Mai mollato anche quando ero in
difficoltà oppure stavo male
Dott. Matteo Simone
La XX^ Maratona di Ravenna è stata vinta dal keniano Wilfred Kipkosgei Murgor e l’etiope Aberu Ayana Mulysa ha vinto la Maratona Femminile in 02h36’32″ precedendo la croata Nikolina Stepan 02h48’07” e la lituana Ruta Simkunaite 02h58’38″.
Eleonora Gardelli ha vinto il Campionato
Italiano Femminile di Maratona in 02h59’19″ precedendo Elisa Zannoni 03h00’07″
e Linda Pojani in 3.04.35.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Elisa
attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare un atleta? “Ho sempre praticato differenti tipi di sport fin dalle scuole
elementari; ho giocato a pallavolo per circa 15 anni; ho cercato nuovamente di
fare qualche sport che si adattasse alla vita universitaria e
post-universitaria (palestra, corsa, ecc.); ho infine scelto la corsa come
versatilità e adattabilità ai miei ritmi di vita e come piacevolezza a livello
sportivo.”
Lo sport è un’opportunità per mettersi
in gioco, per sperimentarsi da soli e con gli altri, per apprendere capacità e
competenze sperimentando sia benessere che performance.
Chi contribuisce alla tua performance? “L’amico che mi segue e mi consiglia negli allenamenti, tutti i compagni
di corse e il mio compagno quando corre con me oppure mi accompagna alle gare.”
Qual è stata la gara della tua vita? La
gara più difficile? “Le gare della
vita sono state 5: la prima 100km e la seconda (ovvero quella di quest’anno) e
le 3 gare di 50km disputate sempre quest’anno. La gare più difficili sono state
la prima mezza maratona e 3 delle 4 maratone corse.”
Se c’è passione e motivazione si riesce
a fare grandi cose, si cerca di alzare sempre un po’ l’asticella per cercare di
spingersi oltre.
Quale esperienza ti dà
la convinzione che ce la puoi fare? “Il
fatto di non avere mai mollato anche quando ero in difficoltà oppure stavo male.”
C’è un episodio curioso o divertente
della tua attività sportiva? “Quando
mi intervistano all’arrivo delle gare i miei commenti vertono solitamente sulla
bellezza dei paesaggi attraversati (nel caso delle 50km e delle 100km) e sulle
belle sensazioni di calore recepite dalle persone lungo il tragitto. Alla 50km
di Siena che ho vinto all’arrivo mi hanno chiesto cosa avessi mangiato la sera
prima.”
A volte nello sport si sperimenta
successo e bisogna gestire anche il pre-gara e il post gara dove ci possono
essere pressioni, interessi, domande strane.
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara, post-gara?
“Benessere quando sento il mio fisico
reagire in maniera differente a diversi tipi di stimolo in allenamento e quando
riesco bene in una gara senza soffrire troppo; a volte un po’ di tensione e di
paura pre-gara perché temo di soffrire, stare male o non farcela a correre come
vorrei; felicità e appagamento post-gara.”
Il mondo dello sport permette di gestire
le diversi fasi dello sport che comprende la preparazione e l’allenamento, il
pre-gara, la performance in gara con le eventuali crisi da affrontare, gestire,
superare, gli arrivi, il post gara che comprende gioie e dolori con recuperi e
relax.
Quali sono difficoltà e rischi?
“Nel mio caso stare male a livello
intestinale: è l’unica cosa che temo, che difficilmente riesco a
gestire/controllare e che mi fa stare davvero male quando corro. Più in
generale, noto che, a differenza dell’ambito pallavolistico da cui provengo,
nel podismo amatoriale c’è una poco sana tendenza al fanatismo/estremismo per
quanto concerne allenamento, competizione, alimentazione, equipaggiamento
tecnico, monotematicità nei discorsi e in ciò che 'riempie' la vita degli atleti. Quando si tende alla monotematicità secondo me
è pericoloso e invasivo.”
E’ importante non perdere di vista
l’altro che c’è al di fuori dello sport praticato con passione in modo che non
diventi una dipendenza, una fissazione.
Come
superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Mi ricordo le parole del mio carissimo amico e ora allenatore che mi
dice 'quando ci si può attaccare un pettorale è sempre una festa e una gioia' e
così provo benessere, tranquillità e ricordo che la corsa per me è solo un
bell’hobby, un bel modo di stare in forma, che i momenti di down accadono così
come nella vita, che ci si può rialzare sempre imparando qualcosa di nuovo e che
non c’è fretta.”
Risulta fondamentale tenere in conto la
ciclicità dell’esperienza della vita fatti di momenti down e up, crisi e
riuscite, fatica e soddisfazione mettendo in conto imprevisti e crisi ma
puntando sempre ad andare avanti con le risorse residue da tirare fuori
all’occorrenza con fiducia e serenità.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Secondo me il messaggio più bello è la
testimonianza sul campo: il fair-play, lo sport pulito, l’equilibrio mentale
nel praticare sport senza fanatismi, il divertimento e il benessere.
Lo sport dovrebbe essere immune da
tentazioni non salutari e illegali che stravolgono il senso dello sport.
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping? “Da parte mia no e anzi mi
stupisco sempre e sempre di più quando vengo a conoscenza di vicende di doping
a livello amatoriale.”
Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Quando la corsa o altro sport, appunto, diventano fanatismo si può
incorrere nel rischio del doping come di altro poiché si diventa disposti a
tutto. Lo sport dovrebbe essere benessere.”
Lo sport è un’opportunità per conoscersi
e testarsi e per tirare fuori il meglio di ognuno applicandosi in modo costante
e con motivazione, mettendo in conto di non essere compresi da alcuni e
apprezzando chi rema a favore.
Familiari
e amici cosa dicono del tuo sport? “Mi
stimano, ma al tempo stesso mi dicono che sono una matta a correre così tanto.”
Cosa hai scoperto di te stessa nel
praticare sport? “Ho scoperto un
nuovo e più consapevole rapporto col mio fisico: come reagisce agli stimoli, a
ciò che mangio e bevo, al riposo o alla mancanza di esso; ho scoperto che sono
forte anche da sola, che posso fare cose che non credevo.”
Lo psicologo sta prendendo piedi in vari
ambiti della vita tra i quali lo post, il lavoro, scuola, famiglie ma sarebbe
utile maggiormente prima del verificarsi di episodi spiacevoli come lavoro di
prevenzione volto alla consapevolezza, all’attenzione, a scelte di vita.
Rivolgendosi dopo è più difficile recuperare, il percorso è più impegnativo e
complesso, meglio giocare di anticipo.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Sì,
per tutte le questioni di cui sopra che, comunque, se non emergono nello sport,
secondo me sono destinate a emergere in altri ambiti di vita.”
E’ importante prima della performance
sperimentare sempre benessere con entusiasmo e motivazione e poi si può pensare
alla performance una volta che la strada è spianata senza stress e tensioni.
Prossimi obiettivi?
Sogni da realizzare? “Essere
sempre felice quando corro, conservare la voglia di uscire con le scarpette ai
piedi e allenarmi con gioia e solo infine, se possibile, abbassare i miei
personali, ma senza accanimento. Vorrei che la gioia e la piacevolezza
venissero sempre al primo posto.”
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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