Matteo SIMONE
René Cuneaz vince la seconda edizione della 21^ Milano Half Marathon in 01h06’05” precedendo il marocchino Yassin El Kalil 01h06’05” a soli 4 secondi.
A seguire un gruppetto di 5 validi atleti: Davide
Raineri 01h09’20”, Enrico Imberciadori 01h09’32”, Luca Tocco 01h09’32”, Andrea
Astolfi 01h09’37”, Loris Mandelli 01h09’38”.
Tra le donne la vincitrice è stata Sara
Galimberti 01h16’42”, precedendo Silvia Radaelli 01h18’30” ed Elisabetta
Manenti 01h21’11”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di René
attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Hai un tuo idolo, modello di
riferimento, ti ispiri a qualcuno? “I miei esempi sono quelli che ottengono risultati con sacrifici e
dedizione conciliando sport e lavoro come Catherine Bertone che nonostante il
lavoro, da pediatra ha partecipato alle Olimpiadi di Rio.”
Per arrivare ai massimi livelli non bisogna trascurare nessun aspetto che può incidere nella performance e nel benessere dell’atleta e bisogna fare attenzione al minimo dettaglio.
Per arrivare ai massimi livelli non bisogna trascurare nessun aspetto che può incidere nella performance e nel benessere dell’atleta e bisogna fare attenzione al minimo dettaglio.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Con la testa che ho, per cercare di migliorare, in questi anni ho speso parecchio tempo in tanti piccoli dettagli. Dai video durante la corsa per migliorare l’efficienza tecnica all’alimentazione per eliminare i dolori alla pancia e al fegato durante le corse prolungate. Questi sono i fattori che ho curato maggiormente.”
La vita mette sempre davanti sfide,
imprevisti, obiettivi e mete da raggiungere, e bisogna mettersi in moto per
andare dove vogliamo, per riuscire a fare nel miglior modo possibile quello che
vogliamo fare, sempre cercando di sperimentare benessere e serenità.
Ricordi un’esperienza che ti dà la
convinzione che ce la puoi fare? “Durante
questi anni di attività agonistica ho sempre visto che se si vuole ottenere
qualcosa nello sport hai la carica giusta per riuscire a raggiungerla. E questo
ti aiuta a superare anche momenti difficili della vita.”
Da una parte si fa sempre in tempo a ripartire, a rialzarsi,
l’atleta riesce a riorganizzarsi per ripartire alla grande ma sempre gradualmente.
Dall’altra parte bisogna fare attenzione a non strafare, non si possono fare
salti mortali, meglio fare miglioramenti graduali, iniziare ad assaporare
sempre più performance permettendo anche al corpo e alla testa di assorbire
ritmi di lavoro con ritmi più impegnativi.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, hai
dimostrato di possedere? “Negli ultimi anni, dopo molte delusioni tra sport e lavoro, ho notato
di avere una grande determinazione, capacità di superare le delusioni e
ripartire da zero.”
René ha sempre avuto dalla sua parte l’allenatore
espertissimo Giorgio Rondelli, la sua famiglia che lo sostiene sempre e i suoi
validi amici sempre vicini che gli hanno permesso di affrontare, gestire e
superare le situazioni più difficili soprattutto lontano dalla corsa.
Ti consigli con un team? Famiglia, amici,
figure professionali? “Se ho bisogno
di consigli sul piano sportivo ho come riferimento il mio allenatore Rondelli
per le cose più importanti, altrimenti con i compagni di allenamento o in
famiglia per eventuali problemi. In caso di problemi fisici ho sempre figure
pronte ad aiutarmi. Il successo si costruisce anche con un buon team.”
Per raggiungere massimi livelli è importante affidarsi a se stessi e a professionisti competenti che rimettono in sesto, affidarsi ai massimi esperti dell’allenamento ed è importante anche il supporto di famiglia e amici.
Per raggiungere massimi livelli è importante affidarsi a se stessi e a professionisti competenti che rimettono in sesto, affidarsi ai massimi esperti dell’allenamento ed è importante anche il supporto di famiglia e amici.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per
quali aspetti e in quali fasi? “Io
quando facevo ancora sci di fondo avevo dovuto chiedere aiuto ad uno psicologo
dello sport per tranquillizzarmi nei giorni precedenti alla gara. Dormivo male
negli ultimi giorni ed arrivavo alla gara senza energie. Quindi per me può
essere un ottimo aiuto a sconfiggere l’insicurezza pre-gara che migliorerà le
sensazioni in gara.”
L’esperienza permette di essere più maturi e
consapevoli, di avere nuove strategie a disposizione frutto dell’esperienza e
della conoscenza.
Cosa hai scoperto del
tuo carattere? “Ho capito che quando
voglio ottenere qualcosa ci metto il cuore fino alla fine..
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti
aiutano? “Ho grandi caratteristiche
di resistenza che in maratona sono molto importanti. Mentalmente riesco a
gestire la fatica nel modo migliore per gestire i tanti km.”
Lo sport aiuta ad essere più sicuri di se
stessi, ad avere più fiducia, ad essere consapevoli di essere speciali in
qualcosa, di avere delle doti particolari.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Sono sempre stato molto introverso e lo
sport mi ha e mi aiuta ancora oggi ad essere meno chiuso. Quando corro le mie
insicurezze svaniscono.”
Se hai qualcuno che crede in te, riesci a
fare l’impossibile, ad andare più forte di quanto immagini, ti affidi alle
parole del tuo allenatore che ti conosce meglio di te grazie alla tanta
esperienza con il lavoro di tanti atleti.
