martedì 10 settembre 2019

Daniele Severini, ultratrail CCC 2019: Ho rispettato il tempo che mi ero prefissato

Guardo sempre da dove sono partito proprio da quel divano, lo guardo e lo saluto
Matteo SIMONE 

La CCC è una corsa in montagna, considerata la sorella minore dell’UTMB, con partenza da Courmayeur, in regime di semi-autosufficienza, con numerosi passaggi in altitudine (>2500m) e traguardo a Chamonix dopo circa 101 km per 6.100 m D+, in un tempo limite di 26:30 ore.

Daniele Severini è uno dei Finisher con pettorale 4396 e ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Come mai questa gara? Invitato o scelta tua?Ciao Prof eccomi, provo a rispondere alle tue domande dopo l'esperienza passata nei scorsi giorni. E’ stata una mia scelta...diciamo che questo è l'evento per tutti gli amanti della corsa in montagna... ci avevo fatto un pensiero nel 2016 quando cominciai ad avvicinarmi a questo mondo delle ultra.”

Già in passato ho scritto di Daniele dopo averlo conosciuto durante un evento di transumanza podistica da Falasche (Anzio) a Jenne e qualche anno fa aveva da poco iniziato a correre spinto dalla sua compagna che lo ha distolto dal suo divano in zona di confort e da quel momento Daniele ha sempre più osato spingendosi in gare della lunghezza chilometrica attorno ai 100 km e questa volta ha fatto il grande salto spingendosi lassù nei pressi del Monte Bianco.
Come è andata? “E’ andata benissimo...ho rispettato il tempo che mi ero prefissato...avrei ottenuto un tempo migliore se nel percorso, soprattutto all'inizio, non si trovavano ingorghi alle prime salite. Però contentissimo.”

Per gli ultramaratoneti è importante portare a termine la propria sfida perché si tratta proprio di imprese, di gare durissime dove l’atleta si sente vincitore solo per averla portata a termine nel tempo massimo a disposizione.
Criticità, difficoltà, crisi?Difficoltà diciamo qualche crisi che fa parte del gioco, soprattutto in gare cosi lunghe, un fastidio al ginocchio che però è passato quasi subito...poi la voglia di finirla era tanta e sarei arrivato comunque anche con una gamba sola. Forse la parte finale che ti portava su tre picchi ognuno di quasi 1000d+ li qualche difficoltà ce stata...ma era inevitabile.”

L’ultramaratoneta le mette in conto le difficoltà sa che in una gara lunghissima della durata di quasi un giorno intero dovrà incontrare crisi, dubbi, perplessità, dolori ma sa anche che come tutto ciò si manifesta così tutto ciò in genere scompare perché l’atleta in genere è positivo e propositivo, ha sempre un piano B, una distrazione che nasconde il dolore o il dubbio e continua per la sua strada orientato verso la sua meta nel tempo prefissato o comunque nel tempo massimo senza scoraggiarsi ma con determinazione.
Che sapore ti ha lasciato questa gara?Più che sapore sensazioni...sensazioni molto positive e la consapevolezza di potere osare di più.”
Come sono le montagne?Per me la montagna in generale è tutta bella...in questa gara si passava in tre paesi Italia-Svizzera e Francia. Dal mio punto di vista il versante Italiano Svizzero è il più bello anche perché i paesaggi ti ripagano dello sforzo che stai facendo in quel momento.”

Che dire! Complimenti a Daniele, si è preparato per faticare godendo un paesaggio naturale, uno sport abbinato a un turismo ma con attenzione e preparazione al percorso e a non perdere di vista la meta finale conclusiva della competizione podistica.
Cosa hai assaporato, gustato, apprezzato?La consapevolezza che posso osare di più, apprezzato la positività e la gioia dei volontari ma soprattutto di tutta la gente che era lì nei sentieri o nei ristori pronta ad incitarti.

Daniele parla di un fantastico viaggio, nonostante la fatica, attraverso le montagne di tre nazioni confinati apprezzando il mondo circostante fatto di ambiente naturale e di persone che sostenevano applaudendo o con attività di volontariato rivolte agli atleti giunti da tutta Italia e da tutto il mondo.
Cosa porti a casa?Come tutte le Ultra tanta esperienza e nuovi obbiettivi, ma anche tante immagini e momenti indelebili che rimarranno nella mia mente.”
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi?Per ora riposo...forse qualche gara a Ottobre vediamo...poi ci ricarichiamo bene per i prossimi obbiettivi che sto valutando.”

