La gara più bella fu quella di Capua
nel novembre del 2017
In ambito sportivo non bisogna solamente di valere più degli altri dal punto di vista sportivo e atletico arrivando prima dell’altro o mettendoci meno tempo per correre una certa distanza ma è importante l’esperienza di gruppo, amicale, relazionale, dove tutti faticano e pochi vanno sul podio ed è importante rispettare tutti dai primi agli ultimi arrivati perché è importante l’esperienza di crescita che si porta a casa non solo premi e medaglie.
Di seguito Francesca, Nuova Atletica Isernia, racconta
la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport
almeno un giorno della tua vita? “Credo
che un vero atleta non sia solo colui che riesce a distinguersi per le proprie
prestazioni fisiche ma soprattutto colui che riesce a portare alto nel proprio
ambiente sportivo e nella propria vita di tutti i giorni valori veri di pura
umanità. Per questo posso dire di sentirmi campionessa tutte le volte che
riesco a trasmettere questo anche agli altri.”
Il punto di vista di Francesca non è solo puramente sportivo o atletico ma ampiamente educativo ed è vero è importante dimostrarsi persone con valori anche in ambito sportivo dove si fatica insieme, si condividono momenti di sofferenza e anche di riuscita rispettando gli altri amici e avversari.
Il punto di vista di Francesca non è solo puramente sportivo o atletico ma ampiamente educativo ed è vero è importante dimostrarsi persone con valori anche in ambito sportivo dove si fatica insieme, si condividono momenti di sofferenza e anche di riuscita rispettando gli altri amici e avversari.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a fare atletica molto presto, ero al primo anno di scuola media. C'era qualcosa nel movimento, nel gesto atletico, nell'eleganza che ne scaturiva, che mi muoveva dentro un'energia che fino ad allora non credevo di avere. Poi però dopo poco tempo fui costretta a lasciare per dare priorità ad altri impegni che credevo più importanti. Tornai a correre al primo anno di università quando, per caso, conobbi un ragazzo tesserato con la stessa società di atletica con la quale iniziai da piccola. Da quel giorno non ho più smesso, anche se gli ostacoli che ho dovuto superare hanno messo a dura prova la mia motivazione e voglia di farcela.”
Lo sport ha il grande potere di emozionare
persone, di farle sperimentare sensazioni uniche e pertanto è un settore della
vita da poter coltivare anche se a volte ci sono delle priorità che richiedono
un notevole investimento di tempo ma se c’è forte interesse, passione e motivazione
si riesce a trovare con il tempo uno spazio e un momento per dedicarsi alla
propria passione sportiva.
Nello sport
cosa o chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Credo che in tanti anni di corsa, la persona
che decisamente ha avuto un ruolo determinante nella mia vita sportiva è stato
il mio compagno di allenamenti che fino ad ora è riuscito a tirarmi fuori
qualcosa che nemmeno io credevo di avere ma soprattutto mi ha dato la spinta
per continuare ad avere fiducia in me stessa e lottare duramente per i miei
sogni. Ora lo considero davvero un fratello.”
Le amicizie sportive sono fondamentali
perché solo che si trova nelle stesse situazioni da affrontare, gestire e
superare sa comprendere l’altro quando fatica, quando ha difficoltà, infortuni,
sconfitte.
Qual è stata la gara della
tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara più bella fu quella di Capua nel
novembre del 2017. Credo che ancora prima del risultato, una gara vada
giudicata dal percorso fatto fino a quel momento, dal ‘viaggio’ che ci ha
condotto fino ad essere quelli che siamo ed apprezzare ogni singolo passo come
il risultato del delicato equilibrio che siamo riusciti ad ottenere fino a quel
momento per poi ripartire esattamente da lì, per una continua e costante
evoluzione verso equilibri posti sempre un'asticella più in alto.”
