lunedì 9 settembre 2019

Marcello Bombardi, arrampicata: La mia disciplina più forte è la lead

Mi sentivo di sicuro motivato e carico per la gara
Matteo Simone 

Marcello Bombardi nel 2007 venne convocato nella squadra nazionale giovanile, nel 2009 prese parte alla sua prima competizione internazionale senior a Imst, Austria, nell’ottobre 2014 è diventato un arrampicatore professionista entrando nel Gruppo Sportivo dell’Esercito (Centro Addestramento Alpino, Sezione Militare Alta Montagna).

Nel 2019 a Tokyo, in Giappone, partecipa ai Mondiali di arrampicata sportiva nella specialità non olimpica della lead e classificandosi ventiduesimo al termine delle qualifiche riesce a centrare la semifinale. 
Di seguito Marcello racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sentivi pronto per i mondiali?Sì, mi sentivo pronto. Soprattutto per la lead mi sentivo bene e avevo notato una crescita della forma dalle prime gare di Coppa del Mondo di inizio luglio fino agli ultimi allenamenti prima di partire da casa. In speed non avevo raggiunto il livello (inteso come tempo di salita della via) che mi sarebbe piaciuto raggiungere per questa gara ma sapevo che non sarebbe stato facile dovendo preparare bene anche le altre due discipline.”

Gli atleti crescono e maturano attraverso lo sport curando sempre più aspetti inerenti la pratica del proprio sport dove riescono se c’è talento, impegno, passione, determinazione, ad esprimersi al massimo confrontandosi con i migliori al mondo.
Sensazioni, emozioni, pensieri in vista dei mondiali? “Mi sentivo di sicuro motivato e carico per la gara, sentivo l'importanza dell'evento ma ero pronto ad affrontarlo senza crearmi ulteriori pressioni e non vedevo l'ora di partecipare.”

La partecipazione a un mondiale è comunque prima di tutto un punto di arrivo, qualcosa che si guadagna nel tempo per aver dimostrato di valere, per essersi impegnati nel migliore dei modi dimostrando il proprio valore atletico e sportivo. Poi diventa un’occasione per confrontarsi con i più forti al mondo apprendendo dall’esperienza, approfondendo la conoscenza di se stessi in eventi carichi di tensione, emozioni, entusiasmo, motivazione e dove comunque vada si torna a casa diversi, cambiati, arricchiti con strumenti in più a disposizione per lavorarci cercando di migliorare sempre, e far meglio le prossime volte.
Quali erano le strategie di gara?L'obiettivo principale era la classifica di combinata con la quale ci si qualificava per le Olimpiadi del prossimo anno. La mia disciplina più forte è la lead e quindi dovevo puntare principalmente su quella ma cercare comunque dei buoni risultati anche in boulder e speed. Come strategia avevo semplicemente quella di dare il massimo su ogni turno di gara di ogni specialità. Con il livello attuale così alto nessun turno era scontato quindi era sempre necessario rimanere concentrati e arrivare pronti e riposati ogni giorno della competizione.

Il mondiale è sempre un evento difficile da interpretare, in campo ci sono tante forze e risorse fisiche, strategiche e mentali. Bisogna cercare di dare il massimo mettendo da parte eventuali tensioni e pressioni e facendo emergere la voglia di esserci con la coscienza a posto e la consapevolezza di voler fare il massimo per se, per la squadra e per la nazione. Importante è affrontare con serenità le varie fasi della gara, essere orientati al momento presente focalizzati, centrati nel gesto atletico osservando se stessi e gli avversari, facendo del proprio meglio con fiducia e ancoraggi di esperienze precedenti di riuscita.
Ti consigli con un team? Figure professionali?Sono seguito a casa dal mio allenatore Roberto Bagnoli per quanto riguarda principalmente la preparazione fisica ma cerchiamo di lavorare insieme su qualsiasi aspetto della prestazione quindi anche sulla tecnica e sulla preparazione mentale. Sul parterre di gara sono invece presenti il direttore sportivo e il commissario tecnico della squadra nazionale che ci danno supporto nei vari momenti durante la competizione.

