Matteo Simone
Prima
o poi la corsa la incontri, può capitare che qualcuno ti inviti a fare una
corsetta o tu stesso hai voglia di correre e a volte ti appassioni a questo
sport e pensi che se ti alleni bene con costanza e impegno potresti anche
portare a termine una maratona, e questo è successo a Benedetto che da tennista
si innamora del running e un passo tira l’altro porta a termine una maratona e
non solo.
Di
seguito, Benedetto racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande un
po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Tennis, per tenermi in forma, il running, poi la
voglia di correre una maratona e ho abbandonato gli altri sport.”
Nella
vita si fanno continuamente scelte e rinunce per lavoro, studio, sport; se
scegli qualcosa devi rinunciare a qualcos'altro e si può anche tornare indietro
nelle scelte, rincontrare vecchi amori.
Hai dovuto scegliere nella
tua vita di prendere o lasciare uno sport?
“Durante l’Università abbandonai il tennis per la
corsa per 5-6 anni, poi ripresi con il tennis e dopo altri 5-6 anni mi dedicai esclusivamente
al running (a 34 anni).”
Che consiglio daresti a coloro che devono fare scelte importanti nello sport?
“Di affrontarlo con passione ed estrema regolarità,
ma senza strafare.”
La passione diventa il motore trainante per qualsiasi pratica, ti permette di trascendere la fatica e la stanchezza, di andare avanti nei tuoi progetti, di portarli a termine impegnandoti con costanza, determinazione e credendoci.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Fondamentale per il benessere psico-fisico, mi ha consentito di affrontare bene il lavoro e i problemi che la vita ti riserva.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara, post-gara? “Pre-gara: lavorare per un obiettivo; gara: ricompensa per il lavoro svolto; post-gara: soddisfazione e recupero di energie.”
Lo
sport diventa un bel banco di prova, riserva tante sorprese da accogliere e
trasformare, barcamenandosi nel vortice delle attività sfidanti, di obiettivi
pianificati e programmati con cura. Superati i momenti critici che ti riserva
lo sport, tutto il resto diventa non dico più banale, ma più affrontabile e più
percorribile.
Riesci a immaginare una vita senza sport?
“Sì, ma sarebbe molto penalizzante.”
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento o gara? “I pensieri più belli e forti sono nel rettilineo finale di una
maratona, quando ti rendi conto di aver raccolto quanto seminato nei mesi
precedenti.”
Hai mai rischiato per
infortuni o altri problemi di smettere di essere atleta? “Per fortuna non ho mai avuto gravi infortuni, l’età e l’usura (anche
mentale) mi hanno indotto da 3 anni ad abbandonare la maratona (ne ho corse 43)
e l’agonismo ‘spinto’.”
Lo
sport diventa nutrimento della vita, dell’attività quotidiano, un bene
primario, quindi senza è come vivere penalizzati, con qualcosa che manca,
senza sport si sperimenta a volte privazione.
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Dieta normale…non uso praticamente nulla di particolare.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance?
“I compagni di allenamento.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno
sport di fatica? “Bisogna farlo con regolarità e cercando sempre di
divertirsi, considerando che le più grandi gioie possono nascere solo dalla
fatica.”
Come
dico spesso, “together is better”, insieme è molto meglio, la fatica condivisa
si sopporta e si supera meglio, diventa un’occasione di condivisione.
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “La migliore come
performance è stata la Maratona dei Luoghi Verdiani nel 2002, dove avrei dovuto chiudere tranquillamente sotto le 3 ore, ma fummo penalizzati da un
indescrivibile vento contrario negli ultimi 15 chilometri (praticamente era
come correre su una salita al 4-5%). La più emozionante la Maratona del Sole di
mezzanotte (Tromso), dove arrivai diciassettesimo assoluto e primo del gruppo
di Terramia.”
Sogni realizzati
e da realizzare? “Ho avuto il privilegio di correre molte
delle maratone più belle del mondo; mi piacerebbe riuscire a praticare sport
per tutta la vita.”
Portare
a termine una maratone è una sfida e un grande obiettivo, poi diventa sfidante
chiudere una maratona sotto le 3 ore che non è alla portata di tutti, ancora
meglio piazzarsi bene e soprattutto un primo posto di qualsiasi classifica è
soddisfacente e appagante.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport
o nella vita? “Quando vedo correre
persone con gravi handicap, penso che chi è sano non debba mai sentirsi
sconfitto.”
Come è cambiata la tua vita
familiare e lavorativa? “Ho sempre dedicato tempo
allo sport, quindi non ho mai avuto problemi di cambiamento.”
Lo
sport è come un vestito, come una seconda pelle, fa parte della persona, a
volte non si può fare a meno, è una dotazione della persona.
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “La mezza maratona di Praga,
l’ho impostata da turista, dal primo all'ultimo metro, fermandomi ogni tanto
per fare fotografie…anche a 20 metri dal traguardo. Mi sono divertito tantissimo.”
Quale è stata la gara più estrema? "Il Passatore".
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Sì, nel 2009, quando corsi 7 maratone e poi una 6 ore e la 100 km del Passatore a distanza di 20 giorni.”
L'8 maggio 2010, Benedetto ha corso la "6 ore dei Templari Memorial Vito Frangione totalizzando 61,969 km e il 29 maggio 2010 ha corso la "100 km del Passatore, Firenze-Faenza in 13h10'43".
Quali condizioni ti hanno indotto a non concludere
la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Ritmo sbagliato o partenza con infortunio non smaltito.”
Un messaggio per
sconsigliare l’uso del doping? “Doparsi è talmente stupido
che non bisogna farlo e basta, non c’è neppure bisogno di dare particolari
consigli.”
A
volte è importante anche rilassarsi e divertirsi, prendere le cose alla
leggera, non si può essere sempre competitivi e correre sempre con l’orologio
che ti mette fretta.
Quali meccanismi
psicologici ti aiutano nello sport? “L’impegno per un obiettivo specifico, è quello che cerco di applicare
anche nel quotidiano.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche hai dimostrato di possedere?
“Costanza e metodo negli allenamenti.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Certamente, soprattutto per
chi voglia davvero avvicinarsi ai propri limiti.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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