Lo sport ci insegna che non c'è vittoria senza
sacrificio
Matteo
SIMONE
La vita mette davanti a scelte,
percorsi, direzioni e poi man mano che si cresce si può decidere di seguire o
cambiare strada in base alle proprie motivazioni, intenzioni, capacità.
Di
seguito Michael racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Ho iniziato a praticare sport all'età di
7 anni, cominciando con il calcio, fino all'età di 21 anni poi ho praticato un
anno di tennis e all'età di 22 anni ho iniziato con l'atletica, ecco si può
dire che ora mi sento un atleta con la pratica di questo sport.”
Dietro ogni persona ci sono altre
persone che aiutano, sono presenti, sostengono, consigliano ma anche tanti
professionisti che danno un apporto più qualificato per incrementare la
performance.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Nello sport hanno contribuito al mio benessere e alla mia performance in primis i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, dandomi la possibilità di praticare sport e seguendo i miei passi in ogni mia scelta, per poi passare ai vari allenatori che ho incontrato sul mio cammino, ognuno mi ha lasciato e insegnato qualcosa.”
Se ci si impegna costantemente con
determinazione prima o poi i risultati arrivano:.
Una tua esperienza che ti può dare la convinzione di potercela fare? “Secondo il mio punto di
vista, la convinzione che mi dà modo di potercela fare è l'allenamento, se ti
alleni bene i risultati arrivano. Sempre.”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?
“No mai, anche se sono stati momenti
difficili, pensavo a non arrendermi e a tornare al più presto competitivo.”
La pratica dello sport negli allenamenti
e nelle gare fa sperimentare tante sensazioni ed emozioni, si arriva anche a
sperimentare uno stato di grazia detto flow dove tutto risulta facile e si è un
tutt’uno tra cuore, fisico e mente.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara, post-gara?
“Sensazioni pre-gara: tensione,
agitazione, paura di non fare bene. In gara: una volta partito tensione, agitazione e paura volano via, inizio a fare ciò che più mi piace e vado a
ricercare la massima sintonia fra testa, cuore e gambe. Post gara: le sensazioni sono molto variabili, a volte ho sensazioni bellissime perché la gara
è andata proprio come speravo e sto anche bene fisicamente, che è molto
importante, altre magari sono deluso per il risultato e perché magari non sono
al top a livello fisico.”
Dalle parole di Michael si notano gli
insegnamenti appresi a Iten in Kenya dove si ripete sempre agli atleti di
ascoltare il proprio corpo (listen your body) e le regole degli atleti: numero
1 allenarsi, numero 2 nutrirsi bene, numero 3 riposarsi; queste sono le
componenti per il benessere e per il successo.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo
sport? “Io credo che non ci siano
difficoltà, la mia passione e la mia voglia mi portano a superare le difficoltà
se queste si presentano. Il rischio come in tutti gli sport è quello
dell'infortunio, bisogna fare attenzione, ascoltare il proprio corpo, credo che
sia molto importante conoscersi per sapere quando è il caso di fermarsi. Altre
cose che secondo me bisogna porre attenzione sono l'alimentazione ed il riposo
che secondo me è fondamentale.”
Da tanti la maratona viene definita come
gara regina, come un sogno da realizzare soprattutto per i neofiti.
Ti sei sentito campione nello sport almeno
un giorno della tua vita? “No, non mi
sono mai sentito campione nello sport, ho avuto delle soddisfazioni sì, ma
ritengo che i veri campioni sono altri.”
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione
non ottimale? “Diciamo che le volte
che non ho avuto una buona prestazione in primis è il poco allenamento e non
essere arrivato alla gara sufficientemente preparato. Mentre altre volte per il
poco riposo o per un'alimentazione poco corretta.”
Lo sport diventa nutrimento essenziale
per il fisico e la mente, una passione da coltivare per stare bene, per
sperimentare sia benessere fisico, mentale relazione che performance che aiuta
ad aver fiducia delle proprie forze, del proprio coraggio.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Continuo a fare sport perché per me è essenziale un po' come andare a
lavorare per poter mantenersi, io faccio sport perché ormai è un elemento che
non può mancare nella mia vita quotidiana, e poi va beh sicuramente anche la
passione mi fa continuare a praticarlo. Lo sport è vita.”
Le componenti del successo sono anche la
resilienza, la pazienza, l’attenzione. E’ importante non mollare, essere
pazienti e prudenti, essere fiduciosi, saper aspettare, rimodulare propri
obiettivi in base alle risorse residue, non abbattersi. Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ho superato momenti difficili come infortuni
importanti (menisco, legamento crociato), seguiti da operazione chirurgica, sempre cercando di non mollare e lavorando duro nella riabilitazione per poter
tornare subito in pista. Volere è potere.”
E’ importante trasmettere alle persone
quello che si sperimenta attraverso lo sport, e significative sono le parole
Michael che condivido spesso attraverso articoli e post sui social-
Un messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarli allo sport? “Beh
ragazzi, io credo che dovreste praticare sport perché lo sport vi fa stare
bene, lo sport unisce, lo sport ci insegna a soffrire e a non mollare, cose che
dovremmo applicare anche nella vita quotidiana. Lo sport ci insegna che non c'è
vittoria senza sacrificio e ci sono sconfitte che possono insegnare più di
vittorie. Praticate sport perché dopo un'ora di movimento vi sentirete stanchi ma felici. Lo sport è vita.”
