Record del mondo 12h su
tapis roulant con km 152,500
Sabato 8 Dicembre al Marathon Expo PalaBigi di Reggio Emilia, l’ultrarunner Vito Intini, atleta dell’ASD Amatori Putignano, percorrendo 152,500km ha ottenuto il nuovo Record Mondiale di 12 ore su Tapis Roulant che era di Daniele Baranzini con 148,12 km. Vito Intini detiene anche il record del mondo di 24 ore su Tapis Roulant.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Vito attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Ciao Vito, complimentissimi, ti sei reso conto
veramente di quello che hai fatto? “Non subito.
Anche se ero ovviamente convinto e preparato l’incognita delle ultime 3 ore era
forte. Il motivo sta nel fatto che come strategia di gara avevo optato di
partire più forte nelle prime 6 ore sfruttando il lavoro di velocità (ritmo
maratona) che avevo effettuato specialmente nelle ultime 4 settimane di
allenamento. Anche dopo le 11 ore di corsa nonostante il vantaggio di oltre 15
minuti sul record avevo un grande timore di non farcela. A distanza di qualche
giorno si mettono insieme tutti i pezzi del puzzle e sembra quasi normale. Ma i
ricordi della sofferenza sono ancora molto vivi.”
Un record del mondo non viene dal nulla e non è solo gioia e soddisfazione ma prima e dietro ci sono tanti accorgimenti, tanta cura nei dettagli, tanto studio, tantissima esperienza, tanta sopportazione della fatica, della sofferenza, del dolore attraverso tante tecniche, anche mentali a disposizione nella cassetta degli attrezzi di Vito, quali la meditazione e le visualizzazioni.
Quale è stato il miglior complimento che hai ricevuto e da chi? “Sono stati tantissimi i complimenti e tutti sinceri ed emozionanti. Ovvio che le persone più care sono quelle che ti fanno lacrimare gli occhi. Mia moglie e mio figlio sono di poche parole ma incisive che lasciano il segno pieno d’amore. Poi ci sono i genitori e i miei due fratelli che vivono con orgoglio questi miei risultati. Quelli della mia associazione sportiva ASD Amatori Putignano sono pieni di entusiasmo, senza di loro non ci sarebbero stati tutti questi Record. Quelli dei concittadini putignanesi e degli atleti pugliesi ti fanno sentire l’appartenenza di una comunità. Una sensazione fondamentale specialmente oggi. Certo c’è sempre qualcuno che deve fare il Bastian contrario cercando di salire in cattedra con commenti fuori luogo e che sfrutta il momento di dire la sua perché altrimenti non sarebbe ascoltato da nessuno.”
Vito
non viene dal nulla, ha saputo costruire credibilità e stima da parte di tanti
non solo familiari stretti e amici intimi ma anche chi lo segue da anni come
atleta, come tecnico, come responsabile, come organizzatore di gara. Ha saputo
apprendere la cultura dell’ultramaratona e trasformarla in un’opportunità per
tanti da coltivare e da apprezzare non solo da parte di atleti ma anche da
parte di associazioni ed istituzioni che gradualmente hanno creduto in lui e si
sono affidati e fidati dandogli la responsabilità di atleti e gare.
Cosa hai in comune con altri recordman di tapis roulant quali Antonio
Mammoli e Daniele Baranzini? “La determinazione di
Antonio Mammoli che ancora oggi non salta mai una edizione della corsa Nove
Colli Running di 203km. Lui ha quasi improvvisato quel suo primato sulla 100 km
8 ore 21 minuti e cosi feci anch’io per batterlo nel 2011 con un tempo di 7 ore
45 minuti. Allora non correvo molto sul tapis roulant e fu una vera sfida ma ero
molto determinato. Con Daniele divido l’amore della performance, del risultato
a tutti i costi, direi quasi l’ossessione della perfezione. Lui la prima volta
quanto tentò l'attacco verso il record del mondo della 12 ore nel 2014 lo
sfiorò di soli 3 km ma che perse nella parte iniziale perché si era concentrato
principalmente sul record italiano che era mio.
Solamente quando ebbe la
certezza di batterlo ci concentrò sul record mondiale ma era troppo tardi.
Nell’anno successivo quando ritentò partì con le idee molto chiare e tenne un
ritmo sempre costano di 12,4/12,5 km/h era impressionante come gestiva le
piccole soste fisiologiche. Era tutto studiato in partenza in quanti secondi
doveva svolgere l’operazione. Anche se alla fine ho optato per una strategia
diversa i dettagli sono stati identici a Daniele.”
