Matteo
SIMONE
Nello sport ci si appassiona, si sperimenta benessere e poi c’è anche la voglia di performance e si mettono in atto delle strategie e dei programmi di allenamento per arrivare a raggiungere la miglior performance.
Di seguito Michael racconta la sua esperienza
rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao
Michael, complimenti, come hai fatto per raggiungere questo personal best sui
10.000 metri? Cosa ti ha aiutato? “Per
arrivare a questo nuovo PB, sicuramente ciò che più mi ha aiutato è
l'allenamento, i km messi nelle gambe di fondo e di qualità, e sicuramente si
io ho corso ma dietro gli allenamenti c'è il mio allenatore.”
Qualsiasi risultato non arriva a caso ma è frutto di tanta passione, impegno, organizzazione, persone che aiutano, consigliano, sostengono.
Dietro l’atleta c’è tanta voglia di fare bene, di fare meglio; dietro l’atleta ci sono tante persone che allenano, che fanno il tifo; accanto all’atleta ci sono amici, familiari, altri atleti che fanno da treno condividendo chilometri passo dopo passo concentrati verso la meta; davanti l’atleta ci sono chilometri e chilometri di strada, obiettivi, mete e sogni da raggiungere. E’ importante focalizzarsi nel proprio obiettivo.
Era nell'aria? Te l'aspettavi? “Era la prima gara di stagione dopo la maratona di Valencia, mi sentivo preparato e motivato per correre forte e provare far del mio meglio è così è stato, sono stato anche fortunato ad avere un buon treno come l'atleta nazionale Giovanna Epis.”
Se veramente ci tieni a qualcosa, ti
impegni e ti organizzi per ottenere quello che vuoi comprendendo cosa si può
fare e come.
Quale tuo aspetto, caratteristica,
qualità, capacità ha contribuito? “Sicuramente
ha contribuito a questo anche il fatto di non mollare sia in gara che negli
allenamenti, si sa a volte ci sono giorni che uscire ed allenarsi è dura,
soprattutto conciliando il lavoro.”
Michael sembra avere le idee chiare su
quello che vuole fare e ottenere organizzandosi e cercando di curare ogni
aspetto che contribuisce alla performance tra le tante mattonelle che
costruiscono la sua performance sembra che una fondamentale è stata lo stage running in Kenya a Iten la città
dei campioni dove ha potuto apprendere dai campioni l’arte di correre.
Com'è stato lo stage in Iten? Lo rifaresti?
Lo consiglieresti? “Lo stage ad Iten,
è stato fantastico, un sogno che avevo e che ho realizzato, sicuramente è un
posto in cui vorrei tornare a fare questo tipo di esperienza sportiva. Dove ti
puoi allenare come un professionista se lo vuoi. Certo lo consiglio a chi
veramente ama questo sport, l'atletica, ed il fascino di essere nella terra
della corsa la terra dei tanti record stabiliti da campioni.”
L’esperienza di running stage presso Iten non è solo corsa e sport ma anche un
viaggio a contatto con un popolo e una terra speciale, meravigliosa e
sorprendete dove per un periodo si sperimenta semplicità, serenità, sapori,
odori; un carico di allenamenti ma anche si sensazioni ed emozioni ricche e
insolite per riempire i nostri serbatoi emozionali.
Cosa ti ha lasciato nel cuore, nella mente, nel fisico? “Questa esperienza mi ha lasciato tanto, nel
cuore la semplicità di come si vive là, con l'essenziale e senza tante cose
superflue ma con una cosa importante, il sorriso e la gentilezza, queste cose
non le dimenticherò. Nella mente momenti di vera fatica, dopo alcuni lavori di
velocità nella pista di Tambach, dove un po' ti senti campione anche tu!
Sicuramente non dimenticherò quella terra rossa, che dopo tutti gli allenamenti
fatti facevi fatica anche a lavarla dalla pelle. Ed invece per il mio fisico ho
cercato di catturare al meglio tutto che c'è oltre al gesto del correre, tutto
diventa importante a partire dagli esercizi di mobilità allo stretching.”
Lo sport incrementa sempre più
consapevolezza delle proprie capacità, qualità, caratteristiche. Risorse e
quindi si cerca di conoscersi sempre meglio attraverso allenamenti, esperienze,
gare e si cerca di fare sempre meglio con attenzione, impegno, preparazione.
Ora pensi ad altri personal best sul 5.000,
mezza e maratona? “Si in quest'anno
mi piacerebbe provare a ritoccare i personali su tutte le distanze citate e
perché no magari anche a limare qualcosa su un altro 10000.”
Interessante scoprire la progettualità e
la fantasia delle persone, è importante focalizzarsi nel momento presente con
quello che c’è ora ma è anche importante avere una progettualità futura e
capire quale può essere la nostra direzione con chi, con quali mezzi e risorse
ed essere sempre pronti a rimodulare direzioni, mete e obiettivi.
Come ti immagini a 50 anni? “Chi lo sa a 50 anni come sarò, sicuramente
mi immagino sempre con le mie scarpette da corsa e di poterle allacciare alla
domenica mattina e partecipare a qualche gara. Mi immagino con una bella
famiglia con dei figli per poter trasmettere loro la passione per lo Sport. E
perché no magari allenatore ed insegnare ciò che più amo fare.”
Lo sport permette di sperimentare non
solo la fatica ma anche la condivisione della fatica che è più affrontabile e
gestibile; lo sport permette di far parte di gruppi di amici e squadre.
Cosa dicono i tuoi compagni di allenamento
e la tua squadra? “Purtroppo il più
delle volte mi alleno da solo per questione di organizzazione con il lavoro,
però le volte che faccio dei lavori di velocità in pista capita che riesco ad
allenarmi con due miei amici, ognuno ai suoi ritmi però si sa la fatica
condivisa si sente di meno. Quando riesco cerco anche di aiutare degli amici
negli allenamenti facendogli da Pacer, anche se è uno sport individuale lo
spirito di gruppo e di unione ci deve sempre essere. La mia squadra è contenta
dei miei risultati, mi vogliono bene.”
Nella mente dell’atleta ci sono tante
consapevolezze, tanti orti da coltivare, tante priorità, si tratta di
organizzarsi per cercare di essere presente nei vari orti quanto basta per
sentirsi bene, in forma, motivato, sereno.
Cosa
c'è oltre la corsa? “Oltre alla corsa
ci sono persone che mi stanno accanto che mi vogliono bene e mi sostengono senza le quali sarebbe tutto più difficile, ci sono gli amici di corsa e non, c'è il lavoro da operaio nella piccola azienda di famiglia che si occupa della
costruzione di molle già aperta ai tempi da mio nonno, siamo alla terza
generazione e sicuramente è una cosa che voglio portare avanti!”
Un'intervista a Michael è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport). Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Psicologo,
Psicoterapeuta
380-4337230
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