La partecipazione a gare ultra di montagna sono lunghi viaggi notando e apprezzando l’ambiente circostante ma anche lunghi viaggi dentro se stessi per cercare risposte, per elaborare pensieri e situazioni, per capire dove di può arrivare con la consapevolezza che impegnandosi con motivazione e passione si possono fare grandi cose.
Cosa stai raccontato a casa, al lavoro, agli amici?Non sono una persona che piace raccontare le sue esperienze...se mi chiedono ok volentieri...sono esperienze che solo chi le ha provate può capirti...a volte è difficile far capire a chi è sedentario cosa ti porta a correre 100 km in montagna con 6100d+ e purtroppo sono tante.”

Ultramaratone in montagna sono considerate esperienze meditative che fanno crescere ed evolvere chi le sperimenta e non c’è voglia di mostrarsi agli altri o convincere altri a provare, sono cose che maturano con il tempo, che chi conosce comprende ma approfondire questo mondo è utile anche per i non addetti ali lavori per capire cosa scatta nella mente degli ultrarunner, cosa smuove le loro energie, quali forze nascoste vengo fuori e si attivano per continuare nonostante l’immensa fatica e le numerose crisi che sono in agguato.
Un messaggio per i ragazzi, i non addetti al lavoro, coloro che vogliono affacciarsi al mondo ultra?Posso solo dire che l'importate è divertirsi...anche prepararsi bene e fare sacrifici soprattutto il fine settimana, purtroppo (o per fortuna dico io) se vuoi raggiungere determinati obbiettivi in questo sport bisogna faticare e saper superare le crisi che ci sono e saranno sempre, è facile a dire ‘corro 100 km tanto se sono stanco cammino’, lo sento dire a tanti...ma in realtà non sanno cosa stanno dicendo e cosa c’è dietro. Prima di tutto c’è rispetto per la natura e per mamma montagna, poi ci possiamo preparare, ma prima di tutto il rispetto per dove siamo...perché siamo ospiti.”

Nella vita si fanno delle scelte, c’è chi si diverte in un certo modo e chi ha bisogno di faticare per apprezzare di guadagnarsi un risultato o raggiungere un obiettivo o meta che poi aiuta ad aver fiducia anche nella vita quotidiana in altri ambiti lavorativi o familiari. La mente dell’ultrarunner diventa sempre più ampia e consapevole apprezzando la propria vita ma anche l’ambiente naturale circostante che può essere pericoloso se si è distratti o superficiali ma che offre anche un risveglio dei sensi facendosi ammirare in maniera multisensoriale.
Come recuperi ora e con chi?Una bella settimana di bici e riposo, poi piano piano qualche corsetta per ricominciare...ma soprattutto qualche sgarro su l'alimentazione che nelle ultime settimane prima della gara deve essere rigorosa (almeno per me).”

C’è un tempo per tutto, per faticare e per riposare, per fare sacrifici e per fare sgarri, per godere e soffrire. Lo sport fa conoscere la ciclicità della vita, tutto passa, tutto cambia:.
Cos'è che ti fa tanto continuare nonostante la fatica dell'ultramaratona?Il sapore di arrivare al traguardo che ti sei preparato per quasi tutto l'anno è indescrivibile, dopo pochi minuti già pensi alla prossima avventura. Poi come ti dicevo anche superare dei limiti che prima non avresti fatto, tipo correre tutta la notte al freddo o sotto la pioggia...adattarti a ogni situazione ...sei tu solo e con le tue forze. Queste cose le ritrovo anche nella vita quotidiana dandoti più sicurezza in te stesso.”

Sono tanti i vantaggi dell’ultramaratona, non sono solo crisi, dolori e sacrifici ma è un grande investimento verso una fiducia maggiore in se stessi dopo aver affrontato, gestito, superato momenti e situazioni le più difficili.
Quando ti vedremo di nuovo pigro, demotivato e seduto a un divano?Credo MAI!!!!!!!!!! Ormai questo è diventato il mio stile di vita...non rimpiango le scelte prese anzi guardo sempre da dove sono partito proprio da quel divano, lo guardo e lo saluto perché né ho tanti di km da fare ancora!”.

Troppo simpatico Daniele, prima era sicuramente una persona diversa, pigra, comodo, ora sempre alla ricerca di condizioni estreme, chilometri da percorrere, non si sa da cosa scappa e dove vuole arrivare, comunque complimenti a lui e a chi lo segue, un caro saluto.

Un’intervista a Daniele è riportata nel mio libro “Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta" edito da Prospettiva Editrice.

Daniele è menzionato nel mio libro Cosa spinge le persone a fare sport?
Prefazione di Isa Magli
Il libro riporta alcune interviste fatte ad atleti di diverse discipline sportive e indaga sulle motivazioni che spingono le persone a fare sport. Non solo la performance, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, di rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a non mollare e per migliorarsi.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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