Purtroppo ogni tanto qualcuno casca nel
doping forse per una sua fragilità o un approccio allo sport errato, a volte la
mente dell’atleta va fuori fase e commette pensieri seguiti da azioni poco
consone e poco congrue con i valori degli atleti che faticano per arrivare, per
partecipare, per vincere mettendosi in gioco. C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un
messaggio per sconsigliarne l’uso? “No
non mi sono mai imbattuto nel doping, conosco atleti che sono stati
squalificati per questo, ma non ne conosco esattamente il motivo. Io credo che
arrivare a fare uso di doping, sia la cosa più spregevole che possa fare un
atleta, che gusto c'è a vincere sapendo di aver avuto l'aiutino. No al doping perché i risultati con il lavoro arrivano.”
La passione dello sport può essere
compresa solo da persone che sono vicine e possono comprendere l’importanza di
ciò che ne ricava un atleta nella pratica assidua e costante in ogni modo,
spazio e tempo.
Familiari e amici
cosa dicono circa il tuo sport? “I
miei familiari sono contenti della mia pratica, mi seguono e mi sostengono.
Alcuni miei amici mi stimano, altri pensano che io sia matto, perché si sa è
una vita di sacrifici: a letto presto, fare attenzione all'alimentazione,
allenamenti quotidiani, non eccedere con l'alcol. Ma si sa, lo sport praticato a
buoni livelli è sacrificio e impegno quotidiano e io sono felice di tutto
questo.”
Lo sport permette di approfondire la
conoscenza di se stessi, scoprire qualità, capacità, risorse, caratteristiche
insospettabili che vengono fuori solo nei momenti di crisi e difficoltà.
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare attività fisica? “Ho
scoperto che ho la propensione alla costanza , all'impegno e al non arrendersi
mai anche nei momenti più difficili.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Impossibile, non riesco a vedere una vita senza sport, ormai fa parte di me, mi fa stare bene
praticarlo e se proprio vogliamo dirla tutta mi piace arrivare stremato alla
fine di certi allenamenti per il fatto che li ho fatti bene.”
A volte nella mente degli atleti ci sono
sia aiutatori interni che sabotatori interni, a volte c’è bisogno di qualcuno
dall’esterno che aiuti a mediare tra i due, a trovare un accordo se fare
qualcosa o meno, se osare o essere cauti, se impegnarsi un po’ di più o
accontentarsi. Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Non ho mai avuto a che fare con uno
psicologo dello sport, credo che comunque da certi punti di vista possa
aiutare. A volte è la testa che blocca tutto il corpo.”
L’atleta mette in conto le difficoltà
avendole sperimentate sia direttamente che tramite esperienze di altri amici e
sa che non si regala niente nello sport, bisogna sempre faticare per
raggiungere un risultato, per crescere fisicamente e mentalmente attraverso lo
sport.
Quale è stata la tua gara più
difficile? “La mia gara più difficile
è stata senz'altro nel novembre del 2017 a Firenze, la maratona, pronti via ed
inizia a piovere, acqua e vento freddo per 42 km, i quali mi hanno fatto
rallentare tanto che dal 35°km al traguardo correvo e tremavo, non riuscendo
più né a muovere le mani né a parlare dal freddo. Tagliato il traguardo in
2h48'45" mi hanno portato nella tenda termica per ristabilire la
temperatura corporea. Ovviamente finito si pensava già alla prossima.”
La maratona oltre ad essere una gara è
anche un viaggio sia durante il percorso dei 42 e più km sia un viaggio nel
percorso che si fa prima per allenarsi e arrivare pronti alla partenza.
La gara della tua vita, dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara a cui penso sempre come gara della vita è la maratona, la
maratona da, la maratona toglie, ed è in questa lunga gara che si percorre un
"viaggio" dove puoi contare solo su te stesso, quest'anno per me lo è
stata a Valencia dove dopo mesi di allenamento sono riuscito a migliorare il
mio PB e a fermare il crono a 2h43'08", non è di certo come tagliare per
primo il traguardo ma per me è una vittoria personale. Perché si sa nella
maratona corriamo contro il tempo.”
Nella mente degli atleti c’è spazio per
sogni realizzati e sogni da realizzare, per obiettivi prossimi a breve, medio e
lungo termini_; per direzioni da seguire finché si è motivati.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “I miei obbiettivi sono di migliorare i personali sulle distanze dei 5km
- 10km - mezza maratona e maratona. Ed iniziare con il piede giusto la stagione
2019 con i cross. Un mio sogno nel cassetto è stato andare ad Iten in Kenya ad
allenarmi due settimane, li si che mi sono sentito atleta. Spero di poter
ritornare un giorno. L'altro sogno nel cassetto è correre la maratona di new
York. Ed un altro sogno che non può essere realizzabile ma che comunque
sognarlo non costa nulla sarebbe stato di indossare una volta la maglia della
nazionale e rappresentare l'Italia.”
Allenarsi un periodo a Iten in Kenya è
un sogno realizzabile, bisogna solamente decidere, programmarlo e organizzarsi
e una volta sul posto si vive un periodo di spensieratezza, di naturalezza a
contatto con un ambiente naturale fatto di colori, sapori e odori a contatto di
persone speciali che ti guardano, ti sorridono, sono interessati a te e al tuo
mondo e cercano di trasmetterti nozioni e insegnamenti utili per progredire
nella carriera di runner soprattutto
ma utile anche per accompagnatori per apprezzare uno stile di vita povero ma
sano, con poche cose, con l’essenzialità delle relazioni e della nutrizione dei
prodotti della terra e dei campi.
Un'intervista a Michael è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport). Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Psicologo,
Psicoterapeuta
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