, i
miglioramenti in prima persona, condividendone le vittorie e le sconfitte e
aiutando l’atleta nei momenti di tensione o comunque paura (l’arrampicata è una
sfida costante contro noi stessi, il nostro cervello combatte per rimanere
attaccati al pavimento anziché arrampicarsi verso l’ignoto.
E’ un processo di autoconservazione che il
cervello attua per proteggerci da eventuali rischi, e che noi climber, tentiamo
di destrutturare durante ogni singola ascesa. Il socio quindi, è parte
integrante e fondamentale di questa lotta interiore.
A volte la pratica di uno sport
affascina, motiva, diventa una fortissima passione della quale si diventa quasi
dipendenti, ci si allena per far meglio, per raggiungere obiettivi, alzando
sempre l’asticella delle difficoltà, mettendosi in gioco e apprendendo da ogni
esperienza.
Molto interessante e utile la
testimonianza di Agnese che ci parla delle sue paure ma anche dell’importanza
di avere un compagno di cordata, così come succede nella vita che si può essere
titubanti ma si può spiccare il volo con fiducia acquisita sia attraverso l’esperienza
che grazie a qualcuno che sostiene e incoraggia.
Sembra davvero difficile
allontanarsi dalla zona di confort che può essere un suolo e cercare di arrampicarsi
lungo rocce allontanandosi sempre più da un suolo stabile e sicuro ma se si è
allenati e con l’esperienza graduale si può sperimentare la gioia di riuscirci
e insieme risulta essere molto meglio reciprocamente.
Pensi
che lo psicologo sia utile nello sport? Penso che lo psicologo sia stra-utile nello sport, come lo
è nella vita di tutti i giorni. Purtroppo in Italia, a oggi non è un servizio
accessibile per tutti e non è ancora sdoganato a sufficienza secondo me. Sicuramente
in un futuro utopico, dove lo psicologo sarà un servizio accessibile a tutti, sarebbe
sicuramente uno strumento utilissimo per
l’atleta, in quanto la roccia è spesso un viaggio dentro noi stessi perché ti
mette faccia a faccia con la tua emotività.
Pensieri
positivi e negativi durante allenamenti e gare?
Io non pratico agonismo, però in generale
durante gli allenamenti tendo a pensare più negativo che positivo, spesso mi
concentro (sbagliando) più su quello che non mi riesce che su quello che mi
riesce. E, anche qui, il compagno è come una bussola per ritrovare la strada
corretta.
A volte le persone notano solo cose
negative, fallimenti, sconfitte trascurando quanto di buono sono riusciti a
fare ma si può riportarli a notare quando e come hanno fatto bene recuperando
fiducia e autoefficacia in se stessi in modo da mantenere sempre entusiasmo e
stimoli per continuare a migliorare, provando e riprovando.
Cosa
provi prima, durante, dopo una gara? Non
gareggio, però posso paragonare una gara a un ‘tentativo’ su una via per me al
limite. Prima del tentativo sento una strana sensazione che si annida nello
stomaco, un misto tra una lieve nausea e il desiderio di mettermi alla prova. Durante
il cervello di spegne totalmente, parlo a me stessa ricordandomi i movimenti
che devo eseguire uno dietro l’altro come un samurai, e quando la via mi
concede un piccolo riposo mi ripeto che ce la posso fare, che è tutto sotto
controllo e che comunque vada è già un successo. Dopo il tentativo, le sensazioni cambiano in base al risultato ehehe. Se
riesco di solito mi sento molto leggera e generalmente smetto di arrampicare
concludendo la giornata con delle
sensazioni super-positive. Se va male, cerco di guardare al lato positivo e
magari di pianificare meglio il prossimo tentativo analizzando gli errori di
quello precedente. Non ti nascondo che spesso sono arrabbiata e amareggiata se
fallisco.
Il benessere e la performance vanno
a braccetto con le sensazioni ed emozioni che si sperimentano. La voglia di
provare, le aspettative di riuscita fanno si che si è disposti a mettersi in
gioco con elevata fiducia e cercando di far del proprio maglio grazie agli
allenamenti e alle precedenti esperienze di riuscita.
Hai
sperimentato il limite nel tuo sport? Al
momento non credo di aver ancora raggiunto il mio vero limite, sto scalando
ancora molto ‘sotto controllo’
probabilmente dovuto al fatto che non sono ancora una climber espertissima e quindi l’emotività
gioca ancora un ruolo determinante nelle mie performance.
La
tua gara più difficile? Al
momento la via più difficile su cui mi sono messa in gioco è un 7b, non ho
ancora avuto il piacere di concludere questo progetto però.
