Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta
La bellezza dello sport è che permette di fare esperienza, mettersi in gioco, apprendere dall’esperienza sbagliando e facendo meglio la prossima volta.
Praticando lo
sport intensamente ti senti veramente ed intensamente vivo, senti il sangue che
scorre, il respiro affannoso, il cuore che batte. E le sfide sono sempre più
cercate, la voglia di vedere se riesco ad arrivare entro il tempo massimo, la
voglia di indossare la maglia da finisher, di completare la gara nonostante le
difficoltà ritenute estreme.
C’è
un’alternanza tra un periodo di allenamenti e il giorno della gara per testare
lo stato di forma dell’atleta, una messa alla prova, arriva il giorno della
verità dove l’atleta deve compiere una successione di gesti atletici che lo
permettono di arrivare al traguardo in salute.
E ogni volta apprende sempre
qualcosa di più, rivede alcuni atleti diventati amici, si confronta con loro
sulla loro forma, sui metodi di allenamento, sulle modalità di integrazione
alimentare, sull’abbigliamento sportivo tecnico, su eventuali libri in
commercio sulla preparazione fisica o mentale.
Questo è il bizzarro mondo dello sport di endurance, sperimentare e mettersi in gioco, momento per momento superando momenti più o meno difficili o bui, uscendo ogni volta da gallerie e tunnel, scoprendo una nuova luce, e tornando ogni volta al mondo con qualcosa in più, più arricchiti soprattutto nella mente e nel cuore.
Quindi
la preparazione mentale è importante, bisogna costruire l’obiettivo da
raggiungere con una forte immaginazione, e con degli obiettivi intermedi, si
cresce e si matura con l’esperienza di allenamento e di gare in situazioni le
più difficili dal punto di vista di condizioni climatiche o dislivelli o anche
routinarie come possono essere i circuiti o il treadmeal.
Ci
sono tante tipologie e modalità di gare estreme, ci sono persone che corrono
sul tradmeal per 48 ore o che corrono su circuiti per 10 giorni. Si arriva a
pensare che se si vuole si può fare tutto, tutto sta a decidere e scrivere
l’obiettivo e poi si prende la direzione per raggiungerlo, si sviluppa una
grande forza mentale.
E’
importante lavorare su obiettivi, sul superare errori e sconfitte, si impara da
tutto ciò che succede per fare meglio in futuro e funzionare meglio come
individui e come squadra conoscendosi meglio.
Ci
si mette a tavolino, e si esamina al dettaglio quello che è successo, come
possiamo far meglio la prossima volta, sono tante le modalità per far meglio.
La
mente deve solo essere presente con il corpo, qualsiasi cosa succede deve
essere pronta a pazientare, esercitare l’attesa, l’attenzione e la focalizzazione
per quello che si sta facendo, la mente sa che le crisi come vengono così se ne
vanno, la persona si conosce bene riesce a distinguere messaggi del corpo che
posso no sabotare o posso essere veri avvisi di malessere.
Si
può mantenere la concentrazione per tutta una gara, senza farsi vincere dalla
fatica e dalla paura di non farcela, focalizzandosi sul qui e ora, in questo
momento, metro per metro, momento per momento, chilometro per chilometro,
piccoli obiettivi, ristoro per ristoro, non pensando che la gara è lunghissima
e difficilissima, bisogna solo avanzare un po’ per volta.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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