Lo sport aiuta a prendere direzioni per seguire sogni, obiettivi e mete. A volte ci sono imprevisti durante questi lunghi percorsi che portano alla performance come gli infortuni e il vero campione è colui che sa trarre lezioni importanti, sa essere resiliente nel capire di dover riorganizzare la sua vita mettendo da parte una fetta importante che è lo sport.
Renè
dopo aver raggiunto l’apice della sua carriera con notevoli risultati,
soprattutto in mezza maratona e full
maratona, sperava di entrare nel giro della Nazionale in occasione degli
Europei partecipando anche a ritiri importanti, si è dovuto arrendere a causa
di un infortunio protratto nel tempo che l’ha lasciato ai box. Renè ha
partecipato alla 2^ Milano Half Marathon, in novembre 2018 vincendo in 01h06’05”.
Ciao carissimo, complimenti per il tuo ritorno in forma e i tuoi
risultati di prestigio? “Grazie mille sono contento
di essere tornato vicino al personale sulla mezza e di averla gestita in quel
modo.”
E’ stata dura la consapevolezza di dover abbandonare i suoi sogni ma si è messo all'opera comprendendo cosa poteva fare in quel momento, come riorganizzare la sua vita, quali altri piani poteva portare avanti, con quali persone si poteva fidare e affidare. E dopo un lungo periodo fatto di visite, riabilitazione, esami, riprese è ritornato più entusiasta e determinato di prima correndo sulla scena nazionale e riprendendosi le sue vittorie avvicinandosi alle sue migliori performance.
E’ stata dura la consapevolezza di dover abbandonare i suoi sogni ma si è messo all'opera comprendendo cosa poteva fare in quel momento, come riorganizzare la sua vita, quali altri piani poteva portare avanti, con quali persone si poteva fidare e affidare. E dopo un lungo periodo fatto di visite, riabilitazione, esami, riprese è ritornato più entusiasta e determinato di prima correndo sulla scena nazionale e riprendendosi le sue vittorie avvicinandosi alle sue migliori performance.
Com'è stata l'attesa? “Non è stato facile. Quando stai fermo per mesi pensi di non poter più correre come prima. Ho curato maggiormente fattori di potenziamento muscolare con esercizi di core stability che prima ho sempre trascurato per mancanza di tempo. Mi hanno aiutato molto nella ripresa.”
Il
corpo, la mente e il cuore ricordano quello di buono che sono stati capaci di
fare e ci vuole solo un po’ di refresh per ritornare come prima e a volte è
possibile sperimentare la crescita post traumatica, cioè si torna in campo più
determinati di prima, con risorse rinnovate, con più consapevolezza.
Ci credevi che saresti potuto tornare a riprendere la tua forma? “La forma sapevo di ritrovarla ma non credevo arrivasse così presto.”
Quando
si riprendere dopo lunghi periodi di stop sembra che dovresti recuperare tutto
quello che non c’è stato e invece bisogna essere prudenti e cauti, saper
scegliere e seguire proprio intuito e sensazioni corporee, sentire i consigli
di amici, familiari e soprattutto allenatori e staff medico che da il pronti si
corre sempre più veloce.
Quando pensi di attaccare
i personali sui 10k, mezza e maratona? “Il 2019
spero porti i personali su tutte e tre le distanze. In base alla forma fisica
deciderò quando e dove correre. Al momento sto correndo poco per vari fastidi
fisici di assestamento e spero di riprendere gradualmente i km necessari per poter
raggiungere tali obiettivi.”
A
volte si perdono dei treni importanti, ma dietro ogni treno perso ce n’è un
altro ritrovato, forse Renè ha avuto modo di ritrovare se stesso, di coltivare
amicizie e passioni che aveva trascurato a causa dei tanti impegni lavorativi e
sportivi, quindi si fa sempre in tempo a scegliere nuovi treni da poter saltare
su serenamente senza fretta.
C'è il pensiero della
maglia azzurra? “Sinceramente, fino allo
scorso anno, mi sono sempre stressato per cercare di raggiungere la maglia
azzurra. Dopo l'infortunio ho capito che la corsa (come ogni altro sport) deve
essere vissuta con serenità. Quindi correrò per battere me stesso e non penserò
più ad una convocazione in nazionale. Poi se arriverà sarò molto felice.”
In
caso di crisi, problemi, difficoltà è importante non sentirsi abbandonare, è
importante notare la presenza di vere persone che contano nella propria vita,
dietro l’atleta c’è un mondo di dubbi e insicurezze e la presenza di persone
che sostengono e coccolano è importante per risollevarsi, per ritrovare nuove
strade percorribili, per dedicarsi a piani B in compagnia con spensieratezza e
per apprezzare la ciclicità dell’esperienza.
Chi ti ha
supportato, sostenuto, coccolato questo lungo periodo di stop? “In questo periodo ho avuto tante persone che si sono preoccupate. Gli
amici, i compagni di squadra e di allenamenti, il mio allenatore Giorgio, la
mia famiglia che mi ha sempre detto di portare pazienza, i fisioterapisti che
mi sono stati vicino aiutandomi per il rientro.”