Francesca parla di equilibri, in effetti
nella vita bisogna sempre trovare compromessi ed equilibri in ogni sfera che
sia lavorativa, scolastica, familiare, relazionale, coltivare diversi interessi
ma senza troppe dipendenze ma allo stesso tempo dedicandoci approfonditamente
per ottenere il più benessere possibile.
Quali
sono le tue qualità, capacità, caratteristiche e limiti? Come e quando li hai
scoperti? “Credo che la mia
caratteristica più evidente sia la mia eccessiva sensibilità ed empatia. Queste
se da un lato possono essere considerate delle grandi risorse, dall'altro sono
il mio forte limite. Sto facendo un lungo percorso per imparare a gestirle ed a
canalizzarle nel modo giusto. Purtroppo riesco a percepire troppo dall'ambiente
che mi circonda e soprattutto dalle persone che si trovano sul mio sentiero e
questo molte volte mi destabilizza e mi fa perdere il confine tra me e gli
altri. La corsa mi aiuta molto in questo, mi aiuta a focalizzarmi sulle mie
sensazioni e percezioni imparando ad ascoltarmi e a concentrarmi su di me,
mettendo sullo sfondo tutto il resto.”
Questa di Francesca è un’interessante
testimonianza di come lo sport come la corsa permetta di conoscersi bene per
scoprire attentamente proprie caratteristiche limiti.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Non ricordo degli episodi particolarmente
curiosi o divertenti della mia carriera sportiva anche se devo dire che mi
diverte molto osservare i diversi comportamenti dei miei compagni di
allenamento oppure delle persone che conosco in gara prima della partenza di
una gara o di un allenamento particolarmente impegnativo. Mi sorprende ogni
volta notare come ognuno di noi abbia dei modi di fare e di reagire a delle
stesse situazioni completamente unici.”
In effetti ognuno di noi ha una modalità
di affrontare e gestire un evento c’è chi è più spensierato e chi ci tiene di
più ed è importante anche guardarsi intorno per osservare gli altri e capire se
siamo in linea con glia altri o se ci discostiamo confrontandoci e cercando di
gestire qualsiasi cose in modo più sereno ma allo stesso tempo produttivo,
efficace e risolutivo.
Quali sensazioni
ed emozioni sperimenti facendo sport (allenamenti, pregara, gara, post gara)?
“Devo ammettere che io soffro
particolarmente prima di una gara o di un allenamento che richiede un certo
risultato cronometrico. Mi sento molto nervosa e tesa e questo credo penalizzi
molto anche la prestazione. Durante la
gara o l'allenamento sono sempre molto concentrata e piano piano riesco a sciogliere
la tensione e provo a focalizzarmi sul respiro e sulle sensazioni che mi
rimanda il corpo. Subito dopo credo di poter dire che mi sento assolutamente
invincibile, soprattutto per aver provato ad affrontare e a superare tutte le
mie paure.”
Le parole di Francesca testimoniano di
come lo sport possa diventare una messa alla prova per comprendere le proprie
debolezze ma allo stesso tempo per cercare di risolvere, interessante è la
focalizzazione sul respiro e le sensazioni corporee da notare senza
preoccuparsi per capire cosa ci vogliono raccontare.
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? A cosa devi prestare
attenzione? “Nella corsa gli
infortuni sono all'ordine del giorno soprattutto per il fatto che questo sport
va ad amplificare o slatentizzare anche piccoli squilibri che inevitabilmente
ognuno di noi ha sia nella postura che nella muscolatura. In ogni caso credo
che ci sia un rischio ancora più grande, focalizzarsi solo ed esclusivamente
sul risultato, perdendo di vista il vero significato che ognuno di noi da
realmente alla corsa. Questo per me è molto pericoloso perché nel momento in
cui la prestazione cala, come è normale nella vita di ciascuno di noi, solo chi
ha trovato la propria vera dimensione in questo sport, riuscirà a non
arrendersi e a rialzarsi più forte di prima.”
Lo sport è un grande banco di prova, se
c’è qualcosa uscirà attraverso l’estremizzazione del gesto sportivo e allora si
correrà ai ripari per correggere non solo il sintomo ma anche la fonte come una
postura sbagliata o un pensiero negativo.
