Matteo SIMONE
Si è svolta in 'Val di Non' la 46° edizione della Ciaspolada, il cui titolo Mondiale maschile è stato vinto da Cesare Maestri (Amorini TSL Team Italy Valli Bergamasche Leffe) in 28’46”, precedendo lo statunitense Joseph Gray (Elmore Gruppo) in 29’30” e Alessandro Rambaldini (Amorini TSL Team Italy Valli Bergamasche Leffe) in 30’12”.
Il titolo Mondiale femminile è stato vinto
da Anna Laura Mugno (Orecchiella Garfagnana) in 36’54” che ha preceduto
Isabella Morlini (Atletica Reggio - Baldas) in 37’19” e la statunitense
Michelle Hummel (Elmore Gruppo) in 37’35”.
Per quanto riguarda la classifica a squadra, il titolo maschile è andato all’Italia grazie, oltre che a Cesare Maestri e Alessandro Rambaldini, anche a Filippo Barizza (Barizza Sport Libertas) 30’31” con un tempo totale di 01h29’29” precedendo Stati Uniti 01h34’59”, Spagna 01h35’01”, Canada 01h37’18”, Francia 01h46’10”, Regno Unito 02h12’27” e Germania 02h14’35”.
Il titolo a squadra femminile è andato
all’Italia grazie, oltre che ad Anna Laura Mugno e Isabella Morlini, anche a
Simonetta Minestrini (Amorini TSL Team) 39’40” con un tempo totale di 01h53’53”,
precedendo Stati Uniti 01h57’17”, Spagna 02h24’18” e Regno Unito 02h44’52”.
Da
evidenziare la 7^ posizione di Antonello Landi (Amorini TSL Italy Potenza Picena che vince il titolo di Campione del Mondo Categoria Master 40 in 30’54”.
Di Seguito, approfondiamo la conoscenza di Antonello attraverso risposte ad
alcune mie domande di un po’ di temo fa.
Come hai
scelto il tuo sport? “Quasi per caso da ragazzino, con le gare
scolastiche, poi in seguito con una piccola società di atletica in un piccolo
paesino.”
Hai
dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di un percorso di
studi o carriera lavorativa? “No, anzi l’atletica mi ha aperto le porte
del lavoro: mediante le ‘Fiamme Azzurre’ ho ottenuto la possibilità di avere un
futuro e soprattutto la possibilità di praticare atletica a tempo pieno da
professionista in un determinato periodo.”
In che modo lo sport ha
contribuito al tuo benessere? “Per fare sport ad un certo livello
bisogna seguire uno stile di vita, che contribuisce al benessere fisico,
psicologico. A volte si devono fare delle rinunce non fare tardi la sera,
riposarsi bene specie prima delle gare, seguire un alimentazione adeguata.”
Se davvero vuoi fare bene, bisogna
mettercela tutta, fare tanta attenzione agli ingredienti del successo, a tutto
ciò che contribuisce alla performance e questo Antonello ha ben chiaro.
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “La passione alimenta la mia motivazione e la
mia competizione con me stesso, e poi sono molto motivato dalla mia famiglia
che mi segue e mi sostiene sia in allenamento che in gara. Oggi, dopo anni, è
grazie a questo se porto avanti questa disciplina iniziata da ragazzino.”
Riesci
a immaginare una vita senza lo sport? “No, è proprio lo sport che pratico che
costella la mia vita di diverse emozioni.”
Dai paesini, per caso, vengono
fuori tanti campioni, che iniziano con pochi mezzi a disposizione, poche
strutture, ma tanta voglia di far bene, di impegnarsi, di eccellere.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?
Quali abilità bisogna allenare? “Nell’atletica si
incontrano diverse difficoltà, quali l’assenza di strutture adatte soprattutto
per i giovani, totale assenza di percorsi urbani: si è costretti a correre in
strade trafficate, oppure fare km in macchina per correre in sentieri naturali.
Sicuramente si deve fare attenzione ad una corretta alimentazione, specie per
la preparazione di una maratona, poi usare scarpe idonee per evitare infortuni.
