Uomini e donne della Sbarra & I
Grilli vincono la Corri per il Verde 2018
Passano gli anni, cambiano le maglie ma
gli atleti dell'Atletica La Sbarra continuano a cavalcare con stile, entusiasmo,
animo, coraggio l'onda del cambiamento con risorse residue più mentali che
fisiche, credendoci sempre di più come individui e come squadra, cercando di
fare del proprio meglio puntando sempre al meglio come individui e come
squadra, con la mente libera e sgombra da pressioni e giudizi, mettendosi in
gioco ogni settimana in allenamenti e gare, disposti al confronto per
apprendere da se stessi e dagli altri.
L'Atletica La Sbarra & I Grilli Runners ottiene un doppio successo di squadra, maschile e femminile, aggiudicandosi i podi più alti della 47^ edizione “Corri per il verde” che si è conclusa con la quarta tappa, Domenica 16 dicembre presso la Riserva Naturale della Valle dell'Aniene.
Dietro una squadra vincente c’è la regia
di un grande Presidente coadiuvato da tanti altri dirigenti e atleti. Di
seguito, il punto di vista del presidente di un po’ di tempo fa.
Come hai conosciuto la tua società, hai un
ruolo all’interno? “Mia moglie da
cadetta si allenava a Tor Tre Teste nel team di Pascolini e nel parco ha
conosciuto diversi atleti/e che proprio in quel periodo stavano fondando
l’Atletica La Sbarra. Diversi anni dopo abbiamo rincontrato alcuni di loro e
abbiamo scelto di tesserarci poiché condividevamo gli obiettivi e i principi
che la società promuoveva. Dal 2013 mi occupo della gestione della squadra a livello
dirigenziale e dal 2015 svolgo il ruolo di Presidente. Occuparmi della squadra
è anche una sorta di fuga dai problemi della quotidianità.”
Quella della società Atletica La Sbarra è una
bella storia fatta di bei momenti, di attimi, di parole, sguardi, pose, intese,
dove diventa importante fidarsi è affidarsi, e dove è importante stare insieme,
è molto meglio fare le cose insieme, il motto è diventato “together is much better” (insieme è molto meglio).
Come mai partecipi alla Corri per il verde
individualmente e di squadra? “Partecipo
ininterrottamente dal 2010. Condivido pienamente gli ideali storici di questa
manifestazione sportiva: il rilancio di aree verdi in zone marginali della
città caratterizzate spesso da situazioni di degrado urbanistico. Considero le
aree verdi urbane luoghi in cui è possibile riscoprire uno spirito di
collettività contrastando il disagio sociale che talvolta caratterizza questi
quartieri. In questi anni ho avuto modo di conoscere dei parchi, che non avevo
mai visitato, con delle potenzialità di ripresa enormi per il territorio
periferico romano.”
Ci sono tanti atleti forti e meno forti
che si impegnano per se stessi e per la squadra. Ci sono tante persone che
sostengono, supportano, incitano.
Cosa
ti fa continuare a fare sport individualmente ed all’interno di questa squadra?
“Principalmente la voglia di stare con
gli amici. In secondo luogo la voglia di far crescere il team condividendo con
tutti gli altri tesserati gli obiettivi di sviluppo e progresso.” Quali sono i sogni che hai realizzato e
quali quelli da realizzare individualmente e di squadra? “Continuare a correre, a competere e a
vincere con questi colori ogni maledetta domenica.”
Ti aspettavi questo risultato di squadra ottenuto fino a questo
momento? “Il fattore principale è
stata l’unione delle due principali società del Parco di Tor Tre Teste,
L’Atletica La Sbarra da una parte e I Grilli Runners dall’altra, che ha di
fatto accresciuto quantitativamente e qualitativamente i valori tecnici della
squadra. Non a caso abbiamo voluto lasciare entrambi i nomi, proprio per
rendere ancora più evidente l’identità definita di due gruppi che hanno scelto
di proseguire insieme un percorso non solo sportivo ma anche e soprattutto
umano, che prosegue anche al di fuori del campo gara.”
Notevole il lavoro del presidente Andrea
Di Somma e del vice presidente Italo Merolli per organizzare e coinvolgere
uomini, donne e ragazzi in quest’attività di sport all’aperto, dimostrando collaborazione
reciproca, unione di intenti e affiatamento con il gruppo-squadra.
In che modo coinvolgi gli atleti a
partecipare alla corri per il verde? “Esiste
una forte componente storica della mia società a questa manifestazione che
semplifica il lavoro di coinvolgimento degli atleti. Il mio contributo è stato
più di coordinamento. Poi dietro le quinte il lavoro che io e Italo Merolli
svolgiamo è molto intenso, ma la soddisfazione di portare a correre tutte
quelle persone insieme per un unico obiettivo ripaga di tutta la fatica
organizzativa.”
Quali
sono i rapporti con gli organizzatori e le altre squadre partecipanti?
“UISP va avanti per la sua strada e se
sono 45 anni che stanno sul pezzo i meriti sono indiscutibili. A livello di
gestione e di segreteria fanno un lavoro molto importante e la passione che ci
mettono è il motivo principale della longevità di questa competizione. Nella
logistica ci sono a mio avviso piccole cose da migliorare, soprattutto in
funzione del lavoro di noi dirigenti di società, ma chi partecipa a gare di
cross possiede uno spirito di adattamento molto alto. Con le altre squadre
partecipanti durante le manifestazioni ci sono purtroppo poche opportunità di
familiarizzare in virtù delle molte pratiche burocratiche e logistiche da
svolgere durante la mattina delle gare. Personalmente ho diversi amici che
corrono con Vitamina Running Team che ritrovo sempre con estremo piacere alle
gare.”
Quali
sono i fattori che contribuiscono alla performance della squadra?