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Un episodio simpatico è successo alla
maratona di Milano al mio esordio sulla distanza. Dal km 13 mi si è affiancato
il mio allenatore Rondelli in bicicletta spronandomi ed incitandomi verso il
traguardo. Continuava a dirmi di puntare quelli davanti a me e quando io li
passavo lui iniziava con quello davanti. Quando si è accorto che davanti c’era
il buco e non potevamo più prendere nessuno dei fuggitivi, mi ha urlato di
puntare la Madonna e di non mollare.”
E’ importante conoscersi bene e comprendere cosa è
meglio per se stessi nelle fasi importanti dell’attività sportiva, ci sono
momenti che bisogna stare in raccoglimento per fare il punto della situazione,
per cercare dentro di se tutte le risorse necessarie per affrontare una gara importante,
ci sono altri momenti che c’è più bisogno di condivisione come alcuni
allenamenti di gruppo.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue
gare? “Io
ho una sensibilità incredibile del mio limite. Sento se sto correndo più piano
o più forte della mia soglia. In maratona è un pregio. Quando provo ad andare
oltre faccio talmente tanta fatica che rischio di pagare lo sforzo calando
notevolmente il ritmo. Per questo molte volte, in gare anche più corte, mi
stacco dal gruppo e continuo col mio passo. Molti atleti, solitamente, li
riprendo nel finale di gara.”
Per ogni problema c’è almeno una soluzione, si
tratta di essere fiduciosi e pazienti e si riesce a fare tutto, superare tutto,
organizzarsi per riuscire in quello che vogliamo.
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare
la prossima gara? “C'è la canzone di
Caparezza che dice "No, non è vero, che non sei capace, che non c'è una
chiave" e questa frase mi piace perché è vera. C'è sempre una soluzione
per tutto quello che fai.”
Più sono significative le persone che circondano
l’atleta e più l’atleta è sereno e concentrato nel suo sport non temendo il
giudizio ed essendo autentico nell’espressione dei suoi dubbi ed eventuali
difficoltà.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei familiari mi assecondano, mi aiutano e mi spronano quando le
cose non vanno bene. Gli amici della corsa mi aiutano alcune volte negli
allenamenti e gli amici che non fanno parte dell’ambito sportivo, visti anche i
risultati che sto ottenendo, sono contenti di quello che sto facendo.”
Grande componente è il cuore, non solo corpo e
testa, ma le sensazioni che si sperimentano e che si vogliono continuare a
sperimentare, le emozioni dalla felicità alla rabbia sono tutte importanti e ti
fanno sentire in vita pienamente.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in
gara, post-gara? “Nel pre-gara, solitamente sono teso e nervoso ma poi lo scarico in
gara. Durante la competizione sono concentrato sul ritmo e sulle sensazione.
Nel post-gara escono le emozioni sia positive sia negative in base al risultato.”
René ha dovuto fermarsi per tanti mesi a causa di una
microfrattura all’anca che non gli ha permesso di continuare la stagione
iniziata ottimamente durante il ritiro della nazionale in Puglia.
Ha dovuto
rinunciare alla maratona che poteva garantirgli la convocazione agli europei di
Budapest, ma ha saputo aspettare e pazientare fino a riprendere quasi del tutto
la sua forma.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare
attenzione nel tuo sport? “I rischi maggiori nell’atletica sono gli infortuni. Bisogna ascoltarsi
e non forzare quando si hanno dei sintomi strani.”
Ora non gli resta che forzare
gradualmente un po’ di più per cercare di fare i personali sulla mezza e
riavvicinarsi alle 02h15’ della maratona per rientrare nella rosa degli atleti considerati
dalla Federazione di Atletica Leggera.
La gara della tua vita dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “Di gare belle ce ne sono state tante ma
quelle che in assoluto mi hanno dato più soddisfazione sono state le due
maratone da 2h15. La prima a Firenze 2015 perché non mi aspettavo di correre
così forte alla mia terza maratona; la seconda a Francoforte 2016 perché ho
corso con una facilità paragonabile a Firenze ma con una chiusura nel finale
più forte.”
Lo sport aiuta a conoscersi attraverso il
duro lavoro, attraverso il raggiungere obiettivi superando crisi e difficoltà.
E’ importante intravedere sempre una luce al di là del tunnel.
Quale può essere un messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarli allo sport? “Quello
che dico ai giovani è di andare avanti fin quando c’è il divertimento. Lo sport
non deve essere un peso e bisogna comunque conciliare tutto nel modo migliore
(vita, lavoro, studio, divertimento e sport).
Poi i sacrifici devono esserci
per ottenere qualcosa ma mai abbattersi quando le cose non vanno perché dopo il
temporale esce sempre il sole.”
Importante essere presenti a se stessi,
esercitare tanta attenzione nei confronti di se stessi, approfondire la
conoscenza personale, tutto questo lo sport permette di essere e fare, di
conoscersi per conoscere proprie risorse, caratteristiche e qualità ma anche
per conoscere i propri limiti.
La gara più estrema o più difficile? “La gara più difficile è stata la Maratona di Zurigo ad Aprile 2016.
Dopo una buona preparazione le cose non sono andate come speravo. Alla partenza
mi sono trovato con grandine, pioggia e freddo. In gara ha iniziato a scendere
una neve bagnata e cosi, al km 10 ero già bagnato.
Col freddo che vi era ed
essendo in pantaloncini e canottiera ho dovuto fermarmi a metà gara. Ci siamo
fermati in tanti dei top runner e siamo finiti all’ospedale per principio di
ipotermia. Da dimenticare.”
Un’intervista a René è riportata nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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