Le abilità variano dalle capacità del singolo atleta: in base alla stagione
agonistica in corso, e dalle gare in programma, lavoro aerobico oppure di
sintesi.”
Sono tanti gli ingredienti del successo, e l’atleta
metaforicamente diventa come un ottimo cuoco, deve essere informato su tutto,
strumenti, attrezzi, alimentazione, scarpe, tutto contribuisce all’eccellente
forma, alla performance.
Cosa mangi prima, durante e
dopo una gara? “Due ore prima della gara consumo the con
fette biscottate e marmellata se la gara non supera i 10 km e si svolge di
mattina, se la gara e una 21 km aggiungo anche barrette di magnesio e cereali.
Durante la gara invece solo se supera i 30 km integro con dei ‘carbon gel’ a
distanza di 5 km e dopo il 15° km e la sera prima assumo pasti a base di
carboidrati. Dopo una gara solo liquidi, integrazione di Sali minerali e dopo
2/3 ore amminoacidi per il recupero muscolare ma non sempre ne ho bisogno,
preferisco il recupero naturale con la corsa lenta di recupero.”
La gara non finisce al traguardo ma continua i momenti, le ore, i giorni
successivi, è importante un reintegro di quanto si è consumato a livello
energetico ed un sano recupero.
Quali sono le condizioni fisiche o
ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare
una prestazione non ottimale? “Quasi
mai non ho portato a termine una gara, solo in condizioni fisiche critiche,
anche se non rispettavo i miei ritmi preferivo continuare e concludere la mia
competizione.”
Cosa e quali
persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “La mia famiglia contribuisce molto al mio personale benessere, e grazie
al suo supporto migliora la mia performance, ma anche la motivazione personale
alimentata dai mie successi mi dà la forza e stimolo di continuare.”
Importante, per fare le cose bene ed a lungo, una grande passione, una
forte motivazione interna, ma ancora più importante è il sostegno,
l’incoraggiamento, il supporto degli altri soprattutto da parte dei famigliari,
da soli tutto di venta più difficile.
Qual
è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara che ha contribuito a costruire
il mio futuro è stata l’edizione dei Campionati Mondiali Juniores a Lisbona
conquistando un 3° posto. La gara più emozionante però è stata la maratona di
New York, nella quale c’era un numerosissimo pubblico che mi ha regalato un
caloroso tifo.”
L’autoefficacia si costruisce quando sei
ancora giovane e sperimenti i primi successi, con l’andare del tempo si
costruisce una personalità forte, sicura e vincente grazie anche al ricordare
le precedenti esperienze di successo e le sensazioni di benessere sperimentate
in tali occasioni, inoltre è importante il calore, l’incoraggiamento dei fan e
del pubblico.
C’è un’esperienza che
ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “L’esperienza che ha segnato la mia carriera atletica è stata la perenne
presenza del mio allenatore, che mi spingeva a superare i momenti difficili,
insegnandomi a non arrendermi mai. Ciò che fa di un allenatore il migliore non
è la tecnica giusta o i metodi più avanzati, ma la presenza sia fisica che
morale, che ti dà la sicurezza di un genitore.”
Il vero allenatore ti deve guardare, ti
deve comprendere, deve essere presente, vederti faticare, pronto a rivalutare i
programmi di allenamento ed a rimodulare gli obiettivi, si tratta di una
co-costruzione tra atleta ed allenatore della personalità vincente, basata su
una fiducia reciproca e con competenze diverse, l’uno usa i muscoli e la testa,
l’altro le teorie e l’esperienza.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Passione
e coinvolgimento della famiglia.”
Familiari e amici cosa dicono circa il
tuo sport? “Sono molto favorevoli e collaborativi.”
Ti va di
descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Quando
ad un raduno in montagna sono uscito da solo e mi sono perso nei boschi, i mie
amici hanno organizzato una ricerca improvvisata, solo dopo ore sono rientrato
a destinazione.”
