mercoledì 23 gennaio 2019

Michele Baldelli, atleta non vedente: Spero in una convocazione in nazionale

Matteo SIMONE 

Lo sport risulta essere un ottimo aiuto alla disabilità.

Si può iniziare per caso a fare sport o consigliati da amici o familiari o per riabilitazione a seguito di incidenti o disabilità e poi ci si può appassionare sperimentando sia benessere che performance.
Di seguito l’esperienza di Michele Baldelli (Osteria dei Podisti) attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, sono Campione Italiano Paralimpico 2017, categoria T11, di 10.000 m su strada e su pista.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato correndo sul tapis roulant, inizialmente è stata una costrizione dovuta alla mia disabilità; sono non vedente, poi grazie all'incontro di persone che praticavano running su strada ho potuto iniziare a farlo anche io grazie alla loro disponibilità a guidarmi su strada.”

A volte c’è bisogno di provare, di sperimentare, di mettersi in gioco e di qualcuno disposto a sostenere, supportare, fare da guida, il resto viene da solo, si sperimenta sempre più autonomia, competenza.
Quali fattori che contribuiscono al tuo benessere o performance?Innanzitutto il benessere fisico ma non è da sottovalutare il livello psicologico, essere sereni è fondamentale.” 
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o performance? “La mia famiglia in primis, infatti stanno vivendo attivamente la mia passione per la corsa; poi tutti i ragazzi che, a seconda del loro ruolo, in questa avventura forniscono carburante, inteso come amicizia, simpatia, buon umore eccetera.”

Il benessere nella pratica di uno sport non è solo fisico ma anche mentale e relazionale, si sperimenta una nuova vita, amicizie, aggregazione, condivisione, tutto nutrimento per l’atleta, motivazione per andare avanti prendendo direzioni che portano a raggiungere obiettivi sfidanti con le risorse residue.
La gara dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle?La gara in cui ho dato il meglio è stata una delle tante gare fatte qui della zona, quella dove ho sperimentato le emozioni più grandi è stato il Campionato Italiano su pista sulla distanza di 10.000 m a Isernia.”

Lo sport permette di mettersi in gioco, si fidare se stessi e anche altri concorrenti, di apprendere dall’esperienza, di eccellere e anche di vincere un campionato italiano.
Quale è stata la tua gara più difficile?La 100 km del Passatore corsa due anni fa.“

Il 28 maggio 2016, Michele ha portato a termine la “100 km del Passatore, Firenze-Faenza" in 15h34’12”.  
Una tua esperienza che ti da la convinzione che ce la puoi fare?L'allenamento quotidiano mi dà la convinzione di potercela fare, i risultati ottenuti nelle gare sono la conferma di tutto ciò.”

La fiducia in sé e negli altri, l’impegno costante, la determinazione, la passione e motivazione fa fare cose grandi e impensabili nonostante una disabilità sensoriale, si può anche correre una 100km e questo è lo sport che vogliamo per tutti, uno sport di fatica e condivisione, dove si sperimenta un lungo viaggio, un inizio e una fine, soddisfazioni immense.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport?Mi sento libero, poi provo una grande gioia perché correndo sperimento una grande soddisfazione, perché riesco a fare cose che nemmeno sognavo fino a qualche anno fa.”

Lo sport davvero ridà la vita, fa sperimentare competenze, successi e libertà di esprimersi al meglio:.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione?I problemi maggiori sono gli infortuni e gli incidenti, scontrarsi con qualcosa, prendere buche oppure infortunarsi sono le cose che creano più problemi, fortunatamente le guide fino a oggi hanno quasi sempre evitato che accadesse.”

Comprendo la difficoltà di Michele essendo anch’io una guida di atleti con disabilità visiva, ci vuole tanta attenzione, focalizzazione, concentrazione in quello che si sta facendo, mettendo in conto che a volte sii può cascare ma è importante rialzarsi sempre e ripartire con più entusiasmo, grinta e motivazione.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono a fare una prestazione non ottimale?
A livello fisico la stanchezza o qualsiasi altra tipologia di problema legato al corpo, a livello psicologico la cattiva gestione dell’ansia da prestazione. A livello ambientale il caldo, o comunque condizioni avverse, come pioggia oppure vento.”