Prossimi
obiettivi a breve, medio, lungo termine? Obbiettivi ne ho veramente tanti, sono una
persona che ha bisogno di uno scopo, sempre. A breve e medio termine conto di
scalare tanto e spesso, e possibilmente di portarmi a casa un 7B entro fine
anno. A lungo termine mi piacerebbe chiaramente alzare il livello, così da
avere sempre più opportunità di scalare
in giro per il mondo. Non voglio pormi un grado come obbiettivo a lungo
termine, perché non voglio pensare a questo percorso come un percorso con una
fine, ma anzi a un percorso in continuo
mutamento.
Un grande progetto che richiede
preparazione fisica e mentale, attenzione e focalizzazione in ciò che ci si
appresta a fare con la consapevolezza che si può fare centimetro dopo centimetro, senza fretta ma cercando di avere tutto sotto controllo, con il giusto
approccio mentale e con il respiro che accompagna senza giudizio.
Ti
ispiri a qualcuno? Seguo
con tanto affetto e ammirazione tanti atleti, che stimo ognuno singolarmente,
ma non mi ispiro a nessuno in particolare.
Cosa
dà e cosa toglie lo sport? Questo
sport ti da tantissimo, in quanto ti permette di avere un dialogo interiore con
te stesso molto profondo, e banalmente ti permette di stare 4 giorni a
settimana immerso in panorami spettacolari ma allo stesso tempo ti toglie anche
molto, il tempo è la prima cosa, anche se io non la considero una perdita. Scalare
è una disciplina che richiede tanta costanza, appena abbassi il tiro,
retrocedi, quindi non sono ammessi sconti né rallentamenti sulla tabella di
marcia. Un’altra cosa che per qualcuno può sembrare una privazione è la dieta,
cosa che io trovo più come uno stimolo a mangiare bene e sano. Sicuramente una
cosa che ti toglie è il denaro ahaha perché spostarsi da una falesia all’altra
3-4 volte a settimana è dispendioso, cosi come fare trasferte di settimane
magari lontani da casa per trovare lo spot perfetto.
Tutto ha un costo da pagare, per
tutto c’è il risvolto della medaglia ma importante è considerare i vantaggi di
praticare una passione che può essere considerata un grande aiuto per la
persona per metterla davanti a se stessa con dialoghi interiori alla ricerca
della propria essenza con la consapevolezza che si migliora non solo
fisicamente e sportivamente ma anche mentalmente nell’affrontare la vita e ogni
situazione che può essere di gioia o di avversità, uscendone sempre sicuri,
consapevoli, fiduciosi e resilienti.
Gli
allenamenti più importanti? Non
esiste un allenamento più importante di un altro per me, tutti lo sono.
Una
parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili?
La frase che ho dipinto sul mio primo
trave: lascia che i tuoi sogni diventino più grandi delle tue paure.
Se non c’è fatica, se non ci sono
timori, dubbi, paure non si va da nessuna parte, si resta bloccati o in zone di
estremo confort vivendo in sicurezza ma se si vuole vivere un po’ più intensamente
si può puntare a realizzare qualcosa un po’ più sfidante e stimolante con la
consapevolezza che si può provare e riprovare in modo diverso, preparandosi
meglio, curando aspetti ulteriori e potenziando eventuali aspetti critici.
Cosa
c’è oltre lo sport? Oltre
lo sport c’è tutto, c’è la vita, la famiglia, l’amore gli amici. Anche se lo
sport nel mio caso, gioca un ruolo piuttosto determinante nella mia vita di
tutti i giorni.
C’è
qualcuno che ti incoraggia o ti scoraggia nella tua attività sportiva? Ho la fortuna di avere intorno una
cerchia di amici speciali. Che non mi fanno mai sentire sola quando ho in ballo
un progetto importante, in particolare mi soffermo su Filippo, mio amico e
compagno di arrampicata, che studia i miei progetti con lo stesso entusiasmo
con cui studia i suoi.
E su Lorenzo, il mio ex compagno, che ha scoperto la mia
passione e ne ha fatto di me una vera e propria tossica di roccia, anche se
distante, segue i miei realizzi con tanto supporto e orgoglio.
La vita è fatta anche di relazioni
ed è importante le considerazioni di amici, conoscenti, familiari che possono
dire il proprio parere in modo da
percepire vicinanza e comprensione, soprattutto se si punta a progetti
difficili e stimolanti ma non impossibili.
In
che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana?
Nella mia vita quotidiana lo sport è
letteralmente la cura a ogni momento difficile. Ogni volta che qualcosa va
storto, il richiamo della roccia è incontrollabile per me. Ho imparato ad
ascoltarla e a lasciarle curare i miei drammi.
Molto interessante e illuminante la testimonianza
di Agnese di come la pratica di uno sport pur non essendo facile da praticare
può essere considerato un posto sicuro, un rifugio da situazioni scomode,
tristi, traumatiche, una roccia che aiuta a rendersi conto di come ci si può
rialzare da ogni avversità o problematica che può essere solamente una
situazione da approfondire, gestire, affrontare, superare.
Dott.
Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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