Quando uno ama lo sport può capitare di
perdersi nello sperimentare il benessere, è come farsi catturare da uno stato
di trance, vai avanti, ti allontani seguendo il tuo benessere e poi ti accorgi
di quanto tempo è passato e quanta strada hai fatto.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue
gare? “Si,
specie nelle maratone.”
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamento, pre-gara, gara, post-gara? “Durante gli
allenamenti sono dubbioso circa la preparazione in vista di un gara, in
pre-gara c’è sempre un po’ di ansia da prestazione che però viene vinta dalla
voglia di correre, in post gara invece si elabora il risultato e si condivide
con i tuoi amici e avversari di gara. Ma tutto questo deve essere capeggiato
soprattutto dal divertimento.”
Quale è stata la tua gara più
difficile? “Quando
ho dovuto portare a termine una gara campestre con molto fango e pioggia con
una sola scarpa munita di chiodi.”
Hai
rischiato di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio
che vorresti dare per sconsigliare il doping? “(Tocchiamo un tasto dolente!!!) Si, ho
avuto compagni di stanza in molti raduni che successivamente sono risultati
positivi agli esami, comportando la squalifica. Io non ho mai fatto uso di
sostanze dopanti e invito gli altri atleti ad uscire dall’illusione che provoca
il doping in quanto l’eventuale risultato in gara rappresenta in realtà una
sconfitta personale, compromettendo le regole di questo e di tutti gli sport.
In Italia, soprattutto in Campania, i controlli sono poco efficienti e
avvengono di rado.”
Come hai
gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Per coloro i
quali praticano sport naturale sono soggetti a cali di prestazione che si
superano con sedute di allenamento più graduali. Quindi posso dire di aver
gestito i miei infortuni contando su diverse sessioni di allenamento.”
Hai
mai rischiato per infortuni o altri motivi di smettere di essere atleta,? “Qualche tempo
fa ho avuto seri problemi muscolari e a causa di questi, che impedivano ogni mio
tentativo di correre, ho pensato di abbandonare le mie fidate scarpe da
running, ma armato di pazienza e volontà ho superato questo momento.”
Pensi
che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? “Si
perché nello sport è importante essere equilibrati psicologicamente avendo una
buona autostima inoltre non bisogna contare solo sulle doti fisiche, ma anche e
soprattutto avere una buona gestione mentale. Nel mio caso però, dopo una lunga
esperienza, posso affermare di non sentirne il bisogno.”
Sarebbe importante insegnare ai più giovani a porsi
degli obiettivi da raggiungere ed esercitarsi in tal senso con l’aiuto della
famiglia inizialmente che ti consiglia e ti supporta e con un’educazione
scolastica più orientata all’esperienza di vita quotidiana.
Quale messaggio
vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “In questi ultimi anni ho notato un calo
drastico di prestazione da parte dei giovani, solo alcuni emergono. È
sufficiente osservare una classifica ‘all-time’ del 1989 e soffermarsi sulla
56° posizione il cui tempo era 29’58 su una distanza di 10.000 m in pista e
confrontarla con la classifica del 2015 la cui 10° posizione mostrava un tempo
di 30’07 sulla medesima distanza. Il messaggio che voglio trasmettere ai
giovani è quello di porsi un obbiettivo da raggiungere a tutti i costi
affrontando tutte le difficoltà, atmosferiche, fisiche e psicologiche, senza
arrendersi.”
Prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? “I miei obbiettivi a breve termine riguardano le gare su strada più caratteristiche, a medio termine i campionati italiani di 10km e a lungo termine una maratona”.
Sogni realizzati e da realizzare? "I sogni realizzati sono quelli di aver indossato la ‘maglia azzurra’ della nazionale, i sogni da realizzare invece perseguono l’obbiettivo di poter dare sempre di più.”
Bella testimonianza di un atleta semplice e resiliente.
L’intervista ad Antonello è riportata nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance
dell’atleta". Prospettiva editrice.
Antonello è menzionato anche nel libro “Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis.
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