Non devo perdere la testa anche se
mi ritrovo in momenti difficili
Matteo Simone
Michael Piccolruaz, Fiamme Oro, nel 2019 vinse la Coppa Italia Boulder il 24 marzo a Bressanone e il 20 aprile a Cuneo diventa Campione Italiano Boulder.
Inoltre, Michael si è classificato 14° ai Campionati Mondiali combinata a Hachioji (JPN) 2019, 3° ai Campionati Europei Combinata a Monaco (GER) 2017.
Partecipa ai Campionati mondiali a Tokyo, si è piazzato quindicesimo nella gara di qualificazione della combinata (velocità, boulder e difficoltà) quindi, fuori dalla finale a otto.
Di seguito Michael racconta la sua esperienza di atleta rispondendo
ad alcune mie domande.
Qual è stato il
tuo percorso per diventare atleta? “Ho
iniziato a scalare da bambino nelle montagne con mio padre, poi a 7 anni ho
iniziato ad allenarmi con un gruppo più frequentemente. Dopo aver fatto gare
giovanili regionali e nazionali sono entrato in nazionale giovanile a 13 anni
ed ho partecipato a tante gare internazionali giovanili negli anni successivi. A
17 anni sono poi entrato in nazionale senior ed ho iniziato a fare le gare a
livello di coppa del mondo.”
Una grandissima e veloce carriera già in giovanissima età per un atleta cresciuto con papà tra le montagna dove ha imparato a cavarsela arrampicandosi fin da piccolo proseguendo a scalare raggiungendo sempre mete e obiettivi sfidanti e ambiziosi come l’indossare la maglia azzurra e far parte della nazionale per competere in tutto il mondo.
Una grandissima e veloce carriera già in giovanissima età per un atleta cresciuto con papà tra le montagna dove ha imparato a cavarsela arrampicandosi fin da piccolo proseguendo a scalare raggiungendo sempre mete e obiettivi sfidanti e ambiziosi come l’indossare la maglia azzurra e far parte della nazionale per competere in tutto il mondo.
Quali fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e performance? “Sicuramente la famiglia e gli amici contribuiscono al mio benessere nello sport e la vita in generale. Oltre a loro è il divertimento la cosa più importante per andare avanti ed essere sempre motivati nello sport.”
In effetti Michael ha dalla sua parte due
chiavi per il benessere e il successo nello sport, una buona amicizia e il
divertimento facendo sport, entrambe le cose alleviano il suo impegno
quotidiano permettendogli di andare avanti negli allenamenti costanti e
impegnativi.
La gara della tua vita dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita è sicuramente stata la coppa del mondo a Kazo,
Giappone, nel 2016 dove sono arrivato secondo.”
Essere secondo al mondo è veramente qualcosa di incredibile da tenere bene a mente non solo il risultato ma le sensazioni ed emozioni sperimentate, qualcosa che aiuta ad aver voglia di replicare ricordando cosa c’è stato in quel momento che ha permesso quel risultato strabiliante.
Essere secondo al mondo è veramente qualcosa di incredibile da tenere bene a mente non solo il risultato ma le sensazioni ed emozioni sperimentate, qualcosa che aiuta ad aver voglia di replicare ricordando cosa c’è stato in quel momento che ha permesso quel risultato strabiliante.
Il 23 aprile 2016, il vincitore della Coppa del Mondo Boulder Kazo è stato il russo Rustam Gelmanov, precedendo Michael Piccolruaz e il giapponese Kokoro Fujii. Tra le donne vinse la britannica Shauna Coxsey, precedendo la francese Melissa Le Neve e la giapponese Miho Nonaka.
La tua gara più
difficile? “La gara più difficile è
stata il Campionato Mondiale nel 2018 a Innsbruck. Non ero pronto sia
fisicamente che mentalmente e ho scalato malissimo.”
Michael Piccolruaz, si classificò al 61° posto ai Campionati Mondiali di Arrampicata Lead. Il vincitore è stato l’austriaco Jakob Schubert, precedendo il ceco Adam Ondra e il tedesco Alexander Megos.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?
