L’ultramaratona mi ha insegnato a
pensare positivo
Matteo SIMONE
Si è svolta, dal 15 al 16 dicembre 2018, la 24 Ore per Telethon a Lavello (PZ) in Basilicata che ha visto trionfare Giuseppe Mangione SM55 che ha percorso 200,385 precedendo di poco più di 3 km Sortino Flavio SM55 km 197,160 e il sorprendente Favia Domenico SM65 km 195,040.
Ha vinto la prova femminile la giovanissima Empoli
Valeria che ha totalizzato 192,920.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Giuseppe Mangione attraverso risposte ad
alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Cosa ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta? “Mi spinge il semplice gesto della corsa, gesto
atletico più naturale che esista, mi spinge perché l’ultramaratona mi ha
insegnato a pensare positivo, mi spinge perché devo scoprire i miei limiti.”
A volte la difficoltà, la crisi ti fa pensare: ‘ma chi me lo fa fare’, ma poi passato il momento tragico, si cercano gare ancora più impegnative per dimostrare a se stessi di essere capaci, di saper fare. Giuseppe si è dimostrato una grande campione e tutt’ora continua a vincere i suoi titoli alle diverse manifestazioni anche Nazionali.
A volte la difficoltà, la crisi ti fa pensare: ‘ma chi me lo fa fare’, ma poi passato il momento tragico, si cercano gare ancora più impegnative per dimostrare a se stessi di essere capaci, di saper fare. Giuseppe si è dimostrato una grande campione e tutt’ora continua a vincere i suoi titoli alle diverse manifestazioni anche Nazionali.
Cosa ti motiva a essere ultramaratoneta? “Sono entrato nell’ottica di paragonare l’ultramaratona alla vita con tutte le sue difficoltà, momenti piacevoli e momenti brutti, andare avanti e affrontare i vari problemi e cercare di pensare sempre positivo, poi mi piace anche un po' di sano agonismo.”
Ce ne sono tante di distanze
lunghe e gare dure di lunga distanza, ogni atleta decide dove vuole arrivare e
cosa vuole provare, per l’ultramaratoneta niente è impossibile, il loro motto è
‘mai dire mai’, ‘se vuoi, puoi’.
Quali meccanismi
psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “I meccanismi psicologici sono semplici, come ho già detto la corsa in se
mi aiuta a essere positivo, ho una ottima dose di forza di volontà per portare
a termine una gara e prepararla.”
Non è semplice
preparare, partecipare e portare a termine gare impegnative come le corse di
lunga distanza, c’è bisogno di passione, di credere in se stessi, di essere
resiliente e saper superare momenti di eventuali crisi e Giuseppe pare abbia le
risorse, le qualità, le capacità per preparare bene tali competizioni e saperle
portare a termine non mollando al minimo accenno di fatica o difficoltà.
Cosa
pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme? “Ho 2 grandi tifosi, i miei figli. I miei amici mi
fanno sentire come l’uomo bionico, io la porto sul ridere facendo capire che è
una cosa che faccio volentieri con naturalezza, basta allenarsi.”
L’ultracorsa diventa una sorta di terapia, ti permette di sperimentare
benessere, un equilibrio psicofisico, stai bene con il corpo e con la mente, e
se tu stai bene, il benessere si estende anche a coloro che ti circondano che
possono essere famigliari, amici, colleghi di lavoro, si diventa più
propositivi, più produttivi.
Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Partecipare ad una ultramaratona per me è sempre una grande festa, non
la vivo in tensione ma un ritrovo con tanti amici, se il risultato viene sono
ancora più contento ma finirla e già un risultato.”
E’ vero, l’ho riscontrato personalmente, partecipare a questo tipo di
competizioni è una grande festa, gli atleti si rivedono, si abbracciano, si
salutano, sono tanti i sorrisi rilassati, non c’è la tensione competitiva della
gara, ma la voglia di mettersi in gioco, di fare la propria esperienza, ognuno
la sua con le proprie forze.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
diventare ultramaratoneta? “Nel
mio carattere ho scoperto la positività, la forza di volontà, la tenacia nell’andare
avanti.”
L'Ultramaratoneta
di Corato è il libro scritto a quattro mani da Giuseppe Mangione e dal
sottoscritto. L’intento del libro, scritto da uno psicologo e da un atleta di
corsa nelle lunghe distanze, è di esprimere il senso dello sport, della corsa
di in particolare. Nel volume sono raccolte impressioni, sensazioni e tante
emozioni; aspetti mentali come l’autoconsapevolezza, la motivazione,
l'autoefficacia, la resilienza.
Interviste a Giuseppe sono riportate nei libri:
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, edito da Aracne Editrice.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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