Ti sei sentito abbandonare da amici, sponsor, organizzatori di gare?
“Avevo mille obiettivi e quando mi hanno riscontrato
la micro frattura al bacino mi è caduto il mondo addosso. Ma grazie a tante
persone sono riuscito ad uscirne bene. Tanti amici mi sono stati vicino ma non
per questo mi sono sentito abbandonato da altri. Da parte degli organizzatori
di gare alle quali partecipo da anni sono stato contattato non per correre ma
per sapere del mio infortunio. Questo mi ha fatto molto piacere.”
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Ho
avuto l’onore di conoscere Renè in quel di Aosta dove ora ho degli amici cari
conosciuti in Kenya a Iten la città dei Campioni dove spero un giorno di
incontrare anche Renè dove potrebbe cercare di fare ancora un salto di qualità
confermando le sue qualità e il suo talento nell'essere un maratoneta valido e
capace.
Ci stai facendo un pensiero per un periodo di
allenamento ad Iten in Kenya? “Dopo aver sentito i
racconti dei miei amici Omar e Marco, reduci da uno stage ad Iten, mi sono
incuriosito. Prima o poi un'esperienza sugli altipiani keniani dovrò farla.
Magari per poi cercare un buon crono in una maratona veloce. Vedremo in futuro
se riuscirò ad organizzarmi con il lavoro.”
Lo
sport è importante nella vita di una persona, a volte può diventare un lavoro
da atleta ma non è facile, bisogna fare delle scelte già da quando si è ragazzi
tra studio e scuola, è difficile portare avanti tanti impegni tra sport, studio
ed eventuale lavoro, si fa quel che si può.
Stai
pensando a un gruppo sportivo militare? “Ho sempre
sognato di poter fare il professionista per poter raggiungere i miei limiti.
Purtroppo, già con lo sci di fondo, ero stato escluso dal centro sportivo
Esercito. Per poter entrare in un centro sportivo devono uscire bandi di
concorso mirati ed avere titoli che danno punteggio. Avevo ottenuto
dall'azienda per la quale lavoro, la Cogne Acciai Speciali di Aosta, tre mesi
di aspettativa. Avevo iniziato ad allenarmi come un professionista e stavo
notando i miglioramenti che puoi avere se ti alleni e riposi, se non devi
alzarti alle 5 di mattina per fare le 8 ore in fabbrica ed allenarti con le
gambe pesanti, senza dover essere stressato per riuscire a fare tutto prima di
timbrare l'entrata in azienda, senza dovermi trascinare al lavoro dopo un
allenamento tremendo o fermarmi a metà perché troppo stanco. Peccato non averla
sfruttata al meglio per colpa di questo edema osseo già in atto al momento
dell'aspettativa. So che dovrò continuare a correre così, come ho sempre fatto,
cercando di ottenere il massimo con i mezzi che ho. Dovrebbero cambiare il
sistema in Italia, in modo da agevolare gli atleti ritenuti di interesse
nazionale. Dovrebbero cercare, magari permettendo loro di lavorare con un part
time (e non 40/48 ore a settimana), di farli crescere e migliorare con un
rischio minore di infortuni. Il centro sportivo è l'unica possibilità (in
Italia) per fare i professionisti, ma ci sarebbero molti modi per portare un
atleta ad ottenere prestazioni migliori. In altre nazioni lo stanno facendo. In
Italia invece è più facile criticare se le cose non vanno bene piuttosto che
rivoluzionare.”
Nella
mente degli atleti, soprattutto negli atleti che sono rimasti a riposo per
diverso tempo, ci sono tante gare da partecipare, tempi da abbassare, persone
con le quali confrontarsi.
Prossime mete, obiettivi,
direzioni, sogni? “Prossimi obiettivi sono
riprendere a correre i km di un anno fa, divertirmi, andare di nuovo fortino e
non farmi male.”
Nella
vita bisogna essere disposti ad accettare tutto quello che avviene, ma non solo
accettarlo, anche elaborarlo per far diventare bruchi farfalle, per far
sbocciare fuori, per andare più forti e consapevoli, per cavalcare sempre nuove
onde del cambiamento con risorse sorprendenti e inimmaginabili che abbiamo a
disposizione e che bisogna cercarle bene con fiducia all'occorrenza.
Cosa hai appreso in questo lungo periodo di fermo e di attesa?
“Ho imparato che bisogna sapersi ascoltate. Quando
c'è dolore bisogna fermarsi. Bisogna capire se il fastidio può essere di
assestamento oppure se l'unica soluzione è fermarsi per non peggiorare la
situazione. Non è facile quando vuoi ottenere dei risultati ma a volte è meglio
stare fermi una settimana subito che sei mesi dopo. Ho anche capito che è
meglio sostituire una corsa a settimana con allenamenti alternativi come bici,
potenziamento muscolare o altri sport per staccare mentalmente e fisicamente.
Grazie ancora e speriamo di vederci presto. Magari per una corsetta in quel di
Aosta.”
Un’intervista a René è riportata nel mio
ultimo libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito
da Edizioni Psiconline.
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