Ora è ufficiale! Sabato 8 Dicembre al Marathon Expo PalaBigi di Reggio Emilia, l’ultrarunner Vito Intini, atleta dell’ASD Amatori Putignano, ha battuto il Record Mondiale di 12 ore su Tapis Roulant percorrendo 152,500km prima detenuto dall’italiano Daniele Baranzini con 148,12 km. Vito Intini è già detentore del record del mondo di 24 ore su Tapis Roulant.
Non
c’è un età per iniziare a fare sport così come non c’è un’età per smettere di
fare sport o di smettere di essere competitivi, Vito Intini continua a mettersi
in gioco e a ottenere risultati di rilievo. Di seguito approfondiamo la sua
impresa attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa: Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “Le motivazioni sono un po’ cambiate. Prima era per raggiungere e
conoscere i propri limiti oggi più per sfida verso la legge biologica
dell’invecchiamento.”
E’ importante considerare altri aspetti oltre all’allenamento fisico, aspetti da curare e da allenare per bene, che aiutano a impegnarsi con fiducia in se stessi, con tecniche che ti permettono di saltare razionalità, come visualizzazioni e meditazione.
E’ importante considerare altri aspetti oltre all’allenamento fisico, aspetti da curare e da allenare per bene, che aiutano a impegnarsi con fiducia in se stessi, con tecniche che ti permettono di saltare razionalità, come visualizzazioni e meditazione.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “La meditazione. L’introspezione e la convinzione di essere preparato infine anche tecniche di visualizzazioni uso di frequente.”
Approfondendo
il mondo degli ultrarunner, si scopre che è un
mondo bizzarro, divertente, affascinante, un mondo per pochi privilegiati.
Ti va di raccontare un aneddoto? “Ne sono
tanti. Allora per motivi di lavoro viaggio spesso in giro per l’Europa. Non
sempre riuscivo a correre visto il clima rigido nel nord e le giornate corte
d’inverno. Per questo motivo ho iniziato a scegliere Alberghi con la palestra
per poter correre sul tapis roulant. Dopo molti anni parlando con Antonio
Mammoli (durante la permanenza a Gibilterra per il mondiale della 100 km)
scoprii che esistevano anche i record di ultramaratona sul tapis roulant. Lui
era detentore del record Italiano sulla 100 Km. Per una scommessa con lui ci
provai anch'io scoprendo così che mi sentivo a pieno agio su quel macchinario.
Da allora molti alberghi hanno dovuto sostituire il loro treadmill dopo il mio
soggiorno. Settimana scorsa è stato un albergo di Perugia.”
Più
aumenta l’impegno nelle gare, più aumenta la distanza, più diventa necessario
non solo allenamento fisico ma anche mentale per andare avanti e superare
momenti, anche gli allenatori si arrendono nell’allenare atleti in distanza
superiori alle maratone, sanno che diventa importante allenare la componente
mentale.
In quali circostanze hai dimostrato l’importanza
del potere della mente? “L’importanza della mente
non è una circostanza particolare dove lo dimostri ma è proprio tutto
l’approccio della gara dove continuamente è una rapporto tra mente e corpo. Io
lavoro molto su questo, non solo sulle visualizzazioni, su come affrontare la
gara, ci sono diverse tecniche che uso, quella anche di essere preparatissimo
agli eventi di grandissima difficoltà. Mi immagino anche già prima di fare la
gara quanto siano difficili i momenti di crisi, come affrontare, come reagire,
è chiaro che non ti puoi preparare su tutto quello che può capitare. La mente è
molto brava a trovarsi delle scuse, però queste attività e la durata negli anni
possono essere gestiti solo se tu lavori anche con la mente, ti alleni con la
mente, non solo fisicamente a fare tanti km, abbiamo tanti atleti in Italia che
vanno forti in Italia ma sono pochissimi gli atleti che durano a lungo, non è
una questione di vecchiaia sicuramente.”
