giovedì 19 settembre 2019

Michael Piccolruaz, arrampicata: Devo cercare di rimanere calmo e concentrato

Non devo perdere la testa anche se mi ritrovo in momenti difficili

Matteo SIMONE

Michael Piccolruaz, Fiamme Oro Moena, nel 2019 vince la Coppa Italia Boulder il 24 marzo a Bressanone e il 20 aprile a Cuneo diventa Campione Italiano Boulder. 

Con la nazionale italiana d’arrampicata partecipa ai Campionati mondiali a Tokyo, ed arriva in finale al 19° posto. Di seguito Michael racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato a scalare da bambino nelle montagne con mio padre, poi a 7 anni ho iniziato ad allenarmi con un gruppo più frequentemente. Dopo aver fatto gare giovanili regionali e nazionali sono entrato in nazionale giovanile a 13 anni ed ho partecipato a tante gare internazionali giovanili negli anni successivi. A 17 anni sono poi entrato in nazionale senior ed ho iniziato a fare le gare a livello di coppa del mondo.”

Una grandissima e veloce carriera già in giovanissima età per un atleta cresciuto con papà tra le montagna dove ha imparato a cavarsela arrampicandosi fin da piccolo proseguendo a scalare raggiungendo sempre mete e obiettivi sfidanti e ambiziosi come l’indossare la maglia azzurra e far parte della nazionale per competere in tutto il mondo.
Quali fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance? “Sicuramente la famiglia e gli amici contribuiscono al mio benessere nello sport e la vita in generale. Oltre a loro è il divertimento la cosa più importante per andare avanti ed essere sempre motivati nello sport.”

In effetti Michael ha dalla sua parte due chiavi per il benessere e il successo nello sport, una buona amicizia e il divertimento facendo sport, entrambe le cose alleviano il suo impegno quotidiano permettendogli di andare avanti negli allenamenti costanti e impegnativi.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?La gara della mia vita è sicuramente stata la coppa del mondo a Kazo, Giappone, nel 2016 dove sono arrivato secondo.”

Essere secondo al mondo è veramente qualcosa di incredibile da tenere bene a mente non solo il risultato ma le sensazioni ed emozioni sperimentate, qualcosa che aiuta ad aver voglia di replicare ricordando cosa c’è stato in quel momento che ha permesso quel risultato strabiliante.
La tua gara più difficile?La gara più difficile è stata il Campionato mondiale nel 2018 a Innsbruck. Non ero pronto sia fisicamente che mentalmente e ho scalato malissimo.” 
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?Vedendo amici che per tanti anni hanno faticato e dovuto subire tante delusioni, però hanno combattuto e alla fine sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi. Loro mi danno la motivazione di andare avanti e crederci che ce la potrò fare.

Si mettono in conto le prestazioni non eccellenti, servono a ricordare che non bisogna mai sentirsi arrivati, che bisogna continuare a faticare costantemente per rimanere vincenti, per confermare una prestazione eccellente, per avere un entusiasmo rinnovato che spinge a impegnarsi per far bene.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post gara)?Pre-gara sicuramente sento un po`di ansia, però anche motivazione a dare il mio meglio. In gara spesso dipende da come va. Può variare da concentrazione al massimo, divertimento, orgoglio a delusioni, panico, paura. E anche post gara dipende molto da come è andata la gara. Sicuramente spesso c`è delusione perché spesso potevo fare meglio anche se ho fatto una buona gara.

L’atleta attraversa diversi momenti e periodi nelle fasi di gara che possono variare dall’ansia e tensione pre gara o entusiasmo e grinta alla focalizzazione durante la gara lasciando da parte qualsiasi distrazione per il tempo occorrente per il compito di gara che richiede l’utilizzazione di tutte le risorse dell’atleta, di tutti i sensi comprese le intuizioni.
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? A cosa devi prestare attenzione?Una difficoltà è che non devo perdere la testa anche se mi ritrovo in momenti difficili. Devo cercare di rimanere calmo e concentrato per un lungo periodo. Rischi nello sport agonistico come lo pratico io non ci sono. Forse se vado a scalare su roccia al di fuori dalle gare posso ritrovare qualche rischio, però anche lì i rischi sono limitati.”