“Vedendo amici che per tanti anni hanno
faticato e dovuto subire tante delusioni, però hanno combattuto e alla fine
sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi. Loro mi danno la motivazione di
andare avanti e crederci che ce la potrò fare.”
Si mettono in conto le prestazioni non
eccellenti, servono a ricordare che non bisogna mai sentirsi arrivati, che
bisogna continuare a faticare costantemente per rimanere vincenti, per
confermare una prestazione eccellente, per avere un entusiasmo rinnovato che
spinge a impegnarsi per far bene.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post gara)? “Pre-gara sicuramente sento un po`di ansia, però
anche motivazione a dare il mio meglio. In gara spesso dipende da come va. Può
variare da concentrazione al massimo, divertimento, orgoglio a delusioni,
panico, paura. E anche post gara dipende molto da come è andata la gara.
Sicuramente spesso c`è delusione perché spesso potevo fare meglio anche se ho
fatto una buona gara.”
L’atleta attraversa diversi momenti e periodi nelle fasi di gara che possono variare dall’ansia e tensione pre-gara o entusiasmo e grinta alla focalizzazione durante la gara lasciando da parte qualsiasi distrazione per il tempo occorrente per il compito di gara che richiede l’utilizzazione di tutte le risorse dell’atleta, di tutti i sensi comprese le intuizioni.
L’atleta attraversa diversi momenti e periodi nelle fasi di gara che possono variare dall’ansia e tensione pre-gara o entusiasmo e grinta alla focalizzazione durante la gara lasciando da parte qualsiasi distrazione per il tempo occorrente per il compito di gara che richiede l’utilizzazione di tutte le risorse dell’atleta, di tutti i sensi comprese le intuizioni.
Quali sono le difficoltà e i
rischi nel tuo sport? A cosa devi prestare attenzione? “Una difficoltà è che non devo perdere la
testa anche se mi ritrovo in momenti difficili. Devo cercare di rimanere calmo
e concentrato per un lungo periodo. Rischi nello sport agonistico come lo
pratico io non ci sono. Forse se vado a scalare su roccia al di fuori dalle gare
posso ritrovare qualche rischio, però anche lì i rischi sono limitati.”
Michael sembra essere molto competente ed
esperto, molto sicuro di sé, sa quello che fa e conosce i suoi sequenze di
movimenti alla perfezione ma quando si tratta di gareggiare tutto può succedere
e lì che si può riconoscere un campione capace di gestire qualsiasi situazioni
dove bisogna prendere una decisione veloce ma senza andare in panico avendo il
controllo della situazione ma prima di tutto e soprattutto il controllo della
mente.
Come hai superato eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Ho
superato crisi nel cercare di trovare gli errori che ho fatto e provando a
guardare in avanti lavorandoci sui punti deboli e come fare per evitare di
rifare gli errori commessi negli eventi che hanno risultato in una crisi.”
Tutto serve, tutto si può utilizzare, non solo le vittorie ma anche le sconfitte per capire a che punto siamo e cosa bisogna fare per far meglio la prossima volta.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “L`arrampicata è uno sport così bello perché
tutti possono praticarlo. Non cambia se sei alto, basso, maschio, femmina,
giovane, vecchio. Tutti possono trovare vie nella loro difficoltà, divertirsi e
provare a migliorare. E credetemi, all`inizio diventerete più forti e molto
veloci.”
E’ interessante l’affermazione di Michael che tutti possono trovare vie nelle loro difficoltà, in effetti a volte la difficoltà diventa un’opportunità per mettersi alla prova, per conoscersi come ci si può cavarsela.
C’è stato il
rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Non ho mai avuto da che fare con il doping.
La mia motivazione è di migliorare e arrivare ai massimi delle mie capacità
allenando il mio corpo e la mia mente nel miglior modo possibile, assolutamente
senza dover prendere qualunque tipo di sostanza o metodo illegale.”
In effetti per eccellere ci vuole una mente sana e non offuscata da sostanze che confondono prima di tutto se stessi nel comprendere il proprio valore e le proprie possibilità di cavarsela e poi confondono gli altri sia avversari che giudici, quindi meglio stare alla larga.
