Uomini e donne della Sbarra & I
Grilli vincono la Corri per il Verde 2018
Matteo SIMONE
L'Atletica La Sbarra & I Grilli Runners ottiene un doppio successo di squadra, maschile e femminile, aggiudicandosi i podi più alti della 47^ edizione “Corri per il verde” che si è conclusa con la quarta tappa, Domenica 16 dicembre presso la Riserva Naturale della Valle dell'Aniene.
Di seguito,
il punto di vista del presidente di un po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso come atleta? “Ho iniziato a correre nel 2007 quando vivevo in Spagna, a Sevilla,
lungo le rive del Guadalquivir. Dal 2010 mi sono tesserato con l’Atletica La
Sbarra e ho iniziato a gareggiare. Ho sempre fatto sport: da juniores praticavo
windsurf a livello agonistico, successivamente sono passato alla mountain bike.”
Come hai conosciuto la tua società, hai
un ruolo all’interno? “Dal 2013 mi occupo della gestione della squadra a
livello dirigenziale e dal 2015 svolgo il ruolo di Presidente. Occuparmi della
squadra è anche una sorta di fuga dai problemi della quotidianità.”
Quella della società La Sbarra & I Grilli Runners è una
bella storia fatta di bei momenti, di attimi, di parole, sguardi, pose, intese,
dove diventa importante fidarsi è affidarsi, e dove è importante stare insieme,
è molto meglio fare le cose insieme, il motto è diventato “together is much better” (insieme è molto meglio).
Come mai partecipi alla Corri per il verde
individualmente e di squadra? “Partecipo
ininterrottamente dal 2010. Condivido pienamente gli ideali storici di questa
manifestazione sportiva: il rilancio di aree verdi in zone marginali della
città caratterizzate spesso da situazioni di degrado urbanistico. Considero le
aree verdi urbane luoghi in cui è possibile riscoprire uno spirito di
collettività contrastando il disagio sociale che talvolta caratterizza questi
quartieri. In questi anni ho avuto modo di conoscere dei parchi, che non avevo
mai visitato, con delle potenzialità di ripresa enormi per il territorio
periferico romano.”
Ci sono tanti atleti forti e meno forti
che si impegnano per se stessi e per la squadra. Ci sono tante persone che
sostengono, supportano, incitano.
In che
modo coinvolgi gli atleti a partecipare alla corri per il verde? “Esiste una forte componente storica della mia
società a questa manifestazione che semplifica il lavoro di coinvolgimento
degli atleti. Inoltre anche i risultati hanno il loro peso specifico: i due
terzi posti al maschile delle ultime due edizioni hanno contribuito ad
aumentare la partecipazione e l’interesse da parte anche di coloro che non
amano particolarmente il cross. Il mio contributo è stato più di coordinamento.
La soddisfazione di portare a correre tutte quelle persone insieme
per un unico obiettivo ripaga di tutta la fatica organizzativa.”
Cosa ti fa continuare a fare sport
individualmente ed all’interno di questa squadra? “Principalmente la voglia di stare con gli amici. In secondo luogo la
voglia di far crescere il team condividendo con tutti gli altri tesserati gli
obiettivi di sviluppo e progresso.”
Quali
sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare individualmente e
di squadra? “Continuare a correre, a
competere e a vincere con questi colori ogni maledetta domenica.”
Quali
sono i rapporti con gli organizzatori e le altre squadre partecipanti?
“UISP va avanti per la sua strada e se
sono 45 anni che stanno sul pezzo i meriti sono indiscutibili. A livello di
gestione e di segreteria fanno un lavoro molto importante e la passione che ci
mettono è il motivo principale della longevità di questa competizione. Nella
logistica ci sono a mio avviso piccole cose da migliorare, soprattutto in funzione
del lavoro di noi dirigenti di società, ma chi partecipa a gare di cross
possiede uno spirito di adattamento molto alto. Con le altre squadre
partecipanti durante le manifestazioni ci sono purtroppo poche opportunità di
familiarizzare in virtù delle molte pratiche burocratiche e logistiche da
svolgere durante la mattina delle gare. Personalmente ho diversi amici che
corrono con Vitamina Running Team che ritrovo sempre con estremo piacere alle
gare.”
Ti
aspettavi questo risultato di squadra ottenuto fino a questo momento?
