Dott. Matteo Simone
A volte la pratica di uno sport affascina, motiva, diventa una fortissima passione della quale si diventa quasi dipendenti, ci si allena per far meglio, per raggiungere obiettivi, alzando sempre l’asticella delle difficoltà, mettendosi in gioco e apprendendo da ogni esperienza.
Molto interessante e utile la testimonianza di Agnese che ci parla delle sue paure ma anche dell’importanza di avere un compagno di cordata, così come succede nella vita che si può essere titubanti ma si può spiccare il volo con fiducia acquisita sia attraverso l’esperienza che grazie a qualcuno che sostiene e incoraggia.
Sembra davvero difficile allontanarsi dalla zona di confort che può essere un suolo e cercare di arrampicarsi lungo rocce allontanandosi sempre più da un suolo stabile e sicuro ma se si è allenati e con l’esperienza graduale si può sperimentare la gioia di riuscirci e insieme risulta essere molto meglio reciprocamente.
Pensi che lo psicologo sia utile nello sport? Penso che lo psicologo sia stra-utile nello sport, come lo è nella vita di tutti i giorni. Purtroppo in Italia, a oggi non è un servizio accessibile per tutti e non è ancora sdoganato a sufficienza secondo me. Sicuramente in un futuro utopico, dove lo psicologo sarà un servizio accessibile a tutti, sarebbe sicuramente uno strumento utilissimo per l’atleta, in quanto la roccia è spesso un viaggio dentro noi stessi perché ti mette faccia a faccia con la tua emotività.
Pensieri positivi e negativi durante allenamenti e gare? Io non pratico agonismo, però in generale durante gli allenamenti tendo a pensare più negativo che positivo, spesso mi concentro (sbagliando) più su quello che non mi riesce che su quello che mi riesce. E, anche qui, il compagno è come una bussola per ritrovare la strada corretta.
A volte le persone notano solo cose negative, fallimenti, sconfitte trascurando quanto di buono sono riusciti a fare ma si può riportarli a notare quando e come hanno fatto bene recuperando fiducia e autoefficacia in se stessi in modo da mantenere sempre entusiasmo e stimoli per continuare a migliorare, provando e riprovando.
Cosa provi prima, durante, dopo una gara? Non gareggio, però posso paragonare una gara a un ‘tentativo’ su una via per me al limite. Prima del tentativo sento una strana sensazione che si annida nello stomaco, un misto tra una lieve nausea e il desiderio di mettermi alla prova. Durante il cervello di spegne totalmente, parlo a me stessa ricordandomi i movimenti che devo eseguire uno dietro l’altro come un samurai, e quando la via mi concede un piccolo riposo mi ripeto che ce la posso fare, che è tutto sotto controllo e che comunque vada è già un successo.
Dopo il tentativo, le sensazioni cambiano in base al risultato ehehe. Se riesco di solito mi sento molto leggera e generalmente smetto di arrampicare concludendo la giornata con delle sensazioni super-positive. Se va male, cerco di guardare al lato positivo e magari di pianificare meglio il prossimo tentativo analizzando gli errori di quello precedente. Non ti nascondo che spesso sono arrabbiata e amareggiata se fallisco.
Il benessere e la performance vanno a braccetto con le sensazioni ed emozioni che si sperimentano. La voglia di provare, le aspettative di riuscita fanno si che si è disposti a mettersi in gioco con elevata fiducia e cercando di far del proprio maglio grazie agli allenamenti e alle precedenti esperienze di riuscita.
Hai sperimentato il limite nel tuo sport? Al momento non credo di aver ancora raggiunto il mio vero limite, sto scalando ancora molto ‘sotto controllo’ probabilmente dovuto al fatto che non sono ancora una climber espertissima e quindi l’emotività gioca ancora un ruolo determinante nelle mie performance.
La tua gara più difficile? Al momento la via più difficile su cui mi sono messa in gioco è un 7b, non ho ancora avuto il piacere di concludere questo progetto però.
Un grande progetto che richiede preparazione fisica e mentale, attenzione e focalizzazione in ciò che ci si appresta a fare con la consapevolezza che si può fare centimetro dopo centimetro, senza fretta ma cercando di avere tutto sotto controllo, con il giusto approccio mentale e con il respiro che accompagna senza giudizio.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Questo sport ti da tantissimo, in quanto ti permette di avere un dialogo interiore con te stesso molto profondo, e banalmente ti permette di stare 4 giorni a settimana immerso in panorami spettacolari ma allo stesso tempo ti toglie anche molto, il tempo è la prima cosa, anche se io non la considero una perdita. Scalare è una disciplina che richiede tanta costanza, appena abbassi il tiro, retrocedi, quindi non sono ammessi sconti né rallentamenti sulla tabella di marcia. Un’altra cosa che per qualcuno può sembrare una privazione è la dieta, cosa che io trovo più come uno stimolo a mangiare bene e sano. Sicuramente una cosa che ti toglie è il denaro ahahah perché spostarsi da una falesia all’altra 3-4 volte a settimana è dispendioso, cosi come fare trasferte di settimane magari lontani da casa per trovare lo spot perfetto.
Tutto ha un costo da pagare, per tutto c’è il risvolto della medaglia ma importante è considerare i vantaggi di praticare una passione che può essere considerata un grande aiuto per la persona per metterla davanti a se stessa con dialoghi interiori alla ricerca della propria essenza con la consapevolezza che si migliora non solo fisicamente e sportivamente ma anche mentalmente nell’affrontare la vita e ogni situazione che può essere di gioia o di avversità, uscendone sempre sicuri, consapevoli, fiduciosi e resilienti.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili? La frase che ho dipinto sul mio primo trave: lascia che i tuoi sogni diventino più grandi delle tue paure.
