Attraverso la visualizzazione possiamo
permetterci di più rispetto al reale: la simulazione mentale di un
esercizio fisico induce un incremento della forza muscolare che è paragonabile
a quello ottenuto col reale esercizio fisico; l’immaginazione, la
visualizzazione, permette di esercitarsi, di allenarsi in vista di una situazione
da affrontare;
con
la visualizzazione l’atleta infortunato può continuare ad eseguire un minimo di
allenamento,
la visualizzazione è importante dopo un infortunio per mantenere memoria dei
gesti motori e per il recupero; con la visualizzazione
l’atleta infortunato può continuare ad eseguire un minimo di allenamento,
l’immaginazione è più importante di ogni conoscenza, la conoscenza è sempre
limitata.
Già nel 1873 il fisiologo
inglese William Carpenter (1813-1885) dimostrò che la semplice percezione o rappresentazione
mentale di atti motori può condurre a reazioni muscolari, immaginare un movimento determina una stimolazione,
seppure molto lieve, dei muscoli interessati dall'attività immaginativa Questo fenomeno è stato chiamato ‘effetto
Carpenter’ o ‘legge ideomotoria’. Il risultato sarebbe un rinforzo, un
consolidamento della traccia mnestica nella memoria del movimento, il che
faciliterebbe la successiva esecuzione concreta. L'atleta dovrebbe non solo guardare se stesso mentre esegue
l'esercizio, ma dovrebbe sentirsi quanto più possibile; più è vivida l'imagery,
più la prestazione aumenta.
Per avere un'imagery efficace nello sport, l'immagine deve essere
colorata, realistica, e coinvolgere le emozioni appropriate; l’imagery (sia
visiva, che uditiva, che motoria) attiva molte aree corticali simili a quelle
attivate quando percepiamo realmente un oggetto, una figura, un suono o
eseguiamo un movimento.