“Senz’altro l’amicizia che lega molti di
noi da tanti anni. Ci sono poi delle persone chiave intorno a me e Italo
Merolli che hanno partecipato al coinvolgimento generale di tutti: Alberto
Alfieri, Vincenzo Ciurleo, Domenico De Vito e Matteo Simone sono coloro che più
di tutti ci hanno aiutato ad armonizzare e a gestire le emergenze migliorando
la performance di squadra.”
Nel
tuo sport ti va di descrivere un episodio curioso o divertente personale e/o di
squadra? “Riguardano
tutti Thi Kim Thu Zervos che è al tempo stesso la persona più fuori di testa
che conosco nel mondo del running ma con delle doti umane davvero rare da
incontrare. Alla 12xMezzora a Caracalla nel 2014 doveva correre la penultima
frazione (alle 23.00) e la squadra femminile era in testa di pochi metri: aveva
una frazione molto favorevole per chiudere i giochi, solo che era completamente
sparita. Non c’erano sue notizie e non rispondeva al telefono. Si presenta al
campo gara in infradito alle 22.58, la spingo dentro la gabbia di partenza e
corre la sua frazione senza indossare i calzini e senza fare neanche un minuto
di riscaldamento. Ciò nonostante corse una grande frazione mettendo al sicuro
la vittoria finale. Come Atletica La Sbarra è stata la prima gara a squadre
femminile vinta in assoluto.”
Quali
sono le difficoltà, a cosa devi fare attenzione all’interno della tua squadra?
“Le difficoltà gestionali sono all’ordine
del giorno ma a livello dirigenziale sono affiancato da persone estremamente
competenti e in grado di valutare attentamente ogni singola emergenza. Mi
confronto molto soprattutto con Italo Merolli, Matteo Simone e Raffaele Vitale
e ho totale fiducia nel loro operato. Questa è una componente fondamentale per
far si che ci sia armonia nel gruppo e per avere una struttura pluralistica.
Ovviamente far conciliare gli obiettivi individuali con quelli di squadra è
l’aspetto più difficile da gestire ma il nostro è sempre stato un team che da
totale libertà di scelta a livello di calendario sociale. Che tutti si
conoscono e molti hanno una profonda amicizia anche al di fuori del mondo del
running è senz’altro un vantaggio e un valore potenziale enorme per chi come me
e Italo deve coordinare il gruppo. Nell’ultimo periodo faccio più fatica a
seguire tutte le novità e gli aggiornamenti in ambito federale che da una parte
cercano di migliorare il nostro sport ma dall’altra mettono molti limiti e
vincoli che spesso finiscono per penalizzare le ASD più piccole e con meno
tesserati.”
Come
hai superato eventuali crisi individuali o all’interno della squadra?
“In questi anni ho assistito a due
momenti di crisi importanti. Il dialogo è stato l’unico mezzo che ho utilizzato
per mediare e tentare di risolvere le problematiche generate. Momenti di crisi
sono fisiologici all’interno di ogni gruppo e affrontarli in maniera diretta
offre la possibilità di migliorarsi e conoscersi meglio; sono queste le
circostanze in cui è possibile capire quale contributo si può dare realmente al
proprio team. Quando come Atletica La Sbarra si è manifestata l’opportunità di
unirsi ad un’altra squadra, facendo tesoro di una precedente simile esperienza
accaduta lo scorso anno, ci siamo riuniti in undici: l’unica cosa certa era che
qualunque cosa fosse accaduta e qualunque decisione bisognava prendere doveva
essere unanime ed esclusivamente a vantaggio della collettività. Non abbiamo
trovato subito l’accordo come normale che fosse e ci sono stati anche diversi
conflitti che abbiamo risolto non senza accesi dibattiti.”
Quale
è un messaggio rivolto a ragazzi e donne per iscriversi alla tua squadra?
“Siamo un gruppo molto unito e in questi
ultimi quattro anni siamo cresciuti molto. Posso dire con molto orgoglio e
piacere che ci sono persone che corrono con noi relativamente da poco tempo e
si sono integrate alla grande, pertanto oltre le qualità individuali dei
singoli individui c’è anche un gruppo che sta in armonia. L’obiettivo
principale rimane lo svago, il divertimento e la spensieratezza. L’orgoglio più
grande è però avere a correre con noi, in gare ufficiali, i ragazzi e le
ragazze non vedenti e ipovedenti del gruppo Achilles International Roma. Sono
già due anni che alcuni atleti della nostra squadra (Raffaele Vitale, Matteo
Simone, Mario Ardizzi, Marzio De Blasis, Federica Ferrari) corrono come guide
di diversi/e atleti e atlete, in particolare di Ada Maria e Sandro che sono con
noi praticamente tutte le domeniche. A proposito di gara della vita: essere al
fianco di Ada nei suoi due titoli italiani (5.000 outdoor 2015 e 1.500 metri
indoor 2016) mi ha regalato delle sensazioni uniche e un approccio all’atletica
molto più umano.”
Si parla dell’Atletica La Sbarra nei
miei libri:
“Sport
benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono
sul benessere e performance dell’atleta”, edito da Prospettiva
Editrice. Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che
parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale
deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva,
per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti,
partecipare a competizioni. Attraverso questionari ho raccolto il punto di
vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in
particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance.
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=397&controller=product
“
Cosa
spinge le persone a fare sport?”, edito da Aracne Editrice, Prefazione di
Isa Magli. Il libro riporta alcune interviste fatte ad atleti di diverse
discipline sportive e indaga sulle motivazione che spingono le persone a fare
sport. Non solo la performance, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di
mantenersi in forma, di rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e
relazionale. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per
provare a non mollare e per migliorarsi.
http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825528275
Psicologo, Psicoterapeuta
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