Nell’ultramaratona
come negli altri sport di endurance contano le motivazioni e per Vito una
grande motivazione sembra essere conoscere sempre di più i propri limiti, a
maggior ragione ora che si è avanti con l’età, ma Vito riesce a dimostrare che
documentandosi bene anche attraverso letture scientifiche internazionali di
lingua inglese, può avere più strumenti per gestire la gara e ottenere ancora
eccellenti performance.
Quali sono i benefici nel
praticare lo sport di lunghe distanze? “In realtà a
livello fisico non ce ne sono benefici, inutile girarci intorno e costruire
degli alibi per cui è giusto fare queste distanze. Personalmente sono d'accordo
con le teorie dei vari Pizzolato, Albanesi e altri che definiscono una distanza
critica per ogni soggetto che sicuramente per la maggior parte degli esseri
umani non raggiunge neanche la maratona, sono d’accordo con loro, dunque non
c’è niente che possa dirci che sia salutare. Poi invece per quanto riguarda in
generale i benefici nella vita quotidiana affrontare difficoltà di questo
spessore mi ha fatto capire la debolezza o le debolezze che ho, spesso uno è
convinto per indole o per educazione di essere superiore questo spessore ti
rendi conto che puoi diventare un piccolo bambino che piagnucola e non è in più
grado di ragionare come adulto.”
L’allenamento
non è solo correre a più non posso ma fare i conti con la gestione della gara
in quel momento, in quel contesto, gestire alimentazione, temperatura
atmosferica, quindi essere il meno impulsivo e valutare bene la propria
condotta di gara che ti porta ad essere prudente e con energie da far bastare
fino alla fine gara.
Quali risorse hai scoperto
di avere praticando sport? “In realtà non è che scopro
le risorse, si scopre piuttosto ciò che non si è in grado, ciò che non si
possiede, e che spesso si crede di possedere, questo senso di onnipotenza che
ognuno di noi porta dentro di sé, credendo di essere il centro dell’universo,
questo sport ti fa capire che non è così, che tu sei semplicemente un frammento
nell'universo e tutta la forza e l’impegno che poi ci puoi mettere, in realtà è
talmente piccolo e in ogni momento può essere distrutto da una piccola
debolezza della mente, insomma ti toglie un po’ l’importanza che si crea nel
mondo dell’ultramaratona, come se fossero delle persone migliori o più forti,
in realtà non è così, è un gioco e ci sono giochi sicuramente anche giochi più
divertenti che correre le ultramaratone e più salutari.”
E’ risaputo che le gare di endurance, di
sport prolungato, in condizioni più avverse, quasi estreme, è la testa che fa
la differenza, la notevole esperienza ti permettere di gestire situazioni,
crisi, difficoltà.
Cosa hai scoperto di te,
degli altri, dello sport? “Di me non c’è niente da
scoprire, sono trasparente con me stesso, dialogo spesso con me stesso come se
fossi di fronte a me e mi interrogo. Invece degli altri ho scoperto che anche se
tu hai delle nozioni che vuoi trasferire a loro, ho notato che puoi trasferire i
tipi di allenamento, come allenarsi, però lì dove fai il gap, dove fai il salto
di qualità è l'allenamento mentale. In Italia è quasi impensabile, la psicologia viene
vista come una malattia, solo se hai problemi ti confronti con uno psicologo
mentre questo negli altri paesi avviene frequentemente. Essendo nato e
cresciuto in Germania e avendo i genitori Italiani, io ho questo dualismo di
culture, la interculturalità che mi porto dalla nascita mi ha facilitato sempre
il confrontare la mente con il corpo.”
Un’intervista a vito è riportate nel libro Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni", pubblicato da Progetto Cultura.
Vito è menzionato nei seguenti libri:
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.
“Il piacere di correre oltre”, Prospettiva Editrice.
https://www.libreriauniversitaria.it/piacere-correre-oltre-piacere-correre/libro/9791259610171
Matteo SIMONE 380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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