“Onestamente al maschile si, magari non
con questo distacco così ampio e con questa media punti così alta. Con gli
uomini abbiamo già superato il punteggio che era servito lo scorso anno a
Romatletica Footworks per vincere la Corri per il Verde e manca ancora una
tappa. L’obiettivo iniziale era vincere con gli uomini e centrare il podio con
le donne (che al momento sono quarte in classifica a 500 punti da Rifondazione
Podistica). Il fattore principale è stata l’unione delle due principali società
del Parco di Tor Tre Teste, L’Atletica La Sbarra da una parte e I Grilli
Runners dall’altra, che ha di fatto accresciuto quantitativamente e
qualitativamente i valori tecnici della squadra. Non a caso abbiamo voluto
lasciare entrambi i nomi, proprio per rendere ancora più evidente l’identità
definita di due gruppi che hanno scelto di proseguire insieme un percorso non
solo sportivo ma anche e soprattutto umano, che prosegue anche al di fuori del
campo gara.”
Passano gli anni, cambiano le maglie ma
gli atleti continuano a cavalcare con stile, entusiasmo, animo, coraggio l'onda
del cambiamento con risorse residue mentali e fisiche, credendoci come
individui e come squadra, cercando di fare del proprio meglio puntando sempre
al meglio come squadra, con la mente libera e sgombra da pressioni e giudizi,
mettendosi in gioco ogni settimana in allenamenti e gare, disposti al confronto
per apprendere da se stessi e dagli altri.
Quali fattori contribuiscono alla performance della squadra? “Senz’altro l’amicizia che lega molti di noi
da tanti anni. Fino a pochi mesi fa alcuni di noi correvano per due squadre
diverse ma ci si frequentava molto anche al parco, in allenamento e in altri
momenti di svago. Un obiettivo sportivo a breve scadenza come la Corri per il
Verde ha contribuito a consolidare il gruppo e a far sentire i nuovi arrivati
subito al centro di qualcosa di importante. Ci sono poi delle persone chiave che hanno partecipato al coinvolgimento generale
di tutti: Alberto Alfieri, Vincenzo Ciurleo, Domenico De Vito e Matteo Simone
sono coloro che più di tutti ci hanno aiutato ad armonizzare e a gestire le
emergenze migliorando la performance di squadra.”
Qual
è stata la gara della tua vita e la miglior performance della tua squadra?
“Sono affezionato a molte gare corse
insieme a mia moglie e ai miei amici. Se devo sceglierne una dico la Roma-Ostia
di quest’anno corsa in 1 ora e 28 minuti (prima volta in mezza maratona sotto
l’ora e mezza) insieme al mio grande amico Raffaele Mastrolorenzo che mi ha
supportato e sopportato emotivamente. Comunque spero sempre che la gara della
vita, sia a livello individuale sia di squadra, debba ancora arrivare. I miei
obiettivi comunque viaggiano paralleli a quelli del team e se dovessimo alla
fine vincere questa Corri per il Verde mi auguro sia un punto di partenza e non
di arrivo. Mi piacerebbe molto vincere questa manifestazione anche in campo
femminile.”
Nel
tuo sport ti va di descrivere un episodio curioso o divertente personale e/o di
squadra? “Riguardano
tutti Thi Kim Thu Zervos che è al tempo stesso la persona più fuori di testa
che conosco nel mondo del running ma con delle doti umane davvero rare da
incontrare. Alla 12xMezzora a Caracalla nel 2014 doveva correre la penultima
frazione (alle 23.00) e la squadra femminile era in testa di pochi metri: aveva
una frazione molto favorevole per chiudere i giochi, solo che era completamente
sparita. Non c’erano sue notizie e non rispondeva al telefono. Si presenta al
campo gara in infradito alle 22.58, la spingo dentro la gabbia di partenza e
corre la sua frazione senza indossare i calzini e senza fare neanche un minuto
di riscaldamento. Ciò nonostante corse una grande frazione mettendo al sicuro
la vittoria finale. Come Atletica La Sbarra è stata la prima gara a squadre
femminile vinta in assoluto.”
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara?