Quali
sono le condizioni che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?
“Ogni volta che non sono riuscita a dare
il meglio di me, ho trovato solo dentro di me il nemico, quel limite mentale
che non sono riuscita ad abbattere.”
Hai rischiato di mollare? “Ho rischiato molte volte di mollare,
soprattutto nell'ultimo periodo, per via di molte situazioni che hanno minato
ancora di più la mia autostima e fiducia nelle mie capacità. Eppure nel momento
stesso in cui lo sto scrivendo credo che sia stata una totale follia".
Cosa ti fa continuare a fare sport? "Non posso
immaginarmi senza la corsa. Per me è come respirare. Studio medicina e un
giorno spero di diventare una brava cardiologa pediatra e credo che solo la
corsa mi abbia dato la grinta e la forza necessaria a prendere in mano la mia
vita e metterla in salvo tutte le volte che ho creduto davvero di perdermi.”
Lo sport è un ottimo alleato dello studio e permette anche di elaborare pensieri e nozioni.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Fino ad ora ho sempre sbagliato ad
affrontare crisi, sconfitte ed infortuni eppure anche in questo la corsa mi è
stata maestra di vita. L'unico modo per riuscire a superare la fatica è semplicemente
accettarla e andare avanti. Questo è esattamente quello che bisogna fare in
questi momenti. Abbattersi per una sconfitta, innervosirsi per un infortunio e
lasciarsi vincere da una crisi non porteranno mai a nulla, quello che bisogna
fare è accettare il momento e a testa bassa andare avanti, analizzando
eventualmente quello che non ha funzionato per non ripetere gli stessi errori.”
Per qualsiasi problema, sofferenza, dolore
è importante prima di tutto accettarlo e poi cercare di organizzarsi, studiarlo
e porre rimedio, per ogni cosa c’è almeno una soluzione bisogna essere
fiduciosi e a tutto ciò lo sport come la corsa diventa maestro di vita.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarli allo sport? “Ai ragazzi vorrei dire ciò che dovrebbero insegnare prima di tutto a
scuola o nella loro famiglia, a credere in se stessi. Molto spesso si dà troppa
importanza al risultato, al voto, ai numeri, semplici numeri, io credo che i
ragazzi dovrebbero puntare più sulla propria crescita come esseri umani, sulla
scoperta delle proprie potenzialità e inclinazioni. Credere in se stessi è la
sola ‘arma’ per difenderci in un mondo forse molto competitivo dove troppo
spesso si perde la dimensione umana.”
Non è importante la vittoria a tutti i
costi ma essere disposti a misurarsi con se stessi e gli altri senza pretese ma
impegnandosi e credendoci senza pressioni e sena temere eventuali giudizi e
soprattutto senza barare a se stessi e agli altri.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per
sconsigliarne l’uso? “Fortunatamente
non c'è mai stato il rischio di incorrere nel doping, anche perché, studiando
medicina, ho molto approfondito i tanti effetti negativi e molto spesso mortali
dovuti all'uso di molti farmaci che migliorano le prestazioni. Credo che, al di
là di qualsiasi possibile vittoria, chi ne fa uso ha già perso ancora prima di
partire. E' la più grande sconfitta sia come atleta ma, ancora prima, come uomo.”
Vero doping equivale a rischiare di morire
e per quale motivo per una prestazione un po’ migliore, lo sport è paragonabile
a un cancro dello sport, annienta atleti.
Familiari
e amici cosa dicono del tuo sport? “Per
me è molto importante che la mia famiglia mi appoggi e sostenga in quello che
faccio infatti le discussioni che avvengono mi tolgono molta energia e me ne
accorgo soprattutto mentre corro. Hanno imparato a rispettare e ad a sostenermi
in questa mia passione dopo avene capito la sua importanza per me. Spesso la
mia sorella gemella mi aspetta all'arrivo e giuro che arrivare al traguardo per
abbracciarla è il mio unico pensiero durante tutta la gara.”