Ho
avuto l’occasione e la grande opportunità di conoscere sia Vito che Antonio in
gare che ho partecipato mentre con Daniele ho avuto l’onore di collaborare
nella stesura di un libro insieme dal titolo "Ultramaratoneta: un’analisi
interminabile", persone speciali gli ultramaratoneti. Vito è un grande studioso
e osservatore di persone, teorie, tecniche e metodi per coltivare una passione
complessa dello sport di lunga durata che prevede un’accurata attenzione a
tantissimi aspetti per cercare di tirare il meglio da se stessi durando nel
tempo e restando performanti sfruttando ogni briciola di energie nel proprio
corpo e nella propria mente. Interessante e apprezzabile è il rispetto di Vito
nei confronti dei suoi amici che a volte sono avversari, a volte amici di
squadra.
Quale insegnamento ti da questo record?
“Ho 50 anni e l’età è sicuramente un fattore
determinante nello sport in generale ma nell’endurance la mente inizia ad avere
un ruolo sempre più predominante. Ovviamente va adattato il programma
d’allenamento con l’età. Non si possono copiare i programmi per un atleta di
20/30 anni. E’ qui la chiave di letture di questo record. Ho sempre modificato
i miei allenamenti e sono rimasto illeso da traumi ed infortuni. Ho anche
aumentato gli esercizi di stretching e di riscaldamento prima delle sedute
d’allenamento. Insomma credo di essere sulla strada giusto di come gestire
l’invecchiamento sportivo. Aggiungerei il motto "No Doping”. Quest’anno ci
sono stati purtroppo diversi casi che hanno dato un immagine distorta
dell’ultramaratona. Io non ho usato neanche farmaci legali tipo
l’antinfiammatorio o stimolanti come la caffeina non tanto per fare l’eroe di
turno ma per una mia personale sfida con mio figlio che è il mio primo
consulente sull’aspetto dell’integrazione, la gestione della dopamina e le
endorfine.”
Vito
si dimostra molto resiliente con il passare degli anni, sembra essere in grado
di saper cavalcare sapientemente l’onda del cambiamento con le risorse residue
che sembrano essere sorprendenti e inesauribili puntando sempre ad obiettivi
sfidanti nonostante la non più giovane età, credendoci con elevata
autoefficacia.
Come trasferisci questa performance in
insegnamenti agli atleti della nazionale che segui? “Non è facile visto che poi in realtà si tratta comunque di una corsa
diversa quella del tapis roulant. Quello che mi preme generalmente è di
spingere gli atleti TOP che noi della IUTA seguiamo ad una conoscenza globale
approfondita a tutto tondo sull’ultramaratona. Noto spesso una superficialità
di conoscenza per esempio sull’alimentazione o sulla gestione del recupero
fisico pari ad un neofita della corsa e questo non va bene se vuoi tirar fuori
il meglio da te stesso. La componente psicologica resta però quella più
lacunosa nell’atleti. Qui in generale in Italia si ha una certa impassibilità
verso la mente. Viene quasi sempre associata ad una debolezza o malattia il
tema della psicologia. I paesi anglosassoni o orientali sono leader su questo
aspetto e si vede anche nei risultati.”
Una
interessante testimonianza quella di Vito sull’importanza dell’aspetto mentale
soprattutto nella pratica dello sport di endurance dove non basta avere forza,
resistenza fisica e muscoli ma anche tante capacità e caratteristiche
psicologiche da coltivare per puntare in alto, per osare consapevolmente, per
utilizzare strategie per affrontare, gestire, superare momenti critici come le
ultime 3 ore di una corsa della durata totale di 12 ore dove sappiamo che solo
nella maratona al 30° km molti hanno la crisi e non sarebbe niente rispetto
alle 5 volte 30km che ha percorso Vito sul tapis roulant, pertanto ancora
complimenti per questa importante prestazione da porre all’attenzione dei mass
media italiani e internazionali.
Hai in mente di
sponsorizzare un tapis roulant con il tuo nome? “Ahahah. Non ci avevo pensato mai. Per questo record ho usato per la
prima volta quello mio che è un tappeto commerciale per uso semi-professionale.