In effetti per eccellere ci vuole una mente sana e non offuscata da sostanze che confondono prima di tutto se stessi nel comprendere il proprio valore e le proprie possibilità di cavarsela e poi confondono gli altri sia avversari che giudici, quindi meglio stare alla larga.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Ho scoperto che
mi serve l`attività fisica per essere in uno stato mentale dove sono contento
con me stesso. L´attività fisica è essenziale nella mia vita.”
Questa è un’affermazione interessante,
l’attività fisica per riconoscere il proprio stato mentale, come essenzialità
della propria esistenza, come punto fondamentale da cui partire per
sperimentare sensazioni ed emozioni e far parte di gruppi e squadre.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per
quali aspetti ed in quali fasi? “Da
quando ho iniziato ad incontrare difficoltà e delusioni nel mio sport ho capito
che uno psicologo dello sport può aiutare molto a sorpassare questi momenti
difficili ma anche a prepararsi al meglio per i prossimi appuntamenti
importanti.”
In effetti, da soli si può fare tanto, si possono anche risolvere momenti e situazioni di crisi e di difficoltà, ci si può fare aiutare anche da amici e conoscenti ma lo psicologo può diventare uno strumento in più a disposizione per elaborare situazioni più o meno croniche che possono destabilizzare l’atleta per una non sufficiente fiducia in se stesso o nella gestione di crisi e difficoltà.
In effetti, da soli si può fare tanto, si possono anche risolvere momenti e situazioni di crisi e di difficoltà, ci si può fare aiutare anche da amici e conoscenti ma lo psicologo può diventare uno strumento in più a disposizione per elaborare situazioni più o meno croniche che possono destabilizzare l’atleta per una non sufficiente fiducia in se stesso o nella gestione di crisi e difficoltà.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “L`obiettivo più vicino e importante è la
qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo. Partecipare a un evento di
questa dimensione sarebbe un sogno realizzato.”
Bella sfida la partecipazione alle Olimpiadi che prevede un grande impegno e la pianificazione appropriata degli
impegni che prevedono test e gare che possano permettere di poter emergere e
farsi selezionare in tempo.
Michael partecipa ai Campionati mondiali a Tokyo, si è piazzato quindicesimo nella gara di qualificazione della combinata (velocità, boulder e difficoltà) quindi, fuori dalla finale a otto.
Hai un modello di riferimento a cui ti ispiri? “Le
persone e gli atleti che mi ispirano sono tanti. In tantissime persone si può
trovare un aspetto ammirabile che posso provare ad applicare a me stesso.”
Ci sono parole o frasi che ti aiutano nei
momenti decisivi, critici, difficili? “Spesso
sono parole e frasi motivanti che provo a dirmi nei momenti decisivi. Tutto
quanto fa parte di una routine in gara che mi aiuta a performare nel modo
migliore.”
Il campione sa come utilizzare al meglio ogni stimolo, ogni ancoraggio, ogni pensiero e sa trasformare situazioni a suo favore per non mollare ma per cavarsela egregiamente primeggiando possibilmente.
Il campione sa come utilizzare al meglio ogni stimolo, ogni ancoraggio, ogni pensiero e sa trasformare situazioni a suo favore per non mollare ma per cavarsela egregiamente primeggiando possibilmente.
Come ti vedi a 40 anni?
“A 40 anni spero di essere contento con
la mia vita, di avere una famiglia bella, di vivere in un posto dove mi sento a
casa e magari di avere qualche figlio e anche nipotino con il quale posso
spendere delle belle giornate in montagna arrampicando.”
La passione non passa mai ma si può
trasformare, tutto passa, tutto cambia, importante è andare avanti cavalcando
l’onda del cambiamento con nuovi propositi ed entusiasmo rinnovato.
Un’intervista a Michael è riportata nel libro “Sogni olimpici. Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà” di Matteo Simone.
Editore: Aracne (Genzano di Roma). Data di Pubblicazione: 5 gennaio 2022.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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