Non si tratta solo di uno sforzo fisico da affrontare, ma bisogna affrontare anche uno sforzo mentale, la voglia di far bene, le eventuali pressioni, le condizioni ambientali, bisogna essere pronti a tutto e prepararsi fisicamente e mentalmente.
Cosa ti fa continuare a fare sport?Il benessere e il piacere che ricavo da esso. L'amicizia che lo sport crea, le occasioni di incontro e socializzazione che scaturiscono dall'incontro con altri sportivi. L'adrenalina che provo nel realizzare che nonostante la mia disabilità c'è ancora qualcosa in cui sono molto forte, in cui sono capace di cimentarmi con tutte le mie energie. Un aspetto della vita che è soprattutto mio.”

Lo sport permette di riprendere in mano le redini della propria vita, di essere padroni di se stesso, si sperimentare autonomia, benessere e performance.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Infortuni gravi non ne ho mai avuti, le crisi invece, prevalentemente le ho superate grazie all' aiuto delle mie guide che mi stavano al fianco.”

Insieme è sempre molto meglio, a volte è importante supportare e sostenere l’atleta nella sua pratica sportiva, la guida ad atleti permette di fare esperienze utili sia all’atleta che alla guida, si diventa squadra, insieme per un obiettivo comune condiviso.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Se la mia condizione non mi ha impedito di praticare uno sport, e di praticarlo a buon livello, il messaggio non può essere altro che è una cosa aperta tutti.”

Un bel messaggio quello di Michele, lo sport è a portata di tutti, ogni età, ogni condizione fisica e mentale, ogni cultura, ogni ceto sociale, anzi lo sport avvicina persone, culture e ondi, e abbatte barriere e muri intergenerazionali, culturali.
Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping?Oltre che il male che il doping può arrecare al corpo, semplicemente il non sapere quali siano le tue reali possibilità.”

Questa è una nuova e diversa risposta rispetto alle solite, infatti il doping non ti permette di conoscere te stesso, le tue reali potenzialità, quello che sei capace di fare attraverso lo sport, quindi significa prendersi in giro, barare a se stessi, grazie Michele.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?I miei amici partecipano molto con molto entusiasmo all'avventura della corsa, la mia famiglia partecipa con grande entusiasmo e trasporto, tutti loro assieme mi trasmettono una carica indescrivibile.”

E’ importante avere persone che remano a favore dell’atleta, soprattutto se sono familiari e amici che trasmettono calore e sostegno con stima e affetto.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? Ho scoperto di essere molto più forte di quel che pensavo. La Corsa in alcune situazioni ti costringe ad affrontare sfide molto dure a livello sia fisico sia psicologico. Di certo mi aiuta anche ad affrontare le sfide quotidiane che la mia condizione di non vedente mi impone.”

Lo sport diventa una grande palestra di vita, permette di trasferire tutti gli insegnamenti nella vita quotidiana, soprattutto se riesci nello sport ad affrontare, gestire e superare crisi e difficoltà fisiche e psicologiche accresce l’autoconsapevolezza delle proprie capacità, qualità, caratteristiche e si diventa più autoefficaci, più fiduciosi in se stessi, più resilienti agli imprevisti che si incontrano nella vita quotidiana a volte mette contro.
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport?In questo momento no. Lo sport è parte integrante della mia vita. Io sono dipendente dallo sport.”

Importante avere passioni che a volte diventano un sorta di dipendenza ma positiva e salutare che fanno sperimentare, benessere, autonomia, performance e successi da poter investire tempo, mezzi e persone.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?
No fortunatamente niente di così grave.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Non ho esperienza ma credo sia molto importante soprattutto se si pratica sport a livelli agonistici.”

Nella mente degli atleti ci sono sempre sfide con se stessi e con altri avversari, gare da partecipare, titoli da cercare di vincere:.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Quali i sogni da realizzare?Vorrei vincere per l’anno 2018 i Campionati Italiani Paralimpici sulle distanze 10000m, mezza maratona e maratona e perché no spero in una convocazione in nazionale.”

L’11 marzo 2018, Michele ha conquistato il titolo di Campione Italiano Paralimpico T11 (non vedenti) di Mezza Maratona FISPES a Civitanova Marche (AP), organizzati dalla A.S.
Anthropos, all'interno della 44a Stracivitanova. Michele ha corso con le guide Simone Lunghi nella prima metà di gara e Andrea Marini nella seconda parte di gara.
 

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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