Michael sembra essere molto competente ed esperto, molto sicuro di sé, sa quello che fa e conosce i suoi sequenze di movimenti alla perfezione ma quando si tratta di gareggiare tutto può succedere e lì che si può riconoscere un campione capace di gestire qualsiasi situazioni dove bisogna prendere una decisione veloce ma senza andare in panico avendo il controllo della situazione ma prima di tutto e soprattutto il controllo della mente.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Ho superato crisi nel cercare di trovare gli errori che ho fatto e provando a guardare in avanti lavorandoci sui punti deboli e come fare per evitare di rifare gli errori commessi negli eventi che hanno risultato in una crisi.

Tutto serve, tutto si può utilizzare, non solo le vittorie ma anche le sconfitte per capire a che punto siamo e cosa bisogna fare per far meglio la prossima volta.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?L`arrampicata è uno sport così bello perché tutti possono praticarlo. Non cambia se sei alto, basso, maschio, femmina, giovane, vecchio. Tutti possono trovare vie nella loro difficoltà, divertirsi e provare a migliorare. E credetemi, all`inizio diventerete più forti e molto veloci.”

E’ interessante l’affermazione di Michael che tutti possono trovare vie nelle loro difficoltà, in effetti a volte la difficoltà diventa un’opportunità per mettersi alla prova, per conoscersi come ci si può cavarsela.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Non ho mai avuto da che fare con il doping. La mia motivazione è di migliorare e arrivare ai massimi delle mie capacità allenando il mio corpo e la mia mente nel miglior modo possibile, assolutamente senza dover prendere qualunque tipo di sostanza o metodo illegale.”

In effetti per eccellere ci vuole una mente sana e non offuscata da sostanze che confondono prima di tutto se stessi nel comprendere il proprio valore e le proprie possibilità di cavarsela e poi confondono gli altri sia avversari che giudici, quindi meglio stare alla larga.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? Ho scoperto che mi serve l`attività fisica per essere in uno stato mentale dove sono contento con me stesso. L´attività fisica è essenziale nella mia vita.”

Questa è un’affermazione interessante, l’attività fisica per riconoscere il proprio stato mentale, come essenzialità della propria esistenza, come punto fondamentale da cui partire per sperimentare sensazioni ed emozioni e far parte di gruppi e squadre.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?Da quando ho iniziato ad incontrare difficoltà e delusioni nel mio sport ho capito che uno psicologo dello sport può aiutare molto a sorpassare questi momenti difficili ma anche a prepararsi al meglio per i prossimi appuntamenti importanti.”

In effetti, da soli si può fare tanto, si possono anche risolvere momenti e situazioni di crisi e di difficoltà, ci si può fare aiutare anche da amici e conoscenti ma lo psicologo può diventare uno strumento in più a disposizione per elaborare situazioni più o meno croniche che possono destabilizzare l’atleta per una non sufficiente fiducia in se stesso o nella gestione di crisi e difficoltà.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?L`obiettivo più vicino e importante è la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo. Partecipare a un evento di questa dimensione sarebbe un sogno realizzato.”

Bella sfida la partecipazione a un olimpiadi che prevede un grande impegno e la pianificazione appropriata degli impegni che prevedono test e gare che possano permettere di poter emergere e farsi selezionare in tempo.
Hai un modello di riferimento a cui ti ispiri?Le persone e gli atleti che mi ispirano sono tanti. In tantissime persone si può trovare un aspetto ammirabile che posso provare ad applicare a me stesso.” 
Ci sono parole o frasi che ti aiutano nei momenti decisivi, critici, difficili?Spesso sono parole e frasi motivanti che provo a dirmi nei momenti decisivi. Tutto quanto fa parte di una routine in gara che mi aiuta a performare nel modo migliore.”

Il campione sa come utilizzare al meglio ogni stimolo, ogni ancoraggio, ogni pensiero e sa trasformare situazioni a suo favore per non mollare ma per cavarsela egregiamente primeggiando possibilmente.
Come ti vedi a 40 anni?A 40 anni spero di essere contento con la mia vita, di avere una famiglia bella, di vivere in un posto dove mi sento a casa e magari di avere qualche figlio e anche nipotino con il quale posso spendere delle belle giornate in montagna arrampicando.”

La passione non passa mai ma si può trasformare, tutto passa, tutto cambia, importante è andare avanti cavalcando l’onda del cambiamento con nuovi propositi ed entusiasmo rinnovato.

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