Se non c’è fatica, se non ci sono timori, dubbi, paure non si va da nessuna parte, si resta bloccati o in zone di estremo confort vivendo in sicurezza ma se si vuole vivere un po’ più intensamente si può puntare a realizzare qualcosa un po’ più sfidante e stimolante con la consapevolezza che si può provare e riprovare in modo diverso, preparandosi meglio, curando aspetti ulteriori e potenziando eventuali aspetti critici.
In che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana? Nella mia vita quotidiana lo sport è letteralmente la cura a ogni momento difficile. Ogni volta che qualcosa va storto, il richiamo della roccia è incontrollabile per me. Ho imparato ad ascoltarla e a lasciarle curare i miei drammi.
Molto interessante e illuminante la testimonianza di Agnese di come la pratica di uno sport pur non essendo facile da praticare può essere considerato un posto sicuro, un rifugio da situazioni scomode, tristi, traumatiche, una roccia che aiuta a rendersi conto di come ci si può rialzare da ogni avversità o problematica che può essere solamente una situazione da approfondire, gestire, affrontare, superare.
Interessante anche la testimonianza di Matteo Anselmi (Trail runner) attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Cosa hai scoperto di te stesso praticando Trail e Ultra-Trail? Praticando questo sport, ho scoperto il vero contatto con la natura, sono riuscito a ritrovare me stesso anche nei periodi bui ai quali la vita ci mette di fronte.
Quali sensazioni sperimenti nello sport? Durante i miei allenamenti e le gare provo tante emozioni e sensazioni, può sembrare strano ma ogni volta, percorrendo anche gli stessi sentieri, provo sempre un’emozione nuova...
Un messaggio per chi si vuole approcciare al Trail e Ultra-Trail? Per chi si vuole approcciare al Trail e all'Uultra-Trail vorrei dire che il Trail é una cosa bella, aiuta a mantenersi in forma e a scacciare via i brutti pensieri... certo non è una cosa da tutti e non è semplice, l'infortunio è sempre dietro l'angolo e il 70% della performance sportiva la fa la testa, ma aiuta anche a scoprire angoli del nostro territorio veramente affascinanti...
Praticare Trail e Ultra-Trail significa apprezzare la vita a 360°, non solo benessere e performance personali ma anche apprezzare contesti naturali e ciò che ci circonda preservando tutto ciò che si calpesta e che si attraversa, risultando tutto ciò molto prezioso e terapeutico.
La tua gara più estrema o più difficile? La mia gara più difficile (che è stata anche il mio primo DNF) è stata sicuramente il 'Trofeo Kima', non stavo bene psicologicamente e tutto ciò mi ha portato a dovermi arrendere al rifugio allievi...
Lo sport aiuta a conoscersi, a tirare fuori la vera essenza della persona; lo sport aiuta a elaborare, a trasformare le persone, a superare momenti e periodi difficili.
Lo sport è uno strumento di sfida e di distrazione per rendere le persone resilienti in modo da non mollare fin da subito e crederci fino in fondo.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Lo psicologo nello sport credo che sia fondamentale, una persona esterna a cui poter ‘confessare’ tutto aiuta sicuramente a concentrarsi meglio sulla prestazione sportiva...
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Lo sport dà tanto, responsabilità, emozioni, sicurezza, identità, toglie il tempo dalle persone più care, ma considerando che le persone lo praticano per stare bene con se stessi non la considererei una sottrazione, come nella matematica meno x meno da più...
Sono tanti i benefici dello sport: permette di sperimentare, conoscere, apprezzare, stare in compagnia, raggiungere obbiettivi, fidarsi, affidarsi, apprendere.
Lo sport aiuta tantissimo le persone a prendersi cura di se stessi nel corpo e nella mente, a trovare serenità esistenziale coltivando una passione e cercando di migliorare inseguendo obiettivi non impossibili, applicandosi con costanza, metodo, determinazione.
Lo sport è un’ottima pratica e opportunità per sperimentare benessere, per focalizzarsi su se stesso in compagnia di amici, faticando e divertendosi alla ricerca di obiettivi non impossibili impegnandosi con costanza e fiducia.
Lo sport aiuta a comprendere il significato dello sforzo e dell’impegno, aiuta a conoscersi sempre di più soprattutto nelle condizioni difficili dove si tratta di prendere decisioni e di andare avanti.
Lo sport permette di comprendere l’unione del corpo, mente e cuore; l’importanza della passione, il credere nelle cose che si fanno, credere in se stessi.
Lo sport è uno strumento per sviluppare consapevolezza, autoefficacia e resilienza; una modalità per sperimentarsi e mettersi alla prova; un’opportunità per apprendere insegnamenti dall’esperienza che fanno crescere e maturare.
Attraverso l’esperienza sportiva ci si accorge che tutto passa e tutto cambia; passa la fatica e la crisi; rimane la consapevolezza che se c’è impegno e fiducia, si riesce ad affrontare, gestire, superare tutto incrementando la forza interiore che aiuta non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana lavorativa, familiare, relazionale.
Attraverso lo sport si può scaricare tensione; si può sentire il proprio corpo; si può intraprendere un percorso con un inizio e una fine come è la vita; incontrando compagni di viaggio e facendo dei tratti insieme come succede nella vita.
La chiave del benessere è nell'acronimo C.A.R.: Consapevolezza, Autoefficacia, Resilienza. Una chiave per il benessere che racchiude tre aspetti: Consapevolezza di sé stessi, proprie risorse, capacità e limiti; Autoefficacia, fiducia in sé stessi; Resilienza per gestire e superare momenti e periodi difficili.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR









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