Commovente quest’ultima testimonianza, due
sorelle gemelle, una che va di corsa verso il traguardo e l’altra che aspetta
pronta ad accoglierla.
Cosa hai scoperto
di te stessa nella pratica del tuo sport? “La corsa è stata per me una maestra di vita. Mi ha insegnato a
conoscermi e a sentirmi forte nonostante le mie molte fragilità, mi ha
insegnato a contare solo sul mio corpo e sulla mia mente, sulle mie energie e
risorse eppure c'è qualcosa che credo non avrei avuto modo di imparare
altrimenti ed è quella di apprezzare la fatica in virtù del riposo e il riposo
in virtù della fatica. C'è sempre una ricompensa nascosta in qualsiasi
sfaccettatura della nostra vita ed è solo cambiando prospettiva che molte cose
si possono apprezzare e amare.”
Vero, la corsa fa apprezzare la duplicità
e la ciclicità delle cose, la partenza e l’arrivo, la fatica e il riposo, la
vittoria e la sconfitta.
Ritieni utile
lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Credo che sia essenziale l'aiuto di uno
psicologo dello sport perché la mente e il corpo lavorino in sincronia e in
armonia verso il raggiungimento della migliore espressione di se stessi. Molto
spesso siamo noi gli unici nemici di noi stessi e solo raggiungendo la
consapevolezza di tutti quei meccanismi che entrano in gioco e ci ostacolano
ogni volta che siamo chiamati a dover sincronizzare corpo e mente, possiamo
riuscire a gestire il tutto a nostro vantaggio e scoprire cose di noi e delle
nostre potenzialità che fino a quel momento non avremmo mai potuto immaginare.”
Lo psicologo può servire a indirizzare l’atleta
verso la risoluzione di dubbi e conflitti, verso la ricerca di risorse
interiori che non si considerano o che si dimenticano, a valutare altre vie di
risoluzione al momento occultate da confusione.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Il mio unico e solo obiettivo e quello di
essere ogni giorno migliore rispetto a me stessa del giorno prima. Sono in
cerca della mia ‘gara perfetta’ dove, arrivata al traguardo, sento di aver dato
tutto quello che in quel momento il mio fisico era in grado di dare senza che
la mia testa mi abbia remato contro nemmeno per un solo istante.”
Eternamente alla ricerca di se stessa
sembra essere Francesca e questo le permette di vivere intensamente perché credo
che la gara perfetta non esista così come non esiste la perfezione ma esistono
le sensazioni ed emozioni immense che ricaricano la persona e danno senso a
quello che fanno con fatica, dolore e sofferenza.
Come ti vedi a 50 anni? “A 50
anni sicuramente spero di continuare ancora a correre e a prendermi cura dei
miei piccoli pazienti. Mi piacerebbe
avere dei bambini e magari riuscire a trasmettere anche a loro questa mia
voglia di lottare sempre per inseguire i propri sogni.”
Interessante questa visone avanti nel
tempo che aiuta ancora una volta a crederci e a impegnarsi per seguire proprie
direzioni e intenzioni.
Hai un modello
di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Ad
essere sincera, il mio modello di riferimento è Catherine Bertone. Per me è
l'emblema del vero atleta. Una vita donata agli altri e un grande senso del
sacrificio. Sicuramente non sarò mai ai
suoi livelli ma ogni volta che temo di non farcela il suo pensiero mi da quella
spinta in più che mi manca.”
Una grande donna, medico e maratoneta nonché
moglie e mamma, un sacco di cose da gestire ed equilibrio mentale da mantenere
per fare bene il suo delicato e sensibile lavoro e per essere un’atleta di
livello Nazionale.
C’è una parola o
frase utile nei momenti di crisi o difficoltà? “Si c'è, nei momenti di crisi e di grande fatica, quando tutte le
sensazioni e i pensieri mi dicono di mollare, io mi ripeto ‘sono più forte io
della mia testa’.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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