“Pre-gara: me lo godo poco quando sono
impegnato nelle faccende di squadra, tra la sistemazione del gazebo e il ritiro
e la distribuzione dei pettorali. 2-3 volte l’anno mi concedo una gara in
solitudine fuori Roma per vedere facce diverse e godermi la sana tensione del
pre-gara. In gara: agonismo però anche divertimento. In tanti anni di gare ho
imparato a controllarmi e gestirmi abbastanza bene. Paradossalmente riesco a
rimanere più concentrato se la gara è lunga. La sensazione che preferisco
durante la gara è la fatica, non riesco a farne a meno. Postgara: rimango in
trance agonistica per parecchie ore dopo la gara. Non rinuncio mai ad andare
insieme ai miei compagni ad un bar di Tor Tre Teste, che è un po’ il nostro
covo, per commentare la gara e le prestazioni di tutti.”
Quali
sono le difficoltà, a cosa devi fare attenzione all’interno della tua squadra?
“Le difficoltà gestionali sono all’ordine
del giorno ma a livello dirigenziale sono affiancato da persone estremamente
competenti e in grado di valutare attentamente ogni singola emergenza. Mi
confronto molto soprattutto con Italo Merolli, Matteo Simone e Raffaele Vitale
e ho totale fiducia nel loro operato. Questa è una componente fondamentale per
far si che ci sia armonia nel gruppo e per avere una struttura pluralistica.
Ovviamente far conciliare gli obiettivi individuali con quelli di squadra è
l’aspetto più difficile da gestire ma il nostro è sempre stato un team che da
totale libertà di scelta a livello di calendario sociale. Che tutti si
conoscono e molti hanno una profonda amicizia anche al di fuori del mondo del
running è senz’altro un vantaggio e un valore potenziale enorme per chi come me
e Italo deve coordinare il gruppo. Nell’ultimo periodo faccio più fatica a
seguire tutte le novità e gli aggiornamenti in ambito federale che da una parte
cercano di migliorare il nostro sport ma dall’altra mettono molti limiti e
vincoli che spesso finiscono per penalizzare le ASD più piccole e con meno
tesserati.”
Come
hai superato eventuali crisi individuali o all’interno della squadra?
“In questi anni ho assistito a due
momenti di crisi importanti. Il dialogo è stato l’unico mezzo che ho utilizzato
per mediare e tentare di risolvere le problematiche generate. Momenti di crisi
sono fisiologici all’interno di ogni gruppo e affrontarli in maniera diretta
offre la possibilità di migliorarsi e conoscersi meglio; sono queste le
circostanze in cui è possibile capire quale contributo si può dare realmente al
proprio team.
Quando come Atletica La Sbarra si è manifestata l’opportunità di
unirsi ad un’altra squadra, facendo tesoro di una precedente simile esperienza
accaduta lo scorso anno, ci siamo riuniti in undici: l’unica cosa certa era che
qualunque cosa fosse accaduta e qualunque decisione bisognava prendere doveva
essere unanime ed esclusivamente a vantaggio della collettività. Non abbiamo
trovato subito l’accordo come normale che fosse e ci sono stati anche diversi
conflitti che abbiamo risolto non senza accesi dibattiti.”
Un messaggio rivolto a ragazzi e donne per iscriversi alla tua squadra?
“Siamo un gruppo molto unito e in questi
ultimi quattro anni siamo cresciuti molto. Posso dire con molto orgoglio e
piacere che ci sono persone che corrono con noi relativamente da poco tempo e
si sono integrate alla grande, pertanto oltre le qualità individuali dei
singoli individui c’è anche un gruppo che sta in armonia.
L’obiettivo
principale rimane lo svago, il divertimento e la spensieratezza. L’orgoglio più
grande è però avere a correre con noi, in gare ufficiali, i ragazzi e le
ragazze non vedenti e ipovedenti del gruppo Achilles International Roma. Sono
già due anni che alcuni atleti della nostra squadra (Raffaele Vitale, Matteo
Simone, Mario Ardizzi, Marzio De Blasis, Federica Ferrari) corrono come guide di
diversi/e atleti e atlete, in particolare di Ada Maria e Sandro che sono con
noi praticamente tutte le domeniche. A proposito di gara della vita: essere al
fianco di Ada nei suoi due titoli italiani (5.000 outdoor 2015 e 1.500 metri
indoor 2016) mi ha regalato delle sensazioni uniche e un approccio all’atletica
molto più umano.”
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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