Un Nordic Track ma non è la marca che incide sulla performance invece conta
molto di più il fattore abitudine. Questo l’ho capito nei precedenti tentativi
e record dove ho usato treadmill diversi da quello su cui mi allenavo. E’ come
allenarsi con un modello di scarpe sempre uguale e poi si fa la gara con un
paio di una marca diversa. Follia pura nessuno lo farebbe. Ogni treadmill ha
una sua ammortizzazione specifica. Quando corri tante ore entri in totale
sintonia. Comunque non credo che qualche azienda italiana mi farebbe una tale
proposta. Solo negli Stati Uniti è pensabile una cosa simile. Sono molto più
intraprendenti in ambito sponsorizzazioni che in Italia.”
E’
bello compiere imprese e non restare tra le nuvole credendosi dei miti ed è
importante considerare che gradualmente si ritorna alla quotidianità dove a
tanti non interessa lo sport, non interessa la corsa, non interessano i record.
Importante è la motivazione intrinseca che ti da la forza e l’entusiasmo di
andare avanti per un amore segreto in quello che piace e che fa sperimentare
benessere fisico, mentale, emotivo.
Cosa si apre ora davanti a
te? Hai avuto contatti di richieste particolari da persone o aziende?
“La quotidianità con un bel lavoro appagante una
bellissima famiglia e tante passioni in comune. E’ uno sport dove si investe
senza ritorno economico magari qualche pacca sulla spalla ed un bel sorriso. E’
vero che c’è pure qualcuno che riesce a guadagnare qualcosa ma chi riesce
nell’ultramaratona di solito lo fa perché non è riuscito a realizzarsi in
ambito lavorativo e cerca una specie di rivalsa con la propria vita. Io
personalmente non mi sento di dover chiedere dei contributi economici ad
aziende per la sponsorizzazione sapendo che comunque non c’è un ritorno per
loro, almeno in Italia. Sarebbe come prenderli in giro. Mi piace la sincerità.
Per esempio c’è Isodrops che mi ha chiesto di usare la mia immagine per alcuni
spot. Ho prima voluto conoscere chi sta dietro al prodotto, come è fabbricato.
Alla fine siamo diventati amici con Alessandro che ci mette l’anima per fare un
prodotti davvero utile per l’atleta. Una startup a cui non ho mai chiesto
nessun compenso. Quella che si apre ora davanti a me è la consapevolezza di
chiudere questi tentativi sul tapis roulant con un’ultima prova davanti ai miei
concittadini di Putignano l’anno prossimo. Una ultima 24 ore.”
Nella
mente degli ultrarunner ci sono sempre strade aperte da percorrere e quelle di
casa sono sempre le più belle ed emozionanti.
Come hai trascorso i giorni e le
notti successive? “La prima notte è sempre
quella più difficile. Corta ed intensa tra spasmi muscolari e sbalzi di
temperatura corporea. Il lunedì ero già in viaggio per lavoro. Ma non corro
almeno per 5/6 giorni dopo questi sforzi. Non è tanto una questione fisica che
magari una corsetta di 30/40 min si riesce a fare quanto il fattore mentale.
Rimane il ricordo della sofferenza e se si vuole rimarginare la ferita nella
mente bisogna aspettare che si cicatrizzi nel nostro cervello questa lesione.
Altrimenti il rigetto verso la corsa è breve. In questi 15 anni che corro le
Ultra ne ho visto passare atleti con tanta foga ma che sono finiti presto. Ci
vuole tanta pazienza…il tempo è una invenzione dell’uomo.”
Belle
parole quelle di Vito dove traspare l’importanza delle coccole soprattutto
dopo tanta fatica e il rispetto della ciclicità degli eventi e delle
situazioni, attivazione-rilassamento, fatica-riposo. Un grazie a Vito per le
sue parole che dispensa dopo un grande sforzo umano fisico e mentale.
Domenica 3 marzo 2019, Vito mantiene la sua promessa stabilendo il nuovo record di 265,2 km in 24 ore sul tapis roulant installato sotto il chiostro del Comune di Putignano, battendo il primato dell’atleta norvegese. Bjørn Tore Kronen Taranger 264,52 km.
Il 28 febbraio 2021 Stefano Emma ha stabilito il record italiano su tapis roulant 50km in 3h24’23”, il precedente record era di Vito Intini con il tempo di 3h36’07” ma il 7 aprile 2021 Vito Intini riconquista il record italiano di 50 km su tapis roulant con il tempo di 3h18’09”.
Un’intervista a vito è riportate nel libro Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni", pubblicato da Progetto Cultura.
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.
“Il piacere di correre oltre”, Prospettiva Editrice.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Libri:
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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