Interessante le varie figure a supporto. In competizioni internazionali si tratta di avere sostegno e supporto adeguato e in allenamento è importante avere figure di riferimento che credono e indirizzano l’atleta in modalità di allenamento che possa apportargli beneficio personale e performance graduale e progressiva acquisendo sempre più metodi, tecniche e strumenti di lavoro fisico e mentale per avere il controllo sia della situazione che del gesto sportivo adeguato, ed efficace.
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara?Non ho una preparazione mentale specifica pre gara. Lavoro principalmente sui momenti durante la gara stessa o subito precedenti (quelli per esempio durante il riscaldamento o la visione dei tracciati da affrontare). Cerco di ricercare quello stato mentale che ho trovato utile per me durante gli anni ad aiutare la prestazione.”

Interessante lavorare momento per momento, senza fretta e senza stress, affrontare le cose man mano che si presentano con fiducia e consapevolezza. Interessante una preparazione accurata fisica e mentale del percorso da intraprendere, simulando la propria via, osservando com’è, come fare meglio, come procedere.  Importante anche ricercare la propria autoefficacia e il proprio flow considerando lo stato di IZOF (Individual Zone of Optimal Functioning), la propria zona di confort ottimale per la propria prestazione.
C'è una parola o una frase che ti aiuta ad affrontare la gara?È difficile che mi parlo mentalmente durante la gara o nei momenti precedenti con parole o frasi ricorrenti. Cerco semplicemente di ripensare mentalmente ai passaggi del percorso da affrontare o ai vari momenti della competizione e ciò su cui devo rimanere concentrato da eseguire per ogni momento.”

In realtà molta testa a sostegno e a sicurezza del fisico, passaggi da simulare prima mentalmente per avere la certezza di poterli fare in stato di flow velocemente e praticamente come in una sorta di trance, essendo sempre centrati, concentrati e focalizzati nel gesto sportivo.
Quale aspetto del tuo carattere ti aiuta nell'affrontare gare importanti?
Penso che la mia naturale razionalità mi aiuti molto ad analizzare la situazione di gara, un eventuale stato mentale scorretto e trovare delle soluzioni per risolverlo. Distaccarsi da emozioni talvolta controproducenti non è sempre facile ma affrontare la situazione a stadi, affrontandone uno alla volta in modo razionale aiuta molto.”

La partecipazione graduale ad allenamenti e gare, sempre più sfidanti, aiuta a conoscersi sempre meglio, come si affrontano situazioni e si trovano risoluzioni passo dopo passo.
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano in gare importanti?Penso che le mie qualità principali ad un continuo miglioramento e quindi ad andare bene in gara siano principalmente due. La prima è la capacità di autoanalisi della prestazione, di individuare ciò che faccio bene e ciò che non riesco così da sapere su cosa lavorare per le competizioni successive. La seconda è la determinazione e la perseveranza a cercare di migliorarmi sempre e raggiungere il limite delle mie capacità.

Questo è il vantaggio dello sport, applicarsi, impegnarsi, arrivare dopo si vuole e si può e cercare sempre di andare oltre curando gli aspetti critici e apprendendo sempre da situazioni e gare sia vincenti sia quando si esce sconfitti senza demoralizzarsi ma con consapevolezze in più da cui ripartire sempre.
In che modo la mente ti aiuta a superare i momenti difficili?
La mente aiuta a superare i momenti difficili in primo luogo se si è in grado di controllarla e riconoscere i momenti in cui bisogna agire sul proprio stato mentale modificandolo o in cui bisogna lasciarla andare vivendo il momento presente. Il primo passo è la consapevolezza del proprio stato mentale, delle cause e delle conseguenze che questo porta sulla prestazione. Una volta consapevoli bisogna trovare i metodi che funzionano su sé stessi e imparare ad utilizzarli efficacemente, per questo passaggio una pratica frequente è l'unica soluzione per imparare.

Sembra essere un approccio molto meditativo. Tecniche e metodi di respirazione e di meditazione aiutano al controllo della mente, a spazzare pensieri che distraggono o che comunque non servono nei momenti cruciali della gara.

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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