Matteo Simone
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Nello sport di endurance, dell’ultatrail in particolare, ci devi credere, ti devi impegnare, devi essere mosso da tanta passione, devi notare la bellezza di quello che ti circonda che spinge a salire superando qualsiasi sforzo fisico, diventando leggero e astuto, guardando dall’alto.
Di seguito approfondiamo la
conoscenza di Enrico attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di
tempo fa.
Gara di trail cosa significa per te? “Per me gara di trail significa essenzialmente correre in natura sentendomi libero. Ovviamente facendolo in gara si cerca di ottimizzare la performance.”
Si
vive sempre una gran giornata a contatto con la natura ed esprimendosi
atleticamente contro e con atleti di livello superiore e alla pari. Diventa la
natura una palestra all’aperto che fa sentire forte le sensazioni, la corsa in
natura ti anima e ti rianima, ti rimette al mondo, ti da un senso.
In che modo curi la preparazione mentale? “Non curo particolarmente l'aspetto mentale. Sono un ragazzo molto
motivato e la gara non la subisco. Ovviamente in alcune giornate le gambe non
girano come vorrei ma non mi scoraggio e cerco di restare positivo. So che le
crisi si devono gestire e non abbattersi...prima o poi passa.”
Non si riesce mai a immaginare tutto quello che può succedere in gara, importante diventa l’esperienza e l’aspetto mentale che fa gestire e visualizzare le difficoltà ma quando si è in gara tutto cambia tutto si trasforma; è tutto un delirio, un festival di sensazioni ed emozioni. Enrico sembra essere un ragazzo già abbastanza esperto di gare di endurance e relative crisi, sa che fanno parte del gioco, che in genere si riesce a capirle, ad assecondarle, ad aggirarle. Si impara tanto anche dalle crisi.
Non si riesce mai a immaginare tutto quello che può succedere in gara, importante diventa l’esperienza e l’aspetto mentale che fa gestire e visualizzare le difficoltà ma quando si è in gara tutto cambia tutto si trasforma; è tutto un delirio, un festival di sensazioni ed emozioni. Enrico sembra essere un ragazzo già abbastanza esperto di gare di endurance e relative crisi, sa che fanno parte del gioco, che in genere si riesce a capirle, ad assecondarle, ad aggirarle. Si impara tanto anche dalle crisi.
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci ed impegnarti? “Una frase che mi aiuta molto nei momenti difficili in gara è 'Non smettere di Salire Mai!' Salire come metafora di sognare.”
Certo
bisogna costruire mete e obiettivi, bisogna andare sempre più in cima alla
scala della gratificazione, bisogna sapersi conquistare nuove competenze,
capacità, podi. Bisogna ambire di andare sempre più in alto, studiare, capire
come fare meglio.
Hai un tuo idolo? Modello
di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Come idoli e
grandi esempi guardo a Marco Olmo e Anton Kupricka. Senza dimenticare i grandi
miti dello sky running: Brunod, Meraldi e ovviamente Kilian.”
Diventa
importante avere un riferimento, copiare da personaggi che si stimano, cercare
di apprendere da loro, dalle loro imprese, dalle loro esperienze fatte,
raccontate, scritte.
Una tua esperienza
che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “La
convinzione che ce la posso fare arriva dal sapere che comunque vada devo
divertirmi e stare sereno. Se la giornata non è buona pazienza...la prossima andrà
meglio e cerco di capire perché non ha funzionato (allenamento, stanchezza,
integrazione in gara...etc.).”
Enrico
sembra essere abbastanza onesto con se stesso e con gli altri, sembra essere
consapevole delle sue caratteristiche, possibilità, capacità, sempre pronto a
mettersi in gioco in gare le più difficili, con dislivelli di salite
impegnative, con tutti gli amici corridori e anche avversari, crescendo e
maturando sia atleticamente che come persone, arrivando a possedere un buon
bagaglio esperienziale. E penso che il meglio debba ancora venire per Enrico
sempre proiettato a nuove sfide non solo sportive come atleta ma anche nella
vita privata come studente che raggiunge obiettivi di laura prestigiosi, perché
la vita non è fatta solo di sport ma è importante avere sempre un piano B, e
cercare di coltivare orti differenti con passione, interesse, entusiasmo.
Con l’esperienza è cambiato il tuo modo di allenarti? “Ho sempre basato la mia preparazione su strada essenzialmente perché
abito in pianura. I km settimanali arrivano anche a 110-120 nel periodo di
carico. Il weekend è dedicato alle gare vertical, trail, sky...ultra...mi
piace tutto! Anche se io sono forte sulle salite.”
Tanta
esperienza per apprezzare la ciclicità della vita con salite che possono
diventare amiche portando sempre più su. Importante coltivare orti diversi
quali studio, sport, relazioni, famiglia con la consapevolezza di trovare un
sano equilibrio e comunque le fondamenta ci sono con tanti podi, piazzamenti e
convocazioni in nazionale, per poter continuare a crederci e costruire
performance, buon proseguo nelle direzioni per giungere a mete, sogni,
obiettivi godendo